Ringrazio
anche solo chi legge.
Aoba
viene rapito una settimana prima di Natale.
Scritta
sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=ty-Q41lCb1k.
Aoba/Ren;
Aoba/Kōjaku;
Aoba/Noiz;
Aoba/Mink; Aoba/Clear; Aoba/Virus e Aoba/Trip non-con.
Faccio
riferimento all’anime.
"Questa
storia partecipa al Calendario dell’Avvento
(Ripopoliamo i Fandom!) indetta dal gruppo facebook Il Giardino di
Efp.”
16
Dicembre. SEDICESIMA CASELLA.
-
Obbligo: Scrivi una storia in terza persona dove A viene
rapito una settimana prima di Natale.
Rapimento
prima di Natale
Aoba
mugolò, allungando le gambe, sentiva la testa pulsare e
ansimò, un rivolo di saliva gli scivolò dalle
labbra socchiuse e protese. Si
allontanò i lunghi capelli azzurri dal viso e
cercò di darsi la spinta, si
massaggiò le tempie. Le terminazioni nervose collegate alla
sua fluente
capigliature erano sollecitate da dei dispositivi meccanici, le ondate
di
dolore scuotevano il corpo ignudo del giovane.
Quest’ultimo
boccheggiò, le labbra rosee erano arrossate e le
sue gote accaldate.
“E-era…
mancava una settimana al Natale. Stavo comprando i
regali…” pensò. Cercò di
alzarsi in piedi, ma ricadde in ginocchio sul
pavimento, le gambe socchiuse. Guardò la parete fatta di
sbarre, tentò di
raggiungerle a gattoni, ma ricadde pesantemente a terra.
<
Sono stato rapito, ma chi può essere stato? > si
chiese.
Ren
gli
appoggiò la testa sulle gambe, fremendo sotto le carezze di
Aoba.
“I-io…
ti
proteggerò sempre” disse con voce intensa e
mascolina.
Aoba
arrossì, passando le dita tra la peluria nera del cagnolino
digitale.
<
Nel
mondo digitale è un uomo così bello, forte. Non
mi stupisco che possa
proteggermi, ma pensare che lo voglia fare mi fa battere il cuore
> pensò.
Si deterse le labbra e sorrise.
“So
che
con te sono al sicuro” sussurrò.
“Ren!
REN! Dove sei?!” gridò, venendo scosso da tremiti.
I
suoi occhi divennero liquidi e una lacrima gli rigò il viso.
<
Cosa possono avergli fatto? Dov’è? Ancora non sa
utilizzare bene il corpo di Sei… > pensò.
Singhiozzò rumorosamente e si
nascose il viso tra le mani.
Kōjaku stava
dipingendo
dei fiori rosso sangue su dei fogli, vide Aoba entrare e li
gettò dentro le
fiamme. Socchiuse gli occhi e gli sorrise, grattandosi la cicatrice che
aveva
sul naso.
“Vuoi
sistemati i capelli?” gli chiese.
Aoba
annuì e si sedette su una sedia.
Kōjaku si
rese conto che
aveva un occhio nero e inarcò un sopracciglio.
“Hai
sempre i capelli da ragazza, ci credo che
da bambino pensassi che eri una bambina” disse.
“Non
sono una ragazza” gemette Aoba.
Kōjaku s’inginocchiò
davanti a lui e gli prese le mani tra le proprie.
“Per
me sarai sempre la più bella delle
principesse e se dei bulli oseranno farti soffrire se la vedranno con
me. Se
arriveranno addirittura a farti del male, scopriranno che la mia lama
può
togliere la vita fin troppo facilmente” promise.
Aoba
si coricò su un fianco, si
richiuse su se stesso in maniera fetale e le lacrime gli rigarono il
viso.
<
E se fosse stata la yakuza
per vendicarsi? Se volessero uccidere Kōjaku?
> si chiese.
Noiz
gli
afferrò il viso con una mano e lo baciò, le sue
labbra erano gelide.
“C-che
diamine fai?!” strillò Aoba, tirandosi indietro.
La sua figura si rifletteva
nelle iridi color ghiaccio del giovane. La luce della lampada elettrica
si
rifletteva nello smile insanguinato che Noiz teneva sul cappello di
lana.
“Sentivo
il sapore della vittoria sulle tue labbra. Solo un giocatore
può sentirlo da un
altro giocatore” disse con voce atona.
“Tu
sei
strano” borbottò Aoba.
“E
tu non
puoi perdere” disse Noiz.
Aoba
si mordicchiò il labbro e sgranò gli occhi.
“N-non
posso darmi per vinto… tornerò a casa,
rivedrò mia
nonna per Natale. Devo avere fiducia” si disse e con fatica
si rimise seduto.
Mink
si
sciolse i capelli e accarezzò la guancia di Aoba, le iridi
dorate di quest’ultimo
divennero liquide.
<
Una
persona così forte e violenta, con me riesce a diventare
così delicata. Sembra
quasi impossibile > pensò.
“Il
grande spirito mi ha detto che tu puoi aiutarmi con la mia vendetta. Da
quando
il vento ti ha condotto da me, le urla della mia gente si sono sopite.
Nei miei
occhi ancora rivedo le fiamme, ma… ora so che
c’è speranza” disse Mink.
Aoba
si
deterse le labbra con la lingua.
“Ti
aiuterò il più possibile” disse
all’indiano, che gli sorrise.
<
Forse sono stati gli uomini della Toue. Ecco, sicuramente
mi hanno rapito quei pazzi assassini! > si disse.
Riuscì ad alzarsi in
piedi, le gambe gli tremavano e avvertiva delle ondate di dolore
scuotere il
suo intero corpo. La vista gli si oscurò, risuonò
un cigolio metallico e dei
passi, mentre Aoba crollava all’indietro.
Delle
mani lo afferrarono al volo e Aoba riuscì a mettere a
fuoco un viso.
“Clear”
biascicò.
Clear
lo prese tra le braccia e lo strinse al petto.
“Tranquillo
Master, vi porto in salvo. Gli altri ci aspettano
fuori, la mia programmazione mi permetterà di anticipare le
mosse della
sorveglianza” disse il cyborg.
Aoba
gli sorrise.
“State
tutti bene, meno male” esalò.
“Virus
e Trip stanno cercando di ricostruire il dominio di Tatsuo
Toe e volevano te e il tuo potere, Master. Fortunatamente Mizuki ha
assistito
al tuo rapimento e ci ha potuto permettere di venirti a salvare. Li
fermeremo
ancora una volta, master” disse Clear.
“Insieme”
disse Aoba.
<
Per amor tuo, Master > pensò Clear.