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Autore: emme30    01/10/2017    6 recensioni
[Kuroo/Kenma]
Forse ha cominciato ad amarlo la prima volta che sono tornati a casa stringendosi il palmo, con le ginocchia sporche di terra e gli zainetti sulle spalle. Gli piace pensare che sia così, comunque; adora immaginare che tutto ciò che prova per Kenma sia iniziato nel modo più semplice di tutti e sia stato alimentato da quell’amicizia così forte da diventare quasi indissolubile. Non sa perché, ma non avere un punto di inizio è quasi confortante: in questo modo, può essere un momento qualsiasi della loro vita insieme.
Per Kuroo, ogni attimo che hanno passato assieme è quello in cui si è reso conto che lui una vita senza Kenma proprio non vuole viverla.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kozune Kenma, Tetsurou Kuroo
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno
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A Lifetime of Kisses



Kuroo non sa quando si è innamorato di Kenma; è consapevole che sia successo e basta.

Forse lo ha sempre amato, forse c’è stato un attimo ben preciso in cui se ne è reso conto, forse c’è un motivo particolare che ha contribuito all’evoluzione di questo sentimento. Kuroo non lo sa e non crede gli importi più di tanto.

Gli piace pensare che sia sempre stato così, fin quando erano bambini e camminavano per strada tenendosi per mano perché la mamma di Kenma glielo chiedeva sempre.

Tetsurou, mi raccomando. Tu che sei il più grande, prenditi cura del mio Kenma.

E Kuroo lo ha sempre fatto, quasi inconsapevolmente. Forse ha cominciato ad amarlo la prima volta che sono tornati a casa stringendosi il palmo, con le ginocchia sporche di terra e gli zainetti sulle spalle. Gli piace pensare che sia così, comunque; adora immaginare che tutto ciò che prova per Kenma sia iniziato nel modo più semplice di tutti e sia stato alimentato da quell’amicizia così forte da diventare quasi indissolubile. Non sa perché, ma non avere un punto di inizio è quasi confortante: in questo modo, può essere un momento qualsiasi della loro vita insieme.

Per Kuroo, ogni attimo che hanno passato assieme è quello in cui si è reso conto che lui una vita senza Kenma proprio non vuole viverla.

Kuroo ama Kenma quando sono solo bambini, prestandogli i propri giocattoli e dormendo nel suo piccolo futon quando fuori c’è il temporale. Lo ama quando rimane al suo fianco nonostante Kenma sia sempre più taciturno e silenzioso, autoinvitandosi a casa sua e nascondendogli il Game boy per poter giocare a nascondino.

Lo ama persino quando lo convince a rimanere nella squadra di pallavolo della Nekoma, impegnandosi al massimo per diventare capitano e sciogliere quelle pessime usanze tra senpai e kohai. Lo ama e si prende cura di lui, proprio come la madre di Kenma non ha mai smesso di chiedergli sin da quando sono bambini.

Kuroo lo ama da lontano fino ai propri sedici anni.

Succede per caso, senza che Kuroo abbia potuto prevederlo o programmarlo, perché con Kenma le cose funzionano sempre così. Con Kenma le cose sono così naturali da non lasciar spazio a parole preparate o situazioni costruite.

Stanno giocando al videogioco preferito di Kenma e Kuroo è una vera schiappa. Sono stesi a pancia in giù sul pavimento, Kenma ha un cuscino sotto il mento e ogni tanto Kuroo fa dondolare i piedi nella sua direzione per provare a fargli perdere la concentrazione - senza riuscirci, ovviamente.

Kuroo perde con una risata, abbandonando il joystick sul pavimento di legno. Poi, si sdraia sulla schiena e osserva Kenma dal basso con un piccolo ghigno.

E’ una situazione così normale e naturale, hanno già vissuto quel momento almeno un milione di volte in vita loro. Eppure, nell’istante in cui Kenma fa un piccolo sorriso guardandolo negli occhi, Kuroo avverte qualcosa di nuovo e diverso nel petto.

Alza il capo, avvicinandosi a quello di Kenma con gli occhi aperti e un’espressione titubante. Respira sulle sue labbra e Kenma non si muove: continua semplicemente a scrutarlo con la stessa espressione con cui lo guarda da tutta una vita.

Kuroo si sporge appena e poggia le proprie labbra sulle sue, con delicatezza e senza aver fretta.

Si allontana e lo fissa in quelle iridi così grandi e così espressive. Vede Kenma deglutire e annuire impercettibilmente. Puoi, gli stanno dicendo quegli occhi che ormai conosce a memoria, va tutto bene.

Kuroo gli porta una mano sulla guancia, e, sebbene abbia già compiuto quel gesto in innumerevoli occasioni, adesso c’è un brivido inedito ad accompagnare i suoi movimenti.

Bacia le labbra di Kenma come se avesse paura di rovinarle, nello stesso modo in cui si accarezza un fiore delicato. Ha quasi timore a tracciarle con la lingua, ad avvicinarsi un po’ di più a lui, a far scorrere le proprie dita tra i capelli, ad assaggiare la sua bocca che sa del tè freddo che hanno bevuto poco prima e ha un dolcissimo accenno della torta di mele con cui Kenma ha fatto merenda.

Kuroo lo bacia e non si dicono niente. Dopo un po’, si allontana e lo guarda dritto negli occhi, le labbra serrate e una sensazione di disagio in gola.

Ho esagerato? Ho rovinato tutto questo? Ti ho perso?

Kenma gli risponde nell’unico modo che riesce a calmare Kuroo: con un sorriso. E’ piccolo e contenuto, ma sufficiente a placare il suo cuore.

Si rimettono a giocare in silenzio, l’uno accanto all’altro, con le labbra umide che pizzicano.

Quel pomeriggio estivo, per la prima volta da quando si conoscono, Kuroo lo ama un po’ più da vicino.


 

 

Nessuno dei due parla di quel bacio, delle conseguenze che può avere sul loro rapporto, se ha incrinato la loro amicizia o se è una cosa che hanno entrambi apprezzato.

Questo non vuol dire che non succeda più.

Kuroo lo bacia e si chiede come abbia fatto a passare così tanto tempo con Kenma senza averlo mai fatto, senza averlo mai stretto tra le braccia con la chiara intenzione di allontanarsi dalla sua bocca solo per respirare. Kenma è intossicante, inebriante e lo fa quasi diventare stupido, visto quanto sorride ogni volta che si allontanano l’uno dall’altro per prendere fiato.

Kuroo lo bacia quando sono soli e vicini, quando non stanno facendo nulla di importante, e il suo cuore salta un battito ogni singola volta che Kenma ricambia e dischiude la bocca, accoccolandosi tra le sue braccia e chiudendo gli occhi.

Kuroo lo bacia e tutto ciò che hanno attorno non esiste più. La sola presenza di Kenma è in grado di azzerare l’intero universo che li circonda.

Kuroo lo bacia e non si limita alla sua bocca. La pelle di Kenma profuma d’estate anche d’inverno e ha il sapore delle mele e del caldo di luglio. E’ così liscia e levigata, il suo corpo glabro e ancora troppo attaccato all’adolescenza, e Kuroo scopre di voler scrivere poemi infiniti su quella pelle chiara utilizzando solo la punta delle dita.

E Kuroo lo ama, lo ama con ogni bacio e con ogni carezza, anche se quelle due parole non escono mai dalla sua bocca.


 

 

Il trascorrere dei mesi cementifica ancora di più il bisogno che ha Kuroo di baciare Kenma, ma, inevitabilmente, solleva anche dubbi scomodi a cui il ragazzo non è sicuro di voler avere risposta.

“Ma a te piace quando ci baciamo e facciamo altre cose?”

Kuroo lo chiede a bruciapelo, con ancora gli occhi fissi sul proprio libro mentre Kenma pigia pigramente i tasti della sua consolle. Alza lo sguardo e non incontra quelle grosse iridi in cui riesce a vedere mondi interi.

La domanda è complicata: di solito, non parlano di tutti i baci che si scambiano e delle notti in cui ansimano sotto le coperte stretti in un abbraccio. La domanda, però, è legittima, visto il tarlo che ha cominciato a mordicchiare i pensieri di Kuroo nell’ultimo periodo.

E se Kenma non volesse farlo? E se mi fossi comportato da ladro e gli avessi rubato quel primo bacio e tutti quelli a seguire contro la sua volontà?

Kenma alza le spalle. “Direi di sì,” mormora dolcemente.

La risposta è positiva, eppure Kuroo non riesce a mettere a tacere la vocina nella sua testa.

In realtà, Kenma ti sta solo facendo un piacere.

Lo osserva continuare a giocare. “Sei sicuro?”

“Direi di sì.”

In realtà, Kenma ti sta solo facendo un piacere.

“Se ti dà fastidio, posso anche non farlo.”

“Come vuoi, Kuro.”

In realtà, Kenma ti sta solo facendo un piacere.

Kuroo annuisce e torna al proprio libro, chiedendosi per quale motivo, se ama così tanto Kenma, il cuore gli faccia così male.

 


 

Kuroo torna ad amarlo da lontano.

Tutti i baci che vorrebbe posare su quelle labbra gli rimangono impigliati in gola, in una morsa che lo fa rigirare insoddisfatto nelle coperte e gli fa pungere gli angoli degli occhi quasi ogni notte.

Kenma non commenta il fatto che Kuroo abbia smesso di baciarlo: forse non se ne è neanche accorto.

E a Kuroo va bene così. L’importante è passare del tempo insieme e rispettare la promessa che ha fatto così tanti anni prima, quella di prendersi cura di Kenma.

Non lo bacia più quando sono vicini. Non lo bacia più quando capita che rimangano a dormire l’uno a casa dell’altro. Non lo bacia più quando si sente felice. Rimane in disparte e gli sorride, continua ad amarlo nel modo in cui ha sempre fatto - da lontano, come un amico, con una carezza e preoccupandosi del suo studio e della sua vita sociale.

Non è importante baciarlo, se ciò significa averlo al suo fianco finché Kenma lo vorrà.

 


 

“Perché hai smesso di baciarmi?”

Kuroo non si aspetta la domanda di Kenma in quel tiepido pomeriggio di febbraio. Non si aspetta di sentire il proprio cuore cominciare a battere così velocemente nel petto, quasi come se volesse uscire e mettersi a correre via. Non si aspetta di balbettare.

“C-come?”

“E’ un mese che non mi baci più… perché?”

In verità, sono trentasei giorni. Non che Kuroo li stia contando.

Kenma è seduto sul pavimento con la schiena appoggiata al suo letto, mentre Kuroo è messo a gambe incrociate sul materasso con un libro su un ginocchio. Lo chiude inconsciamente; lo studio in quel momento è davvero l’ultimo dei suoi problemi.

“Pensavo non volessi.”

Kuroo gli risponde con sincerità, perché lui non è mai riuscito a dire bugie a Kenma.

“Cosa ti ha fatto pensare che non volessi?”

Temevo di aver agito egoisticamente, che non ti interessasse baciarmi o amarmi. Ero terrorizzato all’idea di fare un passo falso e perderti, e, visto che il futuro e quello che potremmo essere è incerto e non so se è qualcosa che desideri, ho preferito fare un passo indietro. Da amici abbiamo sempre funzionato benissimo, come i meccanismi di un orologio, ma per me l’importante è starti accanto, tenerti per mano, prendermi cura di te e-

Kenma non gli dà il tempo di rispondere: si alza e si siede sul letto accanto a lui. Gli sfiora delicatamente il braccio con la punta delle dita.

“Tu mi ami, Kuro?”

“Da tutta la vita.”

E’ una risposta che non riesce neanche a controllare, gli esce dalle labbra come un fiume in piena.

Kenma, a quel punto, si sporge verso di lui e gli bacia timidamente e con riverenza l’angolo della bocca. Poi lo guarda e fa uno di quei mezzi sorrisi che sono destinati solo ed esclusivamente a lui.

“Fa’ l’amore con me, Kuro.”

Dopo trentasei lunghissimi e dolorosissimi giorni, Kuroo torna a baciare Kenma e gli sembra la cosa più gloriosa che potrà mai fare in vita sua. Eppure, nonostante sia stato a digiuno per tutto quel tempo, non sente fame o appetito. Non morde quelle labbra come se non mangiasse da mesi. Le accarezza piano, con tutto il garbo di cui è capace e intenzionato a non mettere fretta a nessuno dei due.

Cadono sul letto a un certo punto, i vestiti ammucchiati sul pavimento insieme al libro di Kuroo e la consolle di Kenma.

Kuroo guarda i capelli disordinati di Kenma sparsi sulle lenzuola, le sue guance rosse e la sua pelle diafana e gli sembra quasi di ammirare un quadro appeso in un museo. Si china e lo bacia, sentendo l’inesperienza scavargli nel petto e il timore di fare qualcosa di sbagliato fargli rizzare i peli sulle braccia.

Kenma gli accarezza le spalle e lo fa accomodare meglio in mezzo alle sue gambe, provando a nascondere una smorfia.

“Va tutto bene,” lo rassicura con un sussurro che gli rimbomba nelle orecchie. “Non mi farai male.”

Kuroo vorrebbe replicare, scusarsi, domandargli se preferisce nell’altro modo o se è davvero sicuro. Il punto di non ritorno è arrivato e ha così tanta paura di oltrepassarlo e perdere una vita di sorrisi complici da far fatica persino a respirare.

“Ti amo, Kuro.”

Con quelle tre parole, Kenma gli prende la mano e gli fa fare un passo avanti, verso quel futuro incerto che Kuroo temeva così tanto di affrontare da solo. Avverte la sua presenza mentre scruta l’ignoto e ci si lascia cadere dentro, certo che le dita di Kenma non molleranno mai la presa.

Kuroo lo ama quel tiepido pomeriggio di febbraio, quando i ciliegi sono ancora spogli e grossi cambiamenti affollano l’aria. Lo ama con un bacio, una carezza, un sospiro a fior di labbra.

Kuroo ama e si lascia amare da Kenma, il quale gli stringe i capelli, gli graffia la schiena e gli chiede di toccarlo un momento prima di gemere il suo nome. Non il suo cognome o il soprannome che usa da tutta una vita. Kenma sussurra Tetsurou a denti stretti e avvinghiandosi alle sue spalle, come se temesse di perderlo se solo lo stringesse un po’ meno.

Kuroo lo ama ed è così felice che si lascia addirittura scappare una lacrima quando stanno riprendendo fiato l’uno tra le braccia dell’altro. Kenma gliela asciuga passandoci sopra il pollice prima di avvicinarsi ancora di più contro il suo petto nudo, alla ricerca di calore e un abbraccio.

Kuroo non sa quando si è innamorato di Kenma, anche se è convinto di amarlo da tutta una vita.

Ci pensa proprio in quel momento, mentre stringe a sé quel corpo minuto e addormentato e intreccia le proprie dita con le sue. Lo prende per mano come quando erano bambini e tornavano a casa dopo un pomeriggio al parco. Non hanno più le ginocchia sbucciate e i vestiti sporchi di terra, ma la promessa di Kuroo è sempre la stessa. Non è mai cambiata e, ne è certo, mai cambierà.

Tetsurou, mi raccomando. Prenditi cura del mio Kenma.

 

 
 
Forse sono stata un po' troppo sdolcinata, ma a me questi due ispirano davvero un sacco di zucchero e cose sbrodolosissime ♥
Grazie a chi ha letto ♥

Beta reading: Ilaria
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