Videogiochi > Mystic Messenger
Segui la storia  |       
Autore: Stillintoyou    20/10/2017    1 recensioni
Niente, in quella casa, era mio.
Mi misi lentamente seduta, e, sempre lentamente, mi spostai di lato, pronta a scendere, ma la vibrazione sul comodino attirò la mia attenzione.
Okay, forse c'era una cosa di mio: il cellulare.
Era poggiato sulla superficie, e la schermata era accesa.
‹‹ Uhm? ››
Lo presi, incuriosita, e notai subito che quella schermata era come una sorta di... applicazione.
C'era una notifica nella sezione Chat, così premetti e subito si aprì.
In alto c'erano i nomi dei partecipanti, ma nessuno di questi mi ricordava qualcosa.
Zen, Jaehee, Yoosung, Jumin, 707.
Un fiume di messaggi fu l'unica cosa che riuscii a vedere. Ero troppo confusa per capire qualcosa.
Parlavano di... qualcosa.
Non riuscii a capire l'argomento trattato, ma notai che uno di loro era stato accusato di egocentrismo, qualcuno si chiamava come la regina d'Inghilterra, poi meme, meme, meme.
‹‹ Che diavolo..? ›› non capivo ‹‹ okay. Come si esce dalla chat? sarà uno di quei gruppo whatsapp molesti... ›› borbottai, e proprio quando stavo per cominciare a cercare il modo di abbandonate la chat, uno di loro, 707, si accorse della mia presenza. Accusandomi di essere un hacker.
Sul serio?
Genere: Fluff, Generale, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jumin Han, Nuovo personaggio, Unknown, V
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

UNKNOWN
Sarà divertente, adesso.
Divertiti a passare il tempo con loro.
Verrò a trovarti presto.

Rilessi e rilessi quel messaggio più e più volte, in modo praticamente ossessivo, aspettando una risposta dopo la mia.
Ma niente.
Aspettai invano, come una cretina, rileggendo lettera per lettera.
Avvisai Seven, dato che sapevo che voleva essere contattato in caso di messaggi del genere.
Mi sentii veramente, terribilmente in colpa per averlo disturbato. Non che me lo avesse detto chiaro e tondo... anzi. Sembrava contento della fiducia riposta in lui, ma ero io a farmi il problema.
Era un hacker, no? Così avevo capito. Probabilmente era già carico di lavoro, e l'ultima cosa di cui aveva bisogno, di certo, ero io.
Oltretutto, come una cretina, continuavo ad aspettare una risposta da parte di quel Unknown.
Nel tentativo di distarmi, e di prendere confidenza con la casa, avevo fatto un tour completo... senza toccare niente – come voleva quel V –, e non mi restava molto altro da fare, se non guardare la tv o giocare al cellulare.
Avevo controllato la dispensa del cibo, cambiato la foto del profilo nella mia applicazione, chattato un po' nelle chat assieme agli altri membri... e cose del genere.
Si può sapere come passavo il tempo, prima di ritrovarmi all'interno della casa dalla quale il signor Seven mi aveva proibito di uscire?
Lo schermo del televisore mostrava immagini del telegiornale, con notizie poco interessanti.
Niente capace di catturare abbastanza la mia attenzione.
Ero troppo impegnata a cercare capire quella situazione nella quale mi ero cacciata.
Mi sdraiai sul divano, poggiando la testa sul bracciolo.
Cercai, ancora una volta, di mettere a fuoco quella persona che ricordavo a mala pena.
Era un uomo o era una donna?
Il mio subconscio suggeriva uomo.
Sì. Ma non capivo quale fosse il suo volto, ma vagamente ricordavo un sorriso appena accennato.
Ero certa che, se mi fossi sforzata di più, avrei ricordato altri dettagli.
A mio rischio e pericolo, però: probabilmente rischiavo di beccarmi un fortissimo mal di testa.
Chiusi gli occhi, poggiandomi le mani sul volto.
‹‹ Stupida! ›› sibilai tra me e me.
Il telefono vibrò.
Lo presi subito, sperando fosse una risposta da parte di Unknown.
No.
Ovvio che no.
Però, effettivamente, era un messaggio privato.

707
Annoiata?

Anju
Un pochino.

707
È comodo quel divano?
Perché io me lo ricordo comodo.

Come faceva a sapere che ero seduta sul divano?
Rapidamente, mi misi dritta con la schiena.
I miei occhi cominciarono a slittare da una parte all'altra della stanza, in cerca del ragazzo che, dalla foto che avevano mandato sul gruppo, aveva i capelli rossi e gli occhiali gialli con le strisce marrone scuro.
Il telefono vibrò ancora.
Aveva mandato un Emoji che sorrideva

707
Non mi troverai nell'appartamento.

Anju
Seven! Sei inquietante!
Puoi vedermi? Come fai?

707
Telecamere di sicurezza a circuito chiuso!
Mi pare di averlo accennato, no?
Ce n'è una proprio alle tue spalle!

Forse sì, forse no.
Probabilmente lo aveva anche fatto, ma avevo la testa tra le nuvole.
Sollevai il volto, comunque, e mi girai.
Ed eccola lì.
Bianca, abbastanza grandicella, in tutta onestà.
In effetti era abbastanza impossibile non notarla, se si sollevava la testa.

Anju
Non lo so... scusa, non me lo ricordo.
Sono successe così tante cose che... sono confusissima.

707
La soluzione ideale, è distrarsi mangiato un
buonissimo pacchetto di Honey Buddha Chip
mentre giochi a LOLOL!

Anju
LOLOL? Quel gioco dal quale è ossessionato
Yoosung?

Ne avevamo parlato poco prima con Jaehee e Zen, ricordavo solo questo.
Onestamente non avevo capito niente di quel gioco, il vero nome e tanto meno la piattaforma sulla quale era giocata, ma presumevo sul pc.

707
Sì! Non hai mai giocato a LOLOL?

Anju
No ;;
Non ho mai avuto granché tempo per queste cose...
Mi piacciono, ma preferisco vederli giocare, piuttosto
che cimentarmici... però gioco a The Sims...

707
Male, male!
Quando ci vedremo, ti insegnerò a giocare!

Accennai un sorriso, poi sollevai di nuovo la testa nella direzione della telecamera e feci il segno dell'okay.

Anju
Va bene, Dio Seven!

707
Dio Seven!
AAW!

Anju
Yeah!

707
Che
Adorabile
Gattino! Lololol
Sei probabilmente l'unica persona che
ha risposto "Yeah" a quello!

Accennai di nuovo un sorriso verso lo schermo del telefono.
Seven era simpatico, e, nonostante anche gli altri sembravano essere disponibili nei miei confronti, per il momento era l'unica persona che, effettivamente, si stava dando da fare per fare in modo che riuscissi a sentirmi a mio agio in quella situazione.
Era anche vero che gli altri erano piuttosto impegnati:
Jaehee e Jumin erano a lavoro, Zen aveva un provino per nonhocapitocosa, Yoosung era impegnato a studiare... mi sentivo l'unica cretina che non aveva niente da fare.
Seven lavorava a casa, ma nonostante tutto, probabilmente era la persona più impegnata lì dentro.
Almeno, avevo questa netta sensazione.

Passarono le ore, ed io, dato che non avevo granché da fare, decisi di rileggere le chat trascorse col resto del gruppo.
Effettivamente Seven aveva accennato alle telecamere, ed io lo avevo notato solo in quel momento.
Mi faceva stare tranquilla, ma allo stesso tempo mi mettevano un po' a disagio. Uscire dal bagno nuda, come era mio solito fare, ora era ufficialmente fuori discussione.
In più, grazie a Jaehee, scoprì che il nome di Seven, altro non era che Luciel.
Ed io che mi aspettavo chissà che nome brutto, visto che usava un soprannome.
A parte l'aver spulciato la chat, e chiacchierato ancora un po' con gli altri, non avevo avuto molto altro da fare, e la giornata sembrò volgere al termine molto velocemente.
Infatti, il sonno si era presentato piuttosto presto. Ero stanca.
Forse per via di tutti gli avvenimenti successi in poco tempo, o forse perché mi sentivo ancora la testa scombussolata.
Proprio nel momento in cui misi piede all'interno della camera da letto, realizzai un dettaglio importante: non avevo abiti.
Non avevo niente di mio, e tutto quello che c'era all'interno di quella casa, era di Rika.
‹‹ ... Cazzo. ›› borbottai, abbassando uno sguardo sulla mia maglietta.
Okay, per sta notte mi sarei dovuta accontentare di quella.
Al massimo, domani mattina, ad un orario umano, avrei chiesto consiglio in chat su come fare per quel problema.
Possibilmente a V, visto che era proprio lui, a quanto capito, il proprietario di quella casa, dato che Rika era morta.
Non mi faceva impazzire l'idea di dormire nel suo letto, dato che sapevo quel dettaglio.
Mi guardai attorno, assicurandomi che non ci fossero telecamere anche lì, e mi privai almeno dei pantaloncini, per poi infilarmi sotto quelle lenzuola che continuavo a trovare di cattivo gusto.
Domani avevo qualcosa da fare: cambiare le lenzuola e rendere quell'appartamento in qualche modo più... carino.
Guardai ancora una volta il telefono, rispondendo ad un messaggio mandato da Yoosung, poi spensi lo schermo, ma accesi la abat-jour. Odiavo dormire in posti non esattamente familiari. Avrei dovuto abituarmi, prima di fidarmi a dormire lì...
In effetti, in quel momento, ero felice che Seven potesse vedere la casa dalle telecamere. Mi sentivo decisamente più sicura.

Una voce robottizzata disse qualcosa.
Nel sonno, capii solo "disattivata". La serratura scattò. Si udirono dei passi.
Infastidita da quei rumori, aprii pigramente gli occhi. Afferrai il telefono e guardai l'ora.
Erano a malapena le undici di notte.
La porta della mia camera non era chiusa, e la luce della abat-jour illuminava appena un pezzo del salottino.
Qualcuno era chino sul divano, e stava poggiando qualcosa, lì su.
Dalla debole luce, aiutata anche da quella della luna, riuscii ad intravvedere solo il cappuccio che indossava fin sopra la testa. Sembrava essere una semplicissima felpa nera, priva di qualsiasi disegno o segno distintivo.
Mi alzai, assicurandomi di non fare rumore, e camminai in punta di piedi.
‹‹ Cretina! È così che di solito crepano i protagonisti dei film, non lo sai? ›› pensai, tra me e me, ma ormai avevo cominciato a camminare.
In tutta onestà non sembravano nemmeno movimenti volontari, perché, fosse stato per me, sarei rimasta volentieri all'interno delle coperta.
Mi sentivo... guidata. Forse era per colpa del sonno che provavo quella sensazione di leggerezza.
E se fosse stato tutto un semplice sogno?
No... non poteva esserlo. Ne ero certa, perché appena arrivai allo stipite della porta, sentii un profumo buonissimo. Una colonia che avevo già sentito.
Da così vicino, capii che la persona di fronte al divano, era un ragazzo.
Si girò di scatto nella mia direzione, e la debole luce illuminò il suo volto coperto da una maschera.
Sgranò gli occhi alla mia vista, ed invece il mio cuore saltò un battito.
Ebbi una sorta di flashback, e finalmente riuscii a donare un volto a quella figura che la mia mente si sforzava di ricordare.
Lui. Era lui!
Ne ero certa: era lo stesso ragazzo che mi aveva trascinata lì dentro.
Non ero certa, però, di quello che mi permise di riconoscerlo. Era una sensazione.
Mi sembrò di vederlo sorridere, attraverso quella maschera nera. O forse era una mia sensazione. Rapidamente, rivolsi uno sguardo verso il divano.
C'era una persona, ma non avevo il coraggio di fare nessuna domanda.
‹‹ È viva? È morta? Chi lo sa. ›› disse lui, come se avesse letto i miei pensieri.
Una voce profonda, roca, camuffata dalla maschera. Inoltre sembrava essere robotizzata. Aveva per caso qualcosa sotto la maschera, che gli distorceva in quel modo la voce? O era frutto della mia immaginazione?
Il suo sguardo, anche se lievemente coperto, era totalmente freddo, eppure ero certa che stesse sorridendo come se avesse vinto qualcosa ‹‹ torna a dormire. ›› parlò di nuovo, rivolgendomi quello sguardo ‹‹ non ti farò nulla, se mi ascolterai. ››
Non riuscì a guardarlo negli occhi, e, semplicemente, abbassai lo sguardo a terra e feci retromarcia.
Non volevo correre rischi. Mi risistemai sotto le coperte, dando le spalle al comodino, in modo da non riuscire nemmeno a vedere la porta.
Tirai le coperte fin sopra la testa, come se sperassi di sparire lì sotto. Dei passi varcarono la porta, arrivando fino al comodino. Spense la luce. In quel buio, lo sentii quasi sghignazzare, poi sentii un fruscio. Si era inginocchiato. Afferrò una ciocca dei miei capelli, rigirandosela tra le dita.
Inspirò profondamente, e ridacchiò di nuovo, ma aspettò qualche istante prima di parlare.
‹‹ Ci rivedremo molto presto ›› sussurrò, lasciando andare la ciocca dei capelli. Tremai. Sentii la gola seccarsi, il mio corpo gelarsi e le parole morirmi in gola.
La porta dell'entrata principale della casa scattò, appena il ragazzo uscì.
Tirai un sospiro di sollievo.
‹‹ Sistema di sicurezza attivato ›› parò la voce robotica. La stessa di prima. Come ho fatto a non sentire niente? E come ha fatto ad illudere la sorveglianza di Seven?
Aspettai qualche minuto prima di alzarmi dal letto ed afferrare il telefono.
Inutile dire che era pieno di messaggi da parte di Seven. E chi avrebbe più dormito, dopo un'esperienza del genere? Feci per chiamarlo, ma lui mi anticipò.
Risposi così velocemente che il telefono non fece nemmeno in tempo a squillare.
‹‹ Anju! Dio... perché non hai risposto ai messaggi?! ››
‹‹ Io... ›› non riuscivo praticamente a parlare. La mia voce tremava, ed anche il mio corpo.
‹‹ Ehi? ››
Presi un grosso respiro, e mi avviai verso il salotto. Tremavo ancora, ma dovevo controllare la ragazza che era stata portata lì.
Ora mi sembrava di essere prigioniera in un incubo, molto più di quando mi sono svegliata in quell'appartamento ‹‹ ci sono ›› risposi, cercando di mantenere un tono relativamente calmo ‹‹ piuttosto, mi vedi? ›› domandai, fermandomi accanto al muro, poco sotto la telecamera.
‹‹ Sì... ti vedo. Dio, mi dispiace! Mi dispiace da morire. Dannazione... incremento immediatamente il livello di sicurezza e – ››
‹‹ Luciel, calmati ›› mormorai. Sentivo il suo tono di voce dispiaciuto e quasi nel panico, e non volevo che stesse così. Era anche vero che "conoscevo" quel ragazzo da meno di 24 ore, ma era stato così gentile per tutto quel tempo che sentivo quanto fosse buono e premuroso.
‹‹ Dio... Dio! Okay, okay. Comincerò subito a lavorare per potenziare il sistema di sicurezza ››
‹‹ Luciel, sul serio, riposati. Puoi farlo anche doman – ››
‹‹ Prima comincio, meglio è ›› si stava seriamente condannando per l'accaduto.
Non gli davo la colpa per l'intrusione di... beh, dell'intruso. D'altronde Seven era dietro un computer, lontano chissà quanti chilometri. Non era colpa sua. ‹‹ Non posso permettere a quell'Hacker di farti del male ›› aggiunse.
‹‹ Sei certo che quello fosse l'Hacker? ››
‹‹ Per entrare nell'appartamento ha bypassato il sistema di sicurezza... quindi, sì ››
sospirai, accendendo la luce. Mi avvicinai alla porta, decidendo di chiuderla con diversi giri di chiare e mettere anche il catenaccio – cretina io che non l'ho fatto prima –, poi mi spostai lentamente, con un passo incerto, verso il divano.
Lei era raggomitolata su sé stessa, con le labbra schiuse, e nella mano destra reggeva saldamente il suo telefonino con la cover piena di gattini.
‹‹ la conosci? ››
La conoscevo?
Sì, la conoscevo: era Haruka, una mia vecchia amica d'infanzia.
Eravamo molto unite, anzi, praticamente era la mia migliore amica, nonostante non riuscivamo più a vederci così tanto spesso com'era nostro solito fare da bambine, ma ci sentivamo praticamente ogni giorno.
Le nostre madri erano amiche d'infanzia, proprio come noi due. Entrambe di origine Giapponese, che per motivi di lavoro si spostarono in Corea.
Ci conoscevamo entrambe piuttosto bene, però.... perché, adesso, lei era qui con me? Cosa c'entrava lei in tutto questo?
‹‹ Sì ›› risposi, rendendomi conto di averlo lasciato in sospeso.
Lo sentii prendere un respiro profondo, espirando poco dopo con fare quasi rassegnato e frustrato allo stesso tempo ‹‹ Okay, come si chiama? ››
‹‹ Haruka... perché me lo chiedi in questo modo? ››
‹‹ Perché, dal momento che la tua amica si trova nell'appartamento assieme a te, è bene che entri nella RFA anche lei... ›› sembrava veramente poco convinto della cosa, ma, allo stesso tempo, non sembravano esserci molte alternative.
‹‹ Non possiamo mandarla via? ››
‹‹ Troppo rischioso, dal momento che l'Hacker l'ha mandata lì. È anche vero che non conosciamo le sue intenzioni... parlerò domani con V. Nel frattempo, ti dispiacerebbe prenderle il telefono dalle mani e seguire attentamente le mie istruzioni? Mi dovresti fornire un paio di dati, così che possa accedere al telefono di Haruka più facilmente, controllarlo, renderlo sicuro – così da eliminare eventuali tracce dell'hacker. Non si sa mai – e permetterle di accedere all'applicazione del RFA. Sarà un profilo differente dal tuo, in quanto quello è il profilo amministrativo di Rika... ma sarà comunque una di noi. ››

 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Mystic Messenger / Vai alla pagina dell'autore: Stillintoyou