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Autore: SasuSweeTeme    23/12/2017    1 recensioni
[Fem!SasukexNaruto]
Virago è un termine generalmente utilizzato per indicare una donna che, nell'aspetto fisico e soprattutto nel pensare e nell'agire, ha tratti significativi del sesso maschile, pur conservando una forte sensualità tipicamente femminile.
La parola aveva connotazione positiva in contesto mitologico, in cui venivano descritte delle donne eroiche.
Dalla storia:
in un primo momento pensò che per quanto poco gli interessasse la religione lo stava tentando abbastanza con quel miracolo, reso reale dall'inebriante odore dell'ammorbidente dell'altra a pochi centimetri dalla faccia.
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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A scuola, per un compito, le avevano fatto leggere un passo dell'Antico Testamento.
Nella bibbia c'era Adamo, creato ad immagine e somiglianza di Dio, plasmato dalla terra, il signore dell'immenso giardino fiorito che era l'Eden.
Ma Adamo era solo in quello che era il paradiso terrestre, quindi il signore misericordioso concesse lui la compagnia di un suo simile, creata da una sua costola per essere la moglie devota ed amorevole in un nuovo mondo.
E a ripensarci, tutta la situazione di merda in cui era finita la più piccola di casa Uchiha era dovuta proprio a questo sottile ma becero modo con cui per secoli si ha pensato alla nascita del sesso maschile, a quanto poco si sia fatto per interpretare meglio un testo religioso, facendosi bastare una donna nata da un pezzo sottratto all'uomo per dare il via a quello che sarebbe stato il peccato originale. 
La piccola, delicata e generosa Eva che aveva amato senza remore, nel suo silenzioso sottostare al compagno aveva fregato tutto un genere relegandolo ad una vita di sforzi disumani e di fatiche immense per guadagnare lo stesso rispetto di un uomo ed eguagliarlo nell'ambito sociale e lavorativo, aveva spinto ogni pulsante giusto e tirato ogni leva  per scatenare una tempesta a cui Sasuko pensava di poter e di essere scampata con l'intelligenza che anni di studio avevano consolidato e l'indipendenza economica che solo una famiglia facoltosa come la loro poteva permettere alla figlia diciassettenne.
Eppure, nel vedere la busta bianca decorata dal nastro rosso sul tavolo -e tutta la famiglia riunita intorno, inginocchiata e composta ad attenderla con un sorriso che sarebbe dovuto essere conciliante, ma che sapeva solo di tristezza- l'Uchiha minore quasi non ebbe un mancamento, trovando necessario tenersi allo stipite della porta quando sua madre, con una calma ed una placidità che la mora trovo fin troppo eccessiva per quella situazione, decise di snocciolare con un mal recitato candore che ormai era giunto il momento di iniziare a valutare pretendenti.
Doveva sposarsi.
Doveva sposarsi, doveva prendere i suoi progetti e buttarli dalla finestra, prendere marito e votarsi solo ed esclusivamente a lui, alla famiglia, alla casa -e nemmeno a quella, probabilmente, considerando che la scelta sarebbe ricaduta sicuramente su un uomo ricco che le permettesse il lusso di una domestica- e ai figli.
E lei si rese conto,  guardando il fratello accompagnato da una moglie non scelta da lui e poi i genitori, così vicini eppure così lontani, legati da stima reciproca conquistata negli anni e l'affetto che solo solo tra due persone che hanno avuto figli insieme può scaturire ma non dall'amore, lei tutto quello non lo voleva.
Non voleva dote, non voleva la fetta di patrimonio e non voleva trovarsi incastrata in un matrimonio scomodo. Voleva essere libera, andare avanti nello studio, iniziare a lavorare per guadagnarsi da vivere e vedere i suoi sforzi apprezzati, tanto da brillare di luce propria, non come figlia di Fugaku  o moglie di qualcuno, ma come professionista.
Lei non sarebbe stata l'ennesimo sacrificio, l'ennesima offerta disinteressata ad un dio ingiusto e privo di amore per la sua prole, lei non sarebbe stata Eva. 
Sarebbe stata Lilith.



Lui la religione e tutta l'importanza che alcuni davano questa non l'aveva mai capita.
Figlio di un calligrafo americano e di una chef canadese, dal canto suo, non poteva di certo comprendere a pieno il concetto di fede circolante in Giappone, ma piuttosto quello della bellezza visiva -insegnatogli dal padre con un numero spropositato di tele- e del piacere dei sensi -appreso dalle ricette della madre e ripreso poi in modo diverso dai racconti del nonno acquisito- e quindi, del visitare templi, accendere ceri, bruciare incenso e lanciare fagioli, di tutto questo, Naruto non sapeva niente.
Certo, viveva a Shibuya abbastanza da aver imparato la lingua, compreso l'atteggiamento e il costume pudico di quella parte di civiltà, ma cose più personali come le credenze, che solitamente proliferano nelle menti giovani dei figli grazie ai genitori, non avevano sfiorato la bella testa bionda. Al suo posto, infatti, vi erano informazioni più o meno rilevanti come le regole grammaticali, i kanji, l'intreccio delle linee della metropolitana, i chioschi con il ramen più buono e le sale giochi più all'avanguardia.
C'era anche un piccolo spazio, nella sua memoria, occupato dai volti delle compagne di classe più carine, ma tra questi quello di Uchiha Sasuko non era mai stato presente; bella ma glaciale, dotata per di più di un carattere pungente ed opposto al suo, gli era sempre stato distante, preferendo alla rigida capoclasse qualcuno di più malleabile come Sakura e più facile da lusingare come Ino.
Fu per questo che quando la vide nel suo campo visivo, ancora tramortito dal sonno millenario in cui era caduto durante la lezione di Iruka-sensei, in un primo momento pensò che per quanto poco gli interessasse la religione lo stava tentando abbastanza con quel miracolo, reso reale dall'inebriante odore dell'ammorbidente dell'altra a pochi centimetri dalla faccia.
Inebetito e sorpreso, dunque, non gli restò che drizzare la schiena e sollevarsi dal piano su cui aveva schiacciato un pisolino, strofinandosi gli occhi azzurri.

« Ti devo parlare. » 








Ovviamente le storie le posto solo ad orari assurdi, quando nessuno può leggerle -e con Spotify che mi spamma a manetta la pubblicità Motta- ma almeno le posto.
Sapendo quasi con certezza che sono incompiute, ma meh.
Buon Natale!
  
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