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Autore: avalon9    23/11/2017    1 recensioni
Si chiama Leonard Snart. Rapinatore di banche.
Offrigli una vodka fredda; ghiacciata. Se sarai fortunato, forse ti inviterà a fermarti. Sicuramente te ne andrai con il ricordo di un uomo che era un ladro e che ha rubato al destino il nome di eroe.

Leonard Snart. Quattordici bozzetti d’ambiente.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Leonard Snart, Lisa Snart, Mick Rory
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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#7 Dipendenza

Carta: Sette di picche

Significato: Rappresenta la risposta emotiva alla perdita di qualcosa o di qualcuno. Può indicare anche un blocco inaspettato, improvviso, nel tentativo di raggiungere un obiettivo. Quindi è la frustrazione che sentiamo quando i nostri progetti e le nostre relazioni non si muovono nella direzione desiderata. Questa carta non indica comunque la fine di qualcosa, piuttosto ritardi e frustrazione appunto.

Fandom: Legends of Tomorrow

Episodio: 1x 15 – Destino

Personaggi: Leonard Snart

 

 

C’è dipendenza e dipendenza.

Per Mick è l’accendino di suo padre; e la collanina di sua madre. Per te sono gli occhiali di tuo nonno e il parka che ti ha regalato Lisa. Quando hai rubato la tua pistola. E la pistola; ovvio.

E l’anello che porti al mignolo. Così poco da te che ormai è diventato te. Alcuni pensano a un trofeo; altri a un vezzo. Per te è un macigno. Ma di gettarlo via non ci hai mai pensato. Perché è come il fuoco per Mick: una dipendenza. E a volte le dipendenze ti possono salvare il culo.

 

 

 


Ed eccomi qui!

Con un giorno di ritardo, e per questo chiedo venia! Ma chiedo anche pietà: le udienze generali mi ammazzano, e ieri sono rientrata asfaltata con una montagnuccia di prove da correggere. Chè domani si ricomincia e i voti servono. Oh, sì. Purtroppo.

Ma torniamo a noi. E a Snart.

Mi piace immaginare Len come un drogato. No. Niente Maria, fumo, erba, coca o, per andare più sul raffinato (e bohèmien) assenzio, nicotina e oppio (ok. Mi sto immaginando Snart in una Londra vittoriana; o nella Parigi della Belle Époque e delle Folies-Begér. E l’immagine mi piace. Troppo. Meglio che smetta!). Dicevamo. Niente droghe comuni; e quindi niente dipendenza comuni.

Secondo me, per Snart, la componente della “droga”, quindi della dipendenza, è un fattore determinante della sua vita. Drogato di adrenalina; ladro compulsivo; dipendente da rituali. Perché sì; perché siamo fatti così. Perché ci aggrappiamo a qualsiasi cosa ci dia uno stimolo, un imput. Fosse anche la cosa più assurda, banale e scontata del mondo.

E mi piace pensare che le dipendenze di Snart siano la droga che lo lega a ricordi, affetti ed esperienze. Perché sì, esistono anche i drogati di quel genere. Quelli che vanno in overdose affogando nei propri ricordi e che “tichettizzano” (esisterà? Facciamo di sì^^) tutto ciò che è legato a un’emozione forte.

Premesso che non sapevo minimamente che l’accentino di Mick è davvero quello di suo padre (appurato giusto ieri, quando è uscito il nuovo episodio di LoT 03x07) e quindi no, non voleva essere uno spoiler, ho pescato un po’ qua e là per il resto.

Il nonno di Snart esiste; o almeno nei fumetti è canon. E sì, lavorava in una fabbrica di ghiaccio, quindi quegli occhiali da saldatore ci stanno. Il parka. Bhè, è il parka. Penso di non aver mai visto uno Snart senza parka. E l’idea che fosse un regalo (furto?) di Lisa mi stuzzicava.

E poi c’è l’anello. Ho adorato quell’anello (c’entra anche il mio feticismo per le mani di Miller, sì. Ma non importa. Quell’anello maschile stava bene. Punto). E di come sia un monito – non monito. Di come Snart ci giocherelli e se lo porti a memoria di cosa non fare. Per poi, ovviamente, fare l’opposto. Che dire? Il parossismo in formato metallico da mettere al dito.

Ah! E naturalmente ho amato il bug di trama/scena. Cioè: alzi la mano chi lo aveva visto prima, quell’anello. Io no di certo. Però mi piace come compare, e come tutti diano per scontato non tanto che se lo sia messo. Chè sì, ci sta che a un certo punto uno abbia voglia di mettersi al dito un anello del genere. Tamarro (Che poi. Io vorrei sapere come mai certe cose, appunto, tamarre nella realtà risultano ridicole e caricaturali e in telefilm diventano quel colpo, quell’accorgimento che ti conquista. Mah! Misteri della cellulosa!). Ci sta, si diceva. Ma che compaia proprio in quel preciso momento, per ricordare quella certa cosa. Ok! Le storie funzionano così. Sospensione dell’incredulità e tutto il carrozzone. E va bene; benissimo. Però. Ecco. Ho amato anche quello (e se volete ridere un po’; su situazioni del genere et similia, andate a ripescarvi Galavant. Sì, è della Disney; sì, è comico-demenziale; sì, è sottotitolato e non è tradotto. E no, non è affatto per bambini. Credetemi!)

 

Alla prossima!

 

  
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