Ringrazio
anche solo chi legge.
Scritta
sentendo: Mercy – Hurts.
★Autore:
Kamy
★Fandom:
Attack on Titan.
★
Iniziativa: Questa storia partecipa al Contest
“Mermaid’s
Sea” a cura di Fanwriter.it!
★
Numero Parole: 735.
★
Prompt traccia: 12. Amori
estivi. A è in vacanza e incontra B,
non immaginando che sia un@ sirena/tritone.
Alla
scoperta del mondo là fuori
Armin
inciampò cadendo carponi con un gemito, alzò il
capo, i capelli biondi gli ondeggiavano intorno al viso.
Eren
gli porse la mano, Armin la prese, arrossendo.
Eren
lo aiutò a rimettersi in piedi.
“Sei
nuovo del paese?” gli domandò.
Armin
avvampò e annuì, raccolse da terra un libro e lo
strinse con entrambe le mani al petto.
“S-sono
venuto qui… solo per le vacanze” ammise,
deglutendo rumorosamente.
Le
iridi azzurre di Armin si rifletterono in quelle
poco più scure di Eren, il sole le faceva brillare di
riflessi più chiari.
“Anche
io. Mio nonno è nato in questo piccolo paesello
portuale, ma noi abitiamo in città. Di solito non ci vengono
tanti stranieri
nemmeno in estate, che fortuna averne incontrato un altro. Non conosco
bene il
posto, ma possiamo girarlo insieme” propose Eren gentilmente.
Armin
si mordicchiò l’interno della guancia e
incassò
il capo tra le spalle.
“Ti
ringrazio. Sognavo da tanto di visitare questo posto,
soprattutto la libreria, ha dei libri meravigliosi” disse con
tono concitato.
<
In realtà non ho bisogno di una guida, ho già
memorizzato la mappa del luogo, ma sono felice di non stare da solo
> pensò.
Eren
indicò la borsa colma di libri che portava a
tracolla.
“Io
sogno di diventare uno studioso da grande. Mi
piacerebbe studiare insieme a te”.
Armin
arrossì e piegò di lato il capo, sorridendogli.
“Fantastico!”
esultò.
***
“Vieni,
devo farti vedere una cosa” disse Armin.
Eren
appoggiò la sua borsa di pelle contro una roccia,
guardandosi intorno, osservò le colonne di pietra della
caverna, le sue scarpe
stavano affondando nella sabbia. Se le sfilò e si
rimboccò i jeans, si voltò e
vide che l’altro si era sfilato i pantaloni e si stava
togliendo anche i boxer.
Avvampò, intravedendo i glutei pallidi e sodi
dell’altro e si nascose il viso
con le mani.
“I-io…
senti non c’è bisogno… anche tu mi
piaci…”
mormorò Eren.
“Sai,
ho sempre amato il ‘mondo là fuori’. A
casa mia
c’è un muro che ci separa dal mondo esterno.
Abbiamo cose meravigliose, come
costruzioni di sale, palazzi d’oro e sale di cristallo. Siamo
sempre sotto
l’attacco di giganteschi cetacei o terribili squali e temiamo
il mondo esterno.
Però io volevo sapere cosa voleva dire poter leggere tutti i
libri che vuoi,
vedere un fuoco o ballare” raccontò Armin.
“Di
cosa stai parlando?” chiese Jeager socchiudendo le
dita, deglutendo rumorosamente e sgranò gli occhi,
abbassò le braccia di scatto
guardando Armin steso sulla battigia, le onde colpivano la sua coda
azzurra da
tritone. La luce del sole faceva in modo che le scaglie assumessero
varie
sfumature di azzurro o blu, brillando.
La
camicia candida di Armin si era bagnata, aderiva
trasparente al suo corpo. Il sirenetto si era rimboccato le maniche e
lo guardava,
con le gote rosate.
“Volevo
sapessi la verità perché mi sono innamorato di
te” ammise.
Eren
gli si avvicinò, gli si mise di fronte e si
lasciò pesantemente cadere su un masso.
“Tu
sei un tritone” mormorò.
Armin
aveva un anemone rosa tra i capelli biondi a
caschetto.
“Sì,
vengo dal mondo sottomarino. Te l’ho detto, a
separarci oltre l’immensità dell’acqua
c’è anche un grande muro. La mia specie
vi teme perché voi mangiate i pesci e non vogliono finire
divorati anche loro”
spiegò.
“Ormai
sono settimane che ci incontriamo regolarmente
e non l’avrei mai sospettato” ammise Eren.
Armin
gli prese la mano, gliela sollevò e intrecciò le
loro dita. Le sue iridi azzurre erano liquide e una lacrima gli
rigò il viso.
“Non
ti vado più bene ora che sai la
verità?” domandò
con voce tremante.
<
Io amo l’oceano, ma ancor di più il vostro
mondo…
e te > pensò.
Eren
gli strinse a sua volta la mano, due gocce di
sudore gli rigarono il viso.
“T-tu
mi piaci qualsiasi cosa tu sia, ma questo vuol
dire che dovrai andartene?” chiese con voce tremante.
Armin
abbassò lo sguardo e fece sbattere la coda,
schizzando spuma di mare.
“Alla
fine dell’estate i miei genitori torneranno a
prendermi. Al momento non possono aprire i cancelli” ammise.
Eren
si mise in ginocchio e si portò la mano
dell’altro al petto.
“Allora
fino a quel momento ti farò scoprire ogni cosa
del mio mondo, te lo giuro. E ti difenderò, nessuno ti
mangerà o attaccherà. Il
tuo segreto è al sicuro con me” promise.
<
Non ti dimenticherò mai, perché tu mi piaci
>
pensò.