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Autore: Evola Who    15/12/2017    0 recensioni
(Carrison)
Everything That Happen In London Will Remain In London. Or not?
Genere: Angst, Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Carrison '
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London Town
 

 

 

Silver rain was falling down

Upon the dirty ground of London Town*...

Londra, Novembre 1983, pomeriggio.

Era una giornata piovosa e fredda e due persone, un uomo e una donna, stavano correndo verso la metro più vicina per prendere la loro fermata.

La donna indossava un lungo cappotto viola scuro, un cappello da pioggia in stile anni'20 dello stesso colore del cappotto, un maglione a collo alto arancione scuro, una lunga gonna marrone a strisce arancioni, degli stivaletti di pelle alti con il tacco basso, anche quelli color marrone, la borsa a tracolla blu, gli occhiali da sole rotoni e grossi e i capelli scuri legati sotto al capello.

L'uomo invece indossava un capotto nero lungo, sotto una polo a maniche lunghe blu scuro, jeans chiari, scarpe marroni, un Burberry più classico nero che nascondeva i suoi capelli corti e dei occhiali da sole scuri e quadrati.

Stavano correndo sotto la pioggia, mano nella mano, sulla via di Piccadilly, dopodiché entrarono nella metro.

Non si trattava di presone comuni, bensì dell'attrice Carrie Fisher e dell'attore Harrison Ford, che ormai da più di tre anni stavano insieme in segreto.

Le cose andavano bene, anche se talvolta erano costretti a stare lontani per via dei loro impegni o dovevano stare da soli dopo un lungo litigio. Ma erano innamorati l'uno dell'altra e si accontentavano del loro piccolo mondo.

Carrie correva sulle scale della metro, teneva la mano ad Harrison, che cercava di stare al passo; si fermarono per occhi secondi per controllare le fermate, poi tornarono a correre per prendere in tempo la metro.

Si sedettero vicini per riprendere fiato, poi notarono che il loro vagone era quasi vuoto.

"Ti prego, Carrie, non farmi correre così un'altra volta" disse Harrison, prendendo fiato e appoggiando la testa al finestrino.

Carrie rise, dicendo: "Ma se negli ultimi mesi hai fatto anche di peggio!".

"Sì, ma l'ho fatto per contratto e avevo anche delle controfigure. E poi, il film è finito e ora non devo fare cose olimpiche come combattere o correre!".

L'attrice rise, gli prese il braccio e posò la testa sulla spalla di Harrison.

"Comunque, sono felice che tu stia bene. Non immagini che ansia quando mi hai detto che ti sei ferito durante le riprese, e a questo aggiungi la frustrazione dovuta al fatto che ti trovati letteralmente dall'altra parte del mondo".

Harrison capì che si riferiva ai cinque mesi passati a girare "Indiana Jones e il tempio maledetto", gli interni erano stati girati negli studi inglesi e gli esterni a Kandy, sull'isola dello Sri Lanka.

Carrie non era mai andata a trovalo per evitare che qualcuno scoprisse la loro relazione (visto che il secondo registra era Lucas), ma si erano scambiati diverse lettere e telefonate.

"Te l'ho detto che non dovevi preoccuparti. Non mi sono fatto niente" la rassicurò lui.

Carrie lo guardò con aria inespressiva, dicendo: "Harry, ti rotto persino l'ernia del disco!".

"Ma mi sono ripreso velocemente, quindi non era niente di serio" rispose lui, sicuro.

"In più, durante il primo film non ti sei rotto anche i legamenti crociati in una gamba?".

"Rischi del mestiere".

"Oppure non hai più l'età per certe scene" rispose Carrie, con un sorriso cinico.

Harrison la guardò con aria sorpresa, mentre lei disse: "Orami hai 41 anni. Non dovresti fare certe scene. Altrimenti potresti rischiare di romperti qualcosa" gli diede una pacca sul braccio, sorridendo.

Harrison gli lanciò un'occhiataccia, fece un sorriso cinico e rispose: "Avrò 41 anni, ma posso ancora permettermi di stare a torso nudo, dopo aver affrontato una fanatica setta Indù".

"Io a 23 anni ho ucciso una lumacona aliena gigante con la stessa catena con la quale mi teneva prigioniera, indossando un bikini striminzito da schiava" fece un sorriso orgoglioso.

Harrison si ricordò del costume da schiava dell'ultimo Star Wars, dove era rimasto sorpreso, ma anche un po' geloso, all'idea che tutto il mondo avesse visto la sua ragazza fare cose eroiche con indosso uno striminzito costume, mentre lui doveva fingere di essere cieco.

L'attore sopirò rassegnato, dicendo: "Hai vinto".

Carrie rise della sua "vittoria", appoggiandosi al suo braccio, mentre lui sorrideva.

"Comunque, mi sei mancato" disse lei, sorridendo.

"Anche tu. E non immagini quanto" rispose Harrison con tono dolce, ricordando i lunghi mesi e le infinite lettere abbastanza sdolcinate che non si vergogna di aver scritto, quindi le mise un braccio attorno alle spalle.

"Posso farti una domanda?" chiese l'attore.

"Muuh?".

"Quando ti ho proposto di fare questa fuga romantica e ti ho detto che potevi decidere la meta..." cominciò Harrison.

"Sì...".

"Perché hai scelto proprio Londra?" la guardò perplesso.

"Beh, dopo mesi in un'isola sotto all'India, pensavo che Los Angeles, San Francisco o le Hawaii non ti avrebbero cambiato poi molto" rispose lei "Poi, a Londra ho vissuto i ricordi più belli di sempre. Vorrei condividere dei nuovi ricordi con qui con te" fece un sorriso sincero.

Harrison rimase sorpreso da quelle parole e domandò: "Quali sono questi ricordi?".

"Quando ho iniziato a studiare qui".

Così Carrie raccontò che quando aveva 17 anni, sua madre aveva divorziato dal suo secondo marito e l'aveva ritirata da scuola per portala con sé a Broadway per diventare la ballerina del revival di "Irene", dove sua madre recitava.

"Poi mi sono iscritta alla Central School of Speech and Drama di Londra, e mi sentivo così libera... potevo fare quello che volevo, potevo fare amicizia e mi sono divertita un sacco" rise per i ricordi "Ci sono rimasta per 18 mesi, poi mi sono iscritta alla Sarah Law Rance, ho fatto quel famoso privino e tutto il resto è storia".

L'attore rimase affascinato dalla sua storia. Si conoscevano da più di sette anni e stavano insieme da tre. Eppure, non sapevano davvero tutto l'uno dell'altra.

"Quindi, non ti sei mai l'laureata?" chiese Harrison.

"No. Tu?".

"No" rispose lui, facendo spallucce "Ho fatto due anni di corsi di arte drammatica al college. Poi, all'ultimo anno mi hanno bocciato in filosofia e mi sono fatto espellere tre giorni prima del diploma" rise per il ricordo.

Carrie rimase stupida: "Cosa?" chiese, ridendo "E cosa hai fatto per farti espellere?".

"Non lo so. Non me lo ricordo più" rispose Harrison, ridendo a sua volta

"Ricordo solo che mi sono fatto espellere e che avevo chiesto al mio professore di farmi una lettera di raccomandazione, ma mi aveva detto di no" risero insieme.

Quando smisero di riedere, presero fiato e sorrisero.

"Però non abbiamo mai preso un diploma e abbiamo avuto comunque successo nella vita" disse Ford.

"Allora siamo un ottimo esempio per i giovani" rispose Carrie sarcastica, si appoggiò di nuovo alla sua spalla, mettendo una mano su quella di Harrison e stringendola "Grazie di aver accettato di venire a Londra. So che volevi andare in un altro posto, magari uno diverso o dove non siamo mai stati" aggiunse, con tono dolce.

"No, amo Londra e capisco perché sei così legata a questo posto, ma siamo qui da due giorni e il tempo è sempre stato nuvoloso. Ora che usciamo c'è addirittura il diluvio universale" disse l'attore, aggiungendo un po' di sarcasmo all'ultima frase.

"Sei tu che hai voluto trascorrere due giorni dentro alla mia camera da letto nel mio appartamento".

"Dopo 5 mesi lontani, che ti aspettavi?" rispose Harrison e fece un sorriso malizioso.

Carrie lo guardò, dicendo: "Sei un idiota" e rise.

"Lo so" rispose lui, poi si baciarono. Fu un bacio lungo e tenero, si erano quasi dimenticati cosa significasse baciare la persona che si ama.

"Ti amo" disse lui dolcemente, staccandosi dalle sue labbra.

"Anche io" rispose lei, tornando sulle sue labbra, per poi tornare ad appoggiarsi alla sua spalla, mentre lui le stringeva la mano, restando in silenzio e sorridendo. Harrison era davvero felice di vedere Carrie serena e Tranquilla

In quei tre anni aveva dovuto conoscere le due parti della sua malattia:

Pam e Roy. Pam era la sua parte triste e malinconica, che stava rannicchiata a piangere, sentendosi in colpa per cose di cui non avrebbe dovuto e sfogando il suo lato fragile. Roy invece era la sua parte vivace, allegra, troppo esuberante, troppo aperta, troppo esagerata e non del tutto felice.

Entrambi avevano fatto molto fatica a gestire quei due aspetti e ad accettare quegli aspetti di Carrie. Lei aveva dovuto imparare a controllare quelle due personalità, sia singolarmente che insieme. Si era chiesta spesso se avrebbe dovuto gestire quelle complesse emozioni quando Harrison era via. Ma ora erano insieme, felici, e volevano godere di quella felicità.

Dopo qualche minuto e altrettante fermate, Harrison disse: "Carrie?".

"Sì?".

"Dove stiamo andando?"

"A Covent Garden, dobbiamo scendere tra tre fermate".

Harrison rimase confuso. Quella mattina erano andati a Green Park per una passeggiata, per poi dirigersi verso ai mercatini di Camden Town, per finire con l'andare a Piccadilly per pranzare e raccontarsi tutto quello che avevano fatto in quei 5 mesi di lontananza. Non avevano organizzato quasi nulla

Durante le giornate.

"Che cosa faremo a Covent Garden?" domandò Harrison.

"Andiamo a trovare una vecchia amica" rispose Carrie tranquilla.

Harrison la fisò con aria perplesso, dicendo: "'Andiamo a trovare una amica'?".

"Sì" rispose lei, alzando la testa "È una mia vecchia amica di scuola. So che abita in un loft vicino a Covent Garden. L'ho chiamata dicendo che mi trovavo qui e se potevo passare a trovarla, e mi ha detto di sì".

"Le hai detto di noi?" chiese Harrison, cercando di nascondere la sua preoccupazione.

"Tranquillo" lo rassicurò lei "Le ho detto che ti ho incontrato qui per caso e che saresti stato felice di conoscerla" un sorriso convinto.

"E com'è questa amica?" domandò lui.

"È una ragazza normale, è simpatica, divertente, adora le feste ed è appassionata di musica. Ti piacerà".

Harrison pensò a quella descrizione e chiese: "Sa della tua malattia?".

"Oh, certo. In fondo, chiamo una vecchia amica del college, e la prima cosa che le racconto è che ho avuto un periodo di merda tra alcol e droga, sono andata in terapia e degli alcolisti anonimi dove mi hanno diagnosticato una malattia mentale come il bipolarismo" rispose lei sarcastica, con aria indifferente.

Harrison si rese conto della stupidità della sua domanda e disse: "Okay, questa me la sono certata...".

"Ma sei sicura di volere andare a trovarla?" domandò l'attore, con aria seria.

"Voglio solo andare a trovare una amica. Per una volta che non sono qui per lavoro e ho più tempo di fare più cose, che cosa c'è di male?".

Si guardarono: Harrison la fissò con uno sguardo poco convinto, mentre lei aveva un'espressione decisamente perplessa per la domanda di Harrison.

L'attore pensò alla situazione e alla sua domanda, quindi sopirò, dicendo: "Va bene. Forse non devo preoccuparmi per qualsiasi cosa".

Carrie sorrise, dicendo con tono entusiasta: "Vedrai che ti piacerà! Abbiamo un carattere abbastanza simile".

"Allora preoccupati che non succeda la stessa cose che è accaduta con te" rispose Harrison con un sorriso cinico.

Carrie capì a che cosa si riferiva, si girò offesa, mentre lui rideva.

Harrison rise, le mise un braccio intorno alle spalle, dicendo: "Sto scherzando!" gli piaceva prenderla in giro.

Carrie sbuffò, dicendo: "Quando fai così sei un coglione" guardò in basso.

"Lo so" rispose lui.

Carrie si girò verso di lui, lo guardò ricambiando il suo sorriso.

"Però, stranamente ti adoro" rispose con tono dolce.

"Beh, buon per me!" risero.

20 minuti dopo...

Uscirono dal taxi davanti ad una fila di palazzi di mattoni con grandi finestre e scale antincendio appena fuori da esse. Si trovavano in una zona poco fuori da Covent Garden.

Aveva smesso di piovere, così si avvicinarono al portone a vetro. Carrie stava per suonare il citofono, ma proprio in quel momento dallo stesso portone uscì un uomo, che tenne gentilmente la porta aperta, sorridendo.

I due attori ricambiarono il sorriso, lo ringraziarono ed entrarono, dirigendosi subito verso l'ascensore.

"Sai che piano è?"

"Sì. Ed al quarto piano" disse Carrie, spingendo il pulsante quattro.

Quando uscirono dall'ascensore, si diressero verso una porta verde, Carrie bussò e, pochi secondo dopo, la porta si aprì e vi comparve davanti una ragazza di altezza media, doveva avere la stessa età di Carrie (ovvero 27 anni), portava i capelli neri corvini, sicuramente tinti, corti e spettinati, aveva gli occhi verdi e tante lentiggini rosse sulle guance. Aveva gli occhi cerchiati da un tratto di eyeliner nero molto pesante, mentre il resto del suo viso era del tutto privo di qualsiasi traccia di trucco.

Indossava una maglia a maniche lunghe nera aderente, che mostrava il suo fisico magro, e un paio pantaloni rossi a fantasia tartan lungi fino al polpaccio, ai piedi portava degli stivali corti neri di pelle con i lacci. Attorno al collo indossava un giro collo di stoffa nera e all'orecchio destro portava un piccolo orecchino pendente con la forma di una croce nera.

La ragazza guardò stranita la coppia e disse con tono confuso: "Sì?".

"Ellen? Ellen Dees?" domandò Carrie, avvicinandosi a lei "Detta anche Roxanne?" abbassò gli leggermente gli occhiali sul naso, mostrando i suoi occhi color nocciola.

La ragazza rimase a bocca aperta ed esclamò: "Carrie!".

Lei rise, si tolse gli occhiali da sole, quindi le due si abbracciarono.

"Allora sei venuta a trovarmi! Ed io che pensavo che fossi troppo occupata a essere una principessa spaziale!" disse Roxanne.

"Lo sai che ogni volta che posso vengo a trovarti!" rispose Carrie, sorridendo nel guardarla.

"Soprattutto con i ragazzi che ti piacciono!" disse Roxanne con tono sarcastico, quindi entrambe risero.

Harrison guardò la scena sorridendo: era bello vedere Carrie così felice di incontrare questa Ellen, così avrebbe finalmente potuto scoprire che persona fosse stata Carrie prima del loro incontro.

"Su, entrante!" disse la ragazza, invitando i due attori.

Quando entrarono nell'ingresso, Roxanne invitò entrambi a togliersi i cappotti e i cappelli, riponendoli sull'attaccapanni vicino alla porta. Così, i due si tolsero i cappelli e le giacche e fecero ciò che Roxanne aveva chiesto loro.

Quando Roxanne chiuse la porta, Carrie disse: "Ellen, lui è il mio amico e collega di lavoro: Harrison Ford".

Mentre lei lo presentava, lui si tolse gli occhiali da sole, mettendoli nella tasca del cappotto. 

"Harrison, lei è Ellen Dees, ma puoi chiamarla anche Roxanne".

Quando l'amica fu davanti a lui, si strinsero cordialmente le mani.

"Molto lieta di conoscerla, signor Ford" rispose lei con tono gentile.

"Il piacere è tutto il mio. Ma, ti prego, dammi del tu" rispose Harrison, dopodiché pensò al suo soprannome e aggiunse: "Hai detto Roxanne? Come la canzone: 'Roxanne, you don't have to put on the red light'?".

Lei rise, dicendo: "Veramente, il nome me l'ha affibbiato un mio vecchio fidanzato al liceo. Pensava che fosse un nome da tosta. Anche se potrei essere io quella Roxanne di cui canta Sting" fece un piccolo sorriso.

L'attore rimase stranito dal quel sorriso, mentre Carrie alzò gli occhi al cielo, sorridendo.

"Su, accomodatevi!" esclamò lei, facendo vedere il loft e chiudendo la porta.

Era una stanza quadrata, con le pareti di mattoni rossi e con il pavimento di legno chiaro, in mezzo si trovava un tappeto rosso e un mobile di vetro, davanti un divano di pelle a tre posti; di fronte al divano c'era un piccolo mobile in legno con sopra una televisione marrone, dietro di esso si apriva una finestra enorme. Accanto al soggiorno si vedeva la cucina, divisa da un muretto rosso a mattoni con tre sgabelli neri. A sinistra c'era una scala nera con sopra un piccolo piano con il pavimento nero senza muro, sopra al quale si vedeva il letto matrimoniale. Attaccata al tetto vi era un grosso lampadario con un paralume bianco. Vicino alla cucina si scorgeva una porta bianca.

"Su, vi offro qualcosa" disse Roxanne, invitandoli a sedersi sugli sgabelli della cucina.

"Complimenti, Roxanne, hai un loft stupendo" disse Carrie, sedendosi sullo sgabello e guardandosi intorno.

"Grazie" rispose lei, dirigendosi dietro al bancone "Mi è sempre piaciuta l'idea di avere tutto in una stanza".

"Io non riuscirei ad avere tutto in una stanza. Sarebbe un grande caos e impazzirei" rispose Carrie.

"Solo perché sei abituata ad avere tante stanze in cui mettere un sacco di cose" rispose Roxanne con un sorrisetto.

Harrison rimase perplesso da quello scambio di battute, pensava che fosse una specie di codice tra di loro. Quando Roxanne chiese loro che cosa desiderassero bere, cominciò ad elencare ironicamente tutti i super alcolici che aveva.

"Va bene una tazza di tè con latte per entrambi" disse Carrie, ridendo.

"Allora una noiosissima tazza di tè per voi due" rispose Roxanne, sorridendo e iniziando a prendere il bollitore.

"Allora, anche lei è americana oppure è inglese?" domandò Ford, cercando di conoscerla meglio.

"Innanzitutto, puoi darmi del tu" rispose lei, accendendo il fornello con sopra il bollitore.

Poi si girò verso di loro, aggiungendo: "E no. Non sono né inglese né americana. Sono una gallese di Cardiff" sorrise e continuò "Mi sono traferita a Londra con mio padre a 14 anni, quando divorziò da mia madre. L'unica cosa che è stata davvero difficile per me è stato togliermi il mio accento Gallese!" rise.

Anche Carriste rise per i ricordi, dicendo: "Mi ricordo che quando ti ho conosciuta non ti era ancora andato via del tutto".

"Infatti! Dopo gli scioglilingua che ci insegnavano durante l'ora di dizione, l'ho perso completamente, ma non senza una grossa fatica!" risero entrambe per i ricordi.

"Che tipo di scioglilingua?" chiese Harrison, un po' incuriosito.

"In pratica ci insegnavano vari tipi scioglilingua per migliorare la nostra dizione e il nostro accento, per parlare in modo veloce ma comprensibile" spiegò Carrie.

"Infatti, il mio preferito era: The sixth sick sheik's sixth sheep's sick"* disse Roxanne e fece all'amica un sorriso orgoglioso.

Harrison rimase un po' stupito da come la ragazza avesse ripetuto quello scioglilingua così velocemente.

"Ma Carrie sa quelli più difficili" disse Roxanne, indicandola con lo sguardo.

"Davvero?" chiese Harrison, guardandola con espressione stupita.

Carrie disse di sì e, dopo che Roxanne riuscì a convincerla a dimostrarlo, disse uno scioglilingua velocemente: "Betty Botter bought some butter, but the butter was bitter and Betty Botter bought another butter"*.

Roxanne invitò Harrison a ripetere, lui accettò la sfida e cominciò a ripetere quello più lungo, ma si ingarbugliò dopo qualche secondo, ci riprovò e fallì anche la seconda volta. Così accettò la sconfitta, accompagnato dalle risate divertite delle due amiche.

Quando il bollitore fischiò, Roxanne lo prese e cominciò a preparare il tè, dicendo: "Comunque, Carrie mi ha detto che vi siete incontrati per caso. Di preciso dove?" li guardò con aria sospettosa.

"Beh, lui era qui insieme al suo agente per un nuovo ruolo e sono andati a vedere gli Studios" raccontò Carrie, lanciando uno sguardo complice ad Harrison.

Lui capì che doveva improvvisare e continuò il racconto con aria convincente: "L'ho incontrata per caso stamattina in metro, ci siamo messi a parlare e mi ha invitato a pranzo".  

"Così gli ho detto che sarei passata a trovarti e ho pensato che fosse carino fartelo conoscere" continuò Carrie, sorridendo.

"Piccolo il mondo, eh?" concluse Harrison, sorridendo a sua volta.

Roxanne posò due tazze con dento il latte e il tè davanti a loro, dicendo: "Mmm-mmm. E ditemi, da quanto tempo state insieme?" li squadrò con aia sicura.

I due attori rimasero sorpresi, con la bocca semi aperta.

"Cosa? Che stai dicendo? Noi non siamo..." cercò di spiegare Ford.

Carrie lo interruppe, dicendo rassegnata: "Da tre anni. In estate quattro" guardò in basso.

L'attore la guardò con aria confusa e si chiese perché aveva detto la verità riguardo alla loro storia.

"L'avevo intuito" rispose Roxanne "Da quando vi ho visti insieme fuori dalla mia porta, e ne ho avuto la conferma dopo aver sentito la vostra bugia" fece un sorriso sicuro e vittorioso.

Harry rimase perplesso dalla sua sicurezza, voleva trovare qualcosa con cui controbattere, ma si girò verso Carrie che aveva lo sguardo rassegnato.

Ormai aveva già confessato, capì che sarebbe stato inutile negare l'evidenza e sopirò frustrato.

"A parte i giornalisti e la stampa mondiale, chi lo sa oltre a me?" domandò Roxanne.

"Nessuno" ripose Carrie, prendendo la tazza "Né i miei amici, né la mia famiglia, né mio fratello, né i miei vecchi colleghi. Sei la prima che ci è arrivata" prese un sorso di thè.

Harrison rimase sorpreso da come Carrie aveva rivelato tutto con la sua aria di indipedenza.

"Aspetta, vuol dire che tua madre non lo sa?" chiese Roxanne, stupita.

"Esatto" rispose Carrie, indifferente.

L'amica era a bocca aperta: "Hai nascosto di avere una relazione con un tuo collega per tre anni a tutti? Soprattutto a tua madre?".

"A quanto pare...".

Roxanne era a poca aperta per lo stupore. Harrison capì che Roxanne conosceva un po' il carattere di Debbie, o almeno che Carrie avesse parlato di lei.

"Come avete fatto a tenere nascosto a tutti una storia di tre anni? E come è possibile che nessuno abbia mai sospettato nulla?" chiese Roxanne sorpresa, bevendo il suo thè.

"Beh, per fortuna o per sfortuna, io ho un lavoro che mi porta lontano per mesi" rispose Harrison indifferente, bevendo anche lui un sorso di thè.

"E io evito di andare a trovarlo al lavoro per evitare sospetti. Così ci organizziamo per incontrarci in posti poco conosciuti o poco frequentati. O ci troviamo a casa mia o sua" continuò Carrie.

"Oppure, ci vestiamo in modo ridicolo per non essere riconsulti" con la testa indicò i cappotti e i cappelli appesi all'attaccapanni.

"Ma funziona. E, a quanto pare, nessuno della mia famiglia mi ha fatto delle domande strane. Basta essere discreti" concluse Carrie.

Roxanne li guardò con aria interessata, dicendo: "E... quando lo dirai a tutti? O almeno alla tua famiglia?".

"Quando Carrie e io saremo pronti a farlo" rispose Harrison, con tono duro.

"E soprattutto quando avrò voglia di condividere questa storia con mia madre.

È da tutta la vita che condivido ogni cosa con lei e poche volte ho avuto dei momenti solo miei. Se le dirò che ho una relazione, prima mi farà un milione di domande, e poi ne vorrà fare parte! Non sono ancora pronta per condividere questa relazione!" disse Carrie velocemente, con gli occhi spalancati, come se avesse avuto una visione di quella scena e ne fosse rimasta del tutto spaventata.

Harrison le prese le mani, si avvicinò a lei e le bisbigliò all'orecchio delle frasi per farla calmare.

Roxanne guardò la sua tazza con aria di chi si sente un po' in colpa per aver fatto troppe domande sulla loro relazione.

Così, quando vide il viso rassicurato di Carrie, decise di cambiare discorso, dicendo: "Ma... che cosa vi porta qui a Londra?".

I due spiegarono che Harrison era dovuto stare lontano per 5 mesi per girare il secondo film di "Indiana Jones", dato che molte delle riprese erano girate sull'isola dello Sri Lanka.

"Oh, hai girato il seguito di quel film" disse Roxanne, facendo finta di essere impressionata.

"Già. Uscirà a maggio" rispose lui fiero "Hai visto anche il primo?".

La ragazza fece una smorfia, facendo finta di pensarci: "Mmm... no" disse alla fine.

Il sorriso dell'attore si spense, mentre lei aggiunse: "Mi dispiace, Signor Ford, ma a me mi piacciono i thriller alla Hitchcock e gli horror tipo L'esorcista".

Harrison la guardò con aria sfida, dicendo sarcasticamente: "Hai davvero dei gusti molti femminili e delicati" fece un sorriso cinico.

"Beh, la ringrazio. Sono solo una persona a cui piacciono i film d'autore, le solite pellicole hollywoodiane non sono così spettacolari" rispose sicura, con un mezzo sorriso beffardo.

Lui gli lanciò un'occhiataccia irritata, mentre lei lo guardò con il suo sorriso beffardo sotto ai baffi.

"Ellen" la rimproverò Carrie con tono paziente e cercando di calmare le acque tra il suo ragazzo e la sua vecchia amica.

"Okay, vi chiedo scusa. Mi sono comportata come una snob cinefila. Vi chiedo scusa" disse Roxanne, finendo il suo thè.

L'attore rimase confuso delle sue scuse, così Carrie spiegò che era solita chiamarla Ellen, invece che Roxanne, quando faceva qualcosa di esagerato.

"Posso farti una domanda, Roxanne?" chiese l'attore, cambiando discorso.

"Sì, signor Ford?".

"Che lavoro fai? L'attrice?".

Lei rise, dicendo: "No, sono una fotografa".

Carrie sorrise, mentre Harrison domandò sorpreso: "Fotografa?".

"Sì, soprattutto con i musicisti".

Così Roxanne spiegò che nel '77 era andata ad un concerto dei Sex Pistols, aveva fatto delle foto e aveva trovato qualcuno che era interessato a pubblicarle per una rivista musicale locale.

"Dopo sono diventata la fotografa ufficiale della band, mi sono fatto un nome e ora sono una fotografa professionista, molto conosciuta da band e artisti musicali" fece un sorriso soddisfatto.

Lui rimase stupito, mentre Carrie sorrise: "Lavori per qualche rivista particolare in questo momento?" le domandò.

"No, sono indipendente. Sono io che vado ai concerti o vengo chiamata dalle varie riviste o dai manager per le foto promozionali" spiegò Roxanne.

"Con quali band e musicisti hai lavorato?" chiese Harrison.

"Un po' con tutti. Americani e Inglesi: RamonesThe CashBlondiePolice..." elencò lei.

"Hai qualche foto da mostrarci?" chiese Carrie, un po' sorpresa.

"No, è tutto del mio studio a Piccadilly. Però posso farvi vedere la mia fedele amica" rispose lei.

Così si diresse verso la scala che portava alla camera da letto e, in meno di un minuto, tornò al suo posto con in mano la macchina fotografica Canon professionale nera e grigia.

"Questa è la mia vecchia amica, è con lei che ho iniziato a fare foto. Ora la uso come 'macchina fotografica per le vacanze'".

Carrie sorrise e chiese: "Posso provarla?".

"Certo, c'è anche il rullino" rispose Roxanne e le porse la macchina fotografica.

Carrie la puntò verso Ford, mentre lui diceva: "Sapete? Anche io ero un musicista una volta".

"Davvero?" chiese Carrie stupita.

"Sì, al college avevo una band folk. Chi chiamavamo The Brothers Gross, io suonavo una vecchia chitarra artigianale" sorrise per il ricordo.

Le due amiche si lanciarono un'occhiata di interesse e si misero a ridere.

L'attore le guardò confuso, dicendo: "Beh, che avete da ridere?".

"Tu suonavi in una band folk?" domandò Carrie, divertita "Di nome The Brothers Gross?" aggiunse, scoppiando a ridere di nuovo.

Harrison le fissò con aria irritata, dicendo: "Eravamo un bel gruppo! Ed eravamo molti bravi!".

"Certo, e come mai sei diventato un attore e non il nuovo menestrello d'America?" rispose Roxanne, con aria di sfida.

Harrison voleva ribattere qualcosa, ma decise di non dire nulla.

"Comunque, devo ammettere che lei mi sorprende" aggiunse Roxanne con tono serio, mentre Carrie le restituì la Canon.

"Di solito la maggior parte degli attori e delle attrici diventano famosi poco prima dei vent'anni. Lei invece è diventato famoso intorno ai trenta" disse Roxanne e cominciò a scattare foto verso di loro.

"Si definisce un attore a sboccio ritardato" spiegò Carrie, finendo il suo thè.

"È vero. Per anni ho fatto parecchia gavetta, guadagnando 150 dollari alla settimana e..." raccontò lui, ma notò che Roxanne continuava a fare foto e chiese: "Scusami, ma perché continui a scattarci foto?".

Roxanne abbassò la macchina, all'inizio rimase confusa dalla domanda, ma guardò la macchina e spiegò: "Oh! Nulla. Mi è sempre piaciuto scattare foto alle presone nei momenti quotidiani o quando parlano. È molto più reale e naturale".

"È vero" concordò Carrie "Quando andavamo al college, aveva una polaroid e nei momenti di pausa scattava foto a tradimento, talvolta addirittura ci filmava con la sua super8" sorrise per il ricordo.

"Ma quando filmavo con la super8 tutti quanti si mettevano in posa, erano così egocentrici!" le due amiche risero.

Quando smisero, Roxanne vide lo sguardo serio dell'attore, così cercò di rassicurarlo: "Tranquillo. Non le pubblicherò e non le vedrà mai nessuno. Soprattutto non svelerò il vostro segreto".

"Grazie" disse Carrie, poi sopirò di sollievo.

"E di che. Avevate dei dubbi?".

"Dopo che eri riuscita a scoprire così in fretta il nostro segreto? Un po'" rispose Harrison.

L'attrice lo guardò un po' male, ma la fotografa rise.

"Ma... come mai vi siete messi insieme?".

Carrie decise di raccontare tutta la sua versione dei fatti.

Roxanne rimase sorpresa e un po' stupita e perplessa, sentendo di quei sette anni durante i quali si erano conosciuti e dei tre anni della loro relazione. Era anche quasi surreale sentirsi raccontare il loro incontro in quel giorno di estate di tre anni prima a Beverly Hills.

Mentre Carrie raccontava, Roxanne continuava a fare foto, immortalava i loro gesti, le loro espressioni e i loro sorrisi complici quando Carrie raccontava qualche episodio divertente, e le loro espressioni normali e rilassate.

Dopo che Carrie finì il racconto, si misero a parlare del più e del meno, spostandosi in soggiorno.

Dopo quaranta minuti...

"Cosa farete durante la serata?" domandò Raxonne.

I due si guardarono un po' perplessi dalla domanda, ci pensarono e la prima a rispondere fu Carrie: "Dipende... di solito usciamo".

"Già, in fondo siamo qui solo da due giorni. In queste due sere siamo solo usciti per i pub a mangiare qualcosa" aggiunse Harrison e guardò in basso.

La verità era che avevano passato i primi due giorni chiusi nell'appartamento di Carrie e basta.

"Perché?" domandò Carrie, incuriosita dal perché Roxanne avesse fatto quella domanda.

"Beh, sta sera ci sarà un concerto in una cantina di Whitechapel. Mi hanno chiamata come fotografa per una rivista musicale lovale. Vi va di venire con me?".

"A Whitechapel?" disse Harrison, confuso.

"Il quartiere di Jack lo Squartatore?" disse Carrie.

"Sì, ma tranquillo, si tratta di un gruppo punk rock locale. Dicono che sono bravi" spiegò lei "È ad ingresso libero, quindi gratis".

"Io ci sto!" esclamò Carrie, entusiasta.

"Non lo so..." disse Harrison, poco convito "Per due attori famosi credo che andare ad un concerto di una band locale... non credo che ci renderà invisibili quanto vogliamo, soprattutto visto che abbiamo una storia segreta".

"Dai! È solo un piccolo concerto. Per fare qualcosa di diverso!" cercò di convincerlo Carrie, mettendo le mani attorno al suo braccio "Se ci sbaciucchiamo come oggi, nessuno ci noterà".

"E poi tutti i paparazzi del paese e del mondo sono concentrati su un'unica donna" dal mobile a vetro davanti al divano prese una copia del Sun, facendo vedere una foto della principessa Diana in prima pagina.

"Pensate: una donna, sangue blu, figlia di un visconte, lavorava come maestra d'asilo. A 19 anni si sposa con il principe Carlo e diventa principessa del Galles" aggiunse, guardando la foto.

"Beh... fortunata" commentò Ford.

"Non durerà" rispose Roxanne, buttando il giornale sul mobile.

I due attori rimasero perplessi dal suo commento ostile.

"Come puoi dirlo?" domandò Carrie.

"Una donna che non è abituata alla vita di corte e un uomo che è affascinante come una busta di carta vuota. Non dureranno molto. Credetemi, capisco quasi sempre se una coppia può durare o meno. E, quasi sempre, purtroppo ho ragione" guardò in basso con aria inespressiva, ma con gli occhi che nascondevano un senso di tristezza.

"E noi?" domandò l'attore, incuriosito "Noi dureremo?" la guardò, ma non con aria di sfida, bensì di curiosità per la risposta che gli avrebbe dato.

Carrie invece rimase perplessa da quella domanda, ma guardò l'amica, aspettando la sua risposta.

Roxanne alzò lo sguardo, guardò la coppia, fece un mezzo sorriso e disse con tono sicuro: "Sì, durerete. A modo vostro".

I due si guardarono perplessi dalla sua risposta.

"Allora?" domandò Roxanne ad entrambi "Volete venire ad ascoltare un po' di sano e puro punk rock o volete andare in giro per i pub da soli?".

Carrie guardò Harrison con un sorriso a trentadue denti, mentre lui aveva ancora lo sguardo non troppo convinto.

"Va bene" sopirò l'attore rassegnato.

Carrie era felice per la sua risposta e lo abbracciò, dicendo: "Grazie, grazie, grazie!" cominciò a baciarlo su tutto il viso.

Lui rimase un po' spaventato dalla sua reazione, ma ricambiò l'abbraccio, mentre la fotografa rideva per la scena. Quando si staccarono, Harrison si girò verso Roxanne, con il dito alzato, dicendo con tono deciso: "Ma spero per te che non ci sia qualche fotografo o qualcuno che pubblicherà una nostra foto di noi due a Londra insieme, o ci passerai dei guai. Tutto quello che succederà a Londra, deve rimanere a Londra!".

Carrie guardò l'amica con aria seria.

Lei non si fece intimorire e disse sicura: "Vi giuro che non succederà nulla di tutto questo" lo disse guardandoli negli occhi.

Quella stessa sera, Whitechapel, ore 22:30

Si trovavano all'interno di un piccolo locale con i muri di mattoni bianchi di nome "The Kill Jack". Le luci erano color verde e soffuse, c'era un palco, il bancone del bar con diversi sgabelli e la pista da ballo libera, con il pavimento in legno.

Sul palco c'era una band di quattro musicisti che suonavano musica d'atmosfera; nell'intero locale potevano esserci non più di 15 persone in tutto.

I tre erano al bancone: Harrison e Carrie indossavano i cappelli e gli occhiali da sole e tenevano in mano le loro bevande, lui una birra chiara e lei una coca-cola con ghiaccio, mentre Roxanne sorseggiava una birra scura e, talvolta, scattava qualche foto alla band che stava suonando.

"Strano" commentò Harrison "Avevi detto che avrebbe suonato una band punk rock, ma questi non hanno nulla di punk o di rock".

"Infatti questa non è la band di cui vi avevo parlato" rispose Roxanne "Questa è solo la band di accompagnamento per fare atmosfera al locale e aspettare che la gente arrivi. La vera band arriva verso le 11".

"Alle 11?" disse l'attore perplesso.

"Che c'è? Sei troppo anziano per stare sveglio a tardi?" lo provocò lei.

Harrison voleva rispondere, ma Carrie la richiamò: "Ellen".

"Okay, scusa" disse lei "Ma se volete andare via, fate pure".

"No, voglio sentire la band!" rispose subito Carrie, guardò Harrison e, prendendogli la mano, disse: "Harry?".

L'attore non era convinto. Aveva paura che l'imprevedibilità della malattia di Carrie prendesse il sopravvento, facendo scatenare Roy; ma, allo stesso tempo, non voleva deluderla facendo la figura dell'adulto che non sa divertirsi alle feste, e che forse Carrie si sarebbe divertita e basta.

Così rispose, cercando di mostrarsi sicuro: "Ma certo! Anche io voglio sentire questa band. In fondo, siamo già qui e poi siamo in vacanza. Non dobbiamo svegliarci presto" le sorrise.

Carrie ricambiò il sorriso, dicendo con tono dolce: "Ti adoro!".

"Lo so" si baciarono.

"Sdolcinati" commentò Roxanne.

Ore 23:30

Il locale era pieno, i membri della band erano quattro ragazzi sui i 20 anni, con lo stesso stile di vestiario di Roxanne e suonavano una canzone contro il sistema inglese a volume altissimo.

Il pubblico era composto di presone tra i 20 e i 30 anni, donne e uomini misti, tutti stavano cantando le canzoni a squarciagola e saltavano a ritmo di musica.

Carrie e Harrison si trovavano nell'ultima fila, mentre Roxanne era in prima fila per scattare le foto.

Harrison non era preso dal concerto e si sentiva terribilmente fuori posto. Un po' perché non era il suo genere di musica e un po' perché c'era davvero troppo rumore.

Notò che Carrie stava iniziando ad agitarsi e si rese conto che aveva lasciato il posto a Roy: si agitava troppo, era la più scatenata, cercava di cantare più di tutti, cercava di saltare più in altro e stava cominciando persino a socializzare con il resto del pubblico.

Harrison cercava di farla stare calma e di distrarla, ma riusciva nel suo intento solo per pochi minuti e poi Carrie iniziava nuovamente ad agitarsi. Non voleva farle bere alcol, perché aveva paura che le cose potessero drasticamente peggiorare.

Dopo un momento di distrazione causato da un tizio che lo aveva spintonato per passare davanti, si girò verso Carrie e si accorse che l'aveva persa di vista.

Cominciò a preoccuparsi e si guardò attorno per cercarla e, per vedere meglio, abbassò gli occhiali da sole. In quel momento iniziò a pentirsi realmente di essersi fatto convincere ad andare a quel concerto.

Ormai agitato, prese ad urlare il suo nome, ma la musica alta copriva la sua voce.

Dopo diversi minuti vide Carrie che si stava dirigendo verso al bancone del bar. Si diresse verso di lei, ma un ragazzo dai capelli rossi tinti si avvicinò a lei e cominciò a provarci. L'attore lo guardò male, si avvicinò a lui, mettendo Carrie dietro di sé: "Ehi! Che cazzo volevi fare con la mia ragazza?" gridò infuriato.

Lei lo guardò stupita ma anche spaventata da quello che poteva fare o succedere.

Il ragazzo dai i capelli rossi tinti lo guadò male, dicendo: "È la tua ragazza?".

"Sì, è la mia ragazza. Problemi?".

"Sì, non credo che un vecchio come te, con indosso degli occhiali da sole, dentro in un locale di notte possa stare con una come lei!" lo guardò con un ghigno divertito.

Harrison lo guardò con rabbia, Carrie cercò di convincerlo a lasciar perdere, ma l'attore lo guardò con aria di sfida, si tolse gli occhiali, mettendoli sulla testa, prese Carrie e la baciò davanti a lui. Il tizio dai capelli rossi se ne andò con aria disgustata.

L'attore si staccò da lei, che aveva l'aria confusa per quel bacio improvviso, e disse: "Come mai questo bacio?".

"Beh... non mi piace che la gente dubiti delle mie parole".

Si mise gli occhiali e prese Carrie per i fianchi con un sorriso sicuro. Lei ricambiò il sorriso, mise le braccia intorno al suo collo: "E... hai un latro modo per dimostralo?" domandò.

"Sì, ma per farlo dobbiamo essere in privato" rispose Harrison con tono profondo.

Carrie rise e si baciarono di nuovo.

2:00 di notte, quartiere di Marylebone

Harrison e Carrie si trovavano nella camera da letto dell'appartamento di lei.

L'attrice era sdraiata sul letto con il maglione e la gonna, ma senza stivali, cappello e occhiali. Era girata da una parte e dava le spalle a Harrison, che era in bagno. Anche lui era senza occhiali, cappello e cappotto, ma era ancora vestito con le scarpe.

Quando uscì, vide la ragazza e la chiamò per sapere se stesse già dormendo, ma lei rispose con piccolo singhiozzo, come se stesse piangendo. Lui si sedette subito sul bordo del letto, preoccupato, e si chinò sulla sua spalla dicendo: "Carrie, tutto bene?".

Lei continuò a piangere. Provò a dire qualcosa, ma non ci riuscì. Harrison capì che cosa aveva, era diventata Pam, il lato triste che usciva fuori piangendo e sentendosi in stanca. Lo stesso lato che, talvolta, confessava cose che Carrie non avrebbe mai detto. Tutto quello che Harrison doveva fare era assicurarsi che stesse andando tutto bene.

Si sdraiò vicino a lei, girato dalla sua stessa parte, mettendo le braccia intorno ai suoi fianchi, dicendo: "Ehi... va tutto bene? È successo qualcosa che ti ha fatto preoccupare?" lo disse con tono calmo.

Carrie smise di piangere, tirò su con il naso e disse: "Perché hai detto di sì? Perché sei voluto andare a quel concerto?".

All'inizio Harrison non capì il discorso, ma Carrie continuò: "So che non volevi andarci, ho visto che eri a disaggio per tutta la sera".

"L'ho fatto per noi. Mi sono divertito anche io, in fondo" la rassicurò lui, anche se non si trattava della verità. Si sentiva veramente a disaggio, oltre che terribilmente e stranamente vecchio in mezzo alle persone che si trovavano a quel concerto.

"In fondo, ci siamo divertiti, è stata una bella serata. È la nostra vacanza, dopotutto" disse, e le baciò la testa.

"Ma non voglio che tu faccia cose di cui non hai voglia solo per farmi felice!" rispose lei, singhiozzando "Non voglio che tu faccia cose che non vuoi fare. Non voglio che tu ti senta in obbligo..." ricominciò a piangere.

Harrison rimase perplesso dal suo discorso, ma quando Carrie era Pam usciva il suo lato insicuro.

"Non voglio perderti, Harry" sussurrò Carrie, singhiozzando "Non voglio che tu faccia cose che non vuoi fare, non voglio perderti! Perché sei l'unico che mi faccia sentire veramente bene. Non voglio che tu mi lasci!".

Harrison era stupito dal suo discorso. Quelle erano parole che Carrie, da lucida, non avrebbe mai detto, o comunque non in quel modo.

"Ehi, guarda che non ti lascio" la rassicurò lui con tono dolce.

"Davvero?" chiese Carrie, cercando di smettere di piangere.

"Certo. Siamo stati lontani per mesi, ci siamo presi questa vacanza, ci siamo divertiti, la tua amica Roxanne è davvero molto simpatica. E poi, non ti è piaciuto il bacio che ti ho dato al locale?" sorrise.

Carrie rise, mise le mani sulle braccia di Harrison.

"E poi, abbiamo ancora tre settimane da passare insieme, godiamocele tutte" disse lui e le baciò la testa.

Carrie smise di piangere, mentre le accarezzò le mani e dal suo respiro capì che si stava calmando.

"Meglio?".

"Sì" rispose lei, tirando su con il naso.

"Vorrei solo che tu non mi vedessi così...".

"Ma alla fine ti passa. E poi non sei sola, e tu lo sai" rispose Harrison.

Carrie sorrise e si sentì più sicura, anche se aveva imparato a calmarsi da sola dopo i suoi momenti tra Pam e Roy. Ma era bello avere qualcuno che la sostenesse nei momenti peggiori e che la facesse sentire più sicura.

Rimasero in silenzio, tranquilli, riposando gli occhi. Ma, pochi secondi dopo, Carrie ruppe il silenzio, dicendo: "Harry?".

"Sì?".

"Se un giorno ci dovessero scoprire, che faremo?".

Non era la prima volta che ci pensava, così Harrison rispose: "Beh, abbiamo solo due possibilità: negare tutto o ammetterlo. Ma se neghiamo ci faranno le stesse domande all'infinito. Se lo ammettiamo, la gente vorrà avere scoop, foto e notizie su di noi e ci perseguiteranno".

"In più, c'è mia madre" aggiunse Carrie.

"È vero..." disse lui, sospirando "Ma per ora non lo sa nessuno, a parte Ellen, quindi perché preoccuparci?".

"Non lo so. Talvolta ho la sensazione che ci potrebbero scoprire" rispose Carrie con tono indifferente.

"Beh, ora godiamoci questi momenti. Prima della tempesta..." le accarezzò le mani, cominciando a baciarla sul collo in modo dolce, mentre Carrie rideva.

"Che facciamo domani?" domandò l'attrice.

"Non lo so... restiamo qui?" rispose lui, tra un bacio e l'altro.

"Oppure, affittiamo una barca e facciamo un giro sul Tamigi" propose Carrie, girando la testa verso Harrison e guardandolo con un sorriso.

Harrison rimase perplesso dalla sua idea, ricambiò il sorriso e disse: "Perché no?".

Si guardarono, si baciarono e ritornarono abbracciati con aria serena, dimenticando tutto il resto.

Una settimana dopo...

Il giornale The Sun pubblicò nella parte spettacolo una foto in bianco e nero un po' sgranata di Harrison Ford che baciava Carrie girata di spalle - di lei si vedevano solo il collo, i capelli e la testa - senza occhiali da sole, con il titolo: "Ford In Love?", e un breve articolo che descriveva il lungo evento della serata.

Presto fece il giorno del mondo...

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* strofa della canzone Paul McCartney della

canzone "London Twon"

* La traduzione è "La sesta pecora del sesto sceicco malato, è malata."

Traduzione: "Betty Botter comprò del burro ma, disse, il burro è amaro. Se lo metto nella mia pastella, renderà la pastella amara. Ma un po' di burro migliore renderà migliore la mia pastella amara. Così comprò un po' di burro migliore, migliore del burro amaro, lo mise nella sua pastella amara, rese migliore la sua pastella amara. Così è stato meglio che Betty Botter abbia comprato del burro migliore."

Note della autrice:

Ecco la mia nuova Carrison! :D

Spero che vi piaccia, e sì!

Continuerò a scrivere su questa coppia! ;)

 
   
 
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