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Autore: Shainareth    17/11/2017    6 recensioni
Shot che si collega direttamente al finale della fanfiction Fiducia.
«Però sei stata cattiva», si lamentò Adrien, mentre iniziavano ad eseguire movimenti a ritmo di musica. «Avremmo potuto fare dei costumi in coppia.»
«Volevi davvero che facessi il sergente Garcia?» scherzò Marinette, decisa a fargliela pagare per ogni sorriso soddisfatto che gli aveva visto in volto, quel pomeriggio.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Fiducia'
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FIDUCIA - CON O SENZA MASCHERE




Venne così il giorno di Halloween. L’intero istituto era stato coinvolto nei preparativi della festa e non erano pochi gli studenti che si erano adoperati per rendere l’evento al meglio delle loro possibilità. E visto che il party si sarebbe tenuto nel cortile interno della scuola, e quindi a cielo aperto, una sola cosa avrebbe potuto rovinarlo: la pioggia. Fortunatamente il sole di fine ottobre quella mattina si era levato in cielo forte e orgoglioso, quasi volesse prendersi una rivalsa sul brutto tempo degli ultimi giorni, che aveva costretto spesso gli abitanti della capitale ad aprire gli ombrelli.
   Fra la folla di ragazzi e insegnanti in costumi variopinti, una testa bionda trotterellava allegra per l’intero spazio adibito alla festa, ridendo insieme ai suoi amici e facendo girare la testa a diverse studentesse senza neanche averne l’intenzione. Vestito in un completo nero, con maschera, cappello e mantello del medesimo colore, Adrien era in effetti il più appetibile degli Zorro teenager dell’intera Parigi. Quando gli altri glielo fecero notare, il giovane non poté fare a meno di provare un enorme senso di compiacimento e Marinette lo capì dal sorriso soddisfatto che gli si disegnò sulle labbra. Nino lo prese persino in giro, dicendogli che, così conciato, ricordava vagamente Chat Noir. Lui rise e subito si schermì esclamando con finta modestia: «Oh, magari fossi fico quanto lui!»
   «Mi chiedo seriamente come ho fatto a cascarci con tutte e due le scarpe», sospirò Marinette, gettando uno sguardo rassegnato al suo accompagnatore dopo quella sua affermazione.
   «Vuoi davvero che ti risponda?» fu la domanda retorica che le pose il giovane, calzando meglio i guanti che portava alle mani. Lei gli fece dono di un’altra occhiataccia e lui rise più di prima, afferrandola gentilmente per la vita e conducendola verso il centro del cortile, lì dove si era creata una pista da ballo sotto il cielo al crepuscolo. «Però sei stata cattiva», si lamentò Adrien, mentre iniziavano ad eseguire movimenti a ritmo di musica. «Avremmo potuto fare dei costumi in coppia.»
   «Volevi davvero che facessi il sergente Garcia?» scherzò Marinette, decisa a fargliela pagare per ogni sorriso soddisfatto che gli aveva visto in volto, quel pomeriggio.
   «Avevo proposto tutt’altro, se ben ricordi», puntualizzò il giovane, immusonendosi. «Posso capire che tu abbia scartato l’idea di venire qui nei panni di Chat Noir e Ladybug…»
   «…Ladybug e Chat Noir», lo corresse lei, continuando a seguire i suoi passi di danza.
   «…ma potevi almeno accettare di vestire quelli di altri due eroi nazionali.»
   «Del periodo post o pre-rivoluzionario?»
   «Non li guardi, gli anime?»
   Marinette sorrise, fissandolo con tenerezza. Adrien era cresciuto senza amici, ad esclusione di Chloé, per cui sin da piccolo aveva fatto incetta di cartoni animati giapponesi, dai quali probabilmente derivava buona parte del repertorio discutibile di Chat Noir. «Oscar François de Jarjayes e il suo fido André Grandier?» gli venne incontro, allora, addolcendo il tono della voce.
   «No», fu la pronta risposta che ricevette. «Il Tulipano Nero e la Stella della Senna.» La ragazza aggrottò le sopracciglia scure. «Lo so», annuì Adrien, comprensivo, «sono decisamente meno famosi, ma ti assicuro che erano altrettanto in gamba. Soprattutto, andavano in giro mascherati, a differenza di Oscar e André.»
   «Davvero?»
   «Lei indossava un body niente male.»
   Marinette rise, quasi tentata di prenderlo a schiaffi. «A maggior ragione, lo avrei bocciato», sentenziò senza mezzi termini. «E comunque, sul serio, non ne hai piene le scatole di andartene in giro per i tetti di Parigi perennemente in cosplay
   «Ci verresti con me ad una convention di fumetti?» le domandò lui così, di punto in bianco.
   «Sto con un nerd», concluse lei con un sospiro arrendevole.
   «No, sul serio», continuò Adrien, ormai partito in quarta. «Ogni anno, a luglio, fanno una delle più famose convention europee, qui a Parigi.»
   «Lo so. È impossibile non accorgersene, viste le frotte di cosplayers che girano per la città.»
   «Allora?»
   «Ci vengo.»
   «Sei la migliore», sospirò il giovane, avvolgendola fra le braccia e iniziando a ballare un lento nonostante la musica di sottofondo, al momento, fosse parecchio movimentata. Marinette si sciolse nel suo abbraccio, posò la testa sulla sua spalla e chiuse gli occhi, crogiolandosi nel suo calore e ritenendosi la ragazza più fortunata del mondo: adesso che le loro maschere erano cadute e loro erano liberi di comportarsi in modo spontaneo quando si trovavano a tu per tu, stavano scoprendo pian piano dei lati insospettabili delle loro personalità che, pur sorprendendoli, finivano per unirli maggiormente, rendendoli sempre più umani e meno idealizzati l’uno agli occhi dell’altra. Ciò nonostante, i batticuori c’erano ancora, così come i sospiri e le incertezze, e tutto era meraviglioso.
   «Profumi di croissant.»
   Marinette strabuzzò gli occhi. «Cos…?»
   «Sul serio, sai di croissant appena sfornati», ripeté Adrien, affondando la punta del naso fra i suoi capelli. «Mi verrebbe voglia di darti un morso», le assicurò, fra il serio ed il faceto. Non che avesse torto, in effetti, poiché quando stava per uscire di casa vestita di tutto punto, la sua dama era passata dal negozio dei genitori per salutarli proprio mentre suo padre stava tirando fuori dal forno una bella vassoiata di croissant, il cui profumo doveva esserle rimasto inevitabilmente addosso.
   «Mi ricordi perché mi sono innamorata di te?» volle sapere la ragazza, preferendo tornare ad abbassare le palpebre e a godersi la sua vicinanza, piuttosto che scervellarsi a capire cosa frullasse per quella bella testolina bionda. Avvertì il suono della sua risata – il suono più bello del mondo – contro l’orecchio e il calore delle sue labbra premere sulla tempia. «Ecco perché», mormorò a se stessa, pienamente soddisfatta di quella risposta silenziosa.
   «Scusa se interrompo il tuo idillio, Alice», si intromise la voce di Alya, distogliendoli dal loro piccolo angolo di paradiso e sorprendendoli con l’obiettivo del proprio cellulare. «Tu e Zorro volete lasciare un ricordo della festa per il blog della scuola?»
   Marinette abbozzò un sorriso timido, mentre Adrien ne sfoderò uno di quelli capaci di mandare inconsapevolmente in tilt il cuore di una cinquantina di adolescenti. «Volentieri!» rispose per entrambi. «Tra l’altro, non credi che la nostra Alice sia adorabile?»
   «Non dicevi che mi avresti preferita con un altro costume?» cercò di capire la sua innamorata, confusa per quella dichiarazione.
   «Non ho mai detto che non stai bene così.»
   «E allora perché…» Marinette tacque, ricordandosi del video che stava girando Alya, che per l’occasione si era vestita da Majestia. «Oh, andiamo, devi riprenderci anche mentre discutiamo?»
   «Ah, state discutendo?» rise l’altra, continuando a filmare. «Sognavi questo momento da una vita e ora perdi tempo a litigare con lui?»
   Marinette aprì la bocca per puntualizzare che no, non si trattava di un vero e proprio litigio, figurarsi; non riuscì a spiccicare parola, però, perché Adrien la precedette con espressione stupita. «Davvero?»
   Alya gli fece l’occhiolino e abbassò il tono della voce, una mano a lato della bocca. «Ha persino deciso il nome dei vostri figli», gli fece sapere, tutta contenta.
   «Alya!» gracchiò la sua migliore amica, avvertendo il sangue salire fino alla punta delle orecchie. Non si azzardò a sbirciare in direzione di Adrien, ma sentiva tutto il peso del suo sguardo su di sé.
   «E poi sarei io, quello sfacciato…» mormorò il giovane, divorandola con gli occhi, un sorriso felice e imbarazzato al contempo sulle labbra. Le sfiorò la guancia con la punta delle dita, facendola rabbrividire e inducendola di nuovo a guardarlo; rimase incantata dall’espressione dolce del suo volto. «Tre sarebbe il numero perfetto.»
   Ci mise un attimo per capire cosa volesse dire quella frase. Quando però lo realizzò, esplose per la vergogna, facendo scoppiare a ridere Alya. «Non dire certe cose con tanta naturalezza!»
   «Pensa che Marinette aveva appunto deciso per tre», cinguettò la blogger della scuola, non poco fiera dalla situazione che si era venuta a creare fra la sua migliore amica e il ragazzo dei suoi sogni. Marinette le lanciò uno sguardo di fuoco ma lei la ignorò, incoraggiata anche dall’aria divertita e incuriosita di Adrien. «Insieme ad un cane e ad un criceto», aggiunse subito dopo.
   Il giovane Zorro batté più volte le palpebre. «Un criceto?» ripeté stupito. «Perché non un gatto?» pretese di sapere. «Nero, magari!» suggerì con entusiasmo.
   «I gatti sono fastidiosi», sentenziò la sua bella, intrecciando le braccia al seno e puntando il nasino all’insù con stizza, come se volesse vendicarsi di qualcosa.
   Adrien ci rimase male. «Non è vero!» protestò, sentendosi tirato in causa per via della sua lunga coda di paglia.
   «Al momento sono Alice, che nel Paese delle Meraviglie è stata raggirata diverse volte dal Gatto del Cheshire.»
   «Lascia perdere i romanzi, adesso!»
   «Torniamo a parlare di anime?» lo provocò lei.
   «I gatti sono animali intelligentissimi!» Gli lanciò uno sguardo eloquente, ma lui non demorse. «E sono anche bellissimi, affascinanti, enigmatici, eleganti…»
   «…modesti…» borbottò Marinette, facendolo di nuovo sorridere con divertimento. Si scambiarono un lungo sguardo. Infine, fu lei ad arrendersi come sempre a quei meravigliosi occhi verdi, lasciando ricadere le braccia lungo i fianchi. «Vada per il gatto.»
   Adrien tornò a cingerla per la vita e a cullarla fra le braccia a ritmo di musica, baciandole il capo con affetto. «Ti adoro, my lady», le sussurrò, facendole palpitare il cuore d’amore.
   «Mi adoro anch’io, mon chaton», ebbe comunque la prontezza di rispondere lei.
   «Grazie per il vostro contributo al blog», disse invece Alya, decidendo di lasciarli in pace e allontanandosi da lì con il cellulare ancora in mano ed un sorriso a trentadue denti sul visetto allegro.
   Marinette strabuzzò gli occhi e sudò freddo. «Non oserai postarlo davvero!» gridò, allungando un braccio nel vano tentativo di acciuffare il telefonino prima che quella pazza caricasse il video con tutto ciò che era stato detto fra loro negli ultimi minuti. «Alya!» chiamò disperata, mentre la mano di Adrien intercettava la sua e il giovane se la portava alle labbra per mettere ancora una volta knock out il suo povero cuore.












Una cosetta da niente, come avevo già anticipato, ma mi andava di scriverla per evidenziare come Adrien e Marinette abbiano davvero deciso di essere più sinceri con se stessi e, soprattutto, con l'altro. Spero che capiterà davvero anche nella serie, perché penso che sia una cosa importantissima in un rapporto.
Quanto al resto, qualcuno (a cui risponderò presto, scusa il ritardo!) in privato mi ha dato l'input per una what if? tratta dal primo capitolo della long... giuro, ci sto pensando, ma vi avverto che verrebbe fuori qualcosa da vera fangirl. XD Vedremo se l'ispirazione mi colpirà a dovere e nei tempi giusti (ho due shot ancora da scrivere, ma le idee e le ispirazioni mi erano venute proprio quando non potevo mettermi al PC, sigh!).
Vi ringrazio per aver letto e ringrazio già in anticipo chi avrà la gentilezza di commentare e/o di inserire la presente fra le fanfiction preferite/ricordate/seguite.
Buona giornata! ♥
Shainareth





  
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