Oggi è il primo giorno di quella che sarà una settimana memorabile. Cinque giorni, cinque interviste, questo il contratto. Dire che sono emozionata è dire poco.
Prima di iniziare, è doveroso che ringrazi i signori: Pietro, Catone e Mino, che mi hanno gentilmente concesso di prelevare personale dalle loro proprietà, per essere intervistato.
Rinnovo i miei ringraziamenti anche al loro capo, di cui non mi è stato possibile conoscere il nome vero. Lo lascio così in sospeso, confidando che egli capisca (mi è stato riferito che circolano addirittura leggende sulla sua esistenza o meno, ma lasciamo i lettori nel beneficio del dubbio).
Dicevo che oggi è il primo giorno e il mio ospite è già sensazionale. Mi tremano un po' le gambe, ma immagino che sia il minimo, quando ci si trova davanti a una regina.
È proprio lei, signore e signori. Per gentile concessione della A.L.D.I.L.A. (Appartamenti Luciferini o Divini o In Limbo, Association) mi è possibile intervistare Maria Antonietta d'Asburgo Lorena, regina consorte di Luigi Augusto di Borbone, re di Francia.
Entro nella stanza: un piccolo salotto con tavolino circolare su cui troneggiano due tazze di cioccolata calda. Lei è seduta su un divano basso, rivestito di broccato.
Ha un abito molto sobrio: è bianco, di flanella. Mi ricorda il ritratto di Élisabeth Vigée-Le Brun, quello semplice, col cappellino di paglia.
Ha un abito molto sobrio: è bianco, di flanella. Mi ricorda il ritratto di Élisabeth Vigée-Le Brun, quello semplice, col cappellino di paglia.
Mi sorride, appena entro. Segue i miei passi finché non mi siedo al piccolo tavolo.
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Altezza non so esprimere la mia emozione nel vedervi.
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Oh, ti prego. Dammi del tu, mia cara.
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Non credo di riuscirci molto facilmente, altezza. Per iniziare, vorrei dirti che ho chiesto subito di te all'Associazione. Conoscerti è un sogno che si realizza. Per me sei la più buona e dolce delle regine. Senza dubbio la più incompresa.
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Che gentile. Spero di non risultare antipatica. Quando parlo, sembro sempre antipatica.
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Non lo sarete, ve lo prometto. Siamo qui per darvi la luce che meritate
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Il tu, mia cara, il tu.
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Scusami! Non è facile. Trovarsi dinnanzi a te è l'onore più grande che mi sia mai stato concesso.
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Non fare così o diranno che sei di parte **ride**
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Oh, per quello siamo già in ritardo: sono totalmente di parte. Iniziamo la nostra intervista, altezza, che ne dici?
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Adesso sono emozionata anch'io!
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Un'ultima cosa, prima di iniziare con le domande ufficiali. Per evitare che io venga accusata di falsificazione, mi confermi che conosci la lingua italiana?
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Ma certo! Non sarò stata una grande studiosa, però l'italiano è uno dei miei pochi successi intellettuali.
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Dunque questa conversazione si tiene in italiano e non sto mediando le tue parole
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Assolutamente.
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Possiamo cominciare allora?
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Ne sarei deliziata.
La regina fa un movimento elegante per afferrare la tazza di cioccolata dalla sua postazione. È incredibile come sia riuscita a rimanere dolce e accorta, senza dare l'impressione di compiere una piroetta goffa.
Adesso sorseggia il liquido caldo e corposo, soffiando con gentilezza sulla tazza di porcellana prima di portarla alle labbra.
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Hai parlato dei tuoi studi, poco fa. Sei stata modesta: l'italiano non è il tuo unico successo. Che mi dici della musica e del canto?
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Oh! Se si possono considerare attività intellettuali, allora si! Quanto mi piaceva la musica … Gluck è stato un insegnante eccezionale. Sapevo suonare il clavicembalo ma più di tutto mi piaceva cantare.
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Perché parli al passato? Non puoi farlo, qui nell'aldilà?
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Certo, certo. Però la vita era tutta un'altra cosa. Nella sua imperfezione, nella sua capacità di provocare gioia e dolore … era pur sempre piena di emozioni e di sentimento. Mi fosse concesso di vivere di nuovo, accetterei con gioia.
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La stessa vita o una diversa?
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Non sono così sciocca da definirmi fiera di tutto quello che ho fatto, né così codarda da tirarmi indietro. Vivrei di nuovo la mia vita, sperando di poterla migliorare.
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In cosa la miglioreresti?
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Credo che cercherei di seguire da subito il mio cuore e non presterei attenzione ai suggerimenti di mia madre. Mi aveva messo una gran confusione: non capivo bene se dovessi essere la futura regina di Francia oppure una spia tedesca alla corte del re. Di certo inizierei a migliorarmi su questo punto. Avrei sviluppato un carattere più forte.
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Parlaci del rapporto con tua madre. Ricordiamo ai lettori che si tratta nientemeno che dell'Imperatrice Maria Teresa.
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Oh, si, una vera imperatrice. Non posso dire cose cattive su di lei: è la mamma più buona e tenera del mondo … forse un po' monolitica, fissa nelle proprie convinzioni. Ha sempre creduto di fare il meglio per me, quindi non le rimprovero nulla. Anche io forse, sono stata tirannica con i miei bimbi; specialmente con Maria Teresa
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Che sarebbe la tua primogenita.
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Si, sia benedetta. L'unica che ha vissuto una vita di degna lunghezza, anche se non oso immaginare l'orrore che ha portato sempre con sé.
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L'hai ritrovata, qui, nell'aldilà?
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Nel contratto che ho firmato mi hanno detto di non rivelare troppe informazioni su come funziona da queste parti … però si. L'ho ritrovata. Mi dispiace non poterti dire di più.
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Non preoccuparti, l'importante è che tu e la tua famiglia siate riuniti. Nelle domande che mi ero segnata, riguardo la tua vita, ti chiederei se hai dei rimpianti particolari.
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Rimpianti? Quello di non aver visto crescere i miei bambini. La mia più grande sofferenza è quella di aver causato loro così tanto dolore. Hanno patito pene indicibili solo perché erano figli miei e di Luigi.
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E che ci dici di Luigi?
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Oh, che piacevole domanda. Luigi è la persona più cara di questo mondo. Sapeva che sarei arrivata presto, così dopo che lui era arrivato, mi ha aspettata. Non si è mosso dall'ingresso finché non mi ha vista e quando … oh, no scusami. Sto rilasciando troppe informazioni, vero? Il signor Pietro mi sgriderà.
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Dicci solo quello che puoi
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Beh. Luigi è stato un marito devoto. L'unico re devoto alla famiglia che si possa ricordare nella storia del regno di Francia. È stato così difficile, per lui, all'inizio. Soffriva molto.
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Tu hai sofferto?
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Certo. Mia madre continuava a insistere che fossi io il problema. Ero stata abituata a suscitare dolcezza nelle persone, quindi immaginavo servisse quello per far decidere mio marito a consumare il matrimonio
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Invece non è servito?
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Dovevo solo concedergli tempo e dimostrarmi tranquilla (cosa che certamente non ero). Il problema erano le voci biforcute che avvelenavano tutta la corte.
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Torneresti a vivere a Versailles?
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No. Mai. Forse ci tornerei, ma da adulta e in qualità di regina. Il periodo del delfinato è stato terribile. Ero esposta al giudizio in qualunque momento della mia vita. Non potevo sorridere, sussurrare, camminare, dimostrarmi stanca, favorevole, contraria, felice o triste, senza venire vista e commentata dagli occhi di tutti. Tutto significava tutto. Se facevo un passo storto, ecco che tutti lo notavano e dovevano parlare del perché, quella mattina, la delfina avesse i piedi di papera.
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Immagino sia stato frustrante, dato che sei arrivata a corte a soli quattordici anni
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Frustrante, umiliante e terribilmente frastornante.
- Non vorrei turbarti con questa domanda. Che mi dici del Conte Fersen?
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Fine prima parte.
Il pubblico ha domande da rivolgere alla Regina? è possibile che Maria Antonietta non si sdegni di rispondere alle vostre curiosità. Scrivete, rcensite e nella prossima puntata proverò a sottoporre le vostre parole alle attenzioni dell'ultima regina di Francia.
Il pubblico ha domande da rivolgere alla Regina? è possibile che Maria Antonietta non si sdegni di rispondere alle vostre curiosità. Scrivete, rcensite e nella prossima puntata proverò a sottoporre le vostre parole alle attenzioni dell'ultima regina di Francia.