Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Fui Hygge    02/10/2017    4 recensioni
Dal testo:
«Inuyasha!»
Si bloccò di scatto, restando fermo, imbambolato.
Una voce dolce, femminile, soave lo aveva immobilizzato.
Una voce a lui conosciuta, morbida, amorevole, che lo carezzava delicatamente, avvolgendolo in un tepore pastoso e flautato.
Si voltò lentamente, imbattendosi in due immensi e luminosi occhi castani, che lo scrutavano con pura curiosità ed un velo di apprensione.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Inuyasha, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Fantasticherie;



Era solo, in quella grande distesa d'erba, illuminata appena dalla luce fioca e argentea della luna. Solo, con la sua preda.
Un soffio caldo di vento gli mosse lentamente la sua chiara chioma, facendola lentamente danzare, creando un luminoso gioco di luci creato da ogni ciocca colpita da quei flebili raggi.
Pareva come se in ogni capello ci fossero infilate delle pietre preziose, per quanto brillavano. Brillavano e danzavano, come se obbligati da un'incantevole magia.
Si avvicinò lentamente, assaporando istante dopo istante la sensazione che gli dava avvertire la paura di quella creatura aumentare.
Avvertiva il suo battito cardiaco aumentare.
Sempre più veloce, sempre più veloce.
Le sue orecchie erano talmente piene di quelle pulsazioni sconosciute – così piene da sentire ogni singolo palpito rimbombargli nella testa – che gli riusciva addirittura difficile sentire il proprio respiro.
"È dunque giunta la tua fine" pensò Inuyasha; gli occhi stretti a due fessure, le nocche della mano destra scrocchiate con un colpo secco.
Alzò il braccio, tenendolo in tensione, pronto ad infliggere il colpo di grazia. Sarebbe stato veloce, scattante, tagliente, mortale. Inuyasha in quel momento si sentì forte. Era un demone, un demone potente, un demone inarrestabile, niente e nessuno lo avrebbe mai potuto fermare. Era pronto. I muscoli in tensione, le gambe piegate. Un salto. Un misero, breve salto, e poi la preda sarebbe stata sua.
«Inuyasha!»
Si bloccò di scatto, restando fermo, imbambolato.
Una voce dolce, femminile, soave lo aveva immobilizzato.
Una voce a lui conosciuta, morbida, amorevole, che lo carezzava delicatamente, avvolgendolo in un tepore pastoso e flautato.
Si voltò lentamente, imbattendosi in due immensi e luminosi occhi castani, che lo scrutavano con pura curiosità ed un velo di apprensione.
Il braccio ancora tenuto alzato. Immobile.
«Che cosa stai facendo? Giochi ancora?» gli chiese poi la donna, volgendogli un sorriso colmo di dolcezza. Lui non rispose, abbassò semplicemente il braccio, fissandola desolato.
«Dai, smettila di dare la caccia ai grilli e vieni a cena, Inuyasha». Il cucciolo di mezzo demone in tutta risposta strabuzzò gli occhi, sbigottito da quell'affermazione. «Ma madre, lo stavo per catturare!». Il volto leggermente imbronciato,le sopracciglia aggrottate e le braccia aperte ad indicare quel piccolo insetto, ormai saltato lontano. Una risata cristallina gli risuonò nelle orecchie, destandolo dal suo cipiglio. Sua madre continuava a guardarlo, carica d'amore.
"Oh bambino mio, quanto assomigli a tuo padre in questo momento, con quell'espressione indispettita". Pensò la donna, mentre si abbassava all'altezza del figlio per carezzagli dolcemente il capo. Una stretta dolorosa le artigliò il cuore in un moto di malinconia. Un vuoto si era stazionato in lei, dopo la morte del padre di Inuyasha. Quest'ultimo glielo ricordava costantemente. Con la sua risata, con il suo orgoglio, con la sua testardaggine con i suoi capelli argentei e con quei occhi del color dell'oro. Occhi che con ardore ha amato nel suo passato, occhi che con dolcezza ama ed amerà per il resto dell'eternità.
«Inuyasha, lo so che lo stavi per prendere. Ma è giunto il momento di rincasare, ora». Gli sorrise ancora una volta, per poi incamminarsi verso la loro dimora.
Inuyasha gonfiò le guance in un moto di stizza.
Si era dovuto impegnare al massimo, per riusce ad avvertire il pulsare del cuore di quel grillo, accidenti. Si era immedesimato talmente bene nella parte del cacciatore, che si stava addirittura convincendo lui stesso, di essere un temibile demone.
Sbuffò rumorosamente, sua madre era ormai lontana, non poteva certo sentirlo.
"Guastafeste" si ritrovò a pensare.
Spostò lo sguardo verso la luna, grande e maestosa, scrutandola con convinzione.
"Vedrete padre, un giorno anche io sarò un demone grande e forte come voi. Mi prenderò io cura della mamma. Lo giuro". Annuì soddisfatto ed orgoglioso al suo stesso pensiero, convinto di riuscire ad adempiere alla sua tacita - ma sicuramente ascoltata - promessa.


Note dell'autore:
Ebbene eccomi qua, avevo quest'idea che mi balenava in testa già da un po', ma solo qualche giorno fa ho iniziato a scriverla e solo oggi ho avuto l'ardire di pubblicarla. Spero non sia altamente insipida e terribile! 
Ringrazio chiunque la legga e chiunque abbia voglia di recensirla. Le critiche costruttive sono sempre ben volute, non risparmiatevi!
Fui.

   
 
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