La luce lunare filtrava dolcemente dalle grandi finestre della stanza, illuminando la poltrona in pelle nera e la scrivania dell'ufficio. Una pila di documenti era perfettamente ordinata in un angolo e una cartelletta sulle sfumature del giallo sporco giaceva aperta al centro, accanto ad un posatore che reggeva, leggermente pendente a destra, una lunga stilografica nera.
Lucrezia leggeva pigramente i fogli all'interno, sfogliandoli con annoiata lentezza, quasi fosse un libro che aveva letto talmente tante volte da perdere ogni interesse per esso e che continuava a rispolverare solo per scaramanzia.
Un lieve colpo di tosse si alzò dall'angolo poco distante, nervoso ed incerto, spezzando quel religioso silenzio. La donna voltò pagina, leggendo per un altro minuto, prima di parlare.
« Sì? » chiese, tranquilla. L'uomo, in piedi vicino alla porta, si mosse leggermente, a disagio. 
« È sicuro... » cominciò, cauto, misurando bene le parole « ...far andare la signorina Rika da sola? » chiese, titubante « Un viaggio così lungo in un paese sconosciuto... »
Lucrezia raccolse la pila di documenti che aveva letto e li ripose sul resto, perfettamente in ordine, poggiandosi poi allo schienale della poltrona.
« Rika ha quasi sedici anni, Simone » ricordò lei, stiracchiandosi « È adulta e matura e, d'altronde, non sarà sola. »
Simone fece una smorfia, l'immagine dei cinque ragazzi che da lì a qualche giorno si erano stabiliti alla Magione dei Luna ben vivida nella propria mente, e chinò leggermente il capo verso la moquette rossa.
« Sono solo dei ragazzi » mormorò.
Lucrezia alzò i sottili occhi viola dalla cartella, puntandoli su uno dei suoi uomini più fidati. Si sporse in avanti, poggiando i gomiti sulla scrivania e intrecciando le lunghe dita affusolate davanti al viso. Sorrise, quasi divertita.
« È vero » acconsentì « La maggior parte di loro ha appena quindici anni, ma sono molto più maturi di quanto possiamo credere. Se la caveranno benissimo » rassicurò.
Simone non sembrava convinto ma non replicò, tornando al suo silenzio. Lei abbassò il proprio sguardo, posandolo sulla scatola di cristallo con la serratura la cui chiave era sempre appesa al suo collo. Socchiuse di poco gli occhi: aveva giurato di proteggerlo quando aveva preso in mano le redini della Famiglia Luna, anche a costo della vita: era quello il compito che aveva ereditato da tutti i Boss che si erano susseguiti nei secoli prima di lei... ed ora doveva separarsene.
I sottili filamenti di quello che, a prima vista, poteva essere scambiato per oro bianco s'intrecciavano armoniosamente tra di loro formando un elegante cerchio che fungeva da base alla pietra nera dal taglio esagonale che si stagliava su di essi. Un semplice diamante nero, purissimo, liscio e profondo come la notte ma, se lo si guardava più da vicino, si poteva notare che inciso dentro di esso vi era il disegno di una spirale: uno dei sette simboli sacri.
Sospirò, chiudendo stancamente gli occhi: aveva svolto brillantemente il suo dovere per tutti quegli anni, non aveva nulla da rimpiangere ma solo cose di cui essere fiera.  « È giunto il momento che vadano a chi di diritto » decretò.
Come è sempre stato e come sempre sarà.






















Note a fine capitolo:
Mitomi: Ce l'abbiaaaamo fatta! *voce alla Vladimir di Anastasia*
Mizuhiiro: L'autrice è molto impegnata quindi ha scaricato a noi il compito di questo angolo.
Ren: La solita sfruttatrice!
Urara: Ma poretta, con tutto quello che ha da fare...
Mitomi: L'importante è che sia riuscita finalmente a pubblicare questa storia!
Mizuhiiro: Mi chiedevo quanto tempo ci avrebbe messo a farci vedere la luce.
Rika: Io mi chiedo perché, se siamo italiani, abbiamo nomi giapponesi.
Tayomu: Shhh! L'autrice si è accorta della cazzata fatta solo dopo aver scelto i nomi per tutti...
Mizuhiiro: ...e dato che le è venuto un collasso al solo pensiero di doverci trovare dei nuovi nomi ci ha fatto diventare tutti mezzi giapponesi.
Mitomi: Ma questi sono dettagli trascurabili. L'unica cosa... ma noi possiamo stare in questo angolino dato che non siamo nemmeno apparsi nel capitolo?
Tayomu: Beh, tecnicamente siamo già comparsi in The Lady of the Ring...
Rika: Che sarebbe il sequel di questa storia, tra l'altro.
Ren: Perché lei ha pubblicato prima il sequel e poi il prequel, mi pare logico.
Mitomi: A dire il vero c'è una spiegazione per questo: in principio, quella demente l'autrice aveva progettato The Lady of the Ring come una storia a sé.
Rika: Poi, in un lampo di genio venutole mentre scriveva il secondo capitolo, ha deciso di collegarla a questa serie.
Tayomu: L'ho detto che io che quella è matta!
Ren: E noi siamo stati partoriti dalla sua mente malata.
...Che cosa deprimente.
Mitomi: Immagino solo le bestemmie che ne usciranno quando proverà a ficcare queste storie nella sezione "Serie" in ordine cronologico! *ride diabolicamente*
Rika: Qualcuno tappi le orecchie ad Urara!
Urara: Eh?
Mitomi: Qualcuno prepari i popcorn!
Mizuhiiro: Beh, a parte questo, dopo tante peripezie siamo finalmente riusciti a vedere la luce nel fandom! Ne approffito per linkarvi la sua pagina facebook http://www.facebook.com/bambolinarossa98/ nel quale potrete seguire gli aggiornamenti in tempo reale, anteprime e subire i suoi (e i nostri) scleri a vostro rischio e pericolo. Speriamo vivamente che la storia vi piaccia e... sì, ha fregato l'idea delle virgolette a Caroline: ti vuole bene, sappilo!❤
Baci e alla prossima!