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Autore: acqualeggermentefrizzante    11/11/2017    2 recensioni
Castiel ha una caviglia rotta e il suo vicino di branda in infermeria adora parlare del suo gatto.
E poi arriva l’altro, il ragazzo biondo con gli occhi verdi e la sfrontatezza dei grifondoro, l’idiota che apparente-mente si è rotto entrambe le braccia –nessuno ha ben capito come ha fatto e lui non sembra accennare a rivelar-lo- che ha iniziato a parlarti del suo gatto –che in realtà è una gatta, si chiama Baby ed è il vero amore della sua vita.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Charlie Bradbury, Dean Winchester, Gabriel, Sam Winchester
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Ice ice baby


Quando ti sei –ti hanno- rotto la caviglia credevi che la procedura di guarigione sarebbe stata breve: un incantesimo o due, quella pozione schifosa che Gabriel continua a menzionarti ogni volta che esce trionfante dall’infermeria e tutto risolto. Ovviamente le cose non sono così facili, perché esiste un incantesimo che ripara le ossa, ma deve prendersi il suo tempo, e quindi tu te ne stai steso da due giorni –due ore e ventidue minuti- in un lettino scomodo, con Gabriel che viene a trovarti di tanto in tanto –continua a chiederti scusa per averti spintonato per sbaglio giù per le scale-, Balthazar che ti racconta i pettegolezzi di serpeverde –non t’interessano più di tanto, ma lui vuole dimostrare la sua conoscenza dei fatti, quindi lo lasci fare- e i tuoi compagni di casa che ti portano confezioni –aperte- di gelatine tutti i gusti più uno.
E ti annoi, ti annoi da morire, tanto che arrivi a rimpiangere le lezioni di trasfigurazione –le hai sempre odiate, e se le rimpiangi la questione è più che seria.
E poi arriva l’altro, il ragazzo biondo con gli occhi verdi e la sfrontatezza dei grifondoro, l’idiota che apparentemente si è rotto entrambe le braccia –nessuno ha ben capito come ha fatto e lui non sembra accennare a rivelarlo- che ha iniziato a parlarti del suo gatto –che in realtà è una gatta, e si chiama Baby ed è il vero amore della sua vita.
“Dean Winchester, grifondoro, piacere di conoscerti.” Ti dice non appena l’infermiera che lo ha fatto stendere sul lettino –proprio quello accanto al tuo, condividete persino il comodino- esce dalla stanza.
Lo guardi. Hai già sentito parlare di lui, tutti parlano di lui, soprattutto le ragazze, soprattutto Lisa, che parla di lui continuamente, potresti quasi dire che se Dean Winchester avesse un fan club lei sarebbe la presidente. Ed ora tu sei steso accanto a lui, l’unico ragazzo al mondo capace di flirtare anche con Madama Poppy Chips e risultare sexy con entrambe le braccia ingessate. “Castiel Novak, tassorosso.” Dici, e Dean soffoca una risata.
“Castiel?”
Corrughi la fronte. “Che ha il mio nome che non va?”
“Ti chiami.. Castiel, come l’angelo.” Dice Dean, anche se non hai ancora capito cosa c’è di divertente in tutta la faccenda. “Che ti sei fatto, comunque?”
“Sono caduto.”
E a questo punto Dean scoppia letteralmente a ridere, tanto che nel farlo muove le braccia e lancia un gemito di dolore fra le risate. “Un angelo caduto, letteralmente! Ti sei fatto male cadendo dal paradiso?
Non capisci. Tu sei caduto dal secondo piano. “Non—”
“Lascia stare” ti interrompe Dean. “era una battuta.”
“Oh, okay. Tu che ti sei fatto?”
“Frattura composta esposta dell’omero a destra, e una bella crepa sull’ulna a sinistra.”
“Deve aver fatto male.”
Dean si scrolla nelle spalle –cerca  di farlo, ma ottiene soltanto una smorfia di dolore sul viso- “Sinceramente.” Ti dice abbassando la voce “Ho molta più paura di come tratteranno la mia Baby giù al dormitorio.”
“La tua cosa?
“Il mio gatto, Baby.” Le sue labbra rosse –non che tu le stessi fissando o altro- si schiudono in un sorriso. “Ah, dovresti vederla, Baby è la migliore. Mio padre l’ha trovata in un vecchio garage quando era piccola, aveva una voglia a forma di W sull’anca e l’ha adottata.” Ti chiedi perché ti stia parlando del suo gatto, visto che in realtà non t’interessa più di tanto, ma Dean sembra così genuinamente felice nel parlare di lei –hai l’impressione che non abbia spesso quest’espressione- che interromperlo ti dispiacerebbe. E quindi te ne stai per due ore –e sette minuti- a sentir Dean Winchester –il ragazzo più figo di grifondoro a sentir Lisa- che ti parla di Baby, la sua gatta da compagnia.
“Sai, mio padre era un babbano, ma quando ha scoperto che mia madre era una strega ha iniziato a informarsi sul mondo magico. Sapeva tutto, ha tirato su me e mio fratello praticamente da solo. Quando mi è arrivata la lettera mi ha regalato Baby dicendomi che così avrei sentito di meno la mancanza di casa. E ha funzionato sai, Baby non mi lasciava mai solo al primo anno, nemmeno a lezione, e le sono grato, anche se mi faceva sembrare una vecchia gattara. La prima punizione l’ho avuta per merito suo, -si era messa a miagolare durante una lezione di pozioni- e ho conosciuto Benny, come avrei fatto senza di lui; solo che poi lo stronzo è trasmigrato in America, bastardo figlio di puttana, menomale che Baby è rimasta con me.”
E così scopri che Dean Winchester ha solo un anno in meno di te –tu frequenti l’ultimo anno e lui il sesto-, ha un fratello minore, Sam, -il peggior spilungone mai visto, mi ricordo ancora quando beveva dal biberon, e adesso sta diventando più alto di me- una migliore amica, Charlie, -adora i film babbani, e visto che li adoro anche io ogni tanto ci facciamo una maratona in sala comune, avresti dovuto vedere la faccia dei purosangue quando abbiamo visto Star Wars- e che attualmente lui, Baby e Sam vanno a casa di un’amica di suo padre per le vacanze di natale, Ellen, –le migliori crostate d’Inghilterra- e che quindi Dean ha una specie di sorellastra, Jo, che ha tre anni in meno di lui e lo prende ad expelliarmus ogni volta che lo vede –ma che in fondo gli vuole bene-.
Dean ti sta raccontando di come Baby sia sopravvissuta a una caduta dalla torre di astronomia quando la porta dell’infermeria si spalanca. Giri la testa verso chiunque sia entrato, ma non fai in tempo a mettere a fuoco lo sguardo che una ragazzina bionda schizza addosso a Dean facendo attenzione a non toccargli le braccia ingessate. “Oh Dean, avevano detto che non potevamo entrare, ho provato a prenderli a pugni..”
“Non ha preso a pugni nessuno” rassicurò un ragazzo in piedi proprio dietro di lei –Sam.
Vicino a lui c’è una ragazza con i capelli rossi con la sciarpa di grifondoro slacciata attorno al collo –Charlie- e un gatto nero in braccio –Baby.
“Come stai?” chiede Charlie accarezzando distrattamente il collo a Baby.
“Oh, alla grande.” Di solito fai fatica a cogliere il sarcasmo –Gabriel ti prende sempre in giro per questo- ma non fai affatto fatica a capire che Dean non è serio.
Nemmeno te ne accorgi che la ragazzina bionda che poco fa è saltata addosso a Dean gli tira un pugno sulla coscia. “Sarà meglio che togli il sarcasmo dall’affermazione Dean Winchester, o ti faccio vedere io cos’è il vero dolore.” Jo si alza in piedi. È bassina, ha le gote rosee e la cravatta a strisce rosse e gialle slacciata ma sembra seria, e non dubiti affatto della sua affermazione. L’hai già vista, comunque, e hai già sentito il suo nome: è una delle cacciatrici della squadra di quidditch di grifondoro.
“Quello che vuole dire è che eravamo preoccupati per te.” Dice Sam. “Merlino, Dean, come diavolo hai fatto a romperti tutte e due le braccia?”
“Segreto professionale, fratellino.”
Guardi Charlie inarcare un sopracciglio. “Cosa sei, un prete da confessionario?”
Dean fa una smorfia con la bocca –le sue labbra sembrano sempre più rosse e invitanti, ma ovviamente non ti perdi a fissarle ogni volta che parla. “Divertente. Dai, fatemi abbracciare la mia Baby.”
“Interessante scelta del verbo..” Sam si lascia sfuggire una risata mentre lo dice, e Dean gli fa letteralmente la linguaccia e oddio la sua lingua, smettila di fissargli la bocca, non è cortese.
“Sii gentile Sam, saluta il mio nuovo coinquilino e smettila di rompermi le palle.” Poi si rivolge a Charlie, che ridendo gli passa il suo gatto.
Baby è flessuosa, ha il pelo nero e lucido, gli occhi grigi e una piuttosto definita voglia bianca a forma di W sull’anca. Si accoccola sul petto di Dean e rimane a fargli le fusa contro il mento mentre lui sorride, e ovviamente tu rimani a fissare la scena e a malapena ti accorgi di Sam che ti chiede come ti chiami.
“Lui è Cas, comunque- sì Baby, mi sei mancata anche tu.” Dice Dean. Ti ha dato un soprannome?
Charlie si siede sul bordo della tua brandina e ti sorride. Anche lei ha un bel sorriso. “Io sono Charlie.”
“Lo so, Dean mi ha parlato di voi.”
Sta andando tutto bene, -Charlie è simpatica e stai persino pensando che potresti farci amicizia- quindi qualcosa deve andare storto -semplice equilibrio delle cose- e infatti un secondo dopo seduto vicino a te c’è anche Gabriel, che si presenta con un: “E tu hai parlato a loro di me, Cassy?” E veramente a te tuo cugino sta simpatico, è il membro della tua famiglia che preferisci, ma potrebbe evitare di chiamarti Cassy solo per metterti in imbarazzo. “Balth mi ha detto di dirti che questo pomeriggio aveva da fare; mi ha detto anche di portarti delle api frizzole ma le ho mangiate, quindi ti porto solo i suoi saluti.”
Alzi gli occhi al cielo, vorresti esserne più sorpreso. “Lui è mio cugino Gabriel.” Dici indicandolo con un cenno del mento; non hai nemmeno bisogno di guardarlo in faccia per sapere quanto si sta pavoneggiando con la sua sciarpa verde e la spilletta da prefetto –non è nemmeno sua, fa parte della collezione di Michael, solo che lui ha finito la scuola quattro anni fa e Gabriel si diverte a sfoggiarla in giro.
Dean si gira a guardarti. “Gabriel? Come l’arcangelo dell’annunciazione?”
“Guarda che quando ti ho dato del prete stavo scherzando.” Dice Charlie inarcando un sopracciglio.
“Che c’è, gli arcangeli sono cultura generale.”
“Beh, mio ingessato amico, ci hai preso in pieno. I miei fratelli si chiamano Michael, Raphael e Lucifer, quindi..”
“Dove sei cresciuto, in una canonica?”
Gabriel ridacchia. “A casa santa marta.” Prende una delle confezioni di gelatine che ti hanno lasciato sul comodino i tuoi compagni di casata e ti fa un sorrisino mentre senti Dean ridacchiare.
Ti piace la risata di Dean, sembra così solare come se stesse sorridendo con tutto il corpo, e lui continua a sorridere per tutto il pomeriggio, con Baby che sonnecchia sulla sua pancia –ti ha raccontato di quella volta in cui si era addormentata su di lui mentre stava seduto sul divano della sala comune a leggere un capitolo di storia della magia, e Dean era restato fermo per tutta la notte per non svegliarla, e ti viene da sorridere pensandoci.
Durante le tre ore dell’orario di visita continuano ad andare e venire ragazzi e ragazze di grifondoro che fanno battute o portano dolcetti a Dean, e alla fine, per le sei spaccate, Madama Chips deve cacciare tutti accompagnandoli alla porta con colorite minacce –non dovreste fare i compiti voi ragazzi? Lasciate in pace questi due poveretti!- così tu e Dean restate di nuovo soli, con Baby che se ne sta ancora acciambellata sulla pancia del tuo nuovo coinquilino e tu che cerchi di riordinare le cartacce che ha lasciato Gabriel.
“Cas.” Ancora non hai ben capito il tuo soprannome, ma ti piace; ti piace come Dean lo dice, più che altro.
“Sì Dean?”
“I tuoi compagni di casata non..”
“Ti stai chiedendo perché non sono venuti a trovarmi?”
“Sì, insomma, scusa se mi permetto, ma è abbastanza triste.” Aggiunge.
“Ho detto loro che non era necessario venissero.” Dici.
“Oh.” Dean sembra sorpreso. Ti sta guardando. Ha gli occhi verdi. “E come mai?”
Perché quando i tuoi compagni di stanza sono venuti a trovarti ti hanno detto che gli dispiace per essere accidentalmente caduto dalle scale e poi sono rimasti a parlare del nulla –decidere se sono meglio gli snasi o i velenotteri perde il suo fascino dopo quaranta minuti di argomentazioni- quindi adesso non sei esattamente sorpreso del fatto che nessuno ti venga a trovare se non per una decina di minuti scarsa. “Avevo voglia di stare un po’ da solo.”
“Quindi saresti un.. lupo solitario?” chiede con una mezza risata sulle labbra.
Corrughi la fronte. “Sono abbastanza sicuro di non essere un lu-”
“Non intendevo- è un modo di dire Cas, si usa quando uno preferisce stare da solo piuttosto che stare in branco con tanti amici.” Ti spiega.
Oh. Oh. “Beh, credo di sì.”
Baby si sveglia, balza giù dalla pancia di Dean e si fa un giro per l’infermeria vuota –ci siete solo voi due e Madama Chips sarà di ritorno con qualcosa da mangiare tra una trentina di minuti abbondanti. Dean ti sorride. “Mi piaci Cas.” Dice.
Rischi di strozzarti con la saliva. Cosa?  E poi senti distintamente qualcosa di morbido e flessuoso che si arrampica sul tuo letto e ti si struscia contro le costole prima di salirti sulla pancia e accucciarvisi sopra. Dean si lascia sfuggire una risata. “E piaci anche a Baby, chi l’avrebbe detto. Di solito non da confidenza alle persone nuove; non le piacciono proprio.”
“Siamo simili.” Dici avvicinando lentamente la mano per accarezzarla. Baby ha la testa piccola e liscia, la poggia al tuo petto e inizia a vibrare.
“La prima volta che ha visto Jo l’ha graffiata sul collo, pensa che roba; lei aveva undici anni, ma non ha versato una lacrima. Lei e Baby si odiavano a morte, ma in realtà si dovevano solo conoscere meglio.”
“Ora si amano a vita?”
Dean scoppia in una genuina risata. Non capisci. “Non- non si usa dire amarsi a vita, anche se in teoria dovrebbe avere un senso.” Un sospiro; quando ti giri verso di lui lo trovi con gli occhi chiusi e il viso rivolto al soffitto. “Sì, mi piaci proprio Cas.”
Ti ci vogliono esattamente tre ore e trentacinque minuti per trovare il coraggio –e il fiato, soprattutto  il fiato- per attirare di nuovo la sua attenzione. Madama Chips vi ha servito la cena –ha lasciato che Charlie imboccasse Dean-, Balthazar è venuto a trovarti con una confezione di api frizzole –te ne ho portata un’altra visto che quella che ho dato a Gabriel l’avrà sicuramente finita lui- e vi hanno lasciati da soli solo per le otto.
“Dean?” lo chiami. Baby se ne sta ancora acciambellata sulla tua pancia.
“Sì Cas?”
“Anche tu mi piaci.”
Vedi Dean sorridere, e quando ti addormenti, non lo sai, ma stai sorridendo anche tu.
 
 

[Sara straparla]
niente, avevo voglia di scrivere una Dastiel che non contenesse cose rosse (non che io sappia scrivere rosse comunque, devo ancora imparare) e visto che ho avuto una settimana di malesseri e niente scuola ho deciso di buttare giù qualcosa, che è subito sfociato nel trash demenziale; dunque ho deciso di cercare prompt su google e mi sono permessa di modificarne uno preso da tumblr che parlava di ospedali e gatti, ed è uscita questa schifezza questa storia, la quale è stata gentilmente betata (nonostante io non abbia ben capito il significato di questo termine) da @LAfagiola e @Wanda (ahahah non ho messo la chiocciola perché non ho la più pallida idea di come fare a taggarle, assolutamente no) che ringrazio per credo tutto.
BTW, la storia non è così tanto OOC, ma gli anni di differenza sono sballati, e nella serie Dean è allergico ai gatti, quindi ho messo la nota per sicurezza abbiate pietà, giuro che non voglio dissacrare questo fandom. + bonus: la storia non c'entra nulla con la canzone di Vanilla Ice, ma il titolo mi piaceva, e visto che dove c'è gusto non c'è perdenza, l'ho messo.
Ci tenevo anche a dire che non posseggo i personaggi eccetera eccetera (so che lo dovevo mettere all'inizio, non m'interessa) e che non ci guadagno niente.
con affetto, Sara aka io.
ps se vi va di recensire ve ne sarei estremamente grata e potrei offrirvi un piatto di carbonara col guanciale.
pps se il testo è tutto in corsivetto giuro che non ne ho colpa (credo); è solo Efp che mi odia(?)
Alla prossima (sperando ce ne sia una???)
   
 
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