04/12/2017
1 recensioniNote: valanghe di angst, a voi.
L'ultima volta
Lo stringe per l’ultima volta e non può fare a meno di pensare che qualsiasi cosa sia accaduta loro, da quando ha bussato alla sua porta dodici anni prima, è colpa sua.
Non riesce nemmeno a urlare, non riesce a fare nulla, cade in ginocchio e lo stringe al petto quasi avesse paura di romperlo.
Ma lui è già rotto, stavolta per sempre.
Non ci sarà nessun lasciapassare per tornare in vita, nessun torna al via, Sam è semplicemente crollato al suolo e niente lo riporterà mai da lui, non questa volta. Non c’è più l’alleanza con il Paradiso che gli consente di non rispettare le regole o un Dio pronto a perdonarli con clemenza, sono soli e Sam è morto, definitivamente.
Ha ancora addosso l’odore della tavola calda in cui si sono fermati un paio d’ore fa e Dean pensa che quell’odore lo ricorderà per ogni dannato giorno della sua vita, perché è l’odore della morte di suo fratello, misto al sangue che gli imbratta il petto.
Che di tutto quello che hanno affrontato, lui muoia così, banalmente ucciso da una pallottola, è quanto di più assurdo Dean possa pensare, come se loro potessero essere immuni alla normalità e alle sue conseguenze.
«Non puoi andare via sul serio...» lo mormora sulla sua fronte, mentre gli tira indietro i capelli, pensa a tutte le volte in cui gli ha detto di tagliarli, con quel sottile e leggero tono di scherno condito d’affetto. Sam alzava quasi sempre gli occhi al cielo.
«Mi piacciono...» gli rispondeva sbuffando.
Piacciono anche a Dean in realtà, gli piaceva tutto di lui. Era tutto quello che Dean non sarebbe mai stato ed anche l’unica ragione per cui pensava di avere un posto al mondo.
Scambierebbe la sua vita per quella di Sam, scambierebbe l’intero mondo per saperlo vivo e al sicuro, lontano da qualsiasi sciocchezza sovrannaturale che possa anche solo avvicinarsi, ma non può fare nulla, non può più proteggerlo.
Sam è andato via e lui è solo.