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Autore: LightingThief    08/11/2017    2 recensioni
Si allenavano insieme, pranzavano insieme, ridevano insieme, qualche notte anche durante le missioni avevano dormito accanto, lasciando così che fra di loro si creasse un muto rapporto di rispetto reciproco. In fondo Neji non era mai stato esattamente il tipo di ragazzo che elargiva parole a chiunque, bastava vedere il rapporto con le cugine, a cui ormai era molto legato.
Ma durante l’ultima missione era accaduto qualcosa che rischiava di tormentare la ragazza. Qualcosa che l’aveva spinta ad esitare.
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Piccola One Shot su una coppia che personalmente adoro e che rimarrà OTP per tutta la vita, ovviamente sto parlando della NejixTenten.
Spero che vi piaccia.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Neji Hyuuga, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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La luna, quella sera, era in fase crescente, il che voleva dire che fra un paio di giorni la luna piena avrebbe illuminato le strade di Konoha. Si trovavano in quel periodo dell’anno in cui la luna sembrava davvero vicinissima, tanto da poterla toccare con un dito, esattamente ciò che stava facendo Tenten. Aveva sollevato l’indice, mettendosi sulle punte dei piedi quasi con fare infantile e poi si era voltata verso il resto della propria squadra, mostrando un sorriso divertito ed allo stesso tempo soddisfatto.
«Non sembra che così la luna si possa toccare?» trillò la ragazza, prima di tornare a poggiar i piedi sul terreno in maniera normale.
A pochi metri da lei vi erano le figure del Maestro Gui che insieme a Neji sorreggeva il giovane Rock Lee che aveva avuto un crollo post sbronza. Non era stato per niente facile riuscire a placare il problema di Lee quando decideva di bere, ma quella sera dovevano necessariamente festeggiare.
Il salvataggio del Kazekage era stato un successo, nonostante tutto, avevano addirittura sconfitto due membri dell’Akatsuki, quindi un notevole passo in avanti rispetto alla settimana scorsa. Ecco che allora Maito Gui aveva deciso di portar i suoi tre pupilli a cena fuori, come ricompensa per lo splendido lavoro fatto. Questa era una delle cose positive che Tenten apprezzava del maestro: la voglia di far festa e la grande allegria mostrata ache nei momenti negativi. Di contro non sopportava le continue sfide che proponeva loro, e che unicamente Lee era disposto ad accettare perché erano “giovani e forti”. No, decisamente Tenten a tutto ciò non si sarebbe mai abituata e men che mai lo avrebbe fatto Neji. Lui ed il suo stoico silenzio erano quanto di più piacevole potesse esserci nella squadra, ma ovviamente questo Tenten non lo avrebbe mai ammesso. Alla fine adorava i propri compagni che con il tempo avevano formato un vero e proprio team, rendendo orgoglioso il maestro.
«Hai ragione Tenten. Questo è lo spirito giusto, tira fuori la giovinezza che c’è in te e continua a porti sfide sempre più grandi. Magari un giorno toccherai davvero la luna.»
Ed ecco la classica risposta di Gui, che come sempre non faceva altro che alludere alla giovinezza. Lee, mezzo addormentato, avrebbe di certo commentato con qualcosa del tipo “Ha assolutamente ragione, sensei!” ma per fortuna la sbornia stava avendo effetto. Non era stato facile spiegare e scusarsi con i proprietari del locale a causa di Lee e della sua mania ad esagerare anche con un solo goccio di sakè, ma alla fine aveva ceduto e si era addormentato.
Neji, come sempre, aveva preferito il silenzio, limitandosi ad aiutare il maestro nel trasportare il proprio compagno di squadra e solamente giunti ad un bivio, fra le grandi strade di Konoha, i quattro si fermarono.
«Dunque, mie cari ragazzi, Rock Lee abita da queste parti quindi provvederò a riaccompagnarlo a casa, tu invece Neji potresti riaccompagnare Tenten? Non vorrei che tornasse a casa da sola.»
A quell’affermazione la kunoichi rivolse un rapido e fulminante sguardo al proprio maestro, che aveva parlato con assoluta tranquillità, mentre le sue gote divennero immediatamente rosse per la rabbia. Perché avevano tutti quanti questa stupida mania di sottovalutarla? Lei era matura abbastanza da poter ritornare a casa da sola, su questo non vi era alcun dubbio e non aveva bisogno dell’aiuto di nessuno, men che mai di Neji.
Specialmente di Neji.
Specialmente dopo quello che era successo durante l’ultima missione.
«Non c’è ass—…»
«D’accordo!»
Ed ecco che le voci dissonanti sua e di Neji partirono insieme, tanto da costringerli a lasciarsi un rapido sguardo a vicenda, come se la cosa fosse decisamente strana.
Non poteva crederci che Neji avesse davvero accettato di accompagnarla a casa, anche perché era una cosa che di rado succedeva, quindi si limitò ad incrociare le braccia all’altezza del petto, rivolgendo un’occhiata al maestro, che adesso teneva fra le braccia un Lee addormentato che mugugnava qualcosa su Sakura. Insomma, la normalità.
«Perfetto, ci vediamo domani al solito posto e mi raccomando ragazzi, la giov—… Lee! Non baciare la mia mano!» urlò il maestro cercando di staccarsi dal proprio studente.
Tutto ciò, per quanto esilarante potesse essere, non scatenò reazione alcuna in Neji, mentre Tenten si limitò a guardarli con aria scettica, tenendo le braccia all’altezza del petto. Passarono un paio di secondi, giusto il tempo di veder il maestro e Lee allontanarsi, che allora Neji la superò facendole cenno di seguirlo.
Ormai erano un team da tanto tempo, da quando avevano terminato l’accademia, e Tenten sapeva bene quanto Neji fosse chiuso, o per lo meno all’inizio lo era molto di più. Solamente con gli anni, dopo svariate disavventure, loro tre avevano capito che cosa significasse essere una vera squadra. C’era sempre la sana competizione fra tutti quanti, ma era la competizione necessaria a spingerli a fare del suo meglio. Era come se in qualche modo Neji fosse sceso dal piedistallo su cui si era posto una volta entrato in squadra, e questo aveva anche contribuito a renderlo più aperto con i propri compagni, specialmente con Tenten.
Si allenavano insieme, pranzavano insieme, ridevano insieme, qualche notte anche durante le missioni avevano dormito accanto, lasciando così che fra di loro si creasse un muto rapporto di rispetto reciproco. In fondo Neji non era mai stato esattamente il tipo di ragazzo che elargiva parole a chiunque, bastava vedere il rapporto con le cugine, a cui ormai era molto legato.
Ma durante l’ultima missione era accaduto qualcosa che rischiava di tormentare la ragazza. Qualcosa che l’aveva spinta ad esitare. Qualcosa che l’aveva inspiegabilmente sorpresa. Infatti durante il combattimento contro Kisame dell’Akatsuki, di cui il maestro Gui stentava a ricordarsi il nome, si era ritrovata richiusa in una “Prigione acquatica” che non solo l’aveva quasi uccisa ma addirittura l’aveva quasi prosciugata di energie. Ciò che però era rimasto impresso nella propria mente era stato ben altro. Le mani di Neji ferme sulla sua vita che la reggevano saldamente, le parole colme di preoccupazione dette a bassa voce in modo tale che neanche Lee potesse sentirle, e poi lo sguardo spettrale del Byakugan puntato verso i propri occhi. Si erano guardati per più di qualche secondo, ritrovandosi letteralmente faccia a faccia, ed allora Tenten fu sicura che il proprio cuore avesse perso qualche battito. Erano stati attimi rapidi e veloci, perché subito dopo, quasi all’unisono, i due si erano voltati per guardare in direzione opposte, mentre un energico Lee continuava ad incitare il maestro durante il combattimento.
Era stata una cosa stupidissima, ma Tenten possedeva la mente di una ragazza e di certo non avrebbe mai negato che il proprio compagno di squadra, Neji, fosse un brutto ragazzo. Ricordava bene anche di come Ino Yamanaka durante gli esami dei chunin avesse provato a far colpo su di lui, cosa che l’aveva stranamente infastidita, ma focalizzarsi su Neji era praticamente impossibile. Era come se la sua mente fosse programmata unicamente per pensare alla carriera da ninja e le varie missioni.
Lungo la strada, allora, si ritrovarono a camminare a meno di un metro di distanza, entrambi intenti a fissare il terreno o il cielo, ma Tenten decise di aprir bocca, anche solo per disperdere l’imbarazzo che poteva essersi creato fra di loro.
«Secondo me non ci faranno più entrare in quel locale. Questa è la seconda volta che Lee lo distrugge dopo aver bevuto il sakè.»
La buttò li, senza pensarci troppo e solo dopo qualche secondo rivolse uno sguardo di sbieco al ragazzo, che improvvisamente si voltò verso di lei. Scrollò lentamente le spalle e continuò a camminare.
«Se continua così ci bandiranno da quasi tutti i locali di Konoha.»
Questa vola, sorprendentemente, Neji disse qualcosa di vagamente simpatico, che la fece sorridere divertita, ed allora annuì, convinta di tale affermazione.
«Esatto, la prossima volta non lo facciamo più bere. Non voglio essere bandita da qualsiasi locale.-
«Magari la prossima volta lo lasciamo a casa…» aggiunse in un sussurro il ragazzo incrociando le braccia al petto, ma poi aggiunse immediatamente, sotto lo sguardo severo di Tenten. «O magari suggeriamo al proprietario del locale di dire che il sakè è terminato.»
Certe cose difficilmente sarebbero cambiate, anche se ovviamente sapeva bene che il ragazzo lo aveva detto quasi per farla ridere, ma Neji non era il tipo che faceva queste cose.
«Questa mi sembra un’idea più che appropriata. In fondo dovevamo festeggiare dopo la missione di Suna.»
«Già—… forse dovevamo festeggiare davvero.» ribadì il ragazzo muovendo ancora qualche passo.
Subito dopo quell’ennesima frase fra di loro calò il solito silenzio di chi non sapeva bene cosa dire, o forse aveva addirittura paura di parlare, oppure erano semplicemente troppo stanchi per discutere. In fondo erano stati via per un bel po’.
Gli occhi scuri di Tenten si soffermarono per l’ennesima volta sulla luna, provando nuovamente a toccarla con la punta del dito, e non si rese neanche conto di aver quasi superato la soglia di casa sua. Era come incantata a fissare l’astro nel cielo che se Neji non l’avesse afferrata con delicatezza per un polso probabilmente avrebbe continuato a camminare per un’intera ora senza neanche rendersene conto. Quasi con immensa sorpresa la kunoichi abbassò lo sguardo dapprima sulla mano di Neji che la teneva ancora per il polso e poi sul viso del ragazzo, che ovviamente non la stava guardando negli occhi.
«Sei—… sei arrivata ma stavi continuando ad andare, Tenten.» ammise con assoluta tranquillità lui.
«Oh—… hai ragione, scusa, non ci avevo fatto caso. Grazie per avermi fermata.» questa volta sulle labbra della ragazza si dipinse un sorriso sincero per poi proseguire. «E—… e ti volevo anche ringraziare per l’altro giorno e la prigione d’acqua. Non ho avuto modo di farlo, anche perché ci sono state così tante cose da fare, però volevo davvero dirti grazie per l’aiuto che mi hai dato in quel momento, Neji.»
Non vi era alcuna traccia di malizia nella voce di Tenten, ma solo di sincera gratitudine nei confronti del proprio compagno di squadra, che in quel preciso istante sembrò ritrovarsi in particolare imbarazzo.
Era certa di non aver mai visto Neji arrossire, anche perché era una cosa così improbabile da sembrare irreale, ma in quell’istante era certa di aver visto correttamente.
«Non preoccuparti.» tagliò corto lui senza però lasciarle andare il polso, che stringeva con la sua solita delicatezza. «Ero—… no, lascia stare, non importa.»
Allora la ragazza sfarfallò le lunghe ciglia, ancora vagamente confusa dalle parole del ragazzo.
«Eri?» lo esortò piegando leggermente di lato il viso con i codini, come a volerlo guardare meglio.
Notò Neji esitare parecchio, ma poi, quasi come senza rendersene conto, continuò a parlare.
«Ero solamente preoccupato per te, insomma non volevo che ti succedesse qualcosa—… volevo solamente saperti al sicuro.»
Questa volta fu il turno di Tenten di arrossire in maniera anche piuttosto incontrollata, tanto da spingerla a distogliere lo sguardo insistente. Davvero Neji si era preoccupato per lei? Ecco, questa era una grandissima scoperta anche perché per lo più pensava che le cose fossero a senso unico. In realtà aveva sempre sospettato che anche Neji potesse tenere a loro due, ma forse lo faceva per la squadra più che per loro in quanto persone degne della sua amicizia, ed invece con quelle semplici parole era riuscito a farla ricredere.
«Ero al sicuro… però grazie per la preoccupazione, è stato carino da parte tua, anzi—…» mormorò come se in quel momento le fosse davvero venuta l’idea migliore del mondo, infatti decise di non pensarci troppo. Si avvicinò a lui e con estrema rapidità poggiò le morbide labbra sulla guancia perfetta di Neji, stampandogli un veloce bacio in segno di riconoscenza. «Grazie.»
Ciò che più la lasciò perplessa fu l’espressione particolarmente stupita del ragazzo, che la fissò con i grandi occhi chiari granati. Poche volte aveva visto Neji spaventarsi e forse questa si sarebbe all’elenco. Possibile che lo avesse traumatizzato al punto tale da non potergli più parlare? No, quello era stato un semplice bacio sulla guancia. Qualcosa che fra amici si faceva, anche se in realtà non lo avrebbe mai e poi mai fatto con Rock Lee, forse proprio perché era Rock Lee (nonostante gli volesse bene).
La ragazza sbatté più e più volte le lunghe ciglia, agitando la mano libera dinnanzi al viso del ragazzo e solo dopo qualche secondo Neji si riprese.
«D’accordo—… forse è il caso che vada visto che sei di molte parole, Neji.» ammise allora, quasi con una punta di amarezza, prima di liberarsi dalla sua stretta sul polso. «Allora buon—…»
Ma questa volta Tenten non fu in grado di riuscire a continuare la frase perché improvvisamente, prima ancora che provasse anche solo a liberarsi da quella presa, il suo corpo sbatté con delicatezza contro quello di Neji, che l’aveva attirata verso di sé, senza ovviamente urtarla o farle anche solo del male.Tenten rischiò di annegare negli occhi chiari di Neji, belli quasi quanto la luna, ma soprattutto non si ricordò più come si respirava. Fu come se le mancasse il fiato perché avvenne tutto nel giro di qualche istante. I loro visi erano terribilmente vicini, così vicini da potersi sfiorare le punte del naso ed allora, inaspettatamente e contro ogni logica ammessa, Neji poggiò con delicatezza le labbra contro le sue, stampandole un leggero bacio.
In quel momento fu come se il cuore volesse scappare dal petto di Tenten, che rimase incredula ed incapace di fare qualsiasi cosa. Il tutto, infatti, avvenne nel giro di qualche istante e proprio come si erano ritrovati vicini si allontanarono. Questa volta quella ad essere decisamente arrossita era stata proprio la ragazza, che aveva perso la propria capacità di parola. L’unica cosa che riuscì a fare fu sfiorarsi le labbra con la mancina, come a volersi accertare che tutto ciò era accaduto realmente, mentre Neji stava già guardando altrove limitandosi a mettere le proprie mani in tasca.
«Allora—… buonanotte Tenten, ci vediamo domani
Tagliò corto con quel suo solito fare distaccato, proprio come se non fosse successo niente. Era chiaro che anche lui stesse cercando di nascondere il proprio imbarazzo per quello che aveva appena fatto, ma in quegli istanti la ragazza, ancora privata dalla parola, continuò a fissarlo sbalordita ed allo stesso tempo entusiasta di quanto appena accaduto.
Quel bacio forse non sarebbe significato niente per lui, ma per lei era stato quanto di più piacevole esistesse, infatti si limitò a sorridergli mentre lo guardava allontanarsi. Gli occhi si spostarono nuovamente verso la luna nel cielo ed allora Tenten pensò che quella era decisamente una bella serata.

   
 
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