.barare.
dunque fammi barare
perché ho capito
che tu sei la mia illusione
ma farò un'eccezione
e non ti distruggerò
dunque fammi barare
almeno per un altro po'
in cui fingeremo che sia stata
solo una svista passeggera e leggera
che andrà tutto bene come prima
e ancora fammi barare
spregiudicatamente e scioltamente
bara con me
come fossimo ad una svendita
del giorno dei morti, allegramente
fammi truccare le carte
perché ho sempre e comunque
un asso nella manica, e molte toppe in più
e devi imparare in ogni evenienza
avere un acuto piano di riserva
lasciami prolungare il gioco
smagliare il tempo a piede libero
ignorare ogni sentimento
stendere sulla tavola gli strumenti
e l'operazione precisa andrà a meraviglia
permettimi di tacere
di mentire e fare mistificazioni
ogni cosa a fin di bene
e troverò a tatto il giusto contatto
e troverò a naso la giusta risoluzione
lasciami mischiare le carte
lanciare i dadi senza guardare il risultato
perché è una partita ormai
dove non ci importa di vincere o perdere
solo di giocare, quante volte è vero questo? rarità
permettimi di cambiare il risultato
perché ho smesso di leggere le stelle
forse stanno cadendo, ha hey...
ho lo scatto per ballare
il terremoto e il cerchio di fuoco
credimi che lo farò
sbarazzarsi della sfida con una scrollata di spalle
la poesia è tutta questione di nitroglicerina
credi che mi ritroverai sempre al tuo ritorno
ma quando non ci sarò saprai fare a meno di me
getta la carta più alta sul tavolo
e bruciala in frammenti danzanti
l'istante successivo
è già tutto finito e non è mai iniziato
questo è l'inizio della fine, incantevole
inforca gli occhiali da sole
per assistere alla fine del mondo
i popcorn in una mano o la sigaretta
la bocca impastata di zucchero stantio e sorrisetto divertito
sono il pubblico sul marciapiede opposto con una mano in tasca
e non sapremo mai
cosa sto stringendo tra le dita
ma gli anelli sono affondati
e Gollum caracolla sulla riva
le parole non dette solo un gorgoglio da affogato incastrato in gola
se arroventi il cerchio
non comparirà nessuna scritta
perciò vedi quanto è facile
ingannare il destino in ogni momento
sono lo scommettitore
un selvaggio d'azzardo perpetuo
è un'acrobazia su filo teso e sottile
spezza coi denti quelli che ti legano, quanto tempo fa è stato imparato...
sono il lupo che ti mette all'angolo
dietro il baratro in cui potresti precipitare
ma alla fine della corsa scarto
tu ti sei fatto lupo senza tradire il tuo pelo né un singolo lamento
sono quello che si getta senza paura del vuoto d'aria
come se si potesse galleggiare
oltre il bordo dell'indicibile
l'attimo di sospensione come un infinito traditore
sono lo scoppio del lampo e il rombo del tuono
senti i cavalieri che cavalcano nuvole arrivare
ma non puoi avere più esitazione, non davvero
sto andando in fiamme come un arcobaleno di fuoco
sono l'esplosione che divora implosione di vuoto
e ciò che va poi ritorna indietro
la vita come un boomerang
karma-chamelion, abbi sempre tutti i colori collezionati a portata di mano
disegno d'incredulità su pelle
come scriminature di battaglia
dove il solco si confonde col sentiero
dove il sangue urla libertà, ancora e ancora, corre...
l'onda si trattiene e poi si volta
come una napoletanata fulminante su strada
nel bel mezzo della notte fervidamente deserta
e il lupo combatte così, non un affondo di meno, non uno di troppo
fingi di ballare come se non ci fosse un domani
e il vento ti gonfierà il mantello nero come una bandiera
il bastone che batte il terreno unico perno di volteggio
e il lupo che balla intorno a te gioca a chi sa scherzare con la sua stessa paura
come se fosse una vecchia amica
tanto ti aspetterà comunque a Samarcanda
tenendoti in fresco il calice di che cosa di meglio offre la casa
mentre ti destreggi a rubare cavalli e fare disfare nodi e trecce
sono il giocatore spietato
almeno quanto la tua nera anima gemella
sottrai le mani prima che possa amputarti le dita
e il gioco è fatto, basta che la carta truccata tocchi il tavolo
le facce del dado si moltiplicano mentre sta ancora rotolando
perdi il conto e non provare nemmeno a ricominciarlo
il piano si sta inclinando e iniziamo a scivolare
mi sono mangiato le unghie pur di non arrampicarmi sugli specchi
il tavolo è tornato un bosco
le carte in cenere concimano il terreno, di grazia che non siamo ancora noi
nessuno stabilisce più il turno
le monete sono tornare al cuore della terra, ma le sento ancora tintinnare
e il suono che mi turba il sonno, il sonno che mi turba la veglia
come sussurri di scricchiolii profondi e sinceri
oh zio Tom, la capanna si inclina nel vento della tempesta
la nave sta affondando ma ho ancora voglia di cantare a squarciagola
lasciami gridare, perché non mi fermerai comunque
sospeso il dubbio di chi riuscirebbe o fallirebbe cosa e quando
ma soprattutto: perché mai?
quando il ghiaccio è sottile tanto vale pattinarci sopra rapidamente
starci a pensare suona francamente
come una smaccata perdita di tempo
noiosa da tutti i lati la si guardi
queste medaglie di meriti per cui ci sappiamo premiare da soli
imbroglia il salto, evita l'ostacolo
passa attraverso il sipario fuori tempo
molto più dell'improvvisazione, sei un totale clandestino a bordo
nessuno ti ha chiamato in scena perché non hai copione ad ogni modo
solo appunti scritti troppo in fretta
per essere durevoli quando non pretendevano nemmeno di esserlo
saranno elucubrazioni o allucinazioni o ispirazioni
o l'eco di una maledizione che ti salva ogni volta, perché è persino più spietata di te
trucca la gara senza aspettare lo sparo d'inizio
il proiettile è comunque mancato
e quando lo ingoiasti per non riferire il messaggio
sapevi che avrebbero potuto aprirti ma ti veniva già il singulto di singhiozzo
graffia via la superficie immacolata
se solo hai coraggio, ma hai bisogno di chiedertelo?
la risposta giungerebbe comunque in ritardo
quando hai già visto cosa c'è sotto e t'è andata di traverso l'aspettativa
avevi dimenticato di mettere la sicura
temeresti che il gas ti avesse dato alla testa se non lo sapessi già
che non c'è modo di aprire o di chiudere
qui non ci sono maniglie, la piena arriva quando gli gira e gli pare
sentiti tremare le vene dall'inizio alla fine
così se non altro puoi contarle
e farne un disegno da non interpretare mai
perché l'unica discriminante è se la parete reggerà il flusso
sbaglia la curva con dimestichezza sfrontata
ma comunque senza schiantarti
mentre la fortuna non sai più di che pasta sia fatta
tanto la tua comunque e incessantemente ridacchia un umorismo tutto suo
è comunque più probabile che il meteorite ti manchi
proprio quando lo stai invocando per centrarti
possono esserci tutti i cerchi concentrici che vuoi
ma la spirale la sa sempre più lunga di tutti noi messi insieme
e affonda per miglia, apnea così paurosa che credi di morire
poi ricordi di avere le pinne e che l'evoluzione si è dimenticata le branchie
ma proprio quando sei pronto per vedere come ultima cosa il buio
ti ricordi come nuotare e ritorni per spirito innato verso la superficie
rompi la membrana sottile come un becco che crepa l'uovo
senza alcuna preoccupazione di chiedere permesso o perfavore
riprendi fiato come se ancora non ci credessi di tanta abbondanza, non ci credi mai
e la naturalezza con cui si galleggia ti fa ridere fino alle lacrime, cristallino
sono il baro che si siede in modo tutto suo
non che la sedia sia scomoda ma le schegge, quelle, non si sa mai
di che cosa siano impazzite, di sicuro nessuna voglia di rinsavire
e senza necessità d'altro di uno sguardo, sai che devi giocare o sparire sul momento
non puoi aggrapparti alle circuitazioni
per quanto fuori orbita, la traiettoria in ogni caso incorreggibile
dunque puoi essere il tuo caso disperato
ma la sopravvivenza ti troverà con indomita cocciutaggine, per quanto tu ti sia nascosto bene
quando non saprai più qual'é la vera disgrazia
potrai almeno contare sulla tua decenza di non fare drammi
ci sarà comunque chi ti tesserà carte intorno
ma tu non hai mai smesso di giocare a scombinarne i castelli di Babilonia
con l'accendino in mano fermo in piedi
come un lampione bruciato al nostro passaggio
sei al crocevia con la chiave sepolta
e aspetti il tuo demone delle scommesse perse in partenza
ma le tue anime perse non smettono di darti corda
salvo non trovi proprio qualcosa di decente a cui appenderti
ma le tue anime sante non smettono di soccorrerti
e i piccioni a forza di essere scambiati per angeli hanno iniziato ad attaccare alla cieca
semini briciole che conducono alla trappola a scatto
la tagliola ha sempre quel modo di sorridere a linguaccia
e tu ogni volta la salti e ti prendi gioco di lei, che sorride ancora
non la disinneschi mai, sempre in agguato il rischio di prendere abitudini troppo ingannevolmente comode
sorridere sempre prima di cercare di mangiarti
questo è quando l'inganno è apparecchiato pulito, come uno scherzo ben confezionato
quando la pericolosità si guarda negli occhi e si riconosce per affetto
al punto che ti chiedi di che cosa ti alzeresti dal letto senza la sfida dietro l'angolo
hai sprecato così tanta generosità che non te ne resta per te
ma diventerai più furbo, magari come regalo di natale
hai distribuito così tanta comprensione che sei estremamente auto-severo
ma come potresti perdonarti quando c'è ancora così tanto da fare e brigare?
il perdono, poi, questa invenzione di gente con saio e fiori sul davanzale
manco fossero sul serio per tenere lontano i bevitori di sangue
allora spiegami come si può sfuggire così tanto la propria natura
da doversi inventare divinità che ti reggano il gioco nella tua testa
conosciamo molti modi migliori di impazzire fino al delirio
quasi compulsivo come la necessità di respirare
altrimenti di tutte queste connessioni di interminabili variazioni sul tema
non sapremmo che farne se non insistere con il pulsante on-off fino a romperlo
quando senti l'elettricità nell'aria e le opzioni sono essenzialmente
corto-circuito o tempesta imminente
ma tutto ciò che vorresti è un black-out come si deve
finiamo comunque per riciclare ceri rubati a svenditori d'anime disattenti
e osano pure lamentarsi di non essere ricompensati equamente
fingendo di non sapere più che bene
che tutto ciò che non si conquista è come non averlo
e quello è il vero tarlo che rosica l'anima, per fortuna me ne sono sbarazzato
i loro giochi di maschere e di ipocrisia rimasticata
fanno venire il voltastomaco da gran che son marciti
tutto ciò che non riesce a mutare alfine muore, non è vero?
ma perlomeno chi è sottoterra ha una valida giustificazione per non reagire