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Autore: TheDarkiti    18/10/2017    5 recensioni
Il galateo del fidanzato perfetto, un numero ancora indefinito di regole d'oro che Soul nemmeno proverà mai a rispettare.
Ecco perché farci una raccolta sopra, di certo alcune ragazze si romperebbero le scatole del principe azzurro e non c'è coppia piú imperfettamente perfetta di Soul e Maka a provarlo.
《 Regola numero dieci: Il ragazzo perfetto è umile, non se la tira e non si sente migliore degli altri, tantomeno di te. 》
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maka Albarn, Soul Eater Evans | Coppie: Soul/Maka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Galateo del fidanzato perfetto
(E di come Soul esca magnificamente da ogni canone)

Regola numero uno: il ragazzo perfetto ti ascolta quando hai dei consigli

Lo sentì emettere un piccolo gemito di dolorosa protesta e se ne compiacque, sorridendo sadicamente mentre gli fasciava il braccio.

"Smettila di sorridere in quel modo, brutta sadica!" sbottò lui con irritazione, tono che, se possibile, rese ancora più duro il misericordioso tentativo della bionda di rimanere seria e non scoppiargli a ridere in faccia.

"Io? Ma non sto facendo nulla di male, che vai a pensare, scusa..."

Ovviamente il suo essere totalmente incapace di trattenere la risatina che sentiva crescerle dalla gola non fece quietare l'umore nero del partner, facendolo grugnire contrariato.

Che idiota. Soul era un grandissimo idiota, più di quanto la bionda avesse mai creduto, e tutta la faccenda lo aveva provato concretamente, oltre a rimarcare la conosciuta verità che lei avesse sempre ragione. Ogni volta, nessun episodio escluso.

O forse era lui ad essere sempre nel torto, difficile da dire, in ogni caso avrebbe dovuto ascoltarla invece che fare tutto di testaccia sua, rimediandoci solo una poderosa botta al braccio che era stato sul punto di rompersi.

Si trovavano in una piccola baita in montagna, con il camino scoppiettante vicino e il freddo più gelido ad attendere il primo decerebrato che avesse anche solo osato socchiudere la pesante porta. Erano lì da soli, avevano lasciato il freddo asciutto di Death City alla ricerca di una bella gita in mezzo alla neve montana, tutto per volere dello stesso ragazzo che le aveva proposto l'idea, obbligandola in realtà ad accettare visto che aveva già pagato i biglietti del volo e la prenotazione della casa. Maka lo aveva trovato un gesto molto dolce, sopratutto per i canoni di Soul che non era certo il tipo di ragazzo da abbracciarti davanti ad altre persone o a sussurrarti frasi sdolcinate come un qualunque altro fidanzato. Avevano parlato di questa cosa, la giovane ricordava perfettamente come avevano rischiato di mandare all'aria il loro intero rapporto solo perché, a guardarli, non sembravano davvero una coppia di fidanzati, come le aveva detto Liz una volta, cercando di aprire all'amica gli occhi.

Era stata lei a cominciare a vacillare, al tempo: nonostante fosse certa dell'amore che provasse per la propria arma e del fatto di essere ampiamente corrisposta da lui, il fatto di non sembrare agli occhi degli altri una coppia di innamorati ma bensì due bambini pronti a tirarsi addosso insulti e libri, l'aveva in qualche modo destabilizzata, come se il non sembrarlo comportasse non avere una relazione seria. Era stata una vera stupida, si era fatta condizionare dal giudizio altrui ed era servito l'intervento dello stesso Soul a farle comprendere tutto. Ricordava perfettamente cosa le aveva detto quell'imbarazzante sera in cui gli aveva finalmente spiegato cosa le passasse per la testa nell'ultimo periodo.

"Così, noi non sembriamo fidanzati...e allora? Noi lo siamo, che ci importa di che pensa la gente?"

Aveva questa mania di sminuire ogni cosa, lui, di vedere tutto troppo facile in confronto ai complessi che invece si faceva lei. Eppure quella volta aveva ragione lui, su tutti i fronti. Forse non era sempre nel torto, in fondo.

"Senti Maka...Io non sono un tipo sentimentale, insomma, mi sentirei un cretino a fare la faccia da fesso innamorato che fa Ox certe volte quando è in compagnia di quella Kim, però, anche se non te lo dico spesso, tu sai che ti amo, no?"

Ricordava di essere arrossita fino alla punta delle orecchie alla sua improvvisa dichiarazione, perché sì, Soul non diceva spesso di amarla, anzi, forse glielo aveva detto solo una volta apertamente oltre a quella, però lo aveva sempre dimostrato. Già, lei non aveva mai avuto dubbi sui veri sentimenti dell'albino perché non erano fondati su parole, ma su fatti: lui la amava, avrebbe dato la sua vita per lei e tutto se stesso per renderla felice e non farle provare preoccupazioni di alcun genere. E a Maka non era servito altro per credergli e avere fiducia in lui.

Improvvisamente si era sentita una vera e propria cretina per essersi fatta problemi su un fatto che le pareva ormai di poco conto, una vera sciocchezza. E ricordava anche, sempre con un certo imbarazzo, come lo avesse fermato prima che si allontanasse dalla stanza e di come, incespicando sulle parole, avesse detto che lo sapeva e che lo amava anche lei, tantissimo. Soul era arrossito alle sue parole e si era di colpo voltato di spalle, borbottando qualche stupido insulto di cui aveva solo sentito un "dannata senzatette" che lo aveva portato a ricevere un poderoso Maka-Chop tra capo e collo. Però la bionda gli era grata per quello che le aveva detto, immensamente.

Da quella sera, Soul aveva cercato di comportarsi un po' più da fidanzato con lei, provando perlomeno a trattare Maka come sua ragazza e non solo come..beh... Maka.

Una volta, durante una passeggiata in compagnia di alcuni amici, le aveva preso la mano davanti a tutti, facendo arrossire entrambi per l'imbarazzo, un'altra volta, invece, prima di uscire per andare a fare la spesa -visto che, relazione o no, se era il suo turno di andare al supermercato, ci sarebbe andato lui e punto.- si era avvicinato a lei, intenta a leggere un libro sul divano, e le aveva lasciato un casto bacio sulle labbra, dicendo che sarebbe tornato nel giro di mezz'ora, abbandonandola così, imbalsamata sul posto per una buona manciata di minuti, ferma sulla stessa pagina a rileggere la stessa riga quaranta volte.

E poi, qualche giorno prima, l'aveva "invitata" a quella gita in montagna, solo loro due, nessun amico, una vera e propria gita da fidanzati, con incluse le beffe di Black Star su ciò che avrebbero potuto combinare da soli nel bel mezzo di una montagna innevata, al che Soul era diventato fucsia al solo pensiero e Maka aveva consumato la copia del suo volume di "Guerra e Pace" sulla testa appuntita dell'assassino.

E ora si trovava lì, barricata nella casa che Soul aveva prenotato per loro, a fasciargli il braccio che quel cretino si era quasi rotto cadendo come un sacco di patate dallo snowboard che, stupidamente, appunto, aveva deciso di usare per scendere la discesa del fianco della montagna, decidendo fosse saggio non usare gli sci come lei, o meglio dire "attrezzi da donnicciole", come infatti aveva affermato lui con un ghigno da deficiente.

"Maka fai piano" sbuffò lui ancora, stringendo i denti per il dolore "Hai le mani da muratore, accidenti"

"Come, come?" chiese lei, stringendo in un colpo secco le fasce in un nodo che gli fece scappare l'ennesimo gemito e fargli bisbigliare un "Sadica..." decisamente seccato.

"Ti sei comportato da cretino, te lo meriti. Dico, ma perché cavolo hai deciso di usare quella tavola se non ci avevi mai provato?"

Lui ringhiò, mostrando di essere ancora incazzato per ciò che era accaduto quel primo pomeriggio di vacanza, incattivendo gli occhi nel ricordare quello sbruffone che aveva fatto apprezzamenti sulla sua ignara ragazza, definendo il suo viso "infantile, ma comunque d'impatto" che era poi degenerato nell'aspro e diretto aggettivo dello "scopabile". Già lì Soul era stato tentato di tramutare il braccio in falce a far vedere a quel pallone gonfiato cosa avrebbe dovuto penetrare chi, poi le cose erano pure peggiorate ulteriormente quando, parlando con gli amici, aveva affermato di voler fare colpo facendole vedere le sue acrobazie in snowboard. Cosa che aveva fatto sentire a Soul il bizzarro odore del pericolo e subito aveva cercato di ribaltare le cose, finendo però col mettersi in ridicolo davanti a Maka che, in barba alla sua virilità già messa alle strette da sè medesimo, si era precipitata preoccupata da lui, aiutandolo a raggiungere la base e poter poter prendere le prime cure visto che, dopo un salto da 10 in educazione fisica, era finito con tutto il suo mascolino peso sul suo braccio, dimenticandosi, ovviamente, di poter mutare forma e limitare il danno. Un genio in piena regola, quindi.

Ed ora era lì, con l'orgoglio ferito e la fidanzata a ripetergli per la terza volta che, dannazione lei glielo aveva detto che sarebbe finita male! Ma mai una volta che lui la ascoltasse, quando era scientificamente provato che un uomo avrà ragione solo fino a quando questo sarà single e che, data la sua dichiarazione dell'anno precedente, avrebbe solo dovuto ascoltarla e non cercare di ammazzarsi per fare il macho o che ne poteva sapere lei.

Sospirò mestamente, chiedendosi sotto quale prospettiva, nella testa del se stesso del mese prima, una settimana intera in compagnia solo di Maka sarebbe dovuto essere etichettata come "bella esperienza" poi, quando la bionda posò d'improvviso le labbra sulle sue, grata che alla fine non si fosse fatto nulla di serio, pensò che c'era tutto il tempo di rivalutare l'intero viaggio e ricambiò il suo bacio, stringendola a sé con il braccio sano.

Ti sta bene stronzo, tieniti pure lo snowboard, tanto Maka è mia.

   
 
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