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Autore: Lavriel    04/10/2017    0 recensioni
Può un essere umano innamorarsi di un diavolo?
E può questo diavolo ricambiarlo in qualche modo?
Per loro, la cui quotidianità non regalava niente, quelle notti di unione carnale, e forse anche spirituale, erano tutto.
Genere: Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta
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Londra, gennaio 1898, tarda sera.

Ciel, assonnato ed infreddolito nella propria lussuosa vestaglia di seta blu, osservava dalla finestra, con attenzione, la neve cadere dal cielo, la quale, leggiadra e silenziosa, si posava danzando sulla strada e sul marciapiede della bella città addormentata.

Il Big Ben aveva scoccato la mezzanotte ormai già da tempo ed il mondo pareva essere sprofondato in una sorta di candido ed ipnotico torpore.

Il giovane sospirò profondamente, voltandosi verso il caminetto che si stagliava, con solo un bel tappeto persiano a dividerli, ai piedi del grosso letto a baldacchino, nelle narici l’odore confortevole ed acuto della legna incenerita dal fuoco.

Gli si avvicinò dunque, piano, rilasciando le pesanti tende di velluto bordeaux, le quali tornarono al loro posto frusciando appena.

Le fiamme divampavano, torcendosi flessuose ed emanando un piacevole calore.

Il Conte protese le mani verso quest’ultime, sorridendo, lieve.

Negli anni si era trasformato in un bell’uomo… Elegante, gradevole, austero.

Aveva da poco compiuto 24 anni ed il suo fisico, rimasto comunque piuttosto esile, aveva ormai raggiunto la maturità da qualche anno.

Crescendo, Ciel aveva visto aumentare di parecchio la propria statura e si era rallegrato molto per la cosa, anche se continuava a rammaricarsi del fatto che non fosse purtroppo riuscito a superare in altezza il proprio maggiordomo…

Per il giovane nobile, etereo ma orgoglioso, poter sfidare quest’ultimo e guardarlo negli occhi senza dover per forza sollevare lo sguardo di per sé avrebbe già costituito una vittoria.

 

“Dov’è finito Sebastian? E’ tardi…” esclamò all’improvviso, stizzito ed impaziente.

“Mi avete chiamato my Lord?” esordì lui, come al solito elegante e raffinato, facendo capolino dalla porta quasi come per magia.

“Finalmente! Il fuoco si sta spegnendo, dove sei stato fino ad ora?” lo rimbeccò Ciel, severo.

“Signore, ho dovuto preparare il necessario per domattina ed istruire gli altri… Dovevamo sistemare l’argenteria, preparare la sala, terminare il lavoro in cucina e…”

“Va bene, va bene… Ho capito.” tagliò corto il Conte, irritato dall’ovvia e ricercata aria di sufficienza del proprio interlocutore, il quale non perdeva mai occasione per infastidirlo, nemmeno a tarda notte.

“Il padrone per caso soffriva la mia mancanza? Cercherò subito di rimediare…” affermò dunque il demone, facendo per avvicinarsi al caminetto e trasformando la malcelata ironia dipinta sul suo volto in un sorriso profondo ed accattivante.

“Smettila subito di burlarti di me!” scattò allora il giovane, lo sguardo iroso, fronteggiandolo senza paura.

“Dunque è così, vi sono mancato sul serio…” replicò l’altro, accentuando il sorriso, mentre nel frattempo lo raggiungeva a passo felino sul tappeto.

Partì uno schiaffo.

“Ciel.”

Sebastian bloccò al volo la mano che stava per colpirlo, stringendo il polso fra le proprie dita, severo.

“Non occorre reagire così. Lo sai quanto il lavoro qui alla magione mi impegni in questo periodo.” esclamò poi, passando repentinamente dal voi al tu ed osservando da vicino gli occhi cerulei del nobile, intrisi di rabbia e delusione.

“Non occorre nemmeno fammi saltare i nervi tutte le volte che ci parliamo! Sono stufo!” ribatté immediatamente lui, adirato, cercando di divincolarsi.

Il maggiordomo, incurante delle proteste del Conte, si portò la mano alle labbra, sfiorandola.

“Perché sei tanto turbato stasera?” gli domandò quindi, continuando ad osservarlo.

Ciel, risentito, distolse lo sguardo e non proferì parola, lasciandolo fare.

Ed il demone comprese…

Questa era probabilmente una di quelle serate in cui il passato la faceva da padrone, piegando alla propria volontà ogni tentativo del giovane signore di mantenersi serioso e controllato, come era solito fare ogni giorno.

 

“Capisco…” mormorò dunque, riprendendo a baciare la mano del nobile ed avvicinandoglisi ancora, languido, portando una mano alla cintura della sua vestaglia da camera.

“Vediamo se riesco a far qualcosa per il tuo malessere.” dichiarò poi, iniziando con una mano a sciogliere il tessuto annodato, mentre nel frattempo allungava il viso andando a posare delicatamente le labbra sul collo del suo giovane signore.

Il fuoco in quel mentre crepitò e le fiamme, senza alcun ausilio di mano o legna, divamparono all’interno del grande caminetto, proiettando le loro ombre danzanti sul muro di fronte, a cui aderiva la testiera intarsiata del letto a baldacchino.

Il Conte sospirò di piacere, non appena la propria pelle venne sfiorata dalla carne bollente del maggiordomo, il quale sorrise compiaciuto, finendo poi di svestire il compagno, già nudo al di sotto della seta blu della sua vestaglia.

Sebastian si ritrasse quel poco che bastava per poter ammirare la bellezza effimera del proprio padrone: la pelle nivea e trasparente che creava un severo ma piacevole contrasto con la seta blu della vestaglia, i capelli scuri che ricadevano in piccole ciocche sulla fronte, gli occhi azzurri seri e profondi, tristi, che lo guardavano con aspettativa, il lungo collo proteso verso di lui…

Le spalle strette ma fiere, il busto minuto ma perfetto, il ventre piatto ed elegante, l’ombelico, sotto al quale, incorniciata da una manciata di peletti pubici svettava l’erezione, il membro già umido di liquido pre-seminale.

Sebastian si leccò le labbra, pregustando con delizia il sapore della lussuria di cui si sarebbe impregnata quella nottata.

“Portami a letto, Demonio. E’ un ordine.” gli intimò dunque il Conte, passandogli le braccia intorno al collo e riportandolo col pensiero al presente.

“Yes, my lord.” rispose lui, incatenando lo sguardo al suo e ricominciando a sorridere in maniera accattivante, mentre con delicatezza, ma anche con passione e desiderio, lo afferrava per la vita sottile, iniziando a muovere lentamente qualche passo verso il letto a baldacchino.

 

La giornata, per il maggiordomo ed il suo padrone, si concluse quindi in tal modo.

Avrebbero consumato solo il sesso fra le lenzuola umide?

Oppure l’amplesso tanto ricercato avrebbe celato al proprio interno anche un po’ d’amore?

Solo i diretti interessati avrebbero potuto rispondere con sincerità.

Ma può un essere umano innamorarsi di un diavolo?

E può questo diavolo ricambiarlo in qualche modo?

Per loro, la cui quotidianità non regalava niente, quelle notti di unione carnale, e forse anche spirituale, erano tutto.

Unione nella rivalità che li contraddistingueva.

Unione nell’affetto che forse, entrambi si sforzavano di nascondere.

 

 

 

 

 

Note: Ciao a tutti!

E’ la prima volta che mi cimento in una fanfic su questa coppia…

Ci sono andata piano infatti, niente scene esplicite xD

Spero cmq sia stata piacevole da leggere, e vi abbia strappato almeno un sorriso.

Un abbraccio.

 

Lavriel

  
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