Liechtenstein non aveva mai visto il suo adorato fratellone in quelle condizioni.
Seduto di fronte a lei, sul pavimento quella stanza sconosciuta piena di fiamme, nella quale si erano risvegliati dopo un lungo sonno.
Vash era quasi ripiegato su se stesso, sporco e scosso da tremori esagerati, fissando la pistola che teneva nelle mani che non riusciva a far stare ferme.
La ragazza aveva le lacrime agli occhi, cercò di chiamarlo a sé per farlo allontanare dalle fiamme che lente si avvicinavano a loro, chiusi in una stanza e condannati a morte.
<< Vash… >> Disse, facendo risvegliare Svizzera da quella specie di stato catatonico.
Lo svizzero si voltò verso di lei con un’ espressione confusa sul volto. Quando sembrò riconoscerla le rivolse un sorriso triste e malinconico.
<< Liech… >> Sussurrò con una voce quasi rotta dal pianto.
La ragazza stese le braccia verso di lui, facendogli capire di volere un’ ultimo, dolce abbraccio.
Vash si avvicinò e la strinse forte a sé, mentre le fiamme si facevano sempre più vicine ai loro corpi.
<< Mi dispiace, Liech… non avrei mai voluto che tu morissi così… >> Sussurrò il ragazzo al suo orecchio << bruciata come una strega… >>
<< Dobbiamo resistere, verranno… >>
<< Non verrano… >> La interruppe il suo fratellone stringendola ancora di più << Non verranno a salvarci… >>
Liechtenstein rimase in silenzio, era vero, lo sapeva anche lei, la loro vita stava per finire.
<< Liech… lo sai che il tuo fratellone ti vuole bene, vero? >> La frase fu detta in un sussurrò talmente basso da poter sembrare un’ allucinazione.
<< Si, forse anche troppo… >> Rispose lei cercando di sorridere.
<< Non muoverti… >> Ordinò il ragazzo alzandosi e camminandole attorno. Si fermò solo quando si trovò alle spalle della sorellina.
La bionda sentì un secco klack che la fece irrigidire, ma continuò a stare immobile come le era stato ordinato.
<< Ti chiedo scusa… >> Liechtenstein sentì di nuovo quella voce tremula, quando qualcosa di freddo si posò sulla sua nuca.
<< Per favore perdonami… >> Continuò Vash quasi piangendo, mentre il suo corpo cominciò ad essere scosso da nuovi e forti tremori.
<< Non devi chiedermi scusa, anzi… ti ringrazio >> Lo tranquillizzò la sorellina serenamente.
<< Scusami… >> Riuscì solo a ripetere il ragazzo.
<< Ti voglio bene, fratellone! >>
Stringendo i denti e con le lacrime agli occhi Vash premette il grilletto della sua pistola.
<< fermooooooo >> Un grido fece sussultare il ragazzo che automaticamente sparò.
Fissò piangendo quei bei capelli d’ oro sporcati di sangue, poi si girò per vedere chi avesse urlato.
<< Perchè l'hai fatto?? Hai rovinato tutto!!>> strillò ancora Ivan con la faccia a pazzo << Adesso come faccio ad organizzare una festa senza festeggiata? >>
<< Che cosa???? >> urlò ancora più forte Svizzera.
<< Ma si!!! cosa credevi che fosse questo posto eh?? Togli lo zoom e te ne accorgerai da solo!!! >>
E così mentre la telecamera indietregia il poveretto si rende conto di trovarsi sopra una torta gigante e l'incendio che vedevano non era altro che qualche fiammella sulla cima delle candele.....
Seduto di fronte a lei, sul pavimento quella stanza sconosciuta piena di fiamme, nella quale si erano risvegliati dopo un lungo sonno.
Vash era quasi ripiegato su se stesso, sporco e scosso da tremori esagerati, fissando la pistola che teneva nelle mani che non riusciva a far stare ferme.
La ragazza aveva le lacrime agli occhi, cercò di chiamarlo a sé per farlo allontanare dalle fiamme che lente si avvicinavano a loro, chiusi in una stanza e condannati a morte.
<< Vash… >> Disse, facendo risvegliare Svizzera da quella specie di stato catatonico.
Lo svizzero si voltò verso di lei con un’ espressione confusa sul volto. Quando sembrò riconoscerla le rivolse un sorriso triste e malinconico.
<< Liech… >> Sussurrò con una voce quasi rotta dal pianto.
La ragazza stese le braccia verso di lui, facendogli capire di volere un’ ultimo, dolce abbraccio.
Vash si avvicinò e la strinse forte a sé, mentre le fiamme si facevano sempre più vicine ai loro corpi.
<< Mi dispiace, Liech… non avrei mai voluto che tu morissi così… >> Sussurrò il ragazzo al suo orecchio << bruciata come una strega… >>
<< Dobbiamo resistere, verranno… >>
<< Non verrano… >> La interruppe il suo fratellone stringendola ancora di più << Non verranno a salvarci… >>
Liechtenstein rimase in silenzio, era vero, lo sapeva anche lei, la loro vita stava per finire.
<< Liech… lo sai che il tuo fratellone ti vuole bene, vero? >> La frase fu detta in un sussurrò talmente basso da poter sembrare un’ allucinazione.
<< Si, forse anche troppo… >> Rispose lei cercando di sorridere.
<< Non muoverti… >> Ordinò il ragazzo alzandosi e camminandole attorno. Si fermò solo quando si trovò alle spalle della sorellina.
La bionda sentì un secco klack che la fece irrigidire, ma continuò a stare immobile come le era stato ordinato.
<< Ti chiedo scusa… >> Liechtenstein sentì di nuovo quella voce tremula, quando qualcosa di freddo si posò sulla sua nuca.
<< Per favore perdonami… >> Continuò Vash quasi piangendo, mentre il suo corpo cominciò ad essere scosso da nuovi e forti tremori.
<< Non devi chiedermi scusa, anzi… ti ringrazio >> Lo tranquillizzò la sorellina serenamente.
<< Scusami… >> Riuscì solo a ripetere il ragazzo.
<< Ti voglio bene, fratellone! >>
Stringendo i denti e con le lacrime agli occhi Vash premette il grilletto della sua pistola.
<< fermooooooo >> Un grido fece sussultare il ragazzo che automaticamente sparò.
Fissò piangendo quei bei capelli d’ oro sporcati di sangue, poi si girò per vedere chi avesse urlato.
<< Perchè l'hai fatto?? Hai rovinato tutto!!>> strillò ancora Ivan con la faccia a pazzo << Adesso come faccio ad organizzare una festa senza festeggiata? >>
<< Che cosa???? >> urlò ancora più forte Svizzera.
<< Ma si!!! cosa credevi che fosse questo posto eh?? Togli lo zoom e te ne accorgerai da solo!!! >>
E così mentre la telecamera indietregia il poveretto si rende conto di trovarsi sopra una torta gigante e l'incendio che vedevano non era altro che qualche fiammella sulla cima delle candele.....