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Autore: Larksunset    27/10/2017    9 recensioni
Avvertenza: questa storia è la continuazione della One-shot “THE WAY OF PAIN”, è consigliabile leggere la prima parte.
Una serie di inquietanti suicidi riporta Stiles a Beacon Hills. Una volta a casa non dovrà affrontare solo il misterioso caso, ma anche il dolore che aveva pensato di lasciare alle sue spalle.
Genere: Angst, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Derek Hale, Stiles Stilinski, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Le vie del dolore'
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Survive the pain
 
 
 
Avvertenza: questa storia è la continuazione della One-shot “THE WAY OF PAIN”, è consigliabile leggere la prima parte. Buona lettura e ci vediamo a fine pagina.
 

 
 
Un anno era passato. Un anno lontano dalla sua casa, da suo padre, dai suoi amici. Ogni giorno, ogni singolo giorno, era stato un supplizio per lui. Quante volte, forse troppe, aveva avuto la voglia di rifare le valige e tornare indietro. Ma ogni qual volta cercava di concretizzare questa sua decisione, due occhi verdi tornavano a tormentarlo. 
Quegli occhi, il loro proprietario… l’ultima immagine che aveva di lui era in aeroporto abbracciato a Braeden. Ancora non riusciva a capire perché si fosse recato a salutarlo con lei. Si c’erano tutti gli amici, la sua assenza sarebbe certamente stata notata, ma poteva evitare la sua fidanzata.
 
 Lo detestava così tanto da tormentarlo fino all’ultimo momento con la sua presenza? Presenza che se fosse stato da solo avrebbe sopportato un poco di più, ma con la mercenaria era impossibile.
 
Per fortuna in accademia aveva ritrovato un vecchio amico, se così poteva chiamarlo, e il dolore sembrava essersi anestetizzato per il momento, iniziando a far migliorare il suo soggiorno lì.
 
All’inizio i due non facevano che beccarsi a vicenda, proprio come i vecchi tempi, poi con il tempo le cose erano cambiate. Si erano ritrovati a condividere le esperienze affrontate durante gli anni che non si erano visti, e infondo un po’ scoprirono di avere tante cose in comune. Ora, dopo quasi un anno, i due erano diventati molto affiatati, Stiles si era confidato con l’amico, e lui gli era stato vicino.
Durante le vacanze non aveva mai fatto ritorno a casa, ed ogni volta che qualcuno lo chiamava per chiedere del suo ritorno, lui declinava sempre con una scusa qualsiasi, tanto che lo sceriffo era stato costretto a prendersi dei giorni di ferie per poter trascorrere le festività in compagnia del figlio.
 
Con Scott faceva lunghe telefonate, e l’amico lo aggiornava sui vari problemi di Beacon Hills, lui lo ascoltava e poi gli raccontava le sue giornate in accademia. Ma appena sentiva nominare Derek Hale, Stiles trovava una scusa per riattaccare.
 
I corsi all’ FBI erano abbastanza semplici, quello che lui non riusciva a sopportare era l’attività fisica che doveva fare! Quello che lo divertiva invece era imparare a sparare al poligono di tiro. Doveva ammettere però che i vari allenamenti avevano fatto sviluppare una bella massa muscolare, non esagerata da mister Muscolo, ma abbastanza da fargli abbandonare un corpo mingherlino a un fisico mozzafiato.
Quel giorno era stata veramente una giornata pesante, aveva dovuto saltare il pranzo, e si era dimenticato il cellulare in camera! A causa di ciò non aveva potuto avvisare l’amico che sarebbe ritornato tardi.
 
Appena messo piede nel dormitorio un viso familiare lo fulminò con lo sguardo dicendogli:
“Spiegami come Tu hai potuto dimenticare il cellulare! E se ti fosse successo qualcosa?”
 
“Nel Campus Whitt? Non credi di essere troppo apprensivo?” rispose sarcasticamente Stiles sorridendo.
 
“Non sono apprensivo, idiota! E che non ha fatto altro che squillare tutto il pomeriggio! Stavo per sbatterlo al muro!”
 
L’amico lo disse con tono annoiato, non voleva fargli capire che aveva ragione. Si, si era davvero preoccupato, raramente il giovane non si faceva sentire, anche solo per chiedergli di mangiare qualcosa insieme. Erano entrambi a conoscenza del mondo soprannaturale, e aveva sempre lo strano timore che Stiles attirasse come una calamita i guai.  Quest’ultimo gli fece credere di stare al suo gioco, ormai ambedue si conoscevano bene…
 
“Scusa se ha osato disturbare la tua preziosa tranquillità! Ma potevi semplicemente rispondere!” sorrise. “Comunque non aspetto chiamate. Ho sentito mio padre ieri sera!”
 
“Non volevo invadere la tua privacy!” rise. “Ma ho intravisto il display in preda alla disperazione quando stavo per sbatterlo al muro… era il tuo amichetto Scott. E dall’insistenza direi che ti conviene richiamarlo! Avrà provato a telefonare minimo trenta volte!”
 
Stiles sgranò gli occhi: come mai tutte quelle chiamate da parte di Scott? E se fosse accaduto qualcosa a suo padre? Con un gesto veloce prese il cellulare tra le mani e vide lampeggiare sul display trenta chiamate del suo migliore amico, quindici da Lydia, dieci di Malia, tre di Liam, ed una di Mason. Ma che stava succedendo?
 
Con mani tremanti fece il numero di Scott, e aspettò col fiato sospeso che lui rispondesse. Il cuore batteva all’impazzata, e la preoccupazione lo stava divorando.
 
“Amico, mi hai fatto preoccupare, perché non mi hai risposto?” chiese in allarme il licantropo.
 
“Io ti ho fatto preoccupare? E voi allora? Come mai tutte queste chiamate da mezza Beacon Hills? E’ accaduto qualcosa a mio padre?” le ultime parole le disse tutto d’un fiato.
 
Scott sospirò e disse: “Perdonaci, non volevo assolutamente crearti una tale tensione, tuo padre sta bene. Ma abbiamo bisogno del tuo aiuto!”
 
Stiles fece un sospiro di sollievo, se il genitore stava bene, tutto il resto non aveva nessuna importanza.
 
“Amico ne abbiamo già parlato… non posso tornare solo per aiutarvi con un caso di soprannaturale, dovete cavarvela da soli… qui sono molto impegnato!”
 
“Stiles non avrei chiesto il tuo aiuto se non fosse davvero importante. Purtroppo non riusciremo a venirne fuori senza di te…”
 
“Scott io adesso sono molto stanco… ci rifletterò e ti contatto io, va bene?”
 
“Stiles ho davvero bisogno di te!”
 
La chiamata terminò così. Il ragazzo fissò il cellulare, come se quell’oggetto potesse dargli una risposta. La sua attenzione poi venne catturata dal compagno di stanza che si schiarì la voce, per riportarlo alla realtà.
 
“Che hai intenzione di fare?”
 
Aveva sentito tutta la telefonata, e un po’ si era preoccupato. Sapeva bene cosa aveva passato Stiles, e sapeva che ancora stava combattendo col suo dolore.
 
“Non lo so Whitt. La voce di Scott sembrava disperata. Che mi consigli di fare?” disse dopo essere uscito da un’iniziale stato di trance.
 
“Lo so che sei dilaniato tra il senso del dovere verso il tuo migliore amico, e il dolore per… be non nominiamolo. Questo dipende solo da te… potrei dirti la mia, ma la verità è una: te la senti di tornare a Beacon Hills?” lo guardò fisso negli occhi. “Stiles nessuno ti obbliga a far nulla, sei tu a decidere… vuoi aiutare Scott? Ma aiutarlo significa affrontare il tuo passato, vederlo ogni giorno, e non da solo… anche perché ora sarà di certo sposato! Non voglio fare troppe parole… La domanda a cui devi darti una risposta è questa: sarai in grado di lasciare da parte i tuoi sentimenti per aiutare gli altri?”
 
Il ragazzo strinse forte le mani a pugno. Sentire quelle parole lo fecero sussultare, e si chiese se era davvero in grado di farlo: avrebbe chiuso in un angolo i suoi problemi sentimentali per aiutare quegli amici che erano anche la sua famiglia? Si erano la sua famiglia! Ne avevano passato tante insieme, e insieme si erano consolati nei momenti no, e avevano gioito in quelli si. Prese una decisione, compose un numero, e aspettò che qualcuno rispondesse dall’altro capo.
 
“Domani torno a casa papà. Puoi venirmi a prendere in aeroporto?”
 
Dopo aver sentito la risposta riattaccò guardando l’amico.
 
“Così è questa la tua decisione! Buon per te… fai buon viaggio!” e si girò dalla sua parte del letto dandogli le spalle, ma Stiles lo sorprese.
 
“Grazie per l’augurio… ma tu verrai con me!”
 
Il suo amico si voltò con occhi e bocca spalancata.
 
“Cosa? Sei più idiota di quanto pensassi! Non se ne parla… io non tornerò a Beacon Hills! Punto prima perché non saprei dove andare, secondo perché non ho assolutamente voglia di rivedere nessuno, e terzo perché… perché no!” disse accaldandosi.
 
Stiles lo guardò e cominciò a sbattere le ciglia, ed a fare il muso come un bambino quando voleva ottenere qualcosa.
 
“Ti prego Whitt, non puoi abbandonarmi nel momento in cui ho più bisogno di te. Con la tua presenza sarà molto più facile sopportare tutto, sei diventato indispensabile per me. Vedrai gli altri saranno felici di incontrarti, fidati! E poi sarai ospite a casa mia!... ti prego!”
 
Il ragazzo dopo aver visto l’espressione di Stiles non poté far altro che acconsentire, non riusciva a resistere all’amico quando faceva quegli occhi. Da quando era diventato così sentimentale?
 
 
⃰*⃰*⃰*⃰*⃰*⃰*
 
 
Il giorno dopo in aeroporto, lo sceriffo aspettava con trepidazione di rivedere il figlio. E si fece trovare puntualissimo dai due ragazzi. Stiles gli aveva accennato del loro ospite, per il padre non c’era nessun problema, era troppo felice di riaverlo a casa con lui.
Appena padre e figlio si videro corsero ad abbracciarsi. Quanto avevano sentito la mancanza l’uno dell’altro.
Poi l’attenzione dell’uomo fu catturata dall’altro giovane. “E’ bello rivederti. Come ti vanno le cose? E i tuoi come se la passano?”
 
Il ragazzo alzò le spalle e disse: “Non male sceriffo. Non li vedo da un anno, da quando sono entrato in accademia. Ma stanno abbastanza bene.”
 
“Questi corsi vi tengono troppo impegnati. Prendi il mio Stiles, non ha trovato neanche un momento per venire a trovare il suo vecchio. Ma la cosa importante è che ora siate qui…” e dicendolo diede una pacca sulla spalla del figlio. “Ti trovo bene figliolo. Hai messo su un bel fisichino, eh!”
 
A sentire quelle parole Stiles arrossì.
 
“Sai com’è papà, i corsi di addestramento sono duri.”
 
“Suppongo di si. Chissà che vi faranno mangiare! Stasera vi porto fuori a cena, hanno aperto un nuovo locale in centro!”
 
“Papà ti ricordo la tua dieta! E poi devo ancora avvisare gli altri che sono qui. Ho fatto tutto così in fretta che ho dimenticato di chiamare Scott!”
 
“Tranquillo figliolo, ricordo bene la mia dieta. Ma una pizza col mio figliolo non mi farà male! Avrai tutto il tempo di  avvertire gli altri.”
 
Come distruggere quell’entusiasmo? Acconsentì a tutti i suoi progetti.
Prese le valige si diressero fuori dall’aeroporto, verso la macchina dello sceriffo.
 
Era tornato a Beacon Hills.
Sentì una strana morsa allo stomaco. Ripensò ad un anno fa, era scappato  da un amore impossibile che gli aveva spezzato il cuore… le ferite ancora non si erano cicatrizzate del tutto, ma adesso era una persona diversa, avrebbe pensato a come aiutare i suoi amici, e poi sarebbe andato via… si stava contraddicendo, si disse, era ancora innamorato di quel lupo, ma sperò e pregò di vederlo il meno possibile, fare il suo dovere in fretta e allontanarsi di nuovo dalla fonte del suo dolore.
 
 
⃰*⃰*⃰*⃰*⃰*⃰*
 
 
Quella stessa sera Derek e Braeden avevano deciso di prendersi una pausa dal sovrannaturale. Una cena per distarsi. La loro relazione non aveva fatto passi avanti, dovevano sposarsi, ma con tutte le cose successe in quei mesi, non erano riusciti ad organizzare niente.
E mentre cenavano nel nuovo locale, la mercenaria cominciò uno strano discorso.
 
“Derek la nostra relazione è troppo monotona!”
 
Lei era una abituata all’azione, all’avventura, ma loro non facevano altro che vivere la solita routine. E anche la vita sessuale ne risentiva.
Derek alzò un sopracciglio non riuscendo a capire dove volesse andare a parare: monotona? Era uno scherzo? Non facevano altro che correre a destra e manca dietro minacce e altro!
 
“Sinceramente non so cosa intendi dire! Non la definirei monotona!”
 
“Ed invece è monotona! Non facciamo altro che lavorare! Non abbiamo neanche una vita sessuale degna di nota!” gli disse guardandolo negli occhi.
 
Derek la fissò ancora più confuso. Ma se non facevano altro, anzi ultimamente facevano solo quello, e con una certa intesa! Neanche parlavano più. Appena tornavano a casa la mercenaria si fondava sulle sue labbra e cominciavano a fare sesso in tutti i modo possibili e dove capitava! E accadeva ogni sera! Quindi non riusciva a capire di cosa stesse parlando, visto che dopo aver fatto quell’affermazione non aveva detto più nulla.
 
“Braeden mi sembra che tu abbia goduto abbastanza prima di venire qui a cena, non credi?”
 
Lei lo fissò con aria furente: “Si ma è sempre la stessa cosa!”
 
“Ma se ultimamente diamo filo da torcere anche al kamasutra…”
 
“Ci vorrebbe qualcosa che movimentasse le cose!” disse maliziosa.
 
Il lupo alzò tutte e due le sopracciglia e questa volta la guardò dubbioso.
“Di cosa stai parlando?”
 
Lei sospirò e decise di rivelargli cosa le passasse per la testa.
 
“Derek ho bisogno di stimoli nuovi, di avventura, voglio qualcosa di trasgressivo!” sussurrò.
 
Lui sgranò gli occhi: che le era venuto in mente? Si chiedeva se si riferisse a cose come il sadomaso, perché lui non era assolutamente d’accordo, il sesso violento poteva anche andare, ma frusta, manette e altri giocattoli no! Però voleva darle il beneficio del dubbio.
 
“Cosa vuoi propormi?”
 
Braeden a quelle parole si illuminò, sapeva che a Derek non piaceva il sadomaso, infondo erano sempre aggrediti, incatenati, torturati dallo psicopatico del momento, figurati se desiderava farlo anche durante la sfera sessuale.
 
“Avevo pensato ad un menage a trois!” disse buttando la sua bomba.
 
Derek rimase a bocca aperta, mai si sarebbe aspettato una tale proposta. La donna, vedendo l’espressione sorpresa del fidanzato aggiunse:
“Non credo che per te ci siano problemi, non hai mai nascosto di essere bisessuale. Non ti sto chiedendo un tradimento, sarebbe solo un’esperienza nuova! E se non ti piace, pazienza! Vorrà dire che non lo faremo più!” poi gli prese la mano tra le sue. “Promettimi che ci penserai, ok?”
 
Il lupo era ancora un po’ scosso, ma avrebbe fatto di tutto per renderla felice, si disse, perché no? Una volta si poteva pure provare, anche se lui era un tipo possessivo e non gli piaceva condividere le sue cose.
 
“Ci farà un pensierino!” sorrise. “Ma l’altra persona la sceglieremo insieme!”
 
Braeden sorrise compiaciuta, e finì la sua cena.
 
Nel frattempo nello stesso posto fecero il loro ingresso lo sceriffo con il figlio., ed un altro ragazzo in loro compagnia. Quest’ultimo però si allontanò subito, forse urgenza da toilette.
La mercenaria vide la loro entrata, gli era praticamente di fronte. Osservò con attenzione il giovane Stilinski, e rimase piacevolmente sorpresa di come quel ragazzino fosse fiorito. Era cresciuto e aveva sviluppato davvero un bel fisico! Era asciutto, spalle larghe, e sotto la maglia dalle mezze maniche si intravedeva un accenno di muscoli. Era stata lì a fissarlo per lungo tempo mentre il licantropo di fronte a lei non si era accorto di niente, intento a pensare alla sua proposta. La sua proposta! Le venne subito un’idea che decise di condividere col suo fidanzato.
 
“Forse ho trovato la persona che stiamo cercando!”
 
Derek alzò la testa dal piatto e le chiese: “Di chi stai parlando?”
 
Braeden alzò gli occhi e disse: “Del nostro menage a trois!” e fece segno dietro di lui.
 
Il lupo si girò lentamente e… appena vide la persona indicata dalla sua fidanzata sbiancò! Era tornato! Quel ragazzino, che poco più di un anno fa gli aveva confessato di amarlo e a cui lui aveva spezzato il cuore, era tornato. Ed ora la sua fidanzata voleva coinvolgerlo in un giochino erotico. Ma a che gioco stava giocando con lui il destino? Si mise ad osservarlo meglio mentre rideva di qualcosa con il padre. Era davvero cresciuto in quell’anno… era diventato abbastanza carino. Ma che andava a pensare? Carino? Ma se solo un anno prima gli aveva detto di non trovarlo minimante attraente. Che gli stava succedendo? Forse era solo suggestione causata dal discorso fatto prima dalla sua fidanzata.
E mentre pensava a tutte queste cose Braeden si alzò avviandosi versò il figlio dello sceriffo.
Derek la vide andare da lui e si rigirò al suo posto, non avendo il coraggio di incrociare gli occhi di Stiles.
La mercenaria aveva raggiunto il tavolo dello sceriffo, e salutò i due.
 
“Sceriffo che piacevole sorpresa!” poi rivolse il suo sguardo al più giovane. “Ciao Stiles, non sapevo fossi tornato! E’ bello rivederti!”
 
Il ragazzo sussultò, il suo cuore perse un battito, ritrovandosi proprio l’ultima persona al mondo che avrebbe voluto incontrare. Non si aspettava così in fretta l’incontro con Braeden, e se c’era lei… anche lui doveva essere lì. Ma cavolo proprio quando aveva bisogno del suo amico lui non c’era! Aveva un urgenza di conforto al massimo livello!
Ma a salvarlo, involontariamente fu suo padre.
 
“Ciao Braeden! Anche per noi è un piacere vederti. Purtroppo questo mascalzone è venuto a trovare il suo vecchio solo per qualche giorno!”
 
La ragazza sorrise, lo sceriffo doveva sentire la mancanza del figlio. Ma non doveva lasciarsi intristire da certe cose, aveva una proposta da fare! E doveva approfittare del poco tempo a disposizione!
 
 Incrociando il suo sguardo disse:
“Sceriffo potrei rubarle Stiles per un minuto?” fece una pausa e si rivolse al giovane. “Dovrei parlare con te in privato!”
 
Stiles guardò la mercenaria sorpreso, ebbe la strana paura che Derek le avesse confessato della sua cotta ed ora lei volesse affrontare la cosa.
Ma il padre sembrava, sempre involontariamente, toglierlo dai guai.
 
“Se è per il caso che state seguendo, come ho già detto a Stiles, ne parlerete domani. Ora vorrei cenare tranquillamente con mio figlio, che non vedo da moltissimo tempo.”
 
Ma la giovane donna non sembrava mollare la presa.
“Non si tratta assolutamente del caso. E’ una cosa decisamente privata.” e fece segno al ragazzo di seguirla.
 
Meglio togliersi subito il pensiero, pensò Stiles alzandosi e seguendola. Con la coda dell’occhio vide Derek che dava loro le spalle. Vederlo ebbe l’effetto di un pugno in pieno stomaco. Era ancora fottutamente innamorato di quel lupo!
Ma che delusione, era così codardo da non volerlo guardare neanche in faccia, mandandogli la moglie a dirgli non si sa neanche cosa. Era nervoso come non mai!
Sentendo freddo si rese conto che la mercenaria lo aveva condotto fuori dal locale. Troppo preso dai suoi pensieri non si era reso conto di dove stesse andando. Ma si ripetè che era meglio togliersi il pensiero subito così anticipò la donna, con il suo solito fiume di parole.
 
“Braeden non so cosa ti ha raccontato Derek, ma puoi stare tranquilla, mi è passata la cotta per lui!” mentì spudoratamente, a lei ed a se stesso, perché nel preciso istante in cui lo aveva rivisto, anche se solo di spalle, tutto era tornato prepotentemente a galla!
“… e non ho nessuna intenzione di fare qualcosa per rovinare il vostro matrimonio!”
 
Era pronto alla reazione della giovane donna, ma lei sembrava confusa e sorpresa, e al contrario di quello che aveva pensato, non era minimamente arrabbiata.
 
“Così tu provi qualcosa per Derek?”
 
“Provavo!” la corresse.
 
“Va bene… provavi. Ma nonostante tutto lo trovi attraente, giusto?”
 
“Ehm… giusto!” rispose un po’ titubante, ed un po’ guardingo.
 
“E dimmi, a me trovi un po’ attraente?” chiese lei dopo un po’.
 
Stiles era molto confuso, si aspettava una scenata di gelosia, non certo una domanda del genere!
 
“Si lo sei…” rispose timidamente.
 
“Be è fantastico!” esclamò lei contenta.
 
“Fantastico?” se prima era confuso, adesso non sapeva davvero più cosa pensare: che fosse uscita fuori di senno?
 
“Si, fantastico! Perché la tua risposta è più che soddisfacente per me, visto che ho una proposta interessante da farti!”
 
Il ragazzo sorrise nervosamente. “E che cosa devi propormi?”
 
Lei sorrise, mordendosi maliziosamente il labbro inferiore e accarezzandogli con la punta delle dita il petto muscoloso.
 
“Sai Stiles, ultimamente il rapporto tra me e Derek non va come vorrei… e come se mi mancassero degli stimoli. E proprio stasera gli ho suggerito una possibile soluzione…”
 
Il ragazzo con lo sguardo basso osservava le dita di lei che disegnavano piccoli cerchi sul sua spalla. Quel discorso lo metteva a disagio. Quella donna stava parlando della sua vita privata con Derek, ma che aveva fatto di male per meritare tale tortura?
La prese per il polso, bloccando quelle mani che lo stavano tormentando, immaginando quelle stesse mani sul corpo di un’altra persona.
 
“Frena, frena, frena, non voglio sapere nulla della vostra vita privata, e non voglio sapere che soluzione hai trovato… come non voglio sapere perché ora tu ne stia parlando proprio con me!”
 
Braeden si liberò dalla presa e si mise a ridere. Poi avvicinò le labbra all’orecchio del giovane.
 
“Mio piccolo Stiles, vieni informato perché tu c’entri eccome in questa mia soluzione. Mi hai appena confermato di trovare me e Derek attraenti, e tu tesoro, sei diventato davvero un bel bocconcino. Ti fa bene essere un agente dell’FBI.” gli accarezzò il braccio. “Voglio proporti un menage a trois. Io, tu e Derek!” disse i nomi sussurrando, e la cosa procurò al ragazzo un brivido lungo la schiena.
“Ti piace come idea?”
 
Si era allontanata da lui e lo guardava fisso negli occhi. Il ragazzo era arrossito fino alla radice dei capelli. Gli aveva lanciato addosso una bella bomba; era come uno tsunami, un’esplosione ed un meteorite insieme. Era uno scherzo? Perché se lo stava prendendo in giro, era davvero una cosa di pessimo gusto. Derek non poteva giocare così con lui, e coi suoi sentimenti.
Per fortuna non dovette dare una risposta, perché l’uomo di cui avevano entrambi parlato fino a pochi istanti prima, uscì dal locale interrompendoli.
Per tutta la durata della chiacchierata tra i due, aveva origliato e aveva sentito da Stiles emozioni contrastanti: tristezza, delusione, ma soprattutto dolore, tanto dolore.
Era proprio di quello che odorava: di dolore!
Braeden invece aveva il chiaro profumo dell’eccitazione. E questo diede molto fastidio al lupo, non riuscendo a capirne il motivo.
Ma aveva intuito che Stiles era come una mosca intrappolata nella tela di un ragno, e aveva deciso di intervenire per salvarlo dal forte imbarazzo. Ma come diavolo le era venuta in mente un’idea così assurda? Con il figlio dello sceriffo per giunta! Già fare una cosa in tre non lo attirava per niente, ma farlo con quel ragazzino era crudele, sapendo bene i sentimenti che nutriva nei suoi confronti. Anche se rivederlo gli aveva fatto uno strano effetto. La sua fidanzata aveva ragione, allontanarsi da Beacon Hills lo aveva fatto diventare più carino. Ma che pensava? Solo un anno fa gli aveva detto di non trovarlo attraente né fisicamente né emotivamente, ed ora non riusciva a togliersi dalla mente la sua figura slanciata.
 
Si avvicinò ai due senza guardare in faccia nessuno. Si rivolse subito alla fidanzata.
“Braeden si è fatto tardi, andiamo domani sarà una giornata molto impegnativa…”
 
Ed usò un tono che non ammetteva repliche.          
 
“Promettimi di pensarci!” disse strizzandogli l’occhio.
 
“Braeden!” ringhiò il lupo.
 
Stiles era sempre più confuso. A confonderlo anche il comportamento di Derek, che lo aveva ferito più che altro. Non si aspettava che facesse i salti di gioia, ma un saluto era chiedere troppo? Mandava la ragazza a chiedergli di partecipare ad uno squallido giochino erotico, e poi non riusciva nemmeno a dirgli un ciao? O un cenno con il capo?
No, niente!
E mentre i due si allontanavano da lui, avviandosi verso il parcheggio si lasciò scappare a voce bassa:
 
 “Ciao Stiles, Bentornato. Come vanno le cose?
Oh bene, grazie e a te?
Ah stupido sourwolf, era tanto fare un saluto?”
 
E girandosi si avviò verso la porta del locale.
Doveva trovare il suo amico. Lui avrebbe saputo consigliarlo!
 
Derek stava per salire sulla sua automobile, ma senza farsi vedere da Braeden, sorrise. Il ragazzino non era cambiato per niente, e lui era stato un vero stronzo. Era perfettamente consapevole che Stiles era rimasto malissimo che non lo avesse salutato. Ma era sconvolto per via delle parole della sua fidanzata; era stata coerente con quello che gli aveva detto, e senza perdere tempo era scappata dalla sua vittima! Ma più che per la parole della donna, quello che aveva scombussolato il lupo erano le parole pronunciate dal ragazzino.
Non so cosa ti ha raccontato Derek, ma puoi stare tranquilla, mi è passata la cotta per lui.
Gli era davvero passata?
Con questa domanda in testa mise in moto la macchina e partì, non accorgendosi dello sguardo di Braeden su di sé.
 
⃰*⃰*⃰*⃰*⃰*⃰*
 
 
Stiles aveva trascorso tutta la serata, a cena, silenzioso perso nei suoi pensieri. E per il suo ospite non era certo un mistero intuire che qualcosa fosse successo durante la sua assenza. Così appena rientrati a casa, dopo che lo sceriffo aveva augurato loro la buonanotte, e mentre il ragazzo stava preparando il letto nella camera degli ospiti, gli si presentò all’improvvisò alle spalle.
Stiles si girò e sussultò, un viso conosciuto lo osservava immobile col aria interrogativa.
 
“Mi hai fatto spaventare! Non fate mai rumore voi?” disse mettendosi una mano sul cuore.
 
“Raccontami tutto… perché lo hai scritto in faccia che ti è successo qualcosa!”
 
Certo, non poteva avere un segreto con lui. Si sedette sul letto…
 
“Cosa ti fa pensare che sia successo qualcosa?”
 
“Perché puzzi stramaledettamente di tristezza e nervosismo, fragranza che non emanavi prima di andare in quel locale.”
 
“E’ successo qualcosa, eccome se è successo qualcosa!” sospirò il figlio dello sceriffo, e fece segno all’amico di sedersi accanto a lui, iniziando a raccontargli tutto l’assurdo che lo aveva travolto. Cosa che nemmeno nei suoi peggiori incubi aveva immaginato.
 
“Risolviamo questo caso e andiamo via, non ti fa bene questa situazione. Non gli permetterò di farti soffrire ancora. Se si avvicinano gli dirò che più che sesso a tre faranno una lotta con me!”
 
Quella battuta fece sorridere Stiles, che abbracciò l’amico.
 
 
*⃰*⃰*⃰*⃰*⃰*
 
 
 
La mattina dopo la chiamata di Scott non si fece attendere. Erano a malapena le dieci del mattino e il suono del cellulare stava martellando i timpani dei due amici.
 
Stiles aprì un occhio per prendere il cellulare, ma li aprì subito entrambi quando vide l’amico nel suo letto, arrabbiato per essere stato svegliato da quel telefono infernale.
 
“Rispondi prima che lo lanci fuori dalla finestra!” e si girò dall’altra parte.
 
Lui obbedì dopo un’iniziale smarrimento per la sorpresa trovata accanto a sé.
La voce di Scott era preoccupata.
 
“Amico finalmente! Perché non mi hai detto che eri in città? Non è stato bello scoprirlo da Derek!”
 
A sentire quel nome sussultò, ma doveva vincere questa sua pecca, e rispondere al suo migliore amico.
 
“Scusa Scott, chiamarti era una delle mie priorità, ma poi sono stato letteralmente rapito da mio padre, mi ha portato a cena fuori… lo sai com’è fatto!”
 
Scott rise, immaginò la gioia dello sceriffo a riavere il figlio a casa. Era la stessa gioia che provava lui.
 
“Ti va di venire all’ambulatorio da Deaton, così facciamo una riunione e ti aggiorniamo?”
 
“Certo! Dammi il tempo di prepararmi e scappo da voi.”
 
“Sono felice che tu sia qui!” gli disse l’amico prima di chiudere la conversazione.
 
Stiles era stato felice di sentire Scott, gli era mancato moltissimo, ma non vedeva l’ora di risolvere questo misterioso caso, e scappare lontano da Beacon Hills. Ma prima doveva risolvere un altro dubbio.
 
“Si può sapere cosa ci fai tu nel mio letto?” e guardò l’amico che stava beato con gli occhi chiusi.
 
“Non c’è nessuna possibilità che si possa dormire vero?” persa la speranza aprì gli occhi, poggiando le spalle al muro.
“Stanotte hai avuto di nuovo un incubo. Ti ho sentito e sono corso qui per vedere come stavi. Ma come al solito non ti sei svegliato. Sono rimasto qui finchè non ti sei calmato,,, e nel frattempo mi sono addormentato!”
 
“Scusami…”
 
“Non devi scusarti. Non sei tu che ti fai venire volontariamente gli incubi!”
 
“Magari potessi gestirli… ma non dobbiamo pensarci adesso. Dobbiamo prepararci, ci aspettano per capire che sta succedendo qui!”
 
L’amico rise. “Eh no! Aspettano te, non me. Ignorano completamente il tuo amico dell’FBI! Puoi andare da solo… ed io posso tornare a dormire!”
 
Fece per girarsi di spalle e mettersi sotto le coperte, quando Stiles lo fermò.
 
“Eh no lo dico io! Sei venuto con me per starmi vicino, ed ora come non mai ho bisogno di averti accanto, devo ricordarti chi sarà presente a questa riunione?”
 
Sbuffò e si alzò dal letto. “Uffa, ma perché non sono rimasto all’accademia! Verrò con te. Ma evitami lo strazio dell’incontro, ti aspetterò fuori, nel frattempo terrò sotto controllo la situazione!”
 
“Diamine Whitt ma io ho bisogno di te dentro!”
 
“No, no, no. O questo o me ne ritorno a letto a dormire!” tagliò corto l’amico.
 
Stiles annuì. Meglio questo che affrontare tutto da… solo.
 
Si prepararono e prima di uscire sorseggiarono una tazza di caffè. Suo padre lo aveva preparato prima di uscire. Era cattivo come al solito, ma gli era mancato anche quello, pensò sorridendo.
 
Ritornare a guidare la sua bambina fu molto rilassante, ma l’ansia lo logorava al pensiero di rivedere lui e… lei!
Parcheggiò davanti la clinica e guardò il suo accompagnatore.
 
“Sei ancora dell’idea di non voler venire?” chiese speranzoso.
 
“Più che sicuro. Vai e fai vedere chi sei a quegli idioti. Mi troverai qui al tuo ritorno… magari schiaccio un pisolino!” rispose sorridendo.
 
Stiles sospirò e si preparò ad entrare nella clinica.
 
C’erano già tutti. Mancava solo lui! Appena varcò l’entrata i presenti si girano per guardarlo, e chi non sapeva del suo arrivo rimase sorpreso, cercò di concentrarsi su l’unica persona che era davvero felice di vedere, e andò ad abbracciare il suo migliore amico.
 
Anche Scott gli andò incontro e battendogli un braccio sulle spalle:“Amico!” gli disse: “Sembra un secolo che non ci vediamo… ci hai letteralmente abbandonato!”
 
Sorrise imbarazzato, se solo lui avesse saputo. Si toccò il retro della nuca dicendo ai presenti:
“Scusatemi tutti, ma sono stato impegnatissimo con i corsi, non avevo tempo per far nulla… e poi sapete quanto costa un biglietto per Beacon Hills?”
 
A quell’ultima affermazione scoppiò una risata generale, era il solito ragazzo allegro e simpatico. Solo una persona non era contagiato da quell’allegria… Derek! Era poggiato al muro con le braccia conserte, non aveva fatto neanche un cenno di saluto verso il figlio dello sceriffo.
Le ragazze si avvicinarono a Stiles, ammirandone il fisico trasformato. Era davvero cambiato, da snello e lungi forme, era diventato più robusto, a quanto sembrava gli allenamenti in accademia gli avevano fatto mettere su una bella massa muscolare, non esagerata certo, perché tutto era al posto giusto.
 
Lydia rimase piacevolmente sorpresa e si ripromise di chiedere al ragazzo un appuntamento. Braeden invece era vicina al suo lupo, e guardava tutta la scena con un sorriso sulle labbra: era sicura che avrebbe accettato la sua proposta.
 
Dopo i vari saluti Scott interruppe l’atmosfera serena: bisognava affrontare un problema serio.
La situazione era preoccupante a Beacon Hills, vi erano state molte morti, e bisognava indagare se erano di natura sovrannaturale.
Il discorso venne interrotto dall’ultimo arrivato. Infatti Stiles ignorava totalmente cosa fosse accaduto. A quel punto intervenne Kira, giunta anche lei per aiutare il gruppo di amici.
 
“Vedi Stiles ci sono stati tre suicidi, uno a settimana, e tutti di mercoledì!”
 
“E cosa vi ha fatto pensare che ci sia qualcosa di sovrannaturale di mezzo? Purtroppo i suicidi sono un fatto comune oggi. Ne vediamo tanti all’FBI.” disse con aria professionale il figlio dello sceriffo. Ma probabilmente la cosa strana era che avvenissero tutti lo stesso giorno della settimana, immaginò.
 
A rispondergli fu Lydia: “Le vittime le ho trovate tutte e tre io, mentre ero in trance, e… sentivo chiaramente che non c’era niente di normale in quei luoghi, avvertivo qualcosa di sovrannaturale!” rabbrividì al ricordo dello scempio che aveva visto.
 
“Ho capito. Cosa sapete dirmi delle vittime?” chiese ancora il novello agente federale. E gli occhi caddero sul tavolo dell’ambulatorio, dove c’erano tre foto che ritraevano tre adolescenti: due ragazzi e una ragazza. Sotto ogni foto qualcuno si era preso la briga di appuntare nome e cognome, e la data della loro morte.
 
Stiles prese in mano le foto iniziando a leggere i rapporti preparati da suo padre…
Il primo era Jonathan Collins, capelli rossi, occhi azzurri, volto pieno di lentiggini. Era morto affogato nei bagni della scuola.
Lydia notò che l’amico era assorto nella lettura ma interruppe i suoi pensieri.
 
“Stiles lui è stato il primo che ho trovato, tre settimane fa! Nel cuore della notte mi sono svegliata di soprassalto ed ho girato per la città in trance. Quando mi sono svegliata ero nei bagni della scuola, e c’era il ragazzo con la testa ancora immersa nel water. Ma la cosa strana, che mi ha colpito subito, è stata la sensazione che non fossi sola con lui, avvertivo un’altra presenza! Però dopo aver urlato, ho perso quella specie di contatto…”
 
Udito il racconto della ragazza, passò subito al secondo ragazzo: John Sullivan, qualche anno più grande di Collins, capelli neri, occhi azzurri, nessun segno particolare. Il rapporto diceva che era morto accidentalmente in un cantiere.
 
“Di lui che mi dici?”
 
Lydia arrossì sentendosi addosso tutta l’attenzione del ragazzo. Si umettò le labbra e disse: “Con lui è avvenuto tutto in pieno giorno, la settimana scorsa. Ero in giro a fare shopping, ad un certo punto mi sono ritrovata in questo cantiere. Stranamente era tutto abbandonato, non c’era nessuno, ma avvertivo la presenza di qualcuno o qualcosa… e mi diceva di dirigermi verso l’interno. E’ lì fui colpita dalla macchina del cemento che era in funzione! Avvicinatami mi resi conto che al suo interno c’era qualcuno! Oh mio Dio era morto affogato lì dentro!” e si mise una mano davanti la bocca, rivivendo il forte shock. “ E ti ripeto avvertivo una presenza, ma è sparita dopo le mie urla.”
 
Stiles ascoltava con attenzione, ignorando gli occhi dolci della ragazza. Nella sua mente iniziava a collocare i pezzi di quello strano puzzle in un presunto ordine, ma ancora ne mancavano molti, anche perché, a parte il fatto che fossero avvenuti di mercoledì, niente li collocava tra loro.
 
“I due ragazzi si conoscevano?” chiese.
 
“No, non frequentavano neanche la stessa scuola! Ma tuo padre e il suo vice stanno cercando altri indizi.” rispose Scott.
 
“E della terza vittima?” chiese ancora a Lydia, che era euforica di aver catturato totalmente la sua attenzione. Con fare malizioso si mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
 
“E’ una ragazza è l’ho ritrovata tre giorni fa!” ed indicò la foto sfiorandogli la mano con la sua.
 
Avvicinandosi sentì il suo profumo mascolino. Ma era sempre stato così sexy e non se ne era resa conto?
Ma Stiles non badò alle smancerie dell’amica, e lesse il rapporto. Capelli scuri, occhi castani e carnagione olivastra.
 
“Teresa Lopez, lei andava nella stessa scuola della prima vittima. L’ho ritrovata di mattina presto alla stazione dei treni. La ragazza era sui binari. Una delle sue metà però era dall’altra  parte della corsia. Ed anche qui ho avvertito la presenza, ho urlato ed è sparita!”
 
Era scossa nel ricordare quest’ultima.
Stiles le si avvicinò e le mise un braccio dietro le spalle per consolarla. A Lydia mancò quasi il respiro. Era stravolta per i brutti ricordi, ma felice per le attenzioni del ragazzo… si, gli avrebbe chiesto di uscire e poi… sorrise tra le sue braccia, poggiando il viso sul petto muscoloso, che profumava di sandalo.
 
“Potrebbero trattarsi di sacrifici, come avvenne per il Darak?” disse rivolgendosi agli altri e staccandosi dalla ragazza.
 
Sentendo quelle parole molti si girarono a guardare Derek, ricordando bene Jennifer e la storia con gli Alfa. Anche Stiles si ritrovò a guardarlo, e per un breve istante i loro occhi si incrociarono, ma abbassò subito i suoi, non riusciva a sostenere quello sguardo, gli faceva troppo male. Il lupo rimase deluso per quel gesto, anche se non riuscì a spiegarsi cosa gli avesse procurato quell’amarezza. Ma si riprese subito e alzò le sopracciglia e le spalle, come a dire a tutti, perché guardate me?
 
Fu sempre Scott a rispondere: “Stavolta siamo quasi certi che non si tratti di una cosa del genere. Ognuno di loro è morto in modo diverso, senza seguire una logica, come invece avverrebbe per dei sacrifici.”
 
Il novello agente federale non resisteva più in quella stanza con lui, così annuì e disse:
“Come prima cosa dobbiamo capire cosa avevano in comune le vittime. E poi bisognerà indagare su questa presenza che avverte Lydia. Il Bestiario sarebbe davvero utile, io nel frattempo cercherò di documentarmi con delle ricerche su internet. Voglio vedere i rapporti ufficiali, quindi appena abbiamo terminato qui andrò da mio padre, nel suo ufficio, in modo che io posso studiarli al meglio.”
 
Tutti lo osservavano con ammirazione, era mancata al gruppo la sua precisione!
 
“Siamo ai tuoi comandi. Grazie fratello, senza di te saremmo stati perduti…” lo abbracciò Scott dicendogli poi: “Grazie di essere accorso in mio aiuto!”
 
Sorrise all’amico. Non poteva voltargli le spalle. Mai!
La riunione poteva considerarsi conclusa, e piano piano tutti formarono dei piccoli gruppi dove si conversava anche del caso.
Lydia si avvicinò a Stiles, ma prima che potesse aprire bocca Braeden come una furia lo prese per un braccio allontanandolo da lei.
 
“Dimmi hai pensato alla mia proposta?” gli disse con un sorriso.
 
Lui spalancò gli occhi e arrossì violentemente, iniziando a balbettare: “Ecco… io non… penso… che… insomma non ancora!”
 
La mercenaria si morse il labbro con aria maliziosa, stava per dirgli qualcosa ma venne interrotta.
 
“Che proposta?” chiese Lydia.
 
Entrambi la guardarono come se fosse un alieno.
 
“Ho capito. Lasciamo perdere, non sono affari miei.”
 
Derek osservò la scena dal suo angolino, e il suo lupo dentro di lui provò un poco di fastidio.
 
Lydia sorrise: “Braeden se non ti dispiace dovrei parlare con Stiles…” e le fece capire di allontanarsi da loro.
“Volevo chiederti se questa sera ti andava di uscire con me per mangiare qualcosa insieme, in nome dei vecchi tempi. Così mi racconti cosa hai fatto tutto questo tempo a Seattle! Che ne dici?” e mentre lo diceva strinse un braccio del ragazzo tra le sue mani.
 
Stiles era rimasto spiazzato. Quella ragazza stava flirtando con lui? Lydia la ragazza per cui aveva avuto una cotta dalla terza elementare, gli stava chiedendo di uscire? Il destino continuava a prendersi beffa di lui. Se solo fosse accaduto due anni prima non ci avrebbe pensato neanche un attimo, sarebbe saltato dalla gioia! Invece le cose erano andate diversamente, lui si era reso conto di essere innamorato di Derek Hale, e Lydia lo considerava un amico. Come poteva dirle adesso che non era interessato? Fu salvato dal suo cellulare! Era arrivato un sms.
 
“Scusami un momento, potrebbe essere importante.”
 
Aprì il cellulare e lesse: Tu reggimi il gioco, ti salvo la vita!
 
Era il suo amico. Non capiva cosa significasse quel messaggio, ma sapeva che poteva fidarsi di lui.
La porta della clinica si aprì ed entrò quest’ultimo nella stanza. Andò verso Stiles e gli mise un braccio dietro le spalle, e disse rivolto sia Lydia che a Braeden, entrambe vicine:
 
“Mi dispiace lui sta con me! Non si tocca è proprietà privata!” e nel dire quest’ultima frase guardò fisso negli occhi Derek che cominciò a ringhiare.
 
“Whitt… ma…” cominciò a dire Stiles.
 
Tutti erano rimasti a bocca aperta, fu Scott a dire:
“Jackson? Che ci fai tu qui? E che vuol dire che lui sta con te?” chiese confuso.
 
Jackson sorrise, e prese il figlio dello sceriffo per mano.
 
“Sempre il solito McCall! Cosa può voler dire Sta con me? Se ti dicessi che è il mio ragazzo sarebbe più chiaro?” e rise.
 
Stiles non disse nulla, abbassò lo sguardo imbarazzatissimo. Una volta soli gli avrebbe fatto una bella ramanzina.
Derek aveva finito di ringhiare per restare completamente a bocca aperta, come ogni singola persona presente. Non poteva essere assolutamente vero: Stiles non poteva stare veramente con quello!
Nella stanza calò il silenzio…
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
FINE I PARTE…
 
 
 
 
 
 
Angolo autore.
 
 
Ciao a tutti.
Dopo aver scritto “ the way of pain” molti di voi, compreso l’ideatore del prompt, acclamavano a gran voce un seguito… e vi abbiamo accontentati!!!! Non so se le vostre aspettative sono state soddisfatte, ma volevamo alleggerire un pò il bagaglio della prima storia essendo stata molto triste e piena di angst.  In questa abbiamo messo molto umorismo, ma non manca la parte triste perchè non potevamo stravolgerla completamente.
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate nel frattempo ringrazio le meravigliose persone che hanno recensito la one-shot, primo tra tutti l’ideatore del prompt Darkstar( spero di non deluderti!), Susyhachiko, stilba ed Helena21.
Un abbraccio e alla prossima ff.
Lark.

 
 
 
 
Cari lettori e lettrici,
come ha già scritto la mia Alfa Lark, abbiamo voluto dare un seguito ad una delle più belle f.f. che abbiamo scritto. Ammetto le mie colpe, l’idea del menage a trois è stata mia! Ahahahahah, ma si tutte vorremmo essere Braeden… ammettetelo, io lo vorrei!
Fateci sapere anche se il caso vi intriga! Io adoro questi misteri, ma ho una paura matta, e descrivere le idee di Lark sarà molto difficile…
Spero di ritrovarvi nelle nostre prossime F.F. e ringrazio la mia meravigliosa Alfa che mi ha catapultato in questo magico mondo!
La vostra Alice!
   
 
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