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Autore: MrsReed    09/12/2017    0 recensioni
Sherlock e John decidono di passare una vacanza lontano da Londra, dove insieme possano ricostruire le loro vite distrutte e dilaniate.
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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''Forza John Watson, siamo in ritardo di tre minuti e cinque secondi all'inizio dell'evento. Non vorrai arrivare quando sono già iniziati?''
''Santo cielo, Sherlock, iniziano sempre in ritardo!''
Il giovane Holmes entrò repentino nella loro stanza d'albergo, dove trovò John ancora in accappatoio steso sul letto, rannicchiato. Capì subito che stava temporeggiando perché non ne voleva sapere di uscire, soprattutto per andare lì.
''Questo non significa che NOI dobbiamo essere in ritardo, e poi le nostre paure vanno affrontate prima o poi.''

Il rumore delle bombe, delle dinamiti, di un compagno che cadeva... Boom, boom... Le sue orecchie esplodevano. Nel suo cervello si facevano strada immagini devastanti, terribili, che muovevano le corde del suo cuore in maniera scomposta e dolorosa. Strinse fortissimo gli occhi, si spostò sempre più di lato e cercò di trattenere le lacrime. Stava per abbandonarsi a questi ricordi terribili, finché non sentì una mano accarezzargli il fianco;

''John... Possiamo farcela.''

Sherlock. 

Ecco che le nuvole nella sua testa si diradarono, e la luce entrò nei suoi pensieri.
John si alzò dal letto, si tolse l'accappatoio e si vestì in fretta. Ormai si era abituato abbastanza a farsi vedere nudo da Sherlock, in ogni senso; ormai era un libro aperto.
''Andiamo a vedere questi fuochi d'artificio, sono pronto.''
I due si presero per mano, ed uscirono per le stradine di Capri, la meravigliosa isola italiana in cui i due decisero di passare le vacanze. Arrivarono alla spiaggia dove si sarebbero tenuti i fuochi d'artificio molto in fretta, accorgendosi che stavano per iniziare.
I due londinesi si tenevano per mano con discrezione, senza dare troppo nell'occhio, come se fossero una di quelle coppie insieme da sempre: Sherlock, dopo tutti gli avvenimenti che coinvolgevano sua sorella, stava diventando gradualmente più dolce ed aperto. John, invece, si sentiva ormai di nuovo al volante della propria vita dopo la devastazione data dalla morte di Mary.

Si sedettero lì, in mezzo a un sacco di persone in quel piccolo angolo di paradiso, ad osservare come nel cielo fiotti di colore si diramavano senza lasciare tracce.
Il detective si strinse a Watson poco prima della fine dei primi fuochi, pronto a rivelargli quella che sarebbe stata la vera sorpresa della serata: la proposta.
Preso su quel coraggio nascosto dietro i riccioli color pece, Sherlock si inginocchiò come da prassi e cercò di scostare leggermente lo sguardo per non far vedere il colore leggermente arrossato;

''S-Sherlock? Cosa stai facendo?! Alzati!'' Sussurrò John, che non appena lo vide in quella posizione pensò a tutto forché a ciò che stava effettivamente succendo.

''John Hamish Watson, so di essere la persona più complessa e sgradevole del cosmo che così tanto ho trascurato, e so che sono più i dolori che le gioie da me donate, ma grazie anche alla tua pazienza e all'aria di questa meravigliosa isola..'' Gli scappò un sorriso sincero, di quelli genuini che quasi non sembrano reali; ''Ti chiedo di sposarmi. Ora, adesso, cosicché potremmo diventare i genitori di Rosamund e compagni per tutta la vita. Non c'è molto che io possa donarti, se non il mio amore.''

La voce di Sherlock era leggermente disturbata da un filo di emozione: non era abituato a fare certi di scorsi, ma a John non importava. Sentiva solo gli occhi farsi leggermente gonfi, per poi liberarsi in una cascata di lacrime. Si chinò sul suo futuro sposo, come se non ci fosse nulla da dire, come se ogni parola fosse superflua.
Sherlock non seppe cosa dire, così cinse le sue mani leggermente insabbiate sul piccolo corpo di John stringendolo con una forza immane.

''Ti amo, John, io ti amo. Vedi... Trovo complesso anch-''
''Zitto, Sherlock. Ti amo anche io.''

Nel cielo scuro e saturo di stelle, poco dopo il lungo e quasi disperato abbraccio, ripresero ad impazzare mille fuochi d'artificio creando colori dalla bellezza indescrivibile. Quasi impulsivamente, Sherlock afferrò il volto di John per controllare che stesse bene.
''Sto bene, Sherlock. Anzi, non potrei stare meglio.''
Silenziosamente, il riccio inserì nel dito del suo futuro marito l'anello, semplice e dorato, ma con le loro iniziali stampate su di esso.

Finalmente, andava tutto bene.

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Note Autore (per chi abbia voglia di leggere)

Innanzitutto, dedico questa fanfiction ad una amica che ha sempre creduto in me sin dall'inizio. Grazie di tutto. (Soprattutto per avermi fatto conoscere Sherlock)
Allora, salve a tutti.
Questa fanfiction non è un granché, la trovo banale e non particolarmente interessante. So che ora vi starete chiedendo ''perché l'hai pubblicata?'', semplice: è la prima che riesco a scrivere dopo un blocco psicologico e dello scrittore durato troppo a lungo.
Avevo un sacco di cose in mente da scrivere, ma mi ritrovavo sempre al punto di non riuscirci. E' stato terribile, distruttivo, e difficilmente mi sono mai sentita così persa nella mia vita.
Quindi, tornando al punto, ho deciso di pubblicare questa fanfiction per ripartire da zero a piccoli passi (ci ho messo dei mesi per finirla, nel mentre continuavo ad aprire e chiudere altre storie). Spero di farcela, in qualche modo, perché per me scrivere è vita.

Buona lettura,

Reed

   
 
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