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Autore: Prilla    25/09/2017    1 recensioni
Ambientata nell'universo dell'MTMTE, questa one-shot è una poesia all'insegna della libertà.
Due mech legati dal destino si trovano davanti una fatidica scelta: vivere schiavi o morire liberi?
Buona lettura...
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate | Contesto: Transformers: Prime
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Dialoghi al chiaro di Luna
Riflessioni sulla guerra
Il fuoco scoppiettava alimentato dal vecchio olio motore ricavato dalla navicella sfasciata dall’impatto.
Un silenzioso individuo si avvicinò alla fiamma sfavillante e la sua armatura si illuminò mostrando la sua figura ma, soprattutto, il tremendo simbolo sul petto.
- Ehi, Gearcrank, se stai così vicino ti si brucia l’energon nei circuiti. - disse una voce alle sue spalle.
Accanto al primo arrivò un secondo personaggio più massiccio e alto.
- Ah, non rompere Clankstar! - ribatté Gearcrank scansandolo.
I due mech si sedettero accanto al fuoco e rimasero in silenzio guardando le fiamme danzare nella notee. Nessuno dei due orava dir parola: eppure qualcuno doveva iniziare!
- Ehi, Gearcrank, ti vedo mogio oggi. - fece quasi in un sussurro Clankstar stringendosi nelle sue lunghe braccia verdi.
- Mogio? Sono parole da usarsi in una situazione del genere?! - esclamò arrabbiato il mech viola e nero facendo scintillare la sua ottica di furia.
- No, io non volevo intendere questo… - tentò di rimediare il compagno.
- E cosa vuoi intendere? Non so se lo schianto ti ha danneggiato le ottiche ma io ancora ci vedo e ti dico che siamo nella merda*! (*o qualsiasi sia il corrispondente in cybertroniano) E ci siamo fino al collo!! - urlò il mech alquanto alterato.
-Calmo Gear, calmo! Volevo solo farti sorridere, sei troppo teso...
Il mech lasciò andare via l’aria dai suoi circuiti causando alla polvere per terra di arricciarsi in mulinelli scomposti.
- La nostra navicella si è schiantata, siamo su un asteroide che va fluttuando per lo spazio, le nostre scorte di energon sono praticamente pari a zero, io sono bloccato qui con un idiota! Come posso sorridere?
Clankstar chinò la testa e guardò il terreno rimanendo ancora in silenzio ma solo per poco.
- Se davvero siamo destinati a spegnerci su questo dannato buco senza che nessuno sappia di noi non pensi che sarebbe meglio sfruttare questo tempo che ci rimane a pieno?
Gearcrank alzò lo sguardo incrociando l’ottica con quelle del commilitone. - E va bene, ma dì un’altra cosa stupida e ti strappo i processori vocali.
Il mech annuì sorridendo: sapeva che il compagno non gli avrebbe mai fatto nulla del genere.
- Dì un po’ allora, di questo non me ne hai mai parlato: tu come ci sei finito tra le nostre schiere? - domandò il mech nero e viola.
- Ah, la solita storia, forgiato, caduto nelle spire della cospirazione e poi affiliato al movimento. Ho avuto questo bel tatuaggio praticamente subito e poi BUM, verso le stelle a far esplodere teste e saltare gambe, tipica carriera ma non mi lamento… Tu piuttosto, di come sia entrato non ne ho idea, me lo hai sempre tenuto nascosto.
- Io? Io ce l’ho avuto un motivo: non sono quello che ero allora, ma, a questo punto, cosa ho da perdere? Sono quello che sono oggi solo a causa di ciò che il sistema mi ha fatto. Una volta avevo una faccia anch’io che pensi? Sono solo stato in grado di farmi rimettere un’ottica ma il resto… dl mio volto ho solo i ricordi del mio riflesso sulle ruvide superfici di Metroplex. Vogliamo parlare di queste chele poi? Sembro un qualche strano alieno, non un cybertroniano.
Le parole di Gearcrank erano cariche d’odio e sofferenza e le sue chele si chiudevano a scatti cozzando.
Clankstar allungò un braccio e diede una pacca sulla spalla del compagno. Solo un gesto di solidarietà sarebbe stato in grado di alleviare il suo spirito ferito.
L’effetto fu quello sperato e Gearcrank rilassò il corpo lasciando ciondolare le chele lungo di esso.
- Ahh - sospirò il mech - abbiamo altro da raccontare? Cosa c’è di diverso nelle nostre vite? Siamo soldati, sapevamo sin dall’inizio che saremmo dovuti morire, ma non era così che speravo di veder estinta la mia scintilla!
Detto questo si alzò e, con una chela, spaccò in due una roccia.
Clankstar rimase in silenzio a fissare il fuoco che andava sempre più affievolendosi lasciando andare nell’aria sottili colonnine di fumo sconnesse. La silenziosa processione avanzava solenne verso il cielo scuro e la sua vista scompariva non appena apparivano le candide stelle. Miliardi di occhi silenziosi scrutavano i due cybertroniani dall’immensità del firmamento.
Erano inutili in una guerra inutile.
Era così che la pensava Gearcrank.
I primi anni di guerra gli erano andati bene: il suo aspetto fisico aveva portato molti compagni ad avvicinarlo e a prenderlo per un eroe. Lui si era opposto al sistema, lui era stato punito ma nessuna amputazione lo aveva fermato.
Ma quando i veri orrori della guerra si erano fatti vivi non c’era stato più spazio per gli eroi e i morti erano come le stelle.
E ora a quelle stelle stavano per aggiungervisi loro, da soli, dimenticati.
Liberi.
Gearcrank si strappò l’icona dal petto e la gettò lontano con un urlo che salì fuori da lui uscendogli dalla scintilla. Nulla di più puro che un desiderio di libertà.
- Gear! Ma sei matto?! Perché?! - esclamò Clankstar alzandosi di colpo.
- Se devo morire voglio morire libero! Non sono di nessuno: né di Megatron né di Prime! - fece Gearcrank girandosi a guardare Clankstar.
L’altro mech scosse la testa e sorrise lasciandosi andare in una lunga risata divertita: - Anche da morti non saremo liberi, prima o poi troveranno i nostri corpi e li ricicleranno, saremo di nuovo in piedi, sfregiati dalla vita. La libertà è solo un concetto astratto, un’idea.
- Le idee sono cose potenti, non dimenticarti per quale motivo siamo qui.
I due si confrontarono in una gara di sguardi ma entrambi si resero conto di avere ragione da ogni parte.
Clankstar si portò una mano sul petto, sul suo simbolo.
- Io ci credo ancora e morirò con questo ideale! Rispetto la tua decisione e tu, quindi, rispetta la mia: io voglio morire da soldato, voglio che questo mio simbolo si veda sulla mia armatura. Io ho combattuto per qualcuno: me stesso. Ed è solo perché lo decido io che oggi muoio.
Gearcrank annuì in silenzio e i due si misero uno di fronte all’altro.
- Dritto alla scintilla Clank, non sbagliare mira o ti perseguiterò anche una volta riuniti all’AllSpark.
- Attento anche tu Gear, la mia anima ti rimarrà attaccata per l‘eternità.
Ci volle un click.
A denti stretti lasciarono i loro corpi alle stelle e, in pace, lasciarono la guerra, liberi di essere nudi all’universo.
Sui gusci senza vita rimanevano lacrime.
Gearcrank aveva pianto.



Commento
Prima di tutto, salve piccoli sparkling! Questo angolo lo ritaglio via per dire ciò che penso di ciò che ho scritto anche per chiarire un paio di cosine.
La one-shot prende luogo nell’universo del fumetto “More Than Meets The Eye” o anche conosciuto come MTMTE.
In questa versione dell’universo dei Transformer si possono avere dei diversi tipi di legame tra individui e i più significativi sono quelli di:
-Amica endura ovvero un legame di forte amicizia
-Conjux endura ovvero lo stadio successivo all’amicizia (il caso di Rewind e Chromedome)

I due personaggi che ho inventato di punto in bianco per questa storia sono per l’appunto due mech legati da Conjux endura. Questo non perché siano una coppia yaoi o omossessuale o trovate voi il termine ma perché in questo universo, per mancanza di parte femminile, ci si accontenta di poco.
E poi chi è che non shippa Tailgate e Cyclonus? ;-P
Coomunque…
Se provate ora a pensare a ciò che avete appena letto nella one-shot dovreste rendervi conto di dover guardare i dialoghi ed i comportamenti dei due personaggi sotto un’altra luce.
È infatti l’amore a spingere i due a compiere l’estremo atto del suicidio: non potendo vivere l’uno senza l’altro e condividendo emozioni e pensieri, per loro è dura sopportare un’esistenza all’insegna della guerra.
Gearcrank è un mech agitato nell’animo, turbato ed irrequieto. Cerca vendetta nella guerra. Vendetta contro quel sistema corrotto che lo ha condattato all’ Empurata (poi vedremo di cosa si tratta) che lo ha reso un mostro ai suoi occhi, pardon, ottiche.
L’Empurata è: “Empurata is an old tradition on pre-war Cybertron. A tradition of removing the (...) heads and hands of criminals and installing new faceless, fingerless replacements so everyone knows to shun them.” (Tf Wiki) Ovvero: “ … è una vecchia tradizione di Cybertron seguita prima della guerra. Consisteva nel rimuovere al criminale mani e testa installando nuovi pezzi senza volto e senza dita così che tutti potessero sapere ed evitarli.” La mia traduzione è un po’ libera ma l’ho resa così per rendere più chiara la faccenda. Se qualcuno volesse informarsi ulteriormente inserisse ciò che vuole cercare nella barra di ricerca del sito Tf Wiki. Non esiste una versione italiana e sconsiglio vivamente Wikia.
Detto ciò è possibile analizzare ancora più a fondo questo personaggio che ho tentato di presentare con pochi semplici tratti. Sono le sue azioni a parlare per lui. La sua descrizione fisica è relativa anche se abbiamo dei piccoli indizi qua e là nel testo.
Per quanto riguarda invece Clankstar ci troviamo davanti ad un carattere completamente diverso: per intenderci, quello scemo tra i due è lui. Solo nel dialogo finale si vede un lato serio e composto di quel mech che, durante tutta la vicenda, ha affrontato le situazioni con leggerezza e quasi superficialità. Non so perché ho deciso di fargli avere delle braccia lunghe ma forse è perché l’ho immaginato come una specie di gorilla che ciondolava da una parte all’altra infastidendo Gear.
All’inizio avevo previsto un finale diverso nel quale i corpi dei due venivano trovati e si svelavano i loro legami sentimentali solo che lo si sarebbe fatto con poco garbo e alla fine ho scartato l’idea. Spero che comunque vi sia piaciuto e vi abbia portato un po’ a pensare sul significato del concetto di libertà tanto ambito da Gearcrank.
Questo però non vuol dire che Clankstar non desiderasse la libertà solo che egli la intendeva in un modo differente: per lui l’appartenenza ad un gruppo, l’avere un’identità comune, era una forma di libertà.
E dopo tutto questo discorso vi lascio con una domanda: Gearcrank e Clankstar a quale fazione appartenevano? Siete autorizzati ad aprire il link solo dopo aver indovinato la fazione di appartenenza dei due! Eccovi Gearcrank e Clankstar: https://t00.deviantart.net/z37z6U70zkVjSNA7cxLdnjJXVYk=/fit-in/700x350/filters:fixed_height(100,100):origin()/pre00/48b6/th/pre/i/2017/032/a/f/decepticon_design_by_prilla39420-daxi455.jpg
   
 
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