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Autore: VeganWanderingWolf    01/10/2017    0 recensioni
ah che bella sfida approciarsi al fornire un'idea del contenuto quando si tratta di una nonsense. a meno di non ricorrere a quella che probabilmente è la soluzione migliore. ovvero fornirne un assaggio. e non sapendo quale scegliere, metterò giusto l'inizio per darvi un'idea (che potrebbe essere assai ingannevole in quanto c'è molto di più e di diverso e di altro ancora - ma non è sempre così nella vita dopotutto, in generale?): dunque fammi barare / perché ho capito / che tu sei la mia illusione / ma farò un'eccezione / e non ti distruggerò
Genere: Generale, Poesia, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Nonsenses'
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.barare.

 

dunque fammi barare

perché ho capito

che tu sei la mia illusione

ma farò un'eccezione

e non ti distruggerò

 

dunque fammi barare

almeno per un altro po'

in cui fingeremo che sia stata

solo una svista passeggera e leggera

che andrà tutto bene come prima

 

e ancora fammi barare

spregiudicatamente e scioltamente

bara con me

come fossimo ad una svendita

del giorno dei morti, allegramente

 

fammi truccare le carte

perché ho sempre e comunque

un asso nella manica, e molte toppe in più

e devi imparare in ogni evenienza

avere un acuto piano di riserva

 

lasciami prolungare il gioco

smagliare il tempo a piede libero

ignorare ogni sentimento

stendere sulla tavola gli strumenti

e l'operazione precisa andrà a meraviglia

 

permettimi di tacere

di mentire e fare mistificazioni

ogni cosa a fin di bene

e troverò a tatto il giusto contatto

e troverò a naso la giusta risoluzione

 

lasciami mischiare le carte

lanciare i dadi senza guardare il risultato

perché è una partita ormai

dove non ci importa di vincere o perdere

solo di giocare, quante volte è vero questo? rarità

 

permettimi di cambiare il risultato

perché ho smesso di leggere le stelle

forse stanno cadendo, ha hey...

ho lo scatto per ballare

il terremoto e il cerchio di fuoco

 

credimi che lo farò

sbarazzarsi della sfida con una scrollata di spalle

la poesia è tutta questione di nitroglicerina

credi che mi ritroverai sempre al tuo ritorno

ma quando non ci sarò saprai fare a meno di me

 

getta la carta più alta sul tavolo

e bruciala in frammenti danzanti

l'istante successivo

è già tutto finito e non è mai iniziato

questo è l'inizio della fine, incantevole

 

inforca gli occhiali da sole

per assistere alla fine del mondo

i popcorn in una mano o la sigaretta

la bocca impastata di zucchero stantio e sorrisetto divertito

sono il pubblico sul marciapiede opposto con una mano in tasca

 

e non sapremo mai

cosa sto stringendo tra le dita

ma gli anelli sono affondati

e Gollum caracolla sulla riva

le parole non dette solo un gorgoglio da affogato incastrato in gola

 

se arroventi il cerchio

non comparirà nessuna scritta

perciò vedi quanto è facile

ingannare il destino in ogni momento

 

sono lo scommettitore

un selvaggio d'azzardo perpetuo

è un'acrobazia su filo teso e sottile

spezza coi denti quelli che ti legano, quanto tempo fa è stato imparato...

 

sono il lupo che ti mette all'angolo

dietro il baratro in cui potresti precipitare

ma alla fine della corsa scarto

tu ti sei fatto lupo senza tradire il tuo pelo né un singolo lamento

 

sono quello che si getta senza paura del vuoto d'aria

come se si potesse galleggiare

oltre il bordo dell'indicibile

l'attimo di sospensione come un infinito traditore

 

sono lo scoppio del lampo e il rombo del tuono

senti i cavalieri che cavalcano nuvole arrivare

ma non puoi avere più esitazione, non davvero

sto andando in fiamme come un arcobaleno di fuoco

 

sono l'esplosione che divora implosione di vuoto

e ciò che va poi ritorna indietro

la vita come un boomerang

karma-chamelion, abbi sempre tutti i colori collezionati a portata di mano

 

disegno d'incredulità su pelle

come scriminature di battaglia

dove il solco si confonde col sentiero

dove il sangue urla libertà, ancora e ancora, corre...

 

l'onda si trattiene e poi si volta

come una napoletanata fulminante su strada

nel bel mezzo della notte fervidamente deserta

e il lupo combatte così, non un affondo di meno, non uno di troppo

 

fingi di ballare come se non ci fosse un domani

e il vento ti gonfierà il mantello nero come una bandiera

il bastone che batte il terreno unico perno di volteggio

e il lupo che balla intorno a te gioca a chi sa scherzare con la sua stessa paura

 

come se fosse una vecchia amica

tanto ti aspetterà comunque a Samarcanda

tenendoti in fresco il calice di che cosa di meglio offre la casa

mentre ti destreggi a rubare cavalli e fare disfare nodi e trecce

 

sono il giocatore spietato

almeno quanto la tua nera anima gemella

sottrai le mani prima che possa amputarti le dita

e il gioco è fatto, basta che la carta truccata tocchi il tavolo

 

le facce del dado si moltiplicano mentre sta ancora rotolando

perdi il conto e non provare nemmeno a ricominciarlo

il piano si sta inclinando e iniziamo a scivolare

mi sono mangiato le unghie pur di non arrampicarmi sugli specchi

 

il tavolo è tornato un bosco

le carte in cenere concimano il terreno, di grazia che non siamo ancora noi

nessuno stabilisce più il turno

le monete sono tornare al cuore della terra, ma le sento ancora tintinnare

 

e il suono che mi turba il sonno, il sonno che mi turba la veglia

come sussurri di scricchiolii profondi e sinceri

oh zio Tom, la capanna si inclina nel vento della tempesta

la nave sta affondando ma ho ancora voglia di cantare a squarciagola

 

lasciami gridare, perché non mi fermerai comunque

sospeso il dubbio di chi riuscirebbe o fallirebbe cosa e quando

ma soprattutto: perché mai?

quando il ghiaccio è sottile tanto vale pattinarci sopra rapidamente

 

starci a pensare suona francamente

come una smaccata perdita di tempo

noiosa da tutti i lati la si guardi

queste medaglie di meriti per cui ci sappiamo premiare da soli

 

imbroglia il salto, evita l'ostacolo

passa attraverso il sipario fuori tempo

molto più dell'improvvisazione, sei un totale clandestino a bordo

nessuno ti ha chiamato in scena perché non hai copione ad ogni modo

 

solo appunti scritti troppo in fretta

per essere durevoli quando non pretendevano nemmeno di esserlo

saranno elucubrazioni o allucinazioni o ispirazioni

o l'eco di una maledizione che ti salva ogni volta, perché è persino più spietata di te

 

trucca la gara senza aspettare lo sparo d'inizio

il proiettile è comunque mancato

e quando lo ingoiasti per non riferire il messaggio

sapevi che avrebbero potuto aprirti ma ti veniva già il singulto di singhiozzo

 

graffia via la superficie immacolata

se solo hai coraggio, ma hai bisogno di chiedertelo?

la risposta giungerebbe comunque in ritardo

quando hai già visto cosa c'è sotto e t'è andata di traverso l'aspettativa

 

avevi dimenticato di mettere la sicura

temeresti che il gas ti avesse dato alla testa se non lo sapessi già

che non c'è modo di aprire o di chiudere

qui non ci sono maniglie, la piena arriva quando gli gira e gli pare

 

sentiti tremare le vene dall'inizio alla fine

così se non altro puoi contarle

e farne un disegno da non interpretare mai

perché l'unica discriminante è se la parete reggerà il flusso

 

sbaglia la curva con dimestichezza sfrontata

ma comunque senza schiantarti

mentre la fortuna non sai più di che pasta sia fatta

tanto la tua comunque e incessantemente ridacchia un umorismo tutto suo

 

è comunque più probabile che il meteorite ti manchi

proprio quando lo stai invocando per centrarti

possono esserci tutti i cerchi concentrici che vuoi

ma la spirale la sa sempre più lunga di tutti noi messi insieme

 

e affonda per miglia, apnea così paurosa che credi di morire

poi ricordi di avere le pinne e che l'evoluzione si è dimenticata le branchie

ma proprio quando sei pronto per vedere come ultima cosa il buio

ti ricordi come nuotare e ritorni per spirito innato verso la superficie

 

rompi la membrana sottile come un becco che crepa l'uovo

senza alcuna preoccupazione di chiedere permesso o perfavore

riprendi fiato come se ancora non ci credessi di tanta abbondanza, non ci credi mai

e la naturalezza con cui si galleggia ti fa ridere fino alle lacrime, cristallino

 

sono il baro che si siede in modo tutto suo

non che la sedia sia scomoda ma le schegge, quelle, non si sa mai

di che cosa siano impazzite, di sicuro nessuna voglia di rinsavire

e senza necessità d'altro di uno sguardo, sai che devi giocare o sparire sul momento

 

non puoi aggrapparti alle circuitazioni

per quanto fuori orbita, la traiettoria in ogni caso incorreggibile

dunque puoi essere il tuo caso disperato

ma la sopravvivenza ti troverà con indomita cocciutaggine, per quanto tu ti sia nascosto bene

 

quando non saprai più qual'é la vera disgrazia

potrai almeno contare sulla tua decenza di non fare drammi

ci sarà comunque chi ti tesserà carte intorno

ma tu non hai mai smesso di giocare a scombinarne i castelli di Babilonia

 

con l'accendino in mano fermo in piedi

come un lampione bruciato al nostro passaggio

sei al crocevia con la chiave sepolta

e aspetti il tuo demone delle scommesse perse in partenza

 

ma le tue anime perse non smettono di darti corda

salvo non trovi proprio qualcosa di decente a cui appenderti

ma le tue anime sante non smettono di soccorrerti

e i piccioni a forza di essere scambiati per angeli hanno iniziato ad attaccare alla cieca

 

semini briciole che conducono alla trappola a scatto

la tagliola ha sempre quel modo di sorridere a linguaccia

e tu ogni volta la salti e ti prendi gioco di lei, che sorride ancora

non la disinneschi mai, sempre in agguato il rischio di prendere abitudini troppo ingannevolmente comode

 

sorridere sempre prima di cercare di mangiarti

questo è quando l'inganno è apparecchiato pulito, come uno scherzo ben confezionato

quando la pericolosità si guarda negli occhi e si riconosce per affetto

al punto che ti chiedi di che cosa ti alzeresti dal letto senza la sfida dietro l'angolo

 

hai sprecato così tanta generosità che non te ne resta per te

ma diventerai più furbo, magari come regalo di natale

hai distribuito così tanta comprensione che sei estremamente auto-severo

ma come potresti perdonarti quando c'è ancora così tanto da fare e brigare?

 

il perdono, poi, questa invenzione di gente con saio e fiori sul davanzale

manco fossero sul serio per tenere lontano i bevitori di sangue

allora spiegami come si può sfuggire così tanto la propria natura

da doversi inventare divinità che ti reggano il gioco nella tua testa

 

conosciamo molti modi migliori di impazzire fino al delirio

quasi compulsivo come la necessità di respirare

altrimenti di tutte queste connessioni di interminabili variazioni sul tema

non sapremmo che farne se non insistere con il pulsante on-off fino a romperlo

 

quando senti l'elettricità nell'aria e le opzioni sono essenzialmente

corto-circuito o tempesta imminente

ma tutto ciò che vorresti è un black-out come si deve

finiamo comunque per riciclare ceri rubati a svenditori d'anime disattenti

 

e osano pure lamentarsi di non essere ricompensati equamente

fingendo di non sapere più che bene

che tutto ciò che non si conquista è come non averlo

e quello è il vero tarlo che rosica l'anima, per fortuna me ne sono sbarazzato

 

i loro giochi di maschere e di ipocrisia rimasticata

fanno venire il voltastomaco da gran che son marciti

tutto ciò che non riesce a mutare alfine muore, non è vero?

ma perlomeno chi è sottoterra ha una valida giustificazione per non reagire

  
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