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Autore: Cara_Sconosciuta    22/06/2009    6 recensioni
Dieci canzoni e dieci piccoli momenti di un piccolo grande amore nato a cavallo tra due long.
I Jonas sono presenti solo in una drabble...sorry! X3
Genere: Generale, Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Ehggià, me ci riprova... e stavolta ho deciso di mettere qualcosa di mio anche in questo giochino.

Oltre al titolo della canzone, infatti, in queste ministorie sarà presente anche la frase che mi ha ispirato la trama! Che bravissima che sono!

Commentino? *O*

Temperance

 

These are the Days of ous Lives

-10 songs challenge-
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I -  Per te qualcosa ancora (i Pooh)

 

So che lui conosce bene chi sia io / prima che ritorni scusa ma andrò via

 

Un uomo nuovo.

Un uomo più giovane, un uomo più allegro, un uomo più simile a lei.

Un uomo che non sono più io.

Un uomo che mi conosce alla perfezione, ma che io non ho mai visto.

Né voglio vedere.

Sono andato a trovarla, oggi.

L’ha resa più bella, quell’uomo.

È la Monique che ho conosciuto la prima volta, al nostro primo incontro.

Quella che avevo visto sparire con gli anni.

Quella che non riconoscevo più.

Se avessi la forza di incontrare quell’uomo non sarei geloso di lui.

Lo ringrazierei, piuttosto, perché mi ha ridato la donna che amo, anche se ora lei non è più mia.

 

Occhi azzurri, dolci e delicati.

Capelli biondi, corti.

Occhiali vistosi, abiti colorati.

Lui lo sa chi sono io.

Ora io so chi è lui.

Non ho bisogno di chiederglielo.

Occupati di lei.

 

II - Cercando di te (i Pooh)   à dedicated to you

 

Capita che poi, quando non hai voglia più di crederci, ti cade addosso un’emozione.

 

“Non ce la faccio più, capisci?” Mormorò Monique, massaggiandosi la fronte con il pollice e l’indice della mano destra, la sinistra abbandonata sul tavolo, accanto alla solita tazza di cappuccino, stranamente piena.

“Lo vedo: non avanzi mai il tuo cappuccino.” Tentò di sdrammatizzare Christian, ma subito si fece serio, rendendosi conto che di scherzare non era davvero il caso. “Monmon, coraggio...”

“Voglio lasciarlo... ma ho paura che, se lo faccio, poi io e Lulù rimarremo sole, come eravamo prima e non voglio... io non voglio più essere sola.”

“Non lo sarai: tua figlia c’è per te, tua sorella c’è, quei tre ragazzi che vivono con lei ci sono.”

“Sì...” Replicò lei, asciugandosi una lacrima. “Ma non sono con me: loro hanno le loro vite.”

“Io sono con te.”

Perché tu sei la mia vita, avrebbe voluto aggiungere.

Ma forse, dopotutto, quello sarebbe stato affrettare appena un po’i tempi.

“Non ne bevi più di quello?”

 

III - Lo strano percorso (Max Pezzali)

 

C’è un tempo per i baci sperati, desiderati, tra i banchi della prima b.

 

“Bravissima Luciane!” Esclamò Christian, ammirando il disegno che la bambina aveva tracciato utilizzando le sue nuove conoscenze riguardanti Paint. “Evangeline, fammi vedere il tuo...”

Monique si appoggiò, non vista, allo stipite della porta.

Lulù aveva dimenticato la merenda... quale scusa migliore per passare a scuola e godersi un po’di quello spettacolo meraviglioso?

Chris in mezzo ai bambini era qualcosa di assolutamente indefinibile... dolce come nemmeno con lei lo era, paziente come mai avrebbe creduto possibile e divertente a sufficienza da essere adorato da tutti i suoi alunni, compresi quei piccoletti di prima elementare che smanettavano tra Word e Internet come probabilmente lei non avrebbe mai imparato a fare.

Beh... forse offrendo al professore un compenso speciale...

 

IV - Ci penserò domani (i Pooh)

 

Gli chiesi domani cosa fai? La pioggia batteva sul balcone, rispose ci penserò domani.

 

“Quanto resterai in Francia?” Domandò Monique, appoggiando il mento al dorso della mano e puntando gli occhi scuri in quelli chiarissimi di lui.

Non avrebbe potuto mentirle, guardandola negli occhi.

Christian si strinse nelle spalle, togliendosi gli occhiali.

Bella mossa, professore, pensò la donna, abbozzando un sorriso.

“Non lo so... potrei partire domani così come rimanere per sempre... ci penserò quando sarà il momento, per ora sto bene qui.”

Risposta enigmatica, tipicamente da lui.

Non del tutto sincera, però.

Perché l’unico motivo per cui aveva tolto gli occhiali, l’unico motivo per cui non aveva voluto guardarla direttamente negli occhi era che lei avrebbe capito che mentiva.

Avrebbe capito che l’amava e che, proprio per questo, non sarebbe mai potuto partire.

 

V - Lemon Tree (Fool’s Garden)

 

Yesterday you told me’bout the blue blue sky but all that I can see is just a yellow lemon tree.

 

Chris si sedette, sbuffando, ai piedi di uno dei grossi alberi di limone del frutteto dove era stato il giorno prima con Monique e Lulù.

Gli era sembrato un posto poetico, quasi magico, con tutta quella vita racchiusa in piccoli palloncini di colori diversi.

Scuotendo il capo, sorrise dell’ingenuo divertimento del pomeriggio precedente... com’è che aveva detto Monique? Ah sì, niente è meglio di una ciliegia per recuperare l’allegria!

E ne aveva rubata una dall’albero più vicino, con in viso quel suo sorriso pestifero che era tanto difficile vedere.

Il limone, poi, le era piaciuto in modo particolare, tanto da decidere di comprarne uno per il giardino della loro nuova casa e lui era stato d’accordo, ma ora, sinceramente, non ricordava cosa avesse trovato di tanto speciale in quella pianticella smunta.

In tutte quelle piante, in generale.

Ravviandosi i capelli, si alzò in piedi, pronto per andare a pagare, e un pensiero inaspettato gli attraversò la mente, regalando un sorriso alle sue labbra sottili.

Dopotutto, forse, la magia non era affatto racchiusa nelle piante.

 

VI - Vivi (i Pooh)

 

Vivi che la vita è una aggrappati al cuore, non fermarti mai.

 

“Chris, io ho paura!” Esclamò Monique aggrappandosi a lui, mentre il vento fin troppo forte scompigliava i capelli che avanzavano sotto al caschetto rosso.

Lui rise di gusto, abbracciandola stretta e chinandosi a posarle un bacio sulla guancia pallida.

“Ma scusa, eri tutta entusiasta fino a un attimo fa!”

“Un attimo fa non ero qui!” Sottolineò la donna, osando appena sbirciare oltre il sottile gradino sui cui poggiavano i loro piedi.

“Vuoi che andiamo via?” Scosse la testa. “Vuoi saltare?” Ancora no. “Monique, sei tu quella che mi ha detto che avrebbe sempre desiderato provare il bunjee jumping! Dai, quando ti ricapita?”

Lei deglutì, poi alzò gli occhi nei suoi.

“Mi terrai la mano?”

“Sempre.”

 

VII - Vattene amore (Amedeo Minghi ft Mietta)

 

Vattene amore, mio barbaro invasore, credi di no? Sorridente truffatore.

 

“Christian, sparisci!” Sbraitò Monique da dentro il camerino dove stava provando un abito che lui di sicuro avrebbe definito scuro, piatto e noioso.

Come tutti i suoi vestiti, d’altronde.

Come lei, forse.

Non capiva proprio perché avesse insistito tanto per andare a fare compere con lei in vista del matrimonio di sua sorella... avrebbe solo criticato.

A volte era davvero invadente... davvero italiano, insomma.

“Perché dovrei? Voglio vedere come ti sta.”

Arrendendosi, la donna scostò un poco la tendina, pronta alla pioggia di critiche.

“Monique, senti...”

“No!” Esclamò, puntandogli contro un indice. “Non ci provare! Non mi convincerai con uno dei tuoi cavolo di sorrisi a comprare un altro vestito giallo azzurro o rosa che non metterò mai!”

Chris sorrise, scuotendo il capo, un completo blu scuro totalmente di suo gusto e totalmente non da lui stretto tra le mani.

“Stai benissimo...e volevo solo chiederti se qui sta meglio un papillon o una cravatta.”

 

VIII - Parsifal (i Pooh)

 

Dentro all’erba alta e al fiume le tue armi al sole e alla rugiada hai regalato ormai, sacro non diventerai.

 

“Dimmi di cosa parla.”

Chris alzò gli occhi dal giornale che stava leggendo, posandoli, increduli, su Monique.

“Di televisione, suppongo...”

“Non il giornale! La canzone! Tu ascolti sempre questa dannatissima musica italiana e io non capisco mai niente! Come si intitola questa?”

“Ehm... Parsifal...” Replicò, capendo che la donna faceva riferimento alla musica che riempiva la sala. “E parla di un cavaliere... un puro di cuore che per amore rinuncia a gloria e ricchezza e rimane con la sua donna, abbandonando...”

“La ricerca del Santo Graal. È una leggenda tedesca.”

“Lo so... i miei cantanti preferiti ci hanno costruito un’operetta. Ti...crea problemi?”

“No, è... pensavo fosse una canzone d’amore.”

Chris si strinse nelle spalle, sorridendo.

“Non lo è?”

 

IX - Parole nuove (Matteo Branciamore... anche conosciuto come Bellicapelli, eh, 1?)

 

Dicono che senza amare non si può comporre una canzone, il miglior pletro è la passione.

 

“Cosa fa rima con tele?” Domandò Nick, accasciandosi sul tavolo del salotto di Coco. Quella canzone non ne voleva proprio sapere di lasciarsi scrivere!

“Vele?” Propose Coco, sorseggiando una tazza di tè caldo.

Nick scosse il capo.

“Mele?” Monique.

Ancora no.

“Fiele?” Domandarono all’unisono Joe e Kevin, scoppiando a ridere un attimo dopo.

Finitela di fare gli idioti!” Esclamò il più piccolo, mentre gli altri due continuavano a prenderlo in giro.

“Miele.”

Nick alzò il capo di scatto verso Christian, che aveva parlato quasi senza riflettere, pulendo le lenti degli occhiali con il bordo della maglia di Monmon, che approfittò dell’occasione per strappargliela dalle mani.

“Ripeti!”

“Ehm...miele?” Disse il biondo, sorpreso.

“Fantastico! È perfetto! Come... come ci hai pensato?”

Ridacchiando, Christian scambiò uno sguardo d’intesa con Monique, che gli fece una linguaccia come unica risposta.

“Niente... ricordi...”

 

X -  Happy Hour (Luciano Ligabue)

 

Dicono che nasci solo per soffrire ma se soffri bene vinci il premio di consolazione.

 

“Mi manchi... ci manchi..” Mormorò Christian, chino sull’anonima tomba bianca, uguale a tutte le altre, in quell’orribile cimitero francese.

Non che avesse niente di peggio degli altri cimiteri... se non il fatto che ci era sepolta lei.

Che senso aveva avuto vivere tutte quelle storie andate male, tutti quegli amori sbagliati che l’avevano portato a lei se ora lei se n’era andata senza dargli nemmeno il tempo di dirle tutto ciò che avrebbe voluto.

Senza il tempo di dirle addio...

“Papà!” Chiamò la voce di Lulù e la ragazzina si avvicinò a lui di corsa, stringendo la mano del fratellino e praticamente trascinandoselo dietro, considerato che le sue gambe da bimbo di quattro anni erano ancora troppo corte per star dietro a quelle di una tredicenne tutta energia. “Andiamo a casa?” Domandò la biondina, accarezzandogli la guancia, ricoperta da una barba leggera.

Eccola, la risposta, ecco ciò a cui avevano portato tutte quelle cose che gli erano parse così inutili.

I suoi bambini.

Parte di lei rimasta con lui.

Parte di loro.

 

   
 
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