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Autore: HarleyHearts    07/12/2017    0 recensioni
ATTENZIONE! QUESTA E' LA VERSIONE RISCRITTA DELLA MIA VECCHIA STORIA, E GLI AVVENIMENTI NARRATI SONO QUASI TUTTI COMPLETAMENTE DIVERSI DA QUELLI PRECEDENTI
-
Rosalie Fay è la seconda principessa di Waterlia, il regno dei mostri marini. Nonostante ciò vive con la sorella maggiore Koko nel mondo umano da anni, e qui studia alla ricerca del suo posto nel mondo.
Caius Lightwood è un vampiro, e frequenta lo stesso liceo umano della ragazza.
Tra i due scoppia una scintilla, un qualcosa di misterioso, ma Rosalie non sa se fidarsi o meno a causa di vecchie ferite del passato.
Koko invece è innamorata da sempre di Kelpie, il generale a capo delle armate marine di suo padre, ma non ha il coraggio di confessargli i propri sentimenti. È convinta di poterlo dimenticare sulla terra ferma, e di poter andare finalmente avanti.
Ad Acton però niente va come sperato, e le due sirene inizieranno ad impararlo molto presto...
- 1* storia della serie "My Little Love" -
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'My Little Love'
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capitolo 2

Capitolo 2

Un nuovo "primo" giorno di scuola



Il mattino seguente mi svegliai abbastanza presto.
Dalla porta finestra filtravano alcuni tiepidi raggi di sole, che illuminavano dolcemente la camera.
I miei capelli biondi erano arruffati e pieni di nodi; ci avrei impiegato sicuramente una quindicina di minuti buoni per riuscire a districarli a dovere.
Anche mia sorella era già sveglia, e ciò lo compresi dal delizioso profumino che arrivava dal piano di sotto e dalla dolce melodia di un canto.
Koko, mentre stava preparando alcuni pancake alla banana, si era messa ad intonare la ninnananna che nostra madre Atylia era solita cantarci da piccole.
Amavamo entrambe quella canzone, con tutto il cuore, e molto spesso ci ritrovavamo a canticchiarla senza nemmeno rendercene conto.
- Buon giorno, Koko -
- Buon dì, Rosie - rispose, passandomi un piatto colmo di frittelle.
- Pronta per un nuovo giorno di scuola? - le chiesi.
La rossa scosse la testa - Odio andare a scuola. Le scuole umane dovrebbero venir abolite e vietate in tutti gli Stati; isole comprese - la sentì borbottare, mentre prendeva posto davanti a me.
Ridacchiai appena, prima di addentare un pezzo di pancake - Non esagerare, sorellina. Le scuole umane non sono tanto male -
Mi fulminò con lo sguardo - Ed io sono un pesce palla - commentò, con velato sarcasmo - La scuola a Waterlia non era così. Qui insegnano quelle stupide materie come la storia e la fisica. Sparano così tante stronzate, che fatico a non scoppiare a ridere ogni volta durante le lezioni -
La sirena maggiore non aveva tutti i torti.
Dovendo tenere nascosta l'esistenza del sovrannaturale agli occhi degli esseri umani, molti fatti storici erano stati modificati e censurati, rendendoli così più adatti per loro. Così come anche le scienze. È impossibile spiegare, scientificamente, come funziona la magia nel nostro mondo.
Ci sono innumerevoli cose che non ci è permesso conoscere, o rivelare.




   Finita la colazione, finimmo di prepararci per andare a scuola.
Pur essendo creature millenarie, quasi tutti i marini dimostrano fisicamente un'età compresa tra i quindici e i venti anni. Cresciamo fino ai 50 anni, poi il nostro metabolismo si blocca, rendendoci degli eterni adolescenti.
A Waterlia usavamo celebrare una cerimonia raggiunti i cinquant'anni d'età, essendo considerata da noi come il raggiungimento della maggiore età.
Gli unici marini a fare eccezione sono gli uomini-pesce, ma il loro è tutt'altro caso.





  - Hai preso tutto? Sei sicura di non aver dimenticato niente? -
Alzai gli occhi al cielo, esasperata - Sì, mamma. È la quinta volta che me lo chiedi. Ho preso tutto; tranquillizzati -
Koko mi lanciò una rapida occhiata prima di mettersi a fare manovra con la sua Mini Cooper rossa fiammante, per poter posteggiare nel piccolo parcheggio davanti alla scuola.
- Scusami - disse - È che sono troppo nervosa. Non sappiamo nemmeno se abbiamo lo stesso orario! E se ci hanno messo in corsi differenti? - gemette quasi, uscendo insieme dalla vettura - Non lo sopporterei -





  - Il Karma mi odia. Non trovo altre spiegazioni! - fu questo quello che esclamò, non appena mise a confronto i nostri due orari, completamente diversi.
- Nessuna lezione in comune. Nemmeno una! Per i Sette Mari, come è possibile? - si lamentò sconvolta, riporgendomi il foglio e sistemandosi sulla spalla la borsa in tela verde che conteneva i suoi libri.
- Cerca di guardare il lato positivo - cercai di rassicurarla - Potremmo vederci durante le pause, e a casa dopo la scuola. Non è la fine del mondo -
Koko si lasciò sfuggire un verso stizzito, mentre osservava con mal celato disgusto la tabella tra le proprie mani.
- La fai facile te, sister. Guarda: qui c'è scritto che dovrei avere due ore di Storia in questo momento. Due! Io mi rifiuto - esclamò con indignazione, facendomi scoppiare a ridere di gusto.
Lei mi fulminò con lo sguardo - Non ridere, sciagurata di una sorella -
Risi ancora di più, e in tutta risposta mise su un broncio alquanto infantile e buffo - Lieta di averti rallegrato la giornata - bonfocchiò indispettita.





 Alla prima ora avevo una lezione di Musica, e dovetti incamminarmi alla ricerca dell'aula giusta. Trovai senza difficoltà l'aula 420, e senza pensarci due volte mi fiondai dentro.
Era molto ampia e ben illuminata da una lunga fila di finestre scorrevoli, poste davanti a me.
I banchi erano divisi in due file, ed erano da due posti ciascuno. Infondo alla stanza riuscì a scorgere diversi strumenti musicali, tra cui un meraviglioso pianoforte a coda in vernice scura.
A Waterlia non esiste sirena o marino che non ami la musica.
È quasi una parte di noi, e non possiamo vivere senza.
In mille anni di esistenza ho avuto molto tempo per studiare diversi strumenti musicali, umani e non, e potevo vantare di saperli suonare alla perfezione.
Noi sirene non possediamo solo una magnifica voce, capace di incantare chiunque ci ascolti, ma anche un'ottima predisposizione nel poter apprendere ed amare la musica nella sua completezza, qualsiasi sia la sua forma.
Una ragazza mi si avvicinò subito, con un grosso e luminoso sorriso stampato in viso - Ciao! - esclamò raggiante.
- Ciao - ricambiai il saluto, con un lieve sorriso.
- Tu devi essere una delle nuove ragazze, vero? Io sono Sophie. È un piacere fare la tua conoscenza -
Sophie era una ragazza molto piccola ed esile di corporatura, con un simpatico caschetto biondo e dei luminosi occhi azzurri.
A primo impatto, mi sembrò subito una ragazza molto simpatica e allegra.
Mi diede proprio una bella prima impressione.
- Sì, sono io - risposi con un sorriso - Io sono Rosalie, e il piacere è tutto mio -
La piccola bionda mi invitò a sedermi insieme a lei, ad uno dei tavoli infondo alla classe, per parlare e conoscerci meglio; accettai di buon grado, e la cosa rese felicissima Sophie.
Parlammo di parecchie cose, fino a quando non venimmo disturbate dall'eccessivo brusio di un gruppetto di ragazze, prese a parlottare ed urlecchiare tra di loro.
Sembravano eccitate per qualcosa, o forse era solo la mia immaginazione.
- Lasciale perdere - mi consigliò Sophie, lanciando un'occhiata di sbieco al gruppetto urlante.
- Sembrano molto... esaltate - osservai - Come mai? -
L'umana al mio fianco si lasciò sfuggire una piccola smorfia di disappunto - Quello che vedi è una piccola parte del fans-club dei Lightwodd; i ragazzi più popolari e amati dell'istituto. Sfortunatamente ne abbiamo in classe due su tre, e le oche sono così esaltate perchè staranno arrivando - sospirò, appoggiando una guancia contro il palmo di una mano.
Un fans-club? Sul serio?
- Hanno creato davvero un fans-club per tre ragazzi? Non è un pelino una esagerazione? - chiesi confusa.
Gli occhi di Sophie, sentendo le mie parole, si illuminarono ed annuì con decisione - Santo Coniglio, finalmente qualcuno che la pensa come me! - esclamò - Anch'io trovo che sia una bella esagerazione. Oggettivamente tutti e tre sono molto belli, ma un fans-club tutto loro? Per carità - finì alzando le mani al cielo, in una posa molto teatrale che riuscì a strapparmi un sorriso divertito.
- Hanno anche un carattere, passami il termine, davvero di merda. Sono insopportabili -
- Sono tanto pessimi? - mi permisi di chiedere.
Dal tono che aveva utilizzato la bionda, in un primo momento pensai persino che stesse parlando di un gruppo di fratelli malavitosi.
Come potevano tra semplici umani essere tanto tremendi?
- Peggio! - rispose, con enfasi, prima di lanciare una rapida occhiata all'ingresso - Guarda tu stessa -
Seguendo lo sguardo celeste di Sophie, mi ritrovai ad osservare due ragazzi fare il loro ingresso in aula.
Camminavano a testa alta e avevano un portamento quasi regale.
Entrambi pallidi come lenzuoli, ma completamente diversi nel resto dell'aspetto esteriore.
Il primo era incredibilmente basso per lo standard medio di un giovane umano, quasi un metro e sessanta a prima vista.
La prima cosa che saltava all'occhio della sua figura erano senza ombra di dubbio i capelli: corti e di un tintissimo rosso Ferrari.
Gli occhi invece erano di un castano tanto chiaro da sembrare quasi ambra; un colore davvero insolito per un essere umano.
L'altro ragazzo però non sfigurava in bellezza.
Decisamente molto più alto del rosso, i capelli biondo cenere gli ricadevano morbidi sino alle spalle e gli occhi avevano il medesimo colore dell'altro.
- Quando si dice: "Si parla del Diavolo, e spuntano le corna" - mi sussurrò Sophie ad un orecchio mentre, senza dare troppo nell'occhio, indicava i due ragazzi - Il nanetto da giardino è Alec, ed è il fratello Lightwood più piccolo; in tutti i sensi. Ha un ego talmente smisurato da compensare abbondantemente la sua mancanza - spiegò, lanciando un'occhiataccia al diretto interessato che, notata la bionda osservarlo, le rivolse un sorriso seguito da un occhiolino.
Sophie non fece nulla per nascondere l'espressione di puro disgusto, che le sfigurò momentaneamente il volto.
- È un completo idiota - concluse, prima di iniziare a parlare dell'altro ragazzo.
Il biondo era occupato a parlare, o ascoltare con finto interesse, la lunga sfilza di elogi che una ragazza mora gli stava tessendo.
- Lui è Caius, il secondo genito. Ha la stessa identica fama del fratello, nè più nè meno. Forse l'unica differenza è che eccelle in maniera mostruosa in musica. È il cocco di tutti i professori -
Più osservavo quel ragazzo, più sentivo che aveva qualcosa che non andava.
"Forse non è umano" pensai, e molto probabilmente era l'ipotesi più azzeccata.
Sono innumerevoli i mostri che si iscrivono e studiano in scuole umane. Sono sempre stati alquanto comuni e diffusi; ma quei ragazzi... avevano qualcosa che non andava.
Niente di buono, sicuramente.
Sentendo il mio sguardo su di lui, Caius Lightwood si voltò nella mia direzione.
Non seppi dire se quello che ci fu, in quei pochi secondi in cui i nostri sguardi rimasero incatenati fra loro, fosse un colpo di fulmine o qualcosa del genere.
Di una cosa ero certa: non avevo mai visto, in tutta la mia lunga esistenza, occhi più belli ed espressivi di quelli di Caius Lightwood.












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