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Autore: Maiko_chan    28/10/2017    4 recensioni
[Estratto]
L'armatura da samurai che indossava pesava ad ogni passo e la maschera da oni che portava sul volto non lo aiutava a stemperare l'improvviso calore che gli aveva infiammato le membra. Quando la ragazza si girò, Itachi poté ammirare uno spettacolo che non credeva avrebbe mai potuto assistere in quella vita fatta di sangue e regole.
Ella aveva gli occhi color lavanda, così chiari che Itachi pensò essere bianchi, le labbra rosse e piene dischiuse in una piega di dolce stupore. Non parlò mai, né si esibì, ma Itachi la sognò per molte delle notti che si susseguirono a quel giorno.

{ItaHinaNaru} AncientJapan!AU
Dopo tempo immane, torno con una piccola flash su questo fandom.
Seconda classificata - parimerito - al contest “Award for best Drabble&Flashfic - II Edizione” indetto da Nirvana_04 sul forum di Efp
Genere: Angst, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Hinata Hyuuga, Itachi, Naruto Uzumaki | Coppie: Hinata/Naruto
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Illusione  [まぼろし]



 

 

La prima volta che la vide, ne rimase affascinato.

Le foglie d'acero rosso danzavano tutt'attorno alla sua figura e il kimono che le copriva le forme era color avorio; le decorazioni abbellivano il tessuto, cigni e aironi stilizzati prendevano vita da quella stoffa eterea, colorandola di spruzzi di giallo e nero. I capelli di lei erano acconciati nella classica pettinatura che le maiko portavano per distinguersi dalle geishe, ma non per questo Itachi ne fu meno folgorato.

Accompagnare il suo daimyō al momijigari non gli parve più una mansione sgradita. L'armatura da samurai che indossava pesava ad ogni passo e la maschera da oni che portava sul volto non lo aiutava a stemperare l'improvviso calore che gli aveva infiammato le membra. Quando la ragazza si girò, Itachi poté ammirare uno spettacolo che non credeva avrebbe mai potuto assistere in quella vita fatta di sangue e regole. 

Ella aveva gli occhi color lavanda, così chiari che Itachi pensò essere bianchi, le labbra rosse e piene dischiuse in una piega di dolce stupore. Non parlò mai, né si esibì, ma Itachi la sognò per molte delle notti che si susseguirono a quel giorno.  

La seconda – e ultima – volta che la rivide era divenuto un ronin e sedeva nel più buio degli angoli di una prestigiosa ochaya, da dove poteva osservare la danza della geisha che aveva rubato i cuori di migliaia di daimyō e il suo – tanto, tanto, tempo prima. 

Hinata era il suo nome, e Naruto quello del danna a cui ella sia era consacrata. Quando la danza finì, Itachi incontrò i suoi occhi per qualche istante e vi lesse tutto l'amore che nutriva per l'uomo che l'avrebbe sposata a breve – cosicché potesse abbandonare la professione. Vedeva in quella donna l'unico e incrollabile desiderio di ritirarsi dal palcoscenico e poter stare con l'amato nelle più appartate stanze di una machiya, dove Itachi sperava potesse trovare la felicità. 

La seguì con gli occhi finché non scomparve dietro a un byōbu e un giovane uomo con i capelli biondi la raggiunse, le labbra aperte in un sorriso innamorato e cariche di baci da donare. 

Itachi si alzò e si diresse verso la collinetta che svettava di fianco all'hanamachi. La luna, unica testimone, brillava alta nel cielo, indifferente a ciò che stava accadendo all'uomo che, con movimenti calmi e misurati, estraeva la sua wakizashi per compiere l'atto che aveva ritardato per molti soli e molte lune. Si inginocchiò e per un piccolo istante lasciò vagare la propria mente su desideri che non avrebbe mai potuto soddisfare; li lasciava a lei, donandole tutto quello che avrebbe potuto essere e che invece non sarebbe mai stato. 

L'aveva rivista una volta e questo bastò a rendere libera la sua anima. 

Si inferse un colpo mortale nel costato e spirò con l'immagine di lei che lo guardava, sfiorandolo con il suo sguardo di perla. 

In un'altra vita, forse, avrebbe potuto amarla.


 

[482 parole]

 

 

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maiko: apprendiste geishe
geisha: è una tradizionale artista e intrattenitrice giapponese, le cui abilità includono varie arti, quali la musica, il canto e la danza. Spesso travisato, non è una prostituta.
daimyō: carica feudale più importante tra il XII secolo e il XIX secolo in Giappone.
momijigari: tradizione tipica del Giappone di andare a visitare i luoghi in cui le foglie degli alberi d'acero divengono rosse in autunno. È detto anche kanpūkai a Hokkaidō, che significa "andare insieme a vedere le foglie"
oni: sono creature mitologiche del folklore giapponese, simili ai demoni e agli orchi occidentali. Sono personaggi popolari dell'arte, della letteratura e del teatro giapponesi.
ronin: letteralmente "uomo alla deriva", "persona che impara a diventare samurai" o "uomo-onda", è un termine giapponese che designava il samurai decaduto, rimasto senza padrone o per la morte di quest'ultimo o per averne perso la fiducia. N.d.A in questo caso, ho supposto che il daimyō di Itachi fosse deceduto.
ochaya: casa da tè, dove le geisha svolgevano la loro professione d'artista.
danna: è colui che si occupa di tutto ciò di cui ha bisogno una geisha, paga le sue spese, acquista i suoi costosissimi kimono, la sommerge di regali e a volte, se è particolarmente generoso, le compra anche un'abitazione, o una ochaya; per questo motivo di solito i danna sono persone molto importanti e facoltose. N.d.A nella storia ho supposto che Naruto fosse un danna un po' originale, infatti è molto giovane e ha intenzione di unirsi in matrimonio con una geisha.
machiya: casa tradizionale giapponese.
byōbu: tipico paravento giapponese formato dall'unione di pannelli decorati con pitture decorative e calligrafiche, utilizzato per separare interni e delimitare spazi privati.
hanamachi: letteralmente “città dei fiori”, quartieri dove sorgevano le ochaya e le okiya, ovvero le case delle geishe, che si distinguevano nettamente dai bordelli.
wakizashi: portata dai samurai sempre a contatto con il corpo, là dove la katana era portata esclusivamente in battaglia. Veniva utilizzata durante la cerimonia di suicidio del Seppuku (rituale di suicidio dei samurai). La sua lama è lunga dai 30 ai 60 centimetri. N.d.A Itachi, alla fine della storia, pratica il Seppuku, anche se ne ha ritardato la pratica per vedere l'ultima volta Hinata.




Konbanwa!

Dopo molto, moltissimo tempo torno in questo mio amato - ma, ahimè, dimenticato - fandom.
Ritorno con qualcosa di nuovo, qualcosa di diverso dalle solito storie che pubblicavo quando ero ancora attiva qui, ma che conservavo da lungo tempo e che finalmente ho pubblicato. Sono molto grata al contest che mi ha dato la giusta ispirazione e carica per concludere questa piccola flash, davvero, e sono curiosa di vedere come andrà xD 
Non ho molto da dire, in realtà: forse tornerò con un'altra piccola mini-long di 4 capitoli e poi chissà. Le vie del fangirling sono infinite--

Spero che vi sia piaciuta <3





Un po' di link per voi!
 

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Chiunque voglia lasciare un segno del suo passaggio è ben accetto! <3

 

 

aiko 舞妓 

 

 

 

 

 

 

   
 
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