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Autore: bambolinarossa98    04/11/2017    0 recensioni
REVISIONATA IL 07/07/2018
🌟 Iniziativa: Questa storia partecipa al contest "Halloween Party - Revival" a cura di Fanwriter.it
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D'altronde, però, non erano tanto diversi da loro, o da Gokudera e Yamamoto che stavano litigando poco più in là poiché il moro si stava lasciando andare in effusioni in pubblico (e, per quanto sbraitasse, era evidente che Gokudera non disprezzasse).
Ma questo non significava niente. Loro non erano e non sarebbero mai stati quel tipo di coppia, per quanto Rokudo potesse continuare a tentare di coccolare Hibari che a sua volta tentava di castrarlo il più discretamente possibile, sotto i suoi occhi.
Lei non era fatta per quel tipo di relazioni e non voleva avere accanto un ragazzo come Ken. Fine della cosa.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Byakuran, Chrome Dokuro, Ken, Ken Joshima, Kyoya Hibari
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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REVISIONATA IL 07/07/2018




🌟 Iniziativa: Questa storia partecipa al contest "Halloween Party - Revival" a cura di Fanwriter.it
🌟 Fandom: Katekyo Hitman Reborn
🌟 Personaggi: Un po' tutti
🌟 Genere: Sentimentale, Introspettivo, Commedia
🌟 Universo: AU
🌟 Rating: Arancione
🌟 Prompt/Traccia: "Mordimi!"
🌟 Numero Parole: 6.221
🌟 Bonus: Luce a intermittenza
🌟 Note: La storia si svolge in un Alternative Universe scolastico, qui tutti i personaggi frequentano la scuola superiore Namimori quindi sono un po' più grandi rispetto all'opera originale. L'età dei personaggi è all'incirca di 17/18 anni, tranne:
I-Pin, Lambo e Fran: 16 anni.
Reborn, Luce, Mammon: 25 anni.
Colonnello: 24 anni.
Lal e Fong: 27 anni.





Le dita si chiusero lentamente intorno al sottile capello che scivolava sulla guancia, oltre l'orecchio, seguendone distrattamente la linea fino alla punta per poi lasciarlo andare; con un debole "boing" la basetta tornò al proprio posto, riattorcigliandosi in una spirale.
Reborn guardava con minuziosità la palestra della scuola, per l'occasione parata a festa con festoni, zucche e decorazioni a tema (quali ragnatele finte, pipistrelli di zucchero, teste mozzate di plastica e chi più ne ha più ne metta). Intravide di sfuggita Hibari, Presidente del Comitato Disciplinare, e Haru, Responsabile e Organizzatrice dell'evento, girare per la stanza controllando che tutto fosse in ordine e disposto nel modo giusto. La ragazza, che aveva sudato sette camice non tanto per ottenere il permesso per farlo (il preside, Timoteo, era stato molto disponibile a riguardo) quanto per organizzare tutto in un arco di tempo brevissimo, era stata un tantino nervosetta quel pomeriggio tanto che aveva cominciato a sbraitare come un'ossessa contro i membri del Comitato perché avevano dimenticato di ritirare i biscotti allo zenzero dal panificio dietro l'angolo. Hibari aveva dovuto trascinarla via a forza dai due poveri malcapitati, terrorizzati a morte, e metterla in un angolino con l'ordine di non muoversi finché non si fosse calmata.
Per fortuna, con un po' di aiuto dall'esterno, Haru si era tranquillizzata ed era tornata al lavoro dopo poco meno di un'ora (passata tra isterismi, attacchi di pianto convulsivi e depressione a gogo).
La vide spuntare una voce sulla tavoletta che aveva in mano, soddisfatta, per poi afferrare il megafono che teneva appeso al collo; l'uomo fece appena in tempo a tapparsi le orecchie che un suono atroce rimbombò nella palestra, rimbalzando sulle pareti e stordendo la maggior parte dei presenti.
- Tsuna-san! Gokudera! Sono arrivate le bibite, andate a prenderle di sotto! -
Inutile dire che i due diretti interessati si stavano tappando le orecchie con le dita per evitare di rimetterci l'udito (come tutti, d'altronde).
- Pezza di rincretinita! Come ti viene di usare un megafono qui dentro?! - sbraitò Gokudera, una volta che l'eco si fu dissolto - Sai che rimbomba tutto! -
- Ma pezzo di rincretinito sarai te! - urlò lei, dall'altro lato della palestra - Ora piantala di lamentarti e vai a prendere quelle casse! - le ultime cinque parole le aveva praticamente strillate nel megafono, causando un onda d'urto colossale. Gokudera e Tsuna vennero portati via strisciando.
- Shoichi-kun! Spanner-san! Come siamo messi lì sopra? - aggiunse lei, tranquillamente, alzando lo sguardo verso le travi del soffitto dove i due ragazzi stavano sistemando luci e casse per la musica. Il biondo fece un cenno affermativo con la mano, senza staccare gli occhi dalla palla da discoteca che stava montando, mentre Shoichi (seduto sulla scaletta con un computer sulle ginocchia) collegava le varie casse alla piattaforma principale montata al lato del palco; era proprio comodo avere due geni dell'elettronica come loro in classe: avevano risparmiato le spese sugli elettricisti.
- Le casse dovrebbero essere a posto - rispose quest'ultimo, aggiustandosi gli occhiali sul naso - Devo solo regolare il volume e il suono e... - non aveva neanche finito di parlare che un fischio acutissimo uscì dalle casse disseminate per la palestra, costringendo i presenti ad inginocchiarsi sul pavimento e tapparsi le orecchie con le mani. Shoichi, che si trovava seduto esattamente accanto ad una delle casse, sussultò e cadde dalla scaletta finendo a pancia in sotto sul parquet. Il suono si spense immediatamente.
- Oh, scusa Shoichi-chan! - esclamò un ragazzo di fronte alla piattaforma del suono, togliendosi le cuffie.
- Byakuran-san! - lo richiamò Haru, alzandosi da terra.
- Colpa mia, l'ho accesa per sbaglio. Scusate - rispose lui, sorridendo a mo di scusa. Shoichi era ancora a terra e non si muoveva, se non per qualche leggero tremito alle gambe ogni tanto.
- Mi sa che lo hai ucciso - commentò Spanner, pacato, togliendosi gli occhiali da saldatore (che indossava per chissa quale astruso motivo) per guardare il corpo del suo migliore amico in preda alle convulsioni.
- Sh-Shoichi-kun...? - Haru lo punzecchiò col megafono, incerta se chiamare un'ambulanza o occultare direttamente il cadavere: non voleva che una cosa da nulla come un'omicidio colposo mandasse a monte la festa che aveva faticato tanto per realizzare. Sorprendentemente, però, il ragazzo alzò una mano tremante mostrando il pollice in su per dire che andava tutto bene... anche se era palese che così non fosse. Ma Haru non ci badò e, lasciandolo alle cure di Kyoko e I-Pin (le uniche due anime pie che sembravano preoccuparsi davvero, Spanner era tornato a lavoro come se la cosa non lo toccasse minimamente), aveva continuato il giro d'ispezione.
Reborn sospirò e si appoggò ad una parete, non badando alla risata cristallina che gli giunse alle orecchie.
- I ragazzi stanno facendo un ottimo lavoro - commentò la donna, sorridendo dolcemente - Mi ricorda quando andavamo a scuola noi. -
Anche Reborn si lasciò andare ad un sorriso - Con l'unica differenza che a noi costringevano a fare questo genere di cose. -
- E tu costringevi Skull a fare anche il tuo lavoro. Eri proprio un bullo alle superiori - ridacchiò Luce, accostandosi a lui.
- Si chiama presa di posizione: Skull è pur sempre il mio galoppino - rispose tranquillamente lui.
- Mi correggo: sei un bullo anche ora - annuì lei.
- Jare jare, mi chiedo perché dobbiamo badare ai mocciosi anche oggi. Ci pagassero almeno gli straordinari - sospirò Mammon, apparsa accanto a Reborn.
- È il nostro dovere, siamo pur sempre insegnanti, korà! - ricordò Colonnello, raggiungendola.
- Faccio l'insegnante quì solo perché la paga è buona - ribatté lei, senza neanche voltarsi a guardarlo.
Reborn alzò solo uno sguardo su di loro, inarcando un sopracciglio.
- Si può sapere perché siete vestiti anche voi? - chiese, notando il lungo mantello viola che indossava la donna e la divisa militare dell'uomo.
- Ci sembrava un'idea carina, korà! - sorrise Colonnello.
- E quelli sarebbero costumi spaventosi? - sbottò Lal scettica, giungendo loro alle spalle, vestita però normalmente.
- Ehi, perché non hai messo il costume da ufficiale che ti ho regalato? - chiese Colonnello, sinceramente stupito. In risposta gli arrivò un calcio, che lui si premurò di schivare.
- Ma figurati se facevo una cosa simile! - rispose la donna, arrossendo. Fong sorrise accanto a loro, preferendo non interferire nella conversione, alzando invece lo sguardo sui propri studenti.
- Sasagawa Ryohei, vai a vestirti immediatamente o dovrò morderti a morte. -
- Sono appena tornato da un allenamento ESTREMO non ho avuto il tempo di cambiarmi. -
- Ma mettiti almeno una maglietta, testa a prato! -
- Fratellino, non puoi girare per la scuola in mutande! -
- Queste non sono mutande: sono pantaloncini da box! E pure ESTREMI aggiungerei! -
- Tuo fratello è così imbarazzante... -
- Kufufufu, che scenetta interessante. -
- Tu sparisci, nessuno ti ha invitato! -
- Kyaaah! È Mukuro! -
- Tsuna, non scappare! Non è un comportamento molto virile! -
- Tsuna non è mai stato virile, Bianchi. -
- Sorella! Ugh... -
- Gokudera! -
- Qualcuno si decide a mettere quelle zucche appeso? Stanno marcendo! -
- Ma ti sembra il momento, Haru?! -
- Shishishi che idioti! -
- Ecco, ci mancavate solo voi! -
- Taci, feccia, siamo qui perché costretti. -
- VOOOI! Datevi una mossa invece di perdere tempo! -
- Noi qui stiamo lavorando! Piuttosto, dai una mano e metti appeso quelle zucche! -
- VOOOI! Ma a chi credi di dare ordini, testa di polipo?! -
- Zitto, feccia, fallo e basta. -
- Ma zitto, tu, Xa... GYAH! -
- Xanxus-san, non lanciare i bicchieri! -
- Ehi, Haru-senpai, Ken-nii-san sta mangiando i dolci senza permesso. -
- Tu! Allontanati dal buffet! -
- Piantala di strillare in quel megafono, porca miseria! -
Fong sospirò, rassegnato.
- Credo che il nostro compito sia controllare che la scuola resti intatta, più che altro - commentò.
- Quei ragazzi sono molto attivi, korà! -
- Quei ragazzi sono un problema - tagliò corto Mammon, seccata, voltandosi per andarsene.
- Kikyo-sama! Aiutami almeno tu! -
- Ah-ha. Adesso calmatevi tutti quanti: allontanatevi dal buffet, non lanciatevi addosso le decorazioni e vediamo di finire prima che inizi la festa. Dobbiamo ancora cambiarci, non ci resterà abbastanza tempo. -
- Uff. Io sono venuta qui solo perché c'era Byakuran-san, non ho nessuna intenzione di lavorare. -
- Bluebell, piantala di fare i capricci, cretina! Ci stiamo facendo tutti il culo, quì! -
- Zakuro, linguaggio. -
- Kh. -
- Qualcuno ha visto Daisy? -
- L'ultima volta che l'ho visto stava portando gli attrezzi della palestra nell'auditorium... tre ore fa. -
- ... -
- DAISY! -
-  Ahki! Che cosa è preso a Bluebell-chan?! -
- Daisy non va mai lasciato solo, cretini! -
- Ah-ha. Niente paura, se ne occuperanno loro. -
- Beh, io un po' preoccupato sono... -
- Ahahahah, che buffi che siete! -
- Lo sai, Yamamoto... hai il potere innato di risvegliare l'assassino che c'è in me. -
- Eh? -
- Le luci sono pront... ah! -
- Guaaah~! -
- Spanner-san! Stai bene? -
- Uhm... sì, sono caduto sul morbido. -
- No, sei caduto su di me! -
- Oh. Scusa, Shoichi. -
- Qualcosa mi dice che non finirei mai, qui... -
Reborn sospirò, rassegnato: per una volta era d'accordo con Tsuna.



Hibari non sapeva cosa fosse più strano: il fatto che fosse rimasto anche a festa avviata (e che quindi si trovasse in mezzo a praticamente tutta la scuola) o che si fosse addirittura travestito. Per carità, tutto pur di non sentire quell'isterica urlargli nelle orecchie che fosse una festa in maschera e che quindi ci si dovesse vestire. In effetti, Haru era l'unica a non provare una paura eccessiva per lui e i suoi tonfa, e non aveva mai saputo dire se fosse poca considerazione della propria vita o semplicemente stupidità.
Ma più probabilmente era la seconda.
- Kufufufu. -
Una vena apparve sulla fronte del giovane insieme alla voglia di voltarsi e prendere a pugni colui che sostava alle sue spalle, incurante di tutti.
- Bel costume da Vampiro - si complimentò Mukuro, divertito. Hibari sospirò.
- Ho solo preso in prestito un mantello dal club di recitazione - tagliò corto, secco, senza neanche voltarsi a guardarlo.
- Immagino non faccia molta differenza con la giacca che indossi di solito - commentò.
- Cosa vuoi? - tagliò corto lui, gelido, per niente intenzionato ad avviare una conversazione senza senso.
- Mi annoiavo - ammise il ragazzo.
- Non me ne può fregar di meno. -
- Non fare l'acido, pensavo che potevamo divertirci un po' noi due... insieme - propose lui, malizioso.
- Sei disgustoso. Vai a cercare la compagnia di quell'altro idiota e lasciami stare - ringhiò Hibari, allontanandosi.
- Oya, non saremo mica gelosi! -
Hibari si fermò dopo pochi passi, ma non si voltò. Rokudo rise.
- Tra me e Byakuran non è mai successo nulla, lo sai. Solo perché ogni tanto ci siamo ritrovati a fare due chiacchiere davanti ad un caffé non significa che me lo porti a letto - informò, suadente, avvicinandosi - In questi ultimi giorni, poi, sei stato così impegnato... non hai mai avuto un po' di tempo per me - aggiunse in un mormorio, abbassandosi sul suo orecchio - Dovrei essere io quello geloso: sempre con quella Miura intorno... -
Le mani di Rokudo scivolarono sulle sue spalle scendendo fino al petto, lente, giocando con i bottoni della sua camicia... ma Hibari non batté ciglio.
- È solo lavoro - rispose, senza però sapere perché avesse sentito il bisogno di giustificarsi.
- Però, a quanto mi risulta, non ti dispiacciono neanche le ragazze... dopotutto, una volta uscivi con Nagi - ricordò Rokudo, stringendo le braccia intorno a lui in una specie di abbraccio, mentre le dita si erano infilate sotto la sua camicia.
- Solo perché l'anno scorso stavo con lei non significa che mi piacciano tutte le ragazze - ribatté, impassibile, senza muovere un muscolo né per assecondarlo né per allontanarlo.
- Oh, quindi te la facevi solo perché ti piaceva lei e non quello che aveva - lo canzonò annuendo - Dopotutto, sei tu quello che disse di non dare importanza al sesso di chi ti stava accanto purché fosse degno del tuo rispetto. -
- Dove vuoi arrivare? - domandò Hibari, abbassando gli occhi per osservare la mano del ragazzo che gli carezzava il petto da sotto l'indumento, mentre l'altro braccio gli circondava la vita.
- Anche io sono degno del tuo rispetto, no? - gli sussurrò nell'orecchio, divertito e con una punta di malizia - Purtroppo non mi piacciono particolarmente le ragazze, ma se vuoi fare una cosa a tre... -
Rokudo dovette staccarsi bruscamente, allontanandosi dal ragazzo per evitare la gomitata che lo avrebbe sicuramente privato delle zone importanti.
- Fai schifo - sibilò Hibari - Non farò mai una cosa a tre con te, piuttosto Nagi me la scopo da solo! - sbottò, girando i tacchi ed avviandosi all'uscita. Il ragazzo rise e lo seguì.
- Oh, adesso divento geloso - ridacchiò, fermando la porta che lui aveva cercato di chiudergli in faccia. I corridoi della scuola erano deserti, gli unici che vi si aggiravano erano solo loro due.
- Hai intenzione di seguirmi ancora per molto? -
- Dipende. Non è che stai andando a cercare Nagi? -
- E se anche fosse? -
- In questo caso non andrebbe bene, sai? Scopartela solo per fare un dispetto a me... no, no, non è così che si fa - lo rimproverò, con finta severità.
- Non voglio sentirmelo dire da uno come te. -
Rokudo ignorò la frecciatina e puntò lo sguardo sulla porta dell'aula di musica davanti a loro, leggermente socchiusa; un ghigno si aprì sul suo viso e ci mise meno di due passi a raggiungere Hibari. Tre secondi dopo lo aveva incastrato contro il muro, baciandolo con irruenza.
Hibari, se dapprima aveva mostrato resistenza, ci mise poco a lasciarsi andare e rispondere con altrettanta foga. Era una cosa su cui nessuno di loro due aveva il controllo, un qualcosa che li attirava come una calamita l'uno verso l'altro.
- Abbiamo molti arretrati da recuperare - mormorò Rokudo. Hibari non rispose, lo prese per il colletto della giacca e lo gettò nell'aula alle sue spalle; la risata di Rokudo fu l'ultima cosa che si udì prima che la porta si chiudesse.


Nagi non avrebbe dovuto pensare quelle cose, era sbagliato nei loro confronti.
Dopotutto, lei ed Hibari erano stati insieme solo cinque mesi e poco meno di un anno prima.
Eppure... beh, faceva ancora male vederlo con qualcun altro.
A volte li invidiava perché sapeva che, sebbene non lo dicessero apertamente, si amavano e a volte si era ritrovata anche ad essere contenta per loro. Un po' come Xanxus e Squalo, sempre pronti a prendersi a parole e lanciarsi contro oggetti, ma lei li aveva visti (per una serie di circostanze che avevano portato lei e Tsuna ad essere nel posto sbagliato al momento sbagliato) nei loro momenti di solitudine e non aveva potuto fare altro che provare un moto di commozione per la profondità dei loro sentimenti... seguito subito dopo da una serie di espressioni scandalizzate e disgustate.
Ma ciò che succede nella bidelleria resta nella bidelleria, era questo il patto che avevano fatto lei e Tsuna una volta che erano riusciti ad uscire di lì (abbastanza sconvolti).
E ancora Gokudera e Yamamoto: uno allegro e spensierato, l'altro incazzoso e scorbutico: insomma, la coppia più cliché che esisteva!
Stessa cosa per i loro insegnanti: Colonnello e Lal (che insegnavano entrambi educazione fisica ma in sezioni diverse) erano sempre lì a battibeccare come una vecchia coppia di sposini sebbene fossero a malapena fidanzati, e molti a scuola avevano già fatto scommesse su quando i due si sarebbero sposati (quasi tutti credevano che dovesse essere Lal a fare la proposta, dato che sembrava lei il ragazzo ribelle e Colonnello la fidanzatina innamorata); Reborn e Luce (l'insegnante di letteratura e la docente di economia domestica) non erano neanche fidanzati ma giravano un sacco di voci per l'istituto, e anche Nagi personalmente li vedeva benissimo insieme, insomma: che Reborn fosse innamorato della donna era abbastanza palese. Per non parlare della relazione segreta (che tanto segreta non era) tra Fong, insegnante di matematica, e Mammon, professoressa di filosofia: quei due non se li era aspettati nessuno.
Sospirò, sedendosi ai bordi del palco a contemplare assorta gli studenti che ballavano tra le luci colorate.
Persino quello schizzato di Ryohei, il fratello di Kyoko, si era trovato la ragazza: come facesse Hana a stargli accanto, poi, era un mistero. Ma, dopotutto, lei era quella che alle medie era cotta di Lambo, quindi un po' di cose si spiegavano. E a proposito di Lambo...
Fece saettare lo sguardo a bordo pista, dove Lambo ed I-Pin stavano pomiciando dietro un paio di zucche, e sorrise. Già, tutti avevano scommesso su di loro che si conoscevano sin da bambini.
- Che ci fai qui tutta sola? - domandò una voce accanto a lei, facendola sobbalzare: Byakuran era rannicchiato al suo fianco, porgendole un bicchiere di aranciata.
- Oh... io... ehm... grazie - mormorò, prendendolo. Il ragazzo fece passare le gambe oltre il palco, sedendosi comodamente.
- Una bella festa, eh? - disse. Nagi annuì, con gli occhi fissi nel proprio bicchiere, e Byakuran sorrise. - A volte non si può avere ciò che vogliamo ma questo non significa che dobbiamo deprimerci - mormorò dolcemente. Nagi sgranò gli occhi e arrossì violentemente.
- I-Io... - balbettò.
- Non devi sentirti in imbarazzo, capisco come ti senti - la interruppe lui - Penso che sia anche normale, dopotutto. -
- Ma, Byakuran, significa che... -
- Oh, no, non siamo qui per parlare di me, quindi per favore evita domande di quel genere - la interruppe lui.
- Scusa. È solo che... è difficile dimenticare - ammise, con un sospiro.
- Nessuno dice che devi farlo - informò Byakuran, tranquillamente - Il tempo che hai passato con lui è stato importante per te ed è giusto che tu tenga stretti quei ricordi, ma devi anche andare avanti. Guardati intorno, il mondo è pieno di ragazzi e sono sicuro che tra loro ci sarà sicuramente quello giusto per te.
Prendi Kakimoto-kun, per esempio! - aggiunse, indicando il ragazzo dall'altro lato della sala, vicino al buffet.
- Chikusa è fidanzato con M.M... - ricordò Nagi - E, detto sinceramente, non riuscirei mai a vederlo in quel modo - disse.
- Oh. Tsuna-san allora! - insisté, adocchiando il ragazzo sulla pista da ballo.
- È innamorato di Kyoko e lo vedo più come un fratello. -
- Ah. Beh, Gokudera-kun e Yamamoto-kun non li nominiamo nemmeno visto che stanno insieme - scartò Byakuran - Ryohei-san è fidanzato, Zakuro è troppo strano, Daisy... no, dai, è meglio di no. -
Nagi ridacchiò - Shoichi e Spanner li shippo, quindi scarta anche loro - aggiunse, divertita, bevendo un sorso di aranciata.
- Oh, guarda che coincidenza anche io! - rispose il ragazzo. Lei fece scorrere lo sguardo per la stanza, sorridendo, vedendo di sfuggita Belphegor e Fran sparire nel corridoio: loro erano altri due che shippava.
- Che ne dici di Kikyo? -
- Lo shippo con Bluebelle. -
Byakuran si lasciò andare ad una risata - Certo che anche tu... sei una shippatrice incallita. -
Nagi arrossì. - Li vedo bene insieme. Guarda Shoichi e Spanner per esempio - spiegò, indicando i due ragazzi litigare vicino la postazione da dj, poco lontano da loro - Hanno molte cose in comune e si intendono benissimo, insieme sarebbero perfetti. O Kikyo e Bluebell - continuò, rivolgendo la propria attenzione ai due ragazzi in piedi a bordo pista, intenti a chiacchierare tranquillamente (o meglio: Kikyo parlava con calma, lei indicava freneticamente gente a caso nella stanza dicendo cose a loro inudibili). - Kikyo è sempre così tranquillo e gentile ed è l'unico che riesce a tenere buona Bluebell, allegra ed esuberante. Si completano a vicenda. -
- E tu invece? - domandò Byakuran, che aveva seguito con attenzione i suoi ragionamenti. Il sorriso si spense sulle sue labbra e lei abbassò il capo.
- Io... niente - rispose, alzando le spalle - Semplicemente niente. E poi... beh, è difficile shippare sé stessi. -
- Non troppo, se conosci i tuoi sentimenti - rispose lui - Prendiamo per esempio... ehm... non ci è rimasto nessuno? - chiese, guardando tutti in difficoltà - Oh, aspetta... Joshima-kun! -
Nagi si bloccò nell'atto di bere ed alzò gli occhi su di lui, che la guardava innocente - Ok... questo sarebbe strano - ammise.
- Sì, decisamente - concordò Byakuran, prendendo anche lui un sorso di bibita - Ma non impossibile - buttò lì.
- Cosa? - domandò Nagi, perplessa.
- Insomma, dico solo che nulla vi impedirebbe di mettervi insieme - rispose lui, vago.
E Nagi capì.
- Era qui che volevi arrivare - realizzò, puntandogli il dito contro - Tu volevi arrivare a questo! -
- Chi, io? Ma no, che dici! - rispose lui, con l'aria più innocente del mondo.
- Byakuran, tu... tu... - Nagi boccheggiò, non riuscendo a formulare quelle parole: era troppo strano da pensare, figurarsi dirlo.
Byakuran sospirò, rassegnato - Ok, lo ammetto: vi shippo - confessò, arreso. E Nagi sgranò gli occhi - No, dai, sul serio? - chiese, incredula.
- Ehi, ognuno è libero di shippare chi vuole! - si difese subito lui - Tu shippi Kikyo e Bluebell, io shippo te e Joshima-kun. Che male c'è? -
- Libertà di pensiero! Libertà di pensiero! Libertà di pensiero! - si ripeté la ragazza, cercando di trattenere i brividi.
- Quanto la fai tragica! -
- Suvvia: mi odia! - rispose, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
- Beh, odiare è una parola grossa... -
- Sarebbe come shippare Zakuro e Gamma-sensei! - ribatté lei.
- Quella è una Crack Pairing - notò lui.
- Appunto - rispose Nagi.
Byakuran scosse il capo ma sorrise, portandosi il bicchiere alle labbra - Io vi shippo lo stesso - concluse, ridacchiando nell'aranciata quando lei gli diede un colpo sul braccio. Ma anche Nagi sorrise, rispostando lo sguardo sulla festa un po' più serena.


Il cioccolato si ruppe tra i suoi denti con uno schiocco secco, sparendo poi alla vista mentre masticava, gli occhi che saettavano sulle coppie che danzavano a passo lento per la palestra. Vide Kikyo cercare di insegnare i passi di un ballo ad un'impacciata Bluebell, e non poté fare a meno di sorridere: si sentiva come una fangirl che vedeva la sua ship preferita realizzarsi.
Era così persa nei suoi pensieri che sobbalzò quando una figura le si accostò di fianco.
- Sembri una stalker pervertita, piantala di sbavare su quei due! - sbottò Ken. La ragazza arrossì violentemente.
- Io non sbavo - mormorò, riportandosi la barretta tra i denti - Contemplo una delle mie ship preferite realizzarsi - aggiunse, spostando lo sguardo dall'altro lato della sala.
- Io lo chiamo sbavare - ripeté il ragazzo, seccato, afferrandole la mano con cui teneva la barretta e piegandosi per morderla.
Nagi divenne, se possibile, ancora più rossa. Poté giurare di vedere Byakuran spuntare di corsa da dietro le tende del palco con Shoichi e Spanner al seguito, e cercò di non dargli nessun motivo per farsi film mentali su di loro.
- E-Ehi! - si lamentò, allontanandosi di scatto da lui.
- Quante storie che fai - borbottò lui, passandosi la manica della giacca all'angolo della bocca.
Ecco perché il solo pensiero di lei e Ken insieme era un'Utopia: era inconcepibile che lei si potesse mettere con un soggetto del genere.
Voltò la faccia di lato e vide entrare Rokudo e Hibari, il secondo si stava alzando il colletto della camicia per nascondere i segni rossi sul collo, irritato, mentre l'altro sorrideva tranquillamente.
D'altronde, però, non era tanto diverso da loro, o da Gokudera e Yamamoto che stavano litigando poco più in là poiché il moro si stava lasciando andare in effusioni in pubblico (e, per quanto sbraitasse, era evidente che Gokudera non disprezzasse).
Ma questo non significava niente. Loro non erano e non sarebbero mai stati quel tipo di coppia, per quanto Rokudo potesse continuare a tentare di coccolare Hibari che a sua volta tentava di castrarlo il più discretamente possibile, sotto i suoi occhi.
Lei non era fatta per quel tipo di relazioni e non voleva avere accanto un ragazzo come Ken. Fine della cosa.
- Non ne ho più voglia, finiscila pure - mormorò, piazzando la tavoletta nelle sue mani e dirigendosi verso l'uscita, senza voltarsi indietro: era stanca e voleva andare a dormire, quella serata le aveva solo ricordato quanto si sentisse sola e inadatta.
Non si aspettava però di sentire proprio quel braccio circondarle il collo e riportarla indietro, contro ogni sua volontà.
- Ma tu guarda se mi tocca fare anche da babysitter! - borbottò Ken, stringendo la tavoletta tra i denti mentre la trascinava in pista.
- C-che... d-dove vai?! - balbettò, cercando di scappare.
- È inutile continuare a deprimerti come una mocciosa, oramai è andato! - rispose lui, indifferente, lasciandola basita - E mi sembra anche che se la passi bene, quindi datti uno schiaffo morale e pensa a te stessa. -
Nagi non seppe cosa rispondere, stupita da quell'improvviso discorso morale uscito proprio da lui, e meno di un battito di ciglia dopo era al centro della palestra con le braccia di lui intorno alla vita.
- Uhm... cosa vorresti fare? - chiese incerta e, tra le luci intermittenti della sala, poté giurare di vederlo arrossire.
- Mi annoio, almeno facciamo qualcosa - borbottò Ken, distogliendo lo sguardo.
E quello era decisamente imbarazzante.
Spostò lo sguardo altrove, pur di non dover guardare lui, e incontrò una scena alquanto singolare: Byakuran, Shoichi e Spanner erano seduti ai piedi del palco, sgranocchiando marshmallow mentre guardavano proprio loro due, facendo commenti di tanto in tanto (ebbe il dubbio di vedere anche qualche banconota passare di mano in mano, ma si augurò di essersi sbagliata); vide l'albino baciarsi dolcemente la punta delle dita, in un gesto di apprezzamento, e si affrettò a voltarsi dall'altro: mai dare materiale per una ship ad una fangirl... e a Byakuran.
Sentì il ragazzo borbottare un - Idioti! - e alzò di scatto gli occhi su di lui.
- Eh? -
- N-niente - rispose lui, spostando gli occhi altrove.
Non si poteva dire che a Nagi piacesse ballare, preferiva di più stare a bordo pista a sgranocchiare qualche dolce che tuffarsi in mezzo alla folla; per questo era strano per lei stare proprio al centro della palestra, per di più tra le braccia di Ken (sarebbe venuta la fine del mondo, senza dubbio) a dondolarsi pigramente tra le note di un lento. Oltretutto i tacchi iniziavano a farle male: ancora non si capacitava di essere riuscita a farsi convincere da Haru ad indossare quel vestito nero modello inglese dell'800. Per farselo piacere lo aveva modificato fino a sembrare un cosplay al femminile di Ciel Phantomive (se c'era una cosa che accomunava lei, Byakuran e Shoichi era proprio la passione per i manga, difatti erano gli unici due che avevano riconosciuto il travestimento). Senza contare che diventava ogni secondo più imbarazzante stare appoggiata a Ken, specie quando alcuni dei loro amici avevano iniziato ad adocchiarli sorridendo maliziosamente.
Si fermò di colpo, scivolando via dalla sua presa senza avere il coraggio di alzare gli occhi.
- M-mi fanno male i piedi - ammise, imbarazzata: non era una bugia ma nemmeno tutta la verità - Vado a sedermi, eh. -
E senza aspettare oltre sgusciò tra la folla. Non c'erano molti posti per sedersi tranne il palco, dove lei non aveva nessuna intenzione di andare, quindi entrò nel deposito della palestra, accanto alla porta, dove erano stati ammucchiati i materassini; si sedette su di un paio ed alzò la gonna del vestito, per slacciarsi gli stivali tacco dodici. Si abbandonò ad un sospiro di sollievo quando i piedi bollenti entrarono in contatto con l'aria fresca.
- Mai più - mormorò, passandosi una mano tra i capelli corti.
- Mettere quei cosi o ballare? - domandò la voce di Ken sulla soglia, facendola sussultare: non si era accorta che l'aveva seguita.
- T-tutti e due - rispose, imbarazzata - Se sto ferma non sono un fastidio - aggiunse.
- Mh - rispose semplicemente lui, entrando e chiudendosi la porta alle spalle così da lasciare la musica e i suoni fuori - Quei cretini si sono messi a fare scommesse - commentò, seccato, avvicinandosi - Li ho visti passarsi soldi. Oh, e Kikyo ha baciato Bluebell in mezzo alla pista: te li sei persi - aggiunse, abbandonandosi sul materassino accanto a lei, che si voltò di scatto con l'occhio sbarrato.
- Co... ma... ma... - balbettò, sconvolta: lei se ne andava e la sua ship si metteva a pomiciare? Era uno scherzo?!
- Tranquilla, il latticino aveva il telefono pronto: ha ripreso tutto - la consolò, vago - Anche se penso stesse aspettando qualcos'altro. -
Nagi arrossì, sapendo esattamente cosa Byakuran stesse aspettando.
- Direi che a questo punto mancano solo i due nerd, no? -
Nerd?
Oh.

- Credo che con Shoichi e Spanner sarà più dura del previsto - abbozzò lei, con un sorriso.
- Prima o poi se ne accorgeranno anche loro... -
Fu allora che un dubbio sfiorò la mente di Nagi, distraendola da ogni altro pensiero: come faceva Ken a sapere che li shippava? Non era una cosa che andava sbandierando ai quattro venti.
- ...almeno non sono una Crack Pairing. - 
Fu come se il tempo si fosse fermato in quell'istante, facendola gelare sul posto: possibile... possibile che Ken l'avesse sentita parlare con Byakuran? No, era assurdo.
Deglutì silenziosamente, tenendo lo sguardo fissò davanti a sé.
- L-le Crack Pairing sono le coppie fuori dall'ordinario... loro due non rispecchiano proprio il caso - mormorò, cercando di ignorare la morsa che le attanagliava lo stomaco.
- So cosa significa Crack - rispose lui, e c'era una nota fredda e tagliente nella sua voce.
Nagi non ebbe più dubbi: li aveva sentiti. Solo non riusciva a capire perché se la prendesse tanto.
- S-senti, se è per quello di cui stavamo parlando prima io e Byakuran... - mormorò, imbarazzata.
- Non m'interessa - tagliò corto lui, appoggiandosi al muro - Né delle seghe mentali di quell'idiota né dei tuoi complessi. Solo... - tentennò, e voltò il viso dall'altro lato - ...non è vero che ti odio - mormorò infine.
Nagi ci mise poco ad assimilare quelle parole e si voltò a guardarlo, stupita.
- Cosa? -
Ken si voltò verso di lei, allibito e leggermente rosso - C-cos'è che non hai capito di una frase così semplice! -
- Non è la frase che non ho capito, ma questa tua improvvisa voglia di dirmelo - specificò lei, con naturalezza. Il ragazzo arrossì un po' di più.
- N-no, è s-solo che... non voglio che la gente vada in giro a dire cose non vere su di me! - spiegò.
- Beh, io pensavo che fosse vero - si giustificò Nagi.
- Questo perché tu pensi sempre le cose sbagliate! - la rimbeccò Ken.
- Veramente... ne sono convinti tutti - ammise lei, innocentemente, lasciandolo senza parole. La ragazza ricordava bene tutti i commenti dei loro amici, sparati occasionalmente in determinate circostante.
Il "Solo perché ti odia non ha nessun diritto di parlarti così" di Haru.
Il "Certo che ti odia proprio" di Yamamoto.
Lo sconcertato "Che cosa gli hai fatto per farti odiare così?" di Zakuro.
O addirittura il "Mai visto tanto odio in vita mia... ed io conosco Xanxus!" di Squalo.
Persino Fran se n'era uscito con un "Credo che Ken-nii ti odi proprio, Nagi-onee."
Insomma, su questo erano tutti d'accordo.
Tranne Chikusa, che se ne usciva spesso con un "Lascia perdere, è semplicemente stupido". Ma il succo era quello.
Ken, invece, era abbastanza turbato.
- D-do... do davvero questa impressione? - balbettò, facendola annuire. - È frustrante - ammise, sconsolato.
- Dici? -
- Sì! -
- Perché? -
- Perché non è vero! -
- Ah. -
- E non dirlo con quel tono scettico! -
- Non era scettico. -
- Ah, ma che ci parlo a fare con te! È una perdita di tempo. -
- Ecco che ricominci... -
- Ricomincio a fare cosa?! -
- L'odioso. -
Nella stanza scese il silenzio. Ken era ammutolito fissando negli occhi Nagi, impassibile come al solito; il ragazzo si staccò lentamente dal muro e si piegò in avanti con un sospiro.
- È... difficile - ammise infine.
- Cosa è difficile? - domandò Nagi, curiosa.
- Far finta di niente. Tu dovresti saperlo, no? -
Lei lo guardò, confusa - Non capisco cosa intendi - ammise.
- N-non riesco a dirlo... ad alta voce... - mormorò lui, imbarazzato - T... te lo dico nell'orecchio, ok? - propose. Nagi era più perplessa di prima ma non fece storie: doveva essere qualcosa di grosso se nemmeno lui riusciva a dirlo.
Si sporse verso di lui, tendendo l'orecchio, e Ken si avvicinò esitante: coprendosi la bocca con la mano sussurrò solo quattro parole.
Nagi sgranò gli occhi, impallidendo, per poi arrossire violentemente e ritrarsi di scatto, guardandolo in faccia.
- Co...?! - cominciò sconvolta.
- N-non dire niente! - la fermò subito lui, il viso in fiamme e lo sguardo basso - Per favore non dire niente! Non chiedere, non rispondere: niente di niente! - agitò le mani davanti al viso, cercando in tutti i modi di non guardarla negli occhi. - Non ce n'è bisogno... lo so già - aggiunse, in un mormorio.
La ragazza era rimasta senza parole, guardandolo, allibita, senza potersi capacitare di ciò che aveva appena udito: come? Quando era successo? Perché?
- Ken... - cominciò.
- No! - la interruppe lui, deciso - Davvero, va bene così. Me n'ero già fatto una ragione... non importa - concluse, tornando a guardare davanti a sé - Va bene così. -
Ma non andava bene per lei, non era mai andata bene e sempre così sarebbe stato. E, in fin dei conti, Byakuran aveva ragione.
Strinse la gonna del vestito tra le mani, non capacitandosi di cosa stesse davvero per fare, ma decise di non preoccuparsene. Doveva farlo e basta. Era la cosa giusta.
Allungò una mano e la poggiò sulla sua spalla.
- Ken - chiamò, con voce ferma.
- Mh? - il ragazzo alzò il viso... e nella stanza scese il silenzio.


Byakuran cambiò canzone, mettendo qualcosa di più movimentato, prima di togliersi le cuffie e passarle Zakuro.
- Giocaci un po', io torno subito - disse. Il ragazzo annuì e prese il suo posto, mentre l'albino usciva da dietro la tenda e camminava a bordo pista, diretto verso la porta del deposito attrezzi: quei due erano lì dentro da un sacco di tempo, non poteva non essersi fatto qualche pensiero strano, ed aveva tutte le intenzioni di dare un'occhiata.
Se poi li avesse trovati seduti a parlare o litigare, sarebbe stata la volta buona che picchiava qualcuno: perché quei due erano fatti per stare insieme, idiota chi non l'avesse ancora capito. Che poi Ken fosse cotto di Nagi era anche abbastanza palese, ma evidentemente solo lui, Spanner e Chikusa lo avevano capito. E forse anche Kikyo e Rokudo, ma non ne era sicuro.
Beh, la verità era solo dietro quella porta... e lui era prontissimo a prendere a pugni qualcuno.


Nagi sospirò, stringendosi di più a lui; sentì la sua mano alzargli la gonna e carezzarle la coscia, coperta dal reggicalze. Le sue labbra vagavano sul proprio collo, lasciandovi baci e morsi, mentre l'altra mano saliva al corpetto del vestito cercando il punto in cui slacciarlo, mentre le sue dita gli stringevano i capelli.
E Nagi si stupì di come tutto ciò venisse loro naturale. Quando lo faceva con Hibari (anche dopo le prime volte) era sempre imbarazzata. Non che ora non lo fosse ma... non troppo, ecco.
Sentì le dita poggiare nell'interno coscia e gemette, affondando il viso nel suo collo. Aprì di più le gambe, permettendogli di entrarvi comodomente e strusciarsi su di lei.
Lo sentì leccarle il lobo dell'orecchio, prima di accostarsi su di essi e mormorare rocamente una sola parola.
- Mordimi! -
E lei non se lo fece ripetere due volte, poggiando le labbra sul suo collo e affondandovi i denti, succhiando leggermente, lasciando un segno rosso che non sarebbe andato via tanto presto. Ken gemette e infilò le dita sotto la sua biancheria... fu solo allora che accadde.
La porta si aprì di colpo, pietrificandoli entrambi sul posto. Voltandosi lentamente, videro Byakuran fermo sulla soglia con uno sguardo indecifrabile.
Gli occhi indaco del ragazzo saettarono dalle mani di lui sotto la gonna di lei, al segno fresco sul suo collo... poi alzò il viso al cielo, battendo le mani.
- Grazie universo! - esclamò, facendoli arrossire furiosamente. - Oh, non badate a me, continuate pure quello che stavate facendo. Tranquilli - aggiunse lui, sorridendo, prima di uscire e chiudere la porta - Shoichi-chaan! - canticchiò poi, allontanandosi - Mi devi qualche verdooone! -
E Nagi sarebbe potuta morire di vergogna seduta stante.
   
 
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