Serie TV > Sherlock (BBC)
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Autore: ChiaFreebatch    22/10/2017    6 recensioni
Estate...
Cornovaglia...
John e Sherlock adolescenti... amici o qualcosa di più....
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Luna d’estate”

 

Agosto.

Cornovaglia.

In cima ad una delle tante scogliere ,Sherlock Holmes inspirò a pieni polmoni l’aria frizzante del mare

Spalancò le braccia e chiuse gli occhi

Acuì l’udito

L’infrangersi delle onde ed il fischio del vento lo cullarono

Si sentiva bene, dannatamente bene.

Non lo avrebbe mai ammesso davanti ai suoi genitori ma amava le estati trascorse in Cornovaglia

Il clima era mite

L’aria pura

E poi c’era lui… John Watson.

Spalancò gli occhi , la profonda distesa azzurra dinnanzi a se

I piedi nudi sulla pietra

Con un balzo scese a terra sull’erba soffice

Arricciò le dita sorridendo, i sottili fili verde brillante gli fecero il solletico

Si sedette calzando le proprie Converse nere poi con un gesto fluido fu di nuovo in piedi

Si allontanò con passo spedito

Aveva urgentemente bisogno di biscotti allo zenzero.

John Watson sbuffò sonoramente passandosi l’avambraccio sulla fronte

Aveva appena sfornato un’intera teglia di biscotti ed il caldo di quel pomeriggio era semplicemente insopportabile

Gettò uno sguardo all’orologio

Le 16.45

Ancora un quarto d’ora e poi finalmente si sarebbe rilassato

Dio, alla faccia delle vacanze estive!

Sollevò con delicatezza un frollino controllando la cottura ed annuì soddisfatto

Suo padre gli sorrise gettandogli un’occhiata mentre terminava la rifinitura di una grossa torta nuziale

“vuoi una mano papà?”

Hamish Watson scosse il capo “no Johnny vai pure… ho visto di la seduto al tavolo Sherlock che ti aspetta…”

Il ragazzino sorrise scuotendo il capo “ è sempre in anticipo…”

“non c’è problema vai…”

John ringraziò il padre e con rapidità scese al piano inferiore per cambiarsi

Risalì pochi minuti dopo spalancando la porta che dal laboratorio portava alla piccola sala da tea

Sherlock colse il cigolio dei cardini e sollevò gli occhi

Watson sussultò incrociandoli con i propri

Holmes era bello , bello da far girare la testa

Lo era sin da bambino ma a diciassette anni era un piccolo spettacolo per gli occhi

Alto ed asciutto dalla pelle perfetta ed i ricci corvini

Gli occhi poi…

Gli occhi erano semplicemente impossibili

John tossicchiò mascherando per l’ennesima volta il sospiro che gli nasceva spontaneo alla vista dell’amico

“già finito?” si alzò afferrando l’ultimo biscotto dal piattino

“sì … non c’è più molto da fare e papà mi ha cacciato “ ridacchiò infilandosi le mani nelle tasche dei jeans larghi

“allora andiamo… devo parlarti di una cosa …”

Il ragazzo uscì salutando al volo la commessa seguito a ruota libera dall’altro

In pochi minuti si lasciarono il paese alle spalle

Raggiunsero la strada sterrata che conduceva dritta alla scogliera e poi giù ripida e sdrucciolevole siano alla spiaggia

John incespicò leggermente e dovette aggrapparsi con uno sbuffo al braccio dell’amico per evitare una caduta

Holmes levò gli occhi al cielo catalogandolo come imbranato cronico ma una sgomitata ed un sorrisero accompagnarono il suo eterno tono spocchioso

Il rumore del mare ed il profumo della salsedine invasero le loro narici

Watson prese a correre levandosi al volo le scarpe

I piedi affondati nella sabbia tiepida scattarono lesti sino ad un basso scoglio

Vi si sedette ridendo e gettando un’occhiata all’amico che procedeva a passo lento e cadenzato

Dio… riusciva ad apparire elegante persino con la sabbia sino alle caviglie

Scosse il capo arricciando il naso

“muoviti Sherlock!!”

“Calma Watson … calma…”  si sedette arrotolandosi i jeans

Le gambe pallide baluginarono al sole e John distolse lo sguardo

“allora? Cosa volevi dirmi?” si sfiorò la punta del naso spruzzato d’efelidi

Holmes portò le ginocchi al petto e vi posò il mento

La mano destra prese a disegnare cerchi concentrici nella sabbia sottile

Strinse un poco le belle labbra

“Sherlock??” lo incentivò chinando lo sguardo verso la sua testa ricciuta

Gli occhi verdi si sollevarono incastrando i suoi

“ questa sera ci sarà la luna piena”

L’altro inarcò un sopracciglio senza replicare

“l’ultima luna piena di agosto” precisò

“e quindi?” immerse i piedi nell’acqua rabbrividendo

“Dio John se sei lento” sbuffò irritato

“ehi non è che tu mi abbia dato molti indizi!!” lo additò

“applicati…sei tu quello nato in Cornovaglia non io…” schioccò le labbra con disappunto

Un pesante sospiro lasciò le labbra sottili dell’altro

Serrò un poco gli occhi celesti e scosse la testa

“no, non ci arrivo”

“il fantasma di fine estate!” spalancò occhi e braccia

Il biondino sobbalzò e per poco non finì con il sedere dritto nell’acqua

“stai scherzando??”

“ti sembro uno incline allo scherzo?” inarcò un sopracciglio

“tu non ci credi a queste cose!”

“ovviamente no! E’ per questo motivo che sta notte voglio esplorare la grotta! Per capire quale effettivamente sia il fenomeno che voi creduloni identificate come il fantasma di fine estate!” scattò

“scordatelo” agitò la mano sinistra in un gesto secco

Sherlock si avvicinò all’amico strisciando sulla sabbia

Posò entrambe le mani sulle ginocchia di Watson e si avvicinò con il viso a pochi centimetri da quello dell’altro

Il biondino trattenne il fiato e cercò di ignorare la moltitudine di sfumature nelle iridi di Holmes

“hai paura” sussurrò

“cosa??!” irrigidì la postura “ io voglio entrare nell’esercito!! Come puoi pensare che abbia paura di un maledetto fantasma!” lo spinse un poco sul torace allontanandolo da se

Il sorriso sghembo che gli riserbò l’altro lo fece arrossire un poco

“ e allora vieni con me”

“certo che verrò!!” urlò spintonandolo di nuovo

Sherlock finì col sedere a terra e scosse il capo

I ricci scuri ondeggiarono

“ci ritroviamo all’incrocio della scogliera alle 22.30” si stese chiudendo gli occhi

John lo fissò per un po’

Il corpo lungo e magro avvolto dai jeans e dalla t-shirt blu

Si morse il labbro inferiore alzandosi in piedi

“smettila di pensare John… mi innervosisci” mormorò

“tu mi innervosisci sempre ma evito di fartelo notare” grugnì sdraiandosi accanto a lui

Restarono in silenzio per un po’

Occhi chiusi

Respiro calmo

I suoni della natura unica compagnia

Il sole stava lentamente calando ed il cielo si tinse di rosso

“devo rientrare a Londra dopo domani” poco più di un sussurro

“cosa?? Perché!” si girò su un fianco spalancando gli occhi “non… non tornate mai prima di settembre”

Holmes non aprì gli occhi e non mosse un muscolo

Storse solo un poco le labbra e replicò “ i miei devono presenziare ad una cerimonia a Buckingam palace…”

“e tu che diavolo centri??” sbuffò

Sherlock si voltò sul fianco destro e sorrise

Le sue braccia sfiorarono quelle di John

“ho diciassette anni Watson… sono minorenne… non mi lasceranno mai qui da solo”

“mancano ancora due settimane all’inizio della scuola… sarà… una grande rottura di palle senza di te” ammise chinando il capo

La guancia sinistra contro la sabbia ruvida

“pensa a me… sarò circondato da idioti fino a Natale… Dio” sospirò con sguardo cupo

“perché fino a Natale ?” inarcò un sopracciglio curioso

Holmes levò gli occhi al cielo “ perché a Natale tornerò qui no??”

“oh….” Trattenne il fiato “ oh capisco…” sussurrò soddisfatto

L’amico sorrise tornando in posizione prona

Chiuse gli occhi ed ascoltò il rumore del mare.

Alle 22,25 John si ritrovò all’incrocio sterrato che portava dritto alla scogliera, credette d’essere in anticipo ma la figura allampanata dell’amico era già ben visibile

L’ampia felpa grigia avvolgeva il fisico esile , la schiena appoggiata ad uno steccato ed il naso puntato alla luna

La pelle pallida baluginava sotto la luce chiara

Watson rabbrividì e scosse il capo

Non si sarebbe mai abituato all’attrazione che provava verso il suo migliore amico

Amico sociopatico e probabilmente asessuato

Si morse un labbro e lo chiamò

Holmes si raddrizzò voltandosi verso di lui

Gli sorrise , un sorriso piccino

“sei psicologicamente pronto?” lo sbeffeggiò

“non fare il cretino… “ si pizzicò la punta del naso seguendolo a testa bassa

“cosa dice esattamente la leggenda?” chiese accelerando il passo

“non fare il finto interessato” gli propinò un sorrisetto ironico

“oh andiamo John dico davvero… conosco solo a grandi linee la storia…” imboccò un vialetto stretto e sdrucciolevole

Il biondino si appoggiò con la mano sinistra alla pietra scoscesa per non scivolare

“il fantasma di fine estate sarebbe quello di Lucy… una bambina vissuta nei primi anni del Novecento… in pratica la piccola stava giocando con una palla di pezza sulla spiaggia ed è  annegata nel tentativo di recuperarla…” rabbrividì affondando con le converse nella sabbia

Sherlock si mise il cappuccio in testa e si mise  nuovamente le mani nelle tasche della felpa “ in una notte di luna piena…” concluse gettandogli uno sguardo sfuggente

Watson annuì “ ci sono decine di uomini che hanno visto e sentito le risate del fantasma… è la verità Sherlock” serrò i pugni lungo  i fianchi

Il ragazzo riccio scrollò le spalle levando gli occhi al cielo e si intrufolò nella grotta

Era stretta e lunga…

Camminarono per una cinquantina di metri nel buio totale

Lo sciabordio delle onde echeggiava poco distante

John allungò la mano sinistra ed afferrò un lembo delle felpa dell’amico avanti a se

Lo strinse con forza

Sherlock sorrise senza commentare

Solo quando il cunicolo si aprì su un antro ,rischiarato da un pallido raggio d'argento ,i due ragazzi poterono prendere fiato

Due profili puntati verso l’alto

Due paia di occhi chiari puntati alla luna

Tonda

Ben visibile nello spicchio di spazio tra le rocce

Watson lasciò con un gesto secco il lembo di stoffa e prese un paio di metri di distanza dall’amico

Si morse nervosamente il labbro inferiore guardandosi attorno circospetto

“e adesso?” sussurrò

“adesso aspettiamo il tuo fantasma…devo cercare di capire di che razza di fenomeno si tratti…”

Si sedette a terra

La schiena contro la parete rocciosa ed un poco umida

Le ginocchia al petto

John era visibilmente sulle spine

Le braccia tese lungo il corpo e le mani serrate a pugno.

“respira….” Sospirò Sherlock dandogli una piccola sberla sul polpaccio “Lucy non ti ucciderà…”

Gli occhi grandi e blu si abbassarono incrociando quelli  acquamarina

“non… non dovresti prenderti gioco di un fantasma….”

Holmes storse le labbra in un ghigno “ sei troppo credulone amico mio” scosse il capo

Il ciuffo corvino scese oltre il cappuccio sfiorandogli l’occhio destro

John osservò la lunga mano pallida scostarlo con lentezza

“come fai ad essere così maledettamente razionale?” ringhiò

“sai come la penso John… io credo nella logica… nel rigore matematico… il resto non conta nulla…ciò che non è giustificabile con un ragionamento scientifico per me non ha senso“  

Tese le lunghe gambe dinnanzi a se

Le punte delle snikers blu batterono a ritmo regolare l’una contro l’altra

Watson prese una profonda boccata d’aria e si mise le mani sui fianchi

“non è umano un ragionamento del genere Sherlock...”sospirò

“si che lo è… è il ragionamento di un umano dotato di intelletto…”

L’altro scosse il capo con un sorriso ironico

Un forte fischio fece sobbalzare entrambi

“è solo il vento….” Annuì alzandosi in piedi

“no…” si irrigidì appoggiandosi alla parete

Holmes prese a camminare per la frotta guardandosi intorno curioso

Il fischio aumentò così tanto che dovettero tapparsi le orecchie

“che diavolo….” John mormorò spalancando gli occhi

Il suono cambiò assumendo connotazioni completamente diverse

Si spezzettò lentamente ricordando a tutti gli effetti la risata di un bambino

Watson annaspò afferrando con forza l’amico per un braccio

“Cristo Sherlock andiamo via!!”

“No!” urlò cercando di sovrastare la risata , gli occhi spalancati

“andiamocene!!”

Nella conca più vicina al mare , nel punto in cui l’acqua filtrava mantenendo un livello basso apparve una luce azzurrina

Tonda come fosse una bolla

Il biondino retrocedette urlando e trascinando l’altro con se

“cosa diavolo….” Holmes corrugò le sopracciglia allungando il collo curioso

La risata scemò

La palla di luce crebbe , crebbe velocemente mutando forma

Si allungò avanzando verso i ragazzi

John temette in quel preciso istante di morire

Il cuore batteva con forza nelle sue orecchie mentre la sagoma assumeva fattezze umane

Sherlock si irrigidì serrando con forza la mano destra attorno al polso dell’amico

Era chiaramente una bambina

Una bambina con una palla in mano

“è…. Un ologramma…. Deve essere un ologramma….” Sussurrò

“o…ologramma un cazzo andiamocene!!”

Il viso luminescente si aprì in un sorriso

Una risata potente echeggiò nella grotta

La manina azzurra si sollevò additando Holmes

Una goccia di sudore scese oltre i ricci corvini

Deglutì sonoramente

L’indice piccino fece segno di no

“v…via…. Via….” Sussurrò infilandosi velocemente nel cunicolo

John gli fu dietro

Corsero

Corsero a perdifiato scivolando maldestramente e rialzandosi in un paio di occasioni

L’aria aperta li accolse

Si accasciarono ansimanti sulla spiaggia

Sherlock a carponi , le mani affondate nella sabbia

Gli occhi spalancati , il respiro corto

Watson si sedette , una mano al petto, l’altra sulla schiena dell’amico

“stai…stai bene?” chiese dopo diversi istanti

Non ottenne risposta

“Sherlock….”

Il ragazzo scattò in piedi arrancando un poco , prese a gesticolare convulsamente

“quello… quell’affare… è… è uno scherzo cretino di… di qualche idiota!!” additò l’ingresso della grotta ormai lontano

“vuoi scherzare?? Non siamo sul set di un dannato film! Quello era… è reale!! E’ il fantasma di Lucy che non vuole essere disturbato!” sbottò

“No!!” urlò “ non . è. reale!” scandì allontanandosi

Watson gli fu alle calcagna risalendo il sentiero sdrucciolevole 

“calmati e ascoltami…” lo afferrò per la felpa bloccandolo

Il ragazzo era mortalmente pallido

La fronte sudata

“devo scoprire chi è stato….” Gli occhi spalancati

Le piccole mani di John si posarono sulle spalle magre e strinsero con forza

Gli occhi blu fissi in quelli più chiari

“respira…hai paura ma è normale…”

“io non ho paura! Sono solo incazzato!!! “ gridò di nuovo

La voce profonda si perse nel silenzio della notte

“no, tu hai paura perché sei odiosamente razionale… hai paura perché sai che quello è un dannato fantasma ed il suo cervellone non riesce a dargli una fottuta giustificazione scientifica!”

“lasciami!” lo spinse con forza

Si allontanò avviandosi verso il paese

“Sherlock….” Lo richiamò con un sospiro

“vai a casa John” si mise il cappuccio in testa

“che cosa?? No!!”

Holmes si voltò di scatto , la mascella serrata “vai a casa “ ringhiò

Il biondino allargò le braccia esasperato e scosse il capo

“bha fai come vuoi….”

Restò immobile guardarlo allontanarsi

Solo quando la lunga figura si ridusse ad un puntino indistinto prese la via di casa.

Il giorno seguente John passò la sua giornata in laboratorio dal padre

Mal sopportava quel lavoro estivo ma aveva assolutamente bisogno di accumulare più sterline possibili

A settembre avrebbe iniziato il suo ultimo anno al liceo e la facoltà di medicina a Londra sarebbe stata piuttosto costosa

Pensò a Sherlock

Ci pensò in ogni istante in cui il suo cervello aveva spazio libero

Non si era sentito né visto per tutto il giorno

Il fantasma lo aveva dunque turbato così tanto?

O forse era la debolezza lasciata trasparire ad averlo irritato?

Sbuffò irritato

Holmes si era fatto negare al telefono e lui rimuginava come un pazzo da tutto il giorno

Dopo cena si era steso sul letto ,cercando di ascoltare un po’ di musica ,nel tentativo di distrarsi ma tutti i suoi pensieri erano rivolti a quel sociopatico pallido ed attraente

Si sfregò con forza gli occhi

Era l’ultima notte dell’amico in Cornovaglia e lui aveva assoluto bisogno di vederlo

Dio

Detestava l’idea di non poter incrociare quei dannati occhi per tre lunghi mesi

Gli piaceva , tanto da bloccargli il fiato

Ogni stupida ragazzina che gli faceva il filo a scuola gli appariva totalmente insignificante a confronto!

Imprecò scattando in piedi  fissando la propria immagine riflessa nello specchio

Pallido e con i biondi capelli arruffati

Si sfiorò la guancia destra

La pelle segnata

Sospirò

La t-shirt rossa era troppo grande e lo faceva sembrare un ragazzino con indosso i vestiti del fratello maggiore

Si passò una mano tra i capelli portandosi la lunga frangia di lato

Imprecò scostandosi di scatto

Sherlock era bello, dannatamente bello e lui a confronto si sentiva un banale adolescente

Ma al diavolo

Era il suo migliore amico, l’unica persona che degnava di considerazione

E questo lo rendeva pieno di orgoglio

Si morse il labbro afferrando il giubbetto in jeans

Gettò uno sguardo al proprio swatch

Le 23.00

Annuì uscendo silenzioso di casa

Il cielo era limpido e pieno di stelle

Percorse con passo svelto la moltitudine di stradine che conducevano alla grande villa degli Holmes a picco sulla scogliera

Il mare era calmo ed il suo caratteristico profumo colpì le narici del ragazzo

Sollevò i grandi occhi blu verso la finestra della camera da letto di Sherlock

Prese un sassolino e lo lanciò oltre la siepe sperando di colpire la persiana

Tre ciottoli piccoli e tondi finirono dritti sull’erba e contro la grondaia

Il quarto andò a segno

Ed anche il quinto

Quando l’anta lignea si aprì lentamente il cuore di John perse un battito

Sherlock apparve nello specchio di luce

I capelli arruffati

Persino da quella distanza e nel buio della notte potè percepirne l’espressione curiosa

“John?”

La sua voce profonda lo attraversò con forza

Un sorriso gli sorse spontaneo

“scendi” si limitò a rispondere

Holmes non replicò , si limitò a richiudere le persiane

Watson inarcò un sopracciglio ,cercando di capire se l’amico l’avesse deliberatamente ignorato ,o se fosse insolitamente remissivo e lo stesse raggiungendo

La risposta fu il click del cancelletto nella notte

La figura longilinea avvolta in jeans e felpa nera si avvicinò

Le mani in tasca

I ricci corvini ondeggianti

Un cenno del capo in segno di saluto

John si passò rapidamente la lingua sulle labbra

“facciamo due passi?”

“umm…” annuì

Si incamminarono lungo il sentiero che scendeva verso la spiaggia

Silenziosi

Fianco a fianco

Le braccia si sfioravano leggermente senza che nessuno dei due facesse nulla per prendere distanza

Raggiunsero il loro angolo preferito

Lo scoglio basso ,su cui John era solito appollaiarvisi , li attendeva , sfiorato dall’acqua calma di quella notte

Sherlock si appoggiò con la schiena alla parete rocciosa li accanto

Fissava il biondino

Lo fissava con così tanta insistenza che l’altro tossicchiò imbarazzato

“allora….”

“allora cosa?” inarcò un sopracciglio

“perché sei sparito oggi?”

L’altro fece spallucce in maniera infantile e prese a fissare la distesa blu dinnanzi a se

“Sherlock… domani tornerai a Londra… non ci vedremo per tre mesi!” sbottò “ ed hai… buttato la tua ultima giornata qui…”  sentì la rabbia salirgli in corpo e la cosa lo innervosì

“dovevo riflettere….” La voce bassa e grave

Scivolò lentamente con la schiena sino a terra

Tese le gambe sulla sabbia e prese a sfiorarla con le lunghe dita

“sul fantasma?” azzardò avvicinandosi

“anche”

Il silenzio scese implacabile

John levò gli occhi al cielo sedendosi di fronte all’altro

“devo cavarti le parole di bocca??”

“chi ti dice che io voglia parlare?” sbuffò fissando testardamente la sabbia

“nessuno me lo dice! Sono solo così idiota da sperare che il mio migliore amico mi dica cosa diavolo lo turba così tanto dal non farsi vedere per 24 ore…”

Gli occhi limpidi si sollevarono incrociando quelli più scuri

“continui a dirmi che sono troppo razionale… ed è vero”

L’espressione stupita fu l’unica risposta che ricevette

“quella cosa del… fantasma… mi ha destabilizzato … avevo cinque ipotesi a riguardo ma… nessuna si è rivelata plausibile… l’ultima era una possibile droga nei biscotti allo zenzero di tuo padre…” lo additò

Watson scosse il capo ridendo “ mi stai sul serio chiedendo se in pasticceria droghiamo i biscotti??”

“ok…ok… era la sesta… ed è andata in fumo anche quella… ergo devo arrendermi all’evidenza …” serrò i pugni sulle ginocchia “ quello… potrebbe essere effettivamente un fantasma….”

“potrebbe?” ghignò

“bè sì… il dubbio comunque rimane” concluse testardo

“ e tutto sto silenzio cocciuto solo per Lucy?? Oh Gesù….” Scosse il capo stiracchiandosi

Holmes storse le labbra gettandogli un’occhiata

L’amico teneva i palmi a terra

La schiena leggermente all’indietro e fissava la luna

Colse i suoi occhi cambiare colore illuminati dai pallidi raggi

Erano belli gli occhi di John

Lo aveva sempre pensato

Era un pensiero piuttosto frivolo in effetti ma non poteva farne a meno

Gli piacevano

Così come i suoi capelli chiari , dannatamente luminosi e probabilmente soffici

Avrebbe voluto passarci le mani all’infinito e lasciarle poi scivolare sul collo sottile

Ringhiò tra se e se

Quell’idea lo destabilizzava ogni volta

Lo faceva sentire dannatamente simile a tutti gli altri esseri umani

Incline all’attrazione

Si morse la lingua e posò la testa alla roccia

Chiuse gli occhi e sbuffò

Watson a quel suono si riebbe portando nuovamente lo sguardo sull’altro

Le palpebre abbassate gli permisero un’analisi dettagliata del suo volto

“non voglio tornare a casa” ammise piano

“ma tu ami Londra…” replicò mordendosi un labbro

Gli occhi si aprirono e le iridi chiare lo fissarono terribilmente serie per parecchi secondi

John deglutì

“la amerei di più se ci vivessi anche tu “ ammise candidamente scrollando un poco le spalle

Il biondino scosse il capo con un sorriso e si passò nervosamente le mani sugli occhi

“n…non fare così ok?”

L’altro inarcò un sopracciglio sinceramente perplesso “così come?”

Watson si alzò in piedi inspirando profondamente

Le mani sui fianchi

Il labbro inferiore tra i denti

“non puoi uscirtene con certe frasi come se stessi dicendo la cosa più naturale del mondo!”

“ma è la verità!” si innervosì sollevando il mento per poterlo guardare in viso

“oh cazzo smettila mi stai rendendo tutto più difficile!” gridò

“tutto cosa??” urlò di rimando spalancando le braccia

John arricciò il naso in un gesto nervoso e con uno scatto lo raggiunse

Si piegò sulle ginocchia portando il proprio viso all’altezza di quello pallido

“sto cercando di non baciarti Holmes…. Ma se tu te ne esci con queste frasi da romanzetto rosa… cazzo è proprio difficile non chiuderti quella dannata bocca con la mia”

Sorrise

Un sorriso sghembo che fece arrossire Sherlock sugli zigomi

Lo fissava con gli occhi un poco spalancati e le labbra leggermente dischiuse

Lo trovò adorabile e dannatamente eccitante

Gli sfiorò con una mano il ciuffo corvino,  lo scostò con delicatezza diverse volte dalla fronte, sorridendo dell’ostinatezza con cui tornava in posizione

Il ragazzo più piccolo non parlava

Si limitava a fissarlo carico di aspettative che nemmeno a se stesso riusciva a giustificare

John affondò le ginocchia nella sabbia

il sinistro sfiorò la coscia magra dell’altro

Abbassò le palpebre ed incollò le sue labbra a quelle soffici e piene dell’amico

La mano  scivolò sul lungo collo sino a raggiungere la nuca

La strinse con forza

La lingua sfiorò maliziosa il labbro inferiore

Esternamente , con lentezza

Sherlock ci mise qualche istante a reagire

Troppe sensazioni

Troppo John.

Serrò con forza le mani sulle spalle esili tirandolo a se

Watson sorrise perdendo un poco l’equilibrio e trovandosi a cavalcioni dell’altro

Si accomodò  abbracciandolo totalmente

La sua  lingua si intrufolò giocando con quella timida ed un poco impacciata

Le mani di Sherlock sulla sua vita scivolarono sotto la stoffa rossa

Rabbrividì

La pelle sensibile dei fianchi in contatto diretto con quelle dita lunghe e pallide

Si spinse con decisione contro l’amico

Sherlock gemette sonoramente graffiandogli la schiena

Sorrise divertito mentre le belle labbra piene lo lasciavano un istante

Avvertì la punta del naso sfiorargli l’orecchio

Lo udì distintamente prendere fiato

Si scostò guardandolo in viso

Gli occhi chiusi

Decise di baciarlo piano sulla guancia in un gesto che comunicava più amore che passione

Una , due , tre volte

Sfiorò con la punta del naso quello dell’altro

Le palpebre si sollevarono lentamente mostrando quelle iridi impossibili

Il viso di Sherlock era caldo

Gli zigomi arrossati

Portò nuovamente la bocca sulla sua  e questa volta fu il più piccolo ad infilarsi tra le sue labbra

Ghignò

Imparava in fretta il ragazzo

Spinse nuovamente il bacino

Un gemito abbandonò entrambi

Holmes nascose il viso nell’incavo del suo collo

“John…” lo chiamò piano

“sì?” gli accarezzò lentamente la nuca

“io…non… io…” sbuffò strofinando la fronte contro la clavicola

Watson sorrise e lo scostò da se quel tanto che bastava per posare le mani sul viso allungato

“va tutto bene?” sussurrò

Sherlock posò le proprie mani su quelle piccine ed annuì “sì… è solo… wow” concluse

John rise “ sì è decisamente wow…” gli baciò la punta del naso

“sbrigati a finire il liceo…”  si sporse leccandogli il labbro inferiore

“ un anno Sherlock… e poi Londra “ catturò la lingua con un gesto rapido

Holmes sospirò annuendo

Si avvinghiò con forza spingendolo sulla sabbia

Una nuvola dispettosa offuscò la luna…

 Il giorno seguente un cielo carico di nubi accompagnò l’umore già lugubre di John e Sherlock

Il taxi nero sostava paziente fuori casa Holmes 

Sherlock con sguardo cupo fissava il padre chiacchierare col tassista

La madre al cellulare blaterava da dieci minuti con Mycroft il che rese ulteriormente irritabile il piccolo di casa

Si passò una mano nei capelli sbuffando sonoramente

Gettò un’occhiata al mare ed alla scogliera sottostante

Un sorriso fece capolino sul viso triste

Il ricordo della notte precedente arrivò come un fulmine

La voce di John più viva che mai

Si voltò di scatto

In lontananza il ragazzo lo chiamava a gran voce

Avanzava a passo spedito stretto nei suoi jeans scuri e con le snikers rosse fiammanti

Holmes prese a correre

Veloce

I capelli scompigliati

Il giubbino nero svolazzante

Frenò di colpo

Il torace cozzò contro quello dell’altro

Ansimò un poco

Il sorriso di John era luminoso , così tanto da riscaldargli il cuore

“ciao…” tentennò indeciso gettando uno sguardo ai coniugi lontani

Sherlock scosse il capo ridendo e lo abbracciò

Il viso del biondino affondò nel suo collo ,inspirò profondamente e depositò un bacio delicato su quei nei dispettosi

“pensavo non arrivassi in tempo…” sussurrò al suo orecchio

John si scostò fissandolo dritto negli occhi

“mi mancherai Sherlock… ” si morse la lingua “ tanto…”

Holmes annuì serrando le labbra “ anche tu “ strinse i pugni lungo i fianchi

La voce potente di Siger Holmes li interruppe

Entrambi i ragazzi portarono lo sguardo verso la villa

L’uomo gesticolava indicando l’orologio

“perderai l’aereo… dai vai…” si mise le mani in tasca

“ti chiamo appena arrivo…”

John annuì torturando un piccolo sasso con la punta della scarpa

Lo sguardo basso

“John…”  lo spinse un poco sulla spalla

“cosa?” sospirò nervoso

“ ci vediamo a Natale….” Gli baciò velocemente una guancia

“sì….” Serrò la mascella

Sherlock si allontanò piano

Il richiamo di Siger più forte

Watson soffiò dalle narici nervosamente

Se fosse stata una ragazza gli sarebbe scappata una fottuta lacrimuccia

Imprecò scalciando con forza il povero sassetto

Il ragazzo sempre più lontano

Un tuono squarciò il cielo mentre la pioggia iniziava a scendere velocemente

I suoi capelli si fecero scuri

Corrugò le sopracciglia fissando Sherlock  bloccarsi di colpo

“ma cosa….” Sussurrò

L’amico si era voltato ed ora correva nella sua direzione fradicio e sorridente

Gli franò addosso afferrandogli con forza il colletto di jeans

Le labbra soffici impattarono con forza contro quelle sottili

La pioggia si insinuava inesorabile tra le loro bocche

La lingua di Sherlock scivolò sui suoi denti intrufolandosi con forza

Quando si separarono scoppiarono a ridere fronte contro fronte

“mi piaci Watson…”

“anche tu mi piaci Holmes… cazzo se mi piaci!” gli morse il mento

 L’urlo di Violet si unì a quello del marito

“devo proprio andare” sbuffò

“dai vai” lo spinse via con un sorriso

“ ciao John….” corse via

“ciao Sherlock….” Sussurrò

Un anno…

Un solo anno

E poi Londra

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