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Autore: Olga1234    22/11/2017    0 recensioni
Non credeva nelle favole, credeva che sarebbe andata sempre peggio la vita.
Non credeva al "vissero felici e contenti", credeva che prima o poi uno avrebbe lasciato l'altro.
Non credeva più a niente. Fino a quando non arrivò qualcosa, o qualcuno, che le fece cambiare idea.
Genere: Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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Chapter one.




Era stanca. Stanca di non provare emozioni vere, sincere, forti, belle.
L'ultima emozione forte che provò fu terribile, da dimenticare, che non avrebbe mai voluto provare nella sua vita  -o almeno non così presto-, la morte di sua madre. Era malata, avevano combattuto due anni ma il male aveva preso il sopravvento. Famiglia distrutta, due figli troppo piccoli per essere privi della madre, e un marito troppo innamorato per essere "lasciato". Per riprendere la quotidianità senza dover piangere ogni giorno, dovettero passare 2 anni, non fu il tempo per dimenticare la madre favolosa che era,  ma fu il tempo per andare avanti. Ma questo fu solamente per Sebastian -suo padre- e lei. Aveva due fratelli più piccoli, Mark e Josh rispettivamente di 3 e 7 anni, a cui era impossibile spiegare ciò che era successo a mamma. E quindi a Mark gli raccontarono una qualche bella storiella, e provarono pure per Josh il quale però non se la bevve. Era troppo intelligente per credere a una storiella inventata sulla sua bella mamma logorata dalla malattia,  lui stava ogni giorno nel letto con lei e non poteva non rendersi conto in che stato fosse. 
Aida fece di tutto per loro, fu lei a rialzarli. Si rimboccò le maniche e fece da madre ai suoi fratelli e da quasi figlia -quasi perchè cercò di fare anche da moglie- per suo padre. L'amore tra Sonia e suo padre era indescrivibile, l'amore più puro che possa esistere tra padre e figlia. Questo perchè fu lei a rialzare lui, non che suo padre non la consolasse, anzi, ma lui era decisamente più sensibile di Aida, non pronto ancora a quella perdita mentre lei, avendo perso ogni speranza, si era rassegnata. Lei era più dura di lui, si potrebbe dire più forte, più abituata a ricevere batoste dalla vita.


***
 

Era una domenica mattina, a Galway, e Aida con suo padre, e i suoi fratelli si trovavano al parco come da routine. Erano sempre belle giornate di domenica in quella cittadina, con un bel sole, con il freddo che indubbiamente si sentiva, che però con la mancanza vento si poteva stare benissimo all'aperto senza prendersi un raffreddore. 
Decisero di trasferirsi in Irlanda, suo padre e sua madre, ancora prima che Aida nascesse. Le era sempre piaciuta l'Irlanda alla mamma, pensava, anche perchè li vivevano i suoi genitori. Sua mamma, Karen, si trasferì a Londra per compiere degli studi, e lì incontro Sebastian. Si innamorarono e decisero di trasferirsi qui, una piccola cittadina di 70.000 abitanti, infatti si conoscevano più o meno tutti e la famiglia di Aida era davvero ben voluta, anche perchè suo padre era un medico di famiglia molto conosciuto e rispettato.
«Papà, non vorrei preoccuparti, ma penso che Josh abbia un carattere molto propenso per le risse. Già a questa età.» disse sua figlia, mentre teneva in braccio Mark che giocava con la sua sciarpa bianca al collo. Aida lo pensò, in quanto vide suo fratello non far salire nessuno sullo scivolo dove era lui. Era un bimbo pieno di energie, per casa correva ovunque e voleva sempre fare la lotta con papà,e spesso capitava che quando lo andava a prendere all'asilo le maestre le riferivano che Josh litigava con tutti i compagni maschi della sua classe e che era parecchio nervoso anche con loro. Ma non era un rimprovero perchè le maestre capivano il motivo di quel comportamento e anzi cercavano di aiutarlo, era soltanto un informazione che era bene che la famiglia sapesse. In quel momento Aida le ringraziava e si scusava per i comportamenti del piccolo. Per lei era strano perchè con lei era sempre stato una sanguisuga, sempre dolce e attaccato a lei.
«Lo so. Ma credo sia un modo per scaricare ancora ciò che è successo alla mamma. Anche se è piccolo è pur sempre arrabbiato col mondo per avergliela levata.» rispose Sebastian. Lui amava i suoi figli più di ogni altra cosa al mondo, erano la sua ragione di vita. Ma soprattutto amava Aida, con lei aveva un rapporto speciale, essendo anche più grande. Lui riconosceva tutto ciò che lei aveva fatto per lui e ne era  grato.
«Sarà. Non vorrei che tra qualche anno riceveremo telefonate da David avvisandoci di aver recuperato Josh in mezzo a qualche rissa da strada. Soprattutto qui che i ragazzi sono molto aggressivi.» disse ridendo. David era lo sheriffo della città, e lei era divertita dal fatto che avrebbero dovuto recuperare Josh da una cella. Si aspettava cose del genere dal suo fratellino se non peggio quando sarebbe stato più grande.
Rise di gusto anche Sebastian.«Mai dire mai. E' una peste.»
Suo padre e lei spostarono lo sguardo su Josh, intento a parlare con una bambina. Che sciupafemmine, pensarono.
Aida mise Mark sul passeggino e chiamò Josh dicendogli che dovevano ritornare a casa. Lui non se lo fece ripetere due volte. Ed era un po' anomala come cosa dato che tutti i bambini frignavano quando venivano richiamati dai genitori comunicandogli che il loro tempo era finito. Attraversò subito il parcogiochi e si buttò addosso Sebastian, che lo prese in braccio facendo una giravolta.
«Sai papà, ho incontrato una bimba molto bella oggi. Credo che le piaccio già.» disse Josh guardando suo padre e facendo una linguaggia a Mark sul passeggino, che gli rispose ridendo.
Risero tutti a quell'affermazione, mentre si avviarono a piedi verso casa.


***

«Buonanotte amore mio.» gli diede un bacio sulla guancia e lo mise sulla culla. Come avrebbe reagito quando avrebbe capito che la sua mamma non c'era più ? Pensò Aida mentre guardava Mark che dormiva beato col ciuccio in bocca. Non poteva appacificarsi di quella cosa.
Spense la luce e scese di sotto in salotto, notando che Josh si era addormentato sul divano con i cartoni animati accesi. Per fortuna che gli aveva già messo il pigiama e lavato pure i denti, pensò. Raggiunse suo padre in cucina, intento a scrivere qualcosa al computer.
«Papà dovresti andare a letto, sono le undici. Non dovresti lavorare anche di domenica.» gli disse, sedendosi nella sedia di fronte a lui.
«Tesoro questo per me è fondamentale. Lo sai, non posso lasciar perdere.» rispose, guardandola e poi riposando lo sguardo sul computer.
«Non potevi scegliere lavoro più impegnativo. Come diceva mamma, sei troppo buono e disponibile.» disse alzandosi dalla sedia per posare un bicchiere nel lavandino. «Ti do altri 10 minuti, il tempo che metto Josh a letto. Quando scendo qui voglio trovarti col computer spento e appollaiato sul divano per guardarci il nostro telefilm insieme. Intesi ?» gli disse con un dito contro e la mano sul fianco.
Sebastian sorrise, «Ssi signora!» le rispose senza distogliere lo sguardo dal computer. 
Aida prese delicatamente Josh dal divano e salì le scale andando verso la cameretta. Lo adagiò sul lettino e lo coprì per bene, dandogli anche a lui un bacio e sussurandogli la buonanotte. Controllò di nuovo Mark, che dormiva beato, accese la piccola lucina per non fargli stare completamente al buio e scese di sotto. E lì, come aveva detto, trovò suo padre sul divano col telecomando in mano intento a scegliere un'espidosio di Criminal Minds. Era un loro rito. La sera, prima di andare a dormire, guardavano una puntata di quel telefilm che piaceva tanto a loro.
«Perciò, domani niente scuola ?» le chiese Sebastian.
«No Pa', c'è assemblea come ti avevo detto. E a me della politica scolastica non me ne può fregar di meno, lo sai. Preferisco concentrarmi sul mio futuro lavorativo.» gli rispose. Aida era un po' scocciata del fatto che a 19 anni doveva ancora andare a scuola. Aveva perso un anno non perchè non studiava -certo, sicuramente non era la prima della classe e non andava matta per lo studio- ma quando accadde di sua madre, non aveva avuto testa per fare molte cose, figuriamoci studiare. Ma poi si era rimessa in carreggiata ed era arrivata all'ultimo anno con dei buoni voti. Durante il tempo libero -se lo trovava, il che molto difficile stando dietro a due pesti di fratelli- studiava anche qualcosa per l'università. Ancora non sapeva cosa avrebbe voluto fare, se l'università dopo scuola o voleva trovare subito un lavoro. Era da un po' che ci pensava.
«Lo so Ada, ti conosco meglio di quanto tu creda.» le rispose di rimando suo padre. Ada era un nomignolo che le aveva attribuito lui sin da quando era piccola. E quando veniva chiamata così, si sentiva ancora una bambina in fondo, nonostante fosse dovuta crescere molto in fretta. 





Spazio autrice.
Ciao, questa è una mia nuova storia che intendo continuare stavolta.. eh si, ho scritto varie storie ed alcune anche pubblicate, ma per un motivo o per un altro non le ho mai continuate. Stavolta questa decido di non abbandonarla!
Come capitolo è un po' lungo, lo so, ma abituatevi perchè non sarò mai breve! Parlando della storia, qui racconto un pò la vita in famiglia della nostra protagonista, Aida, personaggi vari entreranno dopo. E niente, questo è tutto, vi lascio delle foto che rispecchiano Aida, Sebastin, Mark e Josh.
Si per ogni personggio rilevante metterò una foto!
Baci.




Aida, eh si la bonazza Camila Cabello!

 
Sebastian, si proprio lui!
 
Mark, lo amo! Quanto è adorabile?

 
E infine, quella peste di Josh!

 
   
 
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