“Luna d’estate”
Agosto.
Cornovaglia.
In cima ad una delle tante scogliere ,Sherlock Holmes inspirò a pieni polmoni l’aria frizzante del mare
Spalancò le braccia e chiuse gli occhi
Acuì l’udito
L’infrangersi delle onde ed il fischio del vento lo cullarono
Si sentiva bene, dannatamente bene.
Non lo avrebbe mai ammesso davanti ai suoi genitori ma amava le estati trascorse in Cornovaglia
Il clima era mite
L’aria pura
E poi c’era lui… John Watson.
Spalancò gli occhi , la profonda distesa azzurra dinnanzi a se
I piedi nudi sulla pietra
Con un balzo scese a terra sull’erba soffice
Arricciò le dita sorridendo, i sottili fili verde brillante gli fecero il solletico
Si sedette calzando le proprie Converse nere poi con un gesto fluido fu di nuovo in piedi
Si allontanò con passo spedito
Aveva urgentemente bisogno di biscotti allo zenzero.
…
John Watson sbuffò sonoramente passandosi l’avambraccio sulla fronte
Aveva appena sfornato un’intera teglia di biscotti ed il caldo di quel pomeriggio era semplicemente insopportabile
Gettò uno sguardo all’orologio
Le 16.45
Ancora un quarto d’ora e poi finalmente si sarebbe rilassato
Dio, alla faccia delle vacanze estive!
Sollevò con delicatezza un frollino controllando la cottura ed annuì soddisfatto
Suo padre gli sorrise gettandogli un’occhiata mentre terminava la rifinitura di una grossa torta nuziale
“vuoi una mano papà?”
Hamish Watson scosse il capo “no Johnny vai pure… ho visto di la seduto al tavolo Sherlock che ti aspetta…”
Il ragazzino sorrise scuotendo il capo “ è sempre in anticipo…”
“non c’è problema vai…”
John ringraziò il padre e con rapidità scese al piano inferiore per cambiarsi
Risalì pochi minuti dopo spalancando la porta che dal laboratorio portava alla piccola sala da tea
Sherlock colse il cigolio dei cardini e sollevò gli occhi
Watson sussultò incrociandoli con i propri
Holmes era bello , bello da far girare la testa
Lo era sin da bambino ma a diciassette anni era un piccolo spettacolo per gli occhi
Alto ed asciutto dalla pelle perfetta ed i ricci corvini
Gli occhi poi…
Gli occhi erano semplicemente impossibili
John tossicchiò mascherando per l’ennesima volta il sospiro che gli nasceva spontaneo alla vista dell’amico
“già finito?” si alzò afferrando l’ultimo biscotto dal piattino
“sì … non c’è più molto da fare e papà mi ha cacciato “ ridacchiò infilandosi le mani nelle tasche dei jeans larghi
“allora andiamo… devo parlarti di una cosa …”
Il ragazzo uscì salutando al volo la commessa seguito a ruota libera dall’altro
In pochi minuti si lasciarono il paese alle spalle
Raggiunsero la strada sterrata che conduceva dritta alla scogliera e poi giù ripida e sdrucciolevole siano alla spiaggia
John incespicò leggermente e dovette aggrapparsi con uno sbuffo al braccio dell’amico per evitare una caduta
Holmes levò gli occhi al cielo catalogandolo come imbranato cronico ma una sgomitata ed un sorrisero accompagnarono il suo eterno tono spocchioso
Il rumore del mare ed il profumo della salsedine invasero le loro narici
Watson prese a correre levandosi al volo le scarpe
I piedi affondati nella sabbia tiepida scattarono lesti sino ad un basso scoglio
Vi si sedette ridendo e gettando un’occhiata all’amico che procedeva a passo lento e cadenzato
Dio… riusciva ad apparire elegante persino con la sabbia sino alle caviglie
Scosse il capo arricciando il naso
“muoviti Sherlock!!”
“Calma Watson … calma…” si sedette arrotolandosi i jeans
Le gambe pallide baluginarono al sole e John distolse lo sguardo
“allora? Cosa volevi dirmi?” si sfiorò la punta del naso spruzzato d’efelidi
Holmes portò le ginocchi al petto e vi posò il mento
La mano destra prese a disegnare cerchi concentrici nella sabbia sottile
Strinse un poco le belle labbra
“Sherlock??” lo incentivò chinando lo sguardo verso la sua testa ricciuta
Gli occhi verdi si sollevarono incastrando i suoi
“ questa sera ci sarà la luna piena”
L’altro inarcò un sopracciglio senza replicare
“l’ultima luna piena di agosto” precisò
“e quindi?” immerse i piedi nell’acqua rabbrividendo
“Dio John se sei lento” sbuffò irritato
“ehi non è che tu mi abbia dato molti indizi!!” lo additò
“applicati…sei tu quello nato in Cornovaglia non io…” schioccò le labbra con disappunto
Un pesante sospiro lasciò le labbra sottili dell’altro
Serrò un poco gli occhi celesti e scosse la testa
“no, non ci arrivo”
“il fantasma di fine estate!” spalancò occhi e braccia
Il biondino sobbalzò e per poco non finì con il sedere dritto nell’acqua
“stai scherzando??”
“ti sembro uno incline allo scherzo?” inarcò un sopracciglio
“tu non ci credi a queste cose!”
“ovviamente no! E’ per questo motivo che sta notte voglio esplorare la grotta! Per capire quale effettivamente sia il fenomeno che voi creduloni identificate come il fantasma di fine estate!” scattò
“scordatelo” agitò la mano sinistra in un gesto secco
Sherlock si avvicinò all’amico strisciando sulla sabbia
Posò entrambe le mani sulle ginocchia di Watson e si avvicinò con il viso a pochi centimetri da quello dell’altro
Il biondino trattenne il fiato e cercò di ignorare la moltitudine di sfumature nelle iridi di Holmes
“hai paura” sussurrò
“cosa??!” irrigidì la postura “ io voglio entrare nell’esercito!! Come puoi pensare che abbia paura di un maledetto fantasma!” lo spinse un poco sul torace allontanandolo da se
Il sorriso sghembo che gli riserbò l’altro lo fece arrossire un poco
“ e allora vieni con me”
“certo che verrò!!” urlò spintonandolo di nuovo
Sherlock finì col sedere a terra e scosse il capo
I ricci scuri ondeggiarono
“ci ritroviamo all’incrocio della scogliera alle 22.30” si stese chiudendo gli occhi
John lo fissò per un po’
Il corpo lungo e magro avvolto dai jeans e dalla t-shirt blu
Si morse il labbro inferiore alzandosi in piedi
“smettila di pensare John… mi innervosisci” mormorò
“tu mi innervosisci sempre ma evito di fartelo notare” grugnì sdraiandosi accanto a lui
Restarono in silenzio per un po’
Occhi chiusi
Respiro calmo
I suoni della natura unica compagnia
Il sole stava lentamente calando ed il cielo si tinse di rosso
“devo rientrare a Londra dopo domani” poco più di un sussurro
“cosa?? Perché!” si girò su un fianco spalancando gli occhi “non… non tornate mai prima di settembre”
Holmes non aprì gli occhi e non mosse un muscolo
Storse solo un poco le labbra e replicò “ i miei devono presenziare ad una cerimonia a Buckingam palace…”
“e tu che diavolo centri??” sbuffò
Sherlock si voltò sul fianco destro e sorrise
Le sue braccia sfiorarono quelle di John
“ho diciassette anni Watson… sono minorenne… non mi lasceranno mai qui da solo”
“mancano ancora due settimane all’inizio della scuola… sarà… una grande rottura di palle senza di te” ammise chinando il capo
La guancia sinistra contro la sabbia ruvida
“pensa a me… sarò circondato da idioti fino a Natale… Dio” sospirò con sguardo cupo
“perché fino a Natale ?” inarcò un sopracciglio curioso
Holmes levò gli occhi al cielo “ perché a Natale tornerò qui no??”
“oh….” Trattenne il fiato “ oh capisco…” sussurrò soddisfatto
L’amico sorrise tornando in posizione prona
Chiuse gli occhi ed ascoltò il rumore del mare.
…
Alle 22,25 John si ritrovò all’incrocio sterrato che portava dritto alla scogliera, credette d’essere in anticipo ma la figura allampanata dell’amico era già ben visibile
L’ampia felpa grigia avvolgeva il fisico esile , la schiena appoggiata ad uno steccato ed il naso puntato alla luna
La pelle pallida baluginava sotto la luce chiara
Watson rabbrividì e scosse il capo
Non si sarebbe mai abituato all’attrazione che provava verso il suo migliore amico
Amico sociopatico e probabilmente asessuato
Si morse un labbro e lo chiamò
Holmes si raddrizzò voltandosi verso di lui
Gli sorrise , un sorriso piccino
“sei psicologicamente pronto?” lo sbeffeggiò
“non fare il cretino… “ si pizzicò la punta del naso seguendolo a testa bassa
“cosa dice esattamente la leggenda?” chiese accelerando il passo
“non fare il finto interessato” gli propinò un sorrisetto ironico
“oh andiamo John dico davvero… conosco solo a grandi linee la storia…” imboccò un vialetto stretto e sdrucciolevole
Il biondino si appoggiò con la mano sinistra alla pietra scoscesa per non scivolare
“il fantasma di fine estate sarebbe quello di Lucy… una bambina vissuta nei primi anni del Novecento… in pratica la piccola stava giocando con una palla di pezza sulla spiaggia ed è annegata nel tentativo di recuperarla…” rabbrividì affondando con le converse nella sabbia
Sherlock si mise il cappuccio in testa e si mise nuovamente le mani nelle tasche della felpa “ in una notte di luna piena…” concluse gettandogli uno sguardo sfuggente
Watson annuì “ ci sono decine di uomini che hanno visto e sentito le risate del fantasma… è la verità Sherlock” serrò i pugni lungo i fianchi
Il ragazzo riccio scrollò le spalle levando gli occhi al cielo e si intrufolò nella grotta
Era stretta e lunga…
Camminarono per una cinquantina di metri nel buio totale
Lo sciabordio delle onde echeggiava poco distante
John allungò la mano sinistra ed afferrò un lembo delle felpa dell’amico avanti a se
Lo strinse con forza
Sherlock sorrise senza commentare
Solo quando il cunicolo si aprì su un antro ,rischiarato da un pallido raggio d'argento ,i due ragazzi poterono prendere fiato
Due profili puntati verso l’alto
Due paia di occhi chiari puntati alla luna
Tonda
Ben visibile nello spicchio di spazio tra le rocce
Watson lasciò con un gesto secco il lembo di stoffa e prese un paio di metri di distanza dall’amico
Si morse nervosamente il labbro inferiore guardandosi attorno circospetto
“e adesso?” sussurrò
“adesso aspettiamo il tuo fantasma…devo cercare di capire di che razza di fenomeno si tratti…”
Si sedette a terra
La schiena contro la parete rocciosa ed un poco umida
Le ginocchia al petto
John era visibilmente sulle spine
Le braccia tese lungo il corpo e le mani serrate a pugno.
“respira….” Sospirò Sherlock dandogli una piccola sberla sul polpaccio “Lucy non ti ucciderà…”
Gli occhi grandi e blu si abbassarono incrociando quelli acquamarina
“non… non dovresti prenderti gioco di un fantasma….”
Holmes storse le labbra in un ghigno “ sei troppo credulone amico mio” scosse il capo
Il ciuffo corvino scese oltre il cappuccio sfiorandogli l’occhio destro
John osservò la lunga mano pallida scostarlo con lentezza
“come fai ad essere così maledettamente razionale?” ringhiò
“sai come la penso John… io credo nella logica… nel rigore matematico… il resto non conta nulla…ciò che non è giustificabile con un ragionamento scientifico per me non ha senso“
Tese le lunghe gambe dinnanzi a se
Le punte delle snikers blu batterono a ritmo regolare l’una contro l’altra
Watson prese una profonda boccata d’aria e si mise le mani sui fianchi
“non è umano un ragionamento del genere Sherlock...”sospirò
“si che lo è… è il ragionamento di un umano dotato di intelletto…”
L’altro scosse il capo con un sorriso ironico
Un forte fischio fece sobbalzare entrambi
“è solo il vento….” Annuì alzandosi in piedi
“no…” si irrigidì appoggiandosi alla parete
Holmes prese a camminare per la frotta guardandosi intorno curioso
Il fischio aumentò così tanto che dovettero tapparsi le orecchie
“che diavolo….” John mormorò spalancando gli occhi
Il suono cambiò assumendo connotazioni completamente diverse
Si spezzettò lentamente ricordando a tutti gli effetti la risata di un bambino
Watson annaspò afferrando con forza l’amico per un braccio
“Cristo Sherlock andiamo via!!”
“No!” urlò cercando di sovrastare la risata , gli occhi spalancati
“andiamocene!!”
Nella conca più vicina al mare , nel punto in cui l’acqua filtrava mantenendo un livello basso apparve una luce azzurrina
Tonda come fosse una bolla
Il biondino retrocedette urlando e trascinando l’altro con se
“cosa diavolo….” Holmes corrugò le sopracciglia allungando il collo curioso
La risata scemò
La palla di luce crebbe , crebbe velocemente mutando forma
Si allungò avanzando verso i ragazzi
John temette in quel preciso istante di morire
Il cuore batteva con forza nelle sue orecchie mentre la sagoma assumeva fattezze umane
Sherlock si irrigidì serrando con forza la mano destra attorno al polso dell’amico
Era chiaramente una bambina
Una bambina con una palla in mano
“è…. Un ologramma…. Deve essere un ologramma….” Sussurrò
“o…ologramma un cazzo andiamocene!!”
Il viso luminescente si aprì in un sorriso
Una risata potente echeggiò nella grotta
La manina azzurra si sollevò additando Holmes
Una goccia di sudore scese oltre i ricci corvini
Deglutì sonoramente
L’indice piccino fece segno di no
“v…via…. Via….” Sussurrò infilandosi velocemente nel cunicolo
John gli fu dietro
Corsero
Corsero a perdifiato scivolando maldestramente e rialzandosi in un paio di occasioni
L’aria aperta li accolse
Si accasciarono ansimanti sulla spiaggia
Sherlock a carponi , le mani affondate nella sabbia
Gli occhi spalancati , il respiro corto
Watson si sedette , una mano al petto, l’altra sulla schiena dell’amico
“stai…stai bene?” chiese dopo diversi istanti
Non ottenne risposta
“Sherlock….”
Il ragazzo scattò in piedi arrancando un poco , prese a gesticolare convulsamente
“quello… quell’affare… è… è uno scherzo cretino di… di qualche idiota!!” additò l’ingresso della grotta ormai lontano
“vuoi scherzare?? Non siamo sul set di un dannato film! Quello era… è reale!! E’ il fantasma di Lucy che non vuole essere disturbato!” sbottò
“No!!” urlò “ non . è. reale!” scandì allontanandosi
Watson gli fu alle calcagna risalendo il sentiero sdrucciolevole
“calmati e ascoltami…” lo afferrò per la felpa bloccandolo
Il ragazzo era mortalmente pallido
La fronte sudata
“devo scoprire chi è stato….” Gli occhi spalancati
Le piccole mani di John si posarono sulle spalle magre e strinsero con forza
Gli occhi blu fissi in quelli più chiari
“respira…hai paura ma è normale…”
“io non ho paura! Sono solo incazzato!!! “ gridò di nuovo
La voce profonda si perse nel silenzio della notte
“no, tu hai paura perché sei odiosamente razionale… hai paura perché sai che quello è un dannato fantasma ed il suo cervellone non riesce a dargli una fottuta giustificazione scientifica!”
“lasciami!” lo spinse con forza
Si allontanò avviandosi verso il paese
“Sherlock….” Lo richiamò con un sospiro
“vai a casa John” si mise il cappuccio in testa
“che cosa?? No!!”
Holmes si voltò di scatto , la mascella serrata “vai a casa “ ringhiò
Il biondino allargò le braccia esasperato e scosse il capo
“bha fai come vuoi….”
Restò immobile guardarlo allontanarsi
Solo quando la lunga figura si ridusse ad un puntino indistinto prese la via di casa.
…
Il giorno seguente John passò la sua giornata in laboratorio dal padre
Mal sopportava quel lavoro estivo ma aveva assolutamente bisogno di accumulare più sterline possibili
A settembre avrebbe iniziato il suo ultimo anno al liceo e la facoltà di medicina a Londra sarebbe stata piuttosto costosa
Pensò a Sherlock
Ci pensò in ogni istante in cui il suo cervello aveva spazio libero
Non si era sentito né visto per tutto il giorno
Il fantasma lo aveva dunque turbato così tanto?
O forse era la debolezza lasciata trasparire ad averlo irritato?
Sbuffò irritato
Holmes si era fatto negare al telefono e lui rimuginava come un pazzo da tutto il giorno
Dopo cena si era steso sul letto ,cercando di ascoltare un po’ di musica ,nel tentativo di distrarsi ma tutti i suoi pensieri erano rivolti a quel sociopatico pallido ed attraente
Si sfregò con forza gli occhi
Era l’ultima notte dell’amico in Cornovaglia e lui aveva assoluto bisogno di vederlo
Dio
Detestava l’idea di non poter incrociare quei dannati occhi per tre lunghi mesi
Gli piaceva , tanto da bloccargli il fiato
Ogni stupida ragazzina che gli faceva il filo a scuola gli appariva totalmente insignificante a confronto!
Imprecò scattando in piedi fissando la propria immagine riflessa nello specchio
Pallido e con i biondi capelli arruffati
Si sfiorò la guancia destra
La pelle segnata
Sospirò
La t-shirt rossa era troppo grande e lo faceva sembrare un ragazzino con indosso i vestiti del fratello maggiore
Si passò una mano tra i capelli portandosi la lunga frangia di lato
Imprecò scostandosi di scatto
Sherlock era bello, dannatamente bello e lui a confronto si sentiva un banale adolescente
Ma al diavolo
Era il suo migliore amico, l’unica persona che degnava di considerazione
E questo lo rendeva pieno di orgoglio
Si morse il labbro afferrando il giubbetto in jeans
Gettò uno sguardo al proprio swatch
Le 23.00
Annuì uscendo silenzioso di casa
Il cielo era limpido e pieno di stelle
Percorse con passo svelto la moltitudine di stradine che conducevano alla grande villa degli Holmes a picco sulla scogliera
Il mare era calmo ed il suo caratteristico profumo colpì le narici del ragazzo
Sollevò i grandi occhi blu verso la finestra della camera da letto di Sherlock
Prese un sassolino e lo lanciò oltre la siepe sperando di colpire la persiana
Tre ciottoli piccoli e tondi finirono dritti sull’erba e contro la grondaia
Il quarto andò a segno
Ed anche il quinto
Quando l’anta lignea si aprì lentamente il cuore di John perse un battito
Sherlock apparve nello specchio di luce
I capelli arruffati
Persino da quella distanza e nel buio della notte potè percepirne l’espressione curiosa
“John?”
La sua voce profonda lo attraversò con forza
Un sorriso gli sorse spontaneo
“scendi” si limitò a rispondere
Holmes non replicò , si limitò a richiudere le persiane
Watson inarcò un sopracciglio ,cercando di capire se l’amico l’avesse deliberatamente ignorato ,o se fosse insolitamente remissivo e lo stesse raggiungendo
La risposta fu il click del cancelletto nella notte
La figura longilinea avvolta in jeans e felpa nera si avvicinò
Le mani in tasca
I ricci corvini ondeggianti
Un cenno del capo in segno di saluto
John si passò rapidamente la lingua sulle labbra
“facciamo due passi?”
“umm…” annuì
Si incamminarono lungo il sentiero che scendeva verso la spiaggia
Silenziosi
Fianco a fianco
Le braccia si sfioravano leggermente senza che nessuno dei due facesse nulla per prendere distanza
Raggiunsero il loro angolo preferito
Lo scoglio basso ,su cui John era solito appollaiarvisi , li attendeva , sfiorato dall’acqua calma di quella notte
Sherlock si appoggiò con la schiena alla parete rocciosa li accanto
Fissava il biondino
Lo fissava con così tanta insistenza che l’altro tossicchiò imbarazzato
“allora….”
“allora cosa?” inarcò un sopracciglio
“perché sei sparito oggi?”
L’altro fece spallucce in maniera infantile e prese a fissare la distesa blu dinnanzi a se
“Sherlock… domani tornerai a Londra… non ci vedremo per tre mesi!” sbottò “ ed hai… buttato la tua ultima giornata qui…” sentì la rabbia salirgli in corpo e la cosa lo innervosì
“dovevo riflettere….” La voce bassa e grave
Scivolò lentamente con la schiena sino a terra
Tese le gambe sulla sabbia e prese a sfiorarla con le lunghe dita
“sul fantasma?” azzardò avvicinandosi
“anche”
Il silenzio scese implacabile
John levò gli occhi al cielo sedendosi di fronte all’altro
“devo cavarti le parole di bocca??”
“chi ti dice che io voglia parlare?” sbuffò fissando testardamente la sabbia
“nessuno me lo dice! Sono solo così idiota da sperare che il mio migliore amico mi dica cosa diavolo lo turba così tanto dal non farsi vedere per 24 ore…”
Gli occhi limpidi si sollevarono incrociando quelli più scuri
“continui a dirmi che sono troppo razionale… ed è vero”
L’espressione stupita fu l’unica risposta che ricevette
“quella cosa del… fantasma… mi ha destabilizzato … avevo cinque ipotesi a riguardo ma… nessuna si è rivelata plausibile… l’ultima era una possibile droga nei biscotti allo zenzero di tuo padre…” lo additò
Watson scosse il capo ridendo “ mi stai sul serio chiedendo se in pasticceria droghiamo i biscotti??”
“ok…ok… era la sesta… ed è andata in fumo anche quella… ergo devo arrendermi all’evidenza …” serrò i pugni sulle ginocchia “ quello… potrebbe essere effettivamente un fantasma….”
“potrebbe?” ghignò
“bè sì… il dubbio comunque rimane” concluse testardo
“ e tutto sto silenzio cocciuto solo per Lucy?? Oh Gesù….” Scosse il capo stiracchiandosi
Holmes storse le labbra gettandogli un’occhiata
L’amico teneva i palmi a terra
La schiena leggermente all’indietro e fissava la luna
Colse i suoi occhi cambiare colore illuminati dai pallidi raggi
Erano belli gli occhi di John
Lo aveva sempre pensato
Era un pensiero piuttosto frivolo in effetti ma non poteva farne a meno
Gli piacevano
Così come i suoi capelli chiari , dannatamente luminosi e probabilmente soffici
Avrebbe voluto passarci le mani all’infinito e lasciarle poi scivolare sul collo sottile
Ringhiò tra se e se
Quell’idea lo destabilizzava ogni volta
Lo faceva sentire dannatamente simile a tutti gli altri esseri umani
Incline all’attrazione
Si morse la lingua e posò la testa alla roccia
Chiuse gli occhi e sbuffò
Watson a quel suono si riebbe portando nuovamente lo sguardo sull’altro
Le palpebre abbassate gli permisero un’analisi dettagliata del suo volto
“non voglio tornare a casa” ammise piano
“ma tu ami Londra…” replicò mordendosi un labbro
Gli occhi si aprirono e le iridi chiare lo fissarono terribilmente serie per parecchi secondi
John deglutì
“la amerei di più se ci vivessi anche tu “ ammise candidamente scrollando un poco le spalle
Il biondino scosse il capo con un sorriso e si passò nervosamente le mani sugli occhi
“n…non fare così ok?”
L’altro inarcò un sopracciglio sinceramente perplesso “così come?”
Watson si alzò in piedi inspirando profondamente
Le mani sui fianchi
Il labbro inferiore tra i denti
“non puoi uscirtene con certe frasi come se stessi dicendo la cosa più naturale del mondo!”
“ma è la verità!” si innervosì sollevando il mento per poterlo guardare in viso
“oh cazzo smettila mi stai rendendo tutto più difficile!” gridò
“tutto cosa??” urlò di rimando spalancando le braccia
John arricciò il naso in un gesto nervoso e con uno scatto lo raggiunse
Si piegò sulle ginocchia portando il proprio viso all’altezza di quello pallido
“sto cercando di non baciarti Holmes…. Ma se tu te ne esci con queste frasi da romanzetto rosa… cazzo è proprio difficile non chiuderti quella dannata bocca con la mia”
Sorrise
Un sorriso sghembo che fece arrossire Sherlock sugli zigomi
Lo fissava con gli occhi un poco spalancati e le labbra leggermente dischiuse
Lo trovò adorabile e dannatamente eccitante
Gli sfiorò con una mano il ciuffo corvino, lo scostò con delicatezza diverse volte dalla fronte, sorridendo dell’ostinatezza con cui tornava in posizione
Il ragazzo più piccolo non parlava
Si limitava a fissarlo carico di aspettative che nemmeno a se stesso riusciva a giustificare
John affondò le ginocchia nella sabbia
il sinistro sfiorò la coscia magra dell’altro
Abbassò le palpebre ed incollò le sue labbra a quelle soffici e piene dell’amico
La mano scivolò sul lungo collo sino a raggiungere la nuca
La strinse con forza
La lingua sfiorò maliziosa il labbro inferiore
Esternamente , con lentezza
Sherlock ci mise qualche istante a reagire
Troppe sensazioni
Troppo John.
Serrò con forza le mani sulle spalle esili tirandolo a se
Watson sorrise perdendo un poco l’equilibrio e trovandosi a cavalcioni dell’altro
Si accomodò abbracciandolo totalmente
La sua lingua si intrufolò giocando con quella timida ed un poco impacciata
Le mani di Sherlock sulla sua vita scivolarono sotto la stoffa rossa
Rabbrividì
La pelle sensibile dei fianchi in contatto diretto con quelle dita lunghe e pallide
Si spinse con decisione contro l’amico
Sherlock gemette sonoramente graffiandogli la schiena
Sorrise divertito mentre le belle labbra piene lo lasciavano un istante
Avvertì la punta del naso sfiorargli l’orecchio
Lo udì distintamente prendere fiato
Si scostò guardandolo in viso
Gli occhi chiusi
Decise di baciarlo piano sulla guancia in un gesto che comunicava più amore che passione
Una , due , tre volte
Sfiorò con la punta del naso quello dell’altro
Le palpebre si sollevarono lentamente mostrando quelle iridi impossibili
Il viso di Sherlock era caldo
Gli zigomi arrossati
Portò nuovamente la bocca sulla sua e questa volta fu il più piccolo ad infilarsi tra le sue labbra
Ghignò
Imparava in fretta il ragazzo
Spinse nuovamente il bacino
Un gemito abbandonò entrambi
Holmes nascose il viso nell’incavo del suo collo
“John…” lo chiamò piano
“sì?” gli accarezzò lentamente la nuca
“io…non… io…” sbuffò strofinando la fronte contro la clavicola
Watson sorrise e lo scostò da se quel tanto che bastava per posare le mani sul viso allungato
“va tutto bene?” sussurrò
Sherlock posò le proprie mani su quelle piccine ed annuì “sì… è solo… wow” concluse
John rise “ sì è decisamente wow…” gli baciò la punta del naso
“sbrigati a finire il liceo…” si sporse leccandogli il labbro inferiore
“ un anno Sherlock… e poi Londra “ catturò la lingua con un gesto rapido
Holmes sospirò annuendo
Si avvinghiò con forza spingendolo sulla sabbia
Una nuvola dispettosa offuscò la luna…
…
Il giorno seguente un cielo carico di nubi accompagnò l’umore già lugubre di John e Sherlock
Il taxi nero sostava paziente fuori casa Holmes
Sherlock con sguardo cupo fissava il padre chiacchierare col tassista
La madre al cellulare blaterava da dieci minuti con Mycroft il che rese ulteriormente irritabile il piccolo di casa
Si passò una mano nei capelli sbuffando sonoramente
Gettò un’occhiata al mare ed alla scogliera sottostante
Un sorriso fece capolino sul viso triste
Il ricordo della notte precedente arrivò come un fulmine
La voce di John più viva che mai
Si voltò di scatto
In lontananza il ragazzo lo chiamava a gran voce
Avanzava a passo spedito stretto nei suoi jeans scuri e con le snikers rosse fiammanti
Holmes prese a correre
Veloce
I capelli scompigliati
Il giubbino nero svolazzante
Frenò di colpo
Il torace cozzò contro quello dell’altro
Ansimò un poco
Il sorriso di John era luminoso , così tanto da riscaldargli il cuore
“ciao…” tentennò indeciso gettando uno sguardo ai coniugi lontani
Sherlock scosse il capo ridendo e lo abbracciò
Il viso del biondino affondò nel suo collo ,inspirò profondamente e depositò un bacio delicato su quei nei dispettosi
“pensavo non arrivassi in tempo…” sussurrò al suo orecchio
John si scostò fissandolo dritto negli occhi
“mi mancherai Sherlock… ” si morse la lingua “ tanto…”
Holmes annuì serrando le labbra “ anche tu “ strinse i pugni lungo i fianchi
La voce potente di Siger Holmes li interruppe
Entrambi i ragazzi portarono lo sguardo verso la villa
L’uomo gesticolava indicando l’orologio
“perderai l’aereo… dai vai…” si mise le mani in tasca
“ti chiamo appena arrivo…”
John annuì torturando un piccolo sasso con la punta della scarpa
Lo sguardo basso
“John…” lo spinse un poco sulla spalla
“cosa?” sospirò nervoso
“ ci vediamo a Natale….” Gli baciò velocemente una guancia
“sì….” Serrò la mascella
Sherlock si allontanò piano
Il richiamo di Siger più forte
Watson soffiò dalle narici nervosamente
Se fosse stata una ragazza gli sarebbe scappata una fottuta lacrimuccia
Imprecò scalciando con forza il povero sassetto
Il ragazzo sempre più lontano
Un tuono squarciò il cielo mentre la pioggia iniziava a scendere velocemente
I suoi capelli si fecero scuri
Corrugò le sopracciglia fissando Sherlock bloccarsi di colpo
“ma cosa….” Sussurrò
L’amico si era voltato ed ora correva nella sua direzione fradicio e sorridente
Gli franò addosso afferrandogli con forza il colletto di jeans
Le labbra soffici impattarono con forza contro quelle sottili
La pioggia si insinuava inesorabile tra le loro bocche
La lingua di Sherlock scivolò sui suoi denti intrufolandosi con forza
Quando si separarono scoppiarono a ridere fronte contro fronte
“mi piaci Watson…”
“anche tu mi piaci Holmes… cazzo se mi piaci!” gli morse il mento
L’urlo di Violet si unì a quello del marito
“devo proprio andare” sbuffò
“dai vai” lo spinse via con un sorriso
“ ciao John….” corse via
“ciao Sherlock….” Sussurrò
Un anno…
Un solo anno
E poi Londra
.