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Autore: Evola Who    27/12/2017    2 recensioni
Se un giorno, ti ritrovi al improvviso dell'universo di Star Wars, Cosa faresti? Quale sarebbe la tua reazione? ma sopratutto... Perché?
Genere: Avventura, Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chewbacca, Han Solo, Luke Skywalker, Nuovo personaggio, Principessa Leia Organa
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Star Wars Universe
Amy
the crystal to force
 
Capitolo 1
Amy

 

Autunno 2017, Bedford. Sabato pomeriggio.
 
Una giovane ragazza uscì da una piccola libreria con in mano una busta all’interno della quale si trovavano i suoi acquisti e un sorriso soddisfatto dipinto in volto.

La ragazza era di altezza media, capelli lunghi, lisci, con le punte mosse, color castano scuro e la fronte scoperta. Indossava degli occhiali quartati con la montatura sottile, una felpa con la cerniera chiusa blu, dei jeans scuri, delle Converse nere e una borsa a sacco nera con su scritto in bianco “I Am Sherlocked”.
 
Quella ragazza si chiamava Amy Falconi, era una 17enne che frequentava il quarto anno di liceo.
 
Era il suo primo pomeriggio libero dopo la prima settimana di scuola e, visto che aveva ricevuto la sua paghetta, aveva deciso di recarsi andare alla piccola libreria della sua città.
 
Comprò tre libri e due fumetti: “Il Fantasma dell’opera” di Gaston Leroux, un libro di Doctor Who, “Toccato da un angelo”, la Graphic novel su “Coraline e la porta magica” e il primo fumetto della serie “Valèrian e Laurine agenti del tempo”.
 
Dopo essere uscita dalla libreria andò in una piccola edicola che faceva anche da tabaccheria. Prese il magazine della serie animata “Miraculus”, dove in allegato si trovavano lo yo-yo e gli orecchini uguali a quelli della protagonista. In più prese una barretta al cioccolato al latte di marca “Milka” e un piccolo pacchetto di caramelle gommose.
 
Quando il cassiere chiese se la rivista fosse per lei, Amy rispose senza pensarci: “Sì”. Pagò tutto, mise nella borsa e se ne andò.
 
A Amy piaceva guardare le serie animate, soprattutto quelle che avevano una animazione stupenda e dei bei personaggi, come la serie “Miraculus”, “Star e Marco contro le forze del male” e “Steven Universer”, non le importava nulla se le persone la guardavano in modo strano per via della sua età.
 
In fondo, essere un po’ bambini dentro era un bene, soprattutto per sopportare questo mondo crudele e la realtà.
 
Dopo essere uscita, andò in negozio che vendeva cosmetici e articoli per la casa. Si ricordò che qualche giorno prima proprio lì aveva visto un cerchietto rosso con delle piccole corna da diavolo che le ricordava molto il cerchietto che portava Star Butterfly (personaggio di cui sperava presto di farci un ipotetico cosplay), e ora che aveva i soldi poteva finalmente comprarselo.
 
Quando lo ebbe trovato e preso, si diresse verso la cassa, ma andò a scontrarsi contro una ragazza che stava camminando nel senso opposto al suo.
 
Amy si girò, mentre diceva irritata: “Attenta a dove vai!”.
 
Quando vide di chi si trattava, Amy sospirò pazientemente, dicendo tra sé e sé: “Oddio, no…”.
 
“Amy” disse la ragazza con un sorriso cinico.
 
Era una ragazza alta, con i capelli biondi e la messa piega perfetta, indossava una giacca leggera firmata, dei jeans attillati, degli stivaletti neri, aveva con sé una borsa bianca sempre firmata e un trucco leggero in faccia.
 
Era Sarah, la sua compagna di classe: suo padre era un imprenditore di successo, quindi la sua famiglia era ricca.

E lei era viziata, egoista, superficiale, si divertiva a prendere in giro le presone che non potevano avere o fare la sua stessa vita.
 
Amy la sopportava. In fondo non le importava di quello che pensava la gente su di lei.
 
“Bene, bene, bene. Pensavo che una come te odiasse entrare in un negozio di cosmetici” disse Sarah, poi fece una piccola risata cinica.
 
“Dio! Fra tutte le presone che potevo incontrare, proprio lei?! Non la sopporto già abbastanza a scuola?” pensò Amy pazientemente.

“Sono solo entrata per compare un cerchietto. Nulla di più” rispose con tono civile, guardandola in faccia.  Sarah guardò il cerchietto che Amy aveva in mano e commentò: “Ma non è da bambina un cerchietto del genere?”.
 
“Beh, non c’è scritto, quindi no. E anche se forse, allora? Non posso comprarlo?” rispose con tono sicuro.
 
Sarah le lanciò una occhiataccia.
 
“Senti, Sarah. A te piace questo, a me piace qualcos’altro. Punto. È un gesto davvero infantile prendere in giro una persona perché le piace una cosa che non consci o che non condividi. Anche se mi prendi in giro a me non importa nulla di quello che pensi” continuò Amy con aria inespressiva.
 
Sarah la guardò male, finché non fece un sorrisetto cinico, dicendo: “Però non hai nessuno con cui condividere tutte queste cose. Giusto?”.
 
Amy non rispose, ma guardò in basso con aria irritata.
 
“Lo sapevo. Sei sempre la solita sfigata senza amici”. Fece una piccola risata e se ne andò.
 
Amy andò alla cassa con aria irritata, pensando: “Tanto avrò tutta la vita per farmi degli amici!” pagò il suo cerchietto e uscì dal negozio a passo svelto. 

Amy camminava sul marciapiede, con tutte le buste dei suoi acquisti, con le cuffie nelle orecchie, attaccate al cellulare che era dentro alla tasca.
 
Voleva andare al mini-market camminando tranquilla, finché non cominciò a sentire qualcosa, una specie di presenza, forte, potente, ma soprattutto rassicurante.
 
Amy rimase stranita da quella sensazione, si tolse le cuffie, mettendole nella borsa insieme al cellulare e si guardò intorno. Non c’era nessuno, ma lei continuava a sentire quella strana presenza.
 
Cominciò a camminare, più andava avanti, più la presenza diventava forte, finché non venne attirata davanti a un negozio: una piccola bottega con le vetrate grandi e una porta a vetro. Sopra una insegna gialla con la scritta nera: “Bett’s mysterious shop”.
 
E lì, Amy percepiva ancora di più quella presenza, ma non sapeva cosa fare.

Sulla porta era appeso il cartello “Open” e in più c’era anche scritto che doveva tirare la porta per aprirla ed entrare.
 
Non sapeva che cosa fare. Magari quella “cosa” che sentiva non era niente ed era sono una “sensazione”, ma si faceva sempre più forte, quindi voleva scoprire di che cosa si trattava. Così tirò la porta ed entrò.
 
La bottega era grande, c’era il bancone con la cassa, ma non c’era nessuno dietro di esso.
 
“C’è qualcuno?” domandò, ma non sentì nessuna risposta. 
  
Girò la testa dall’altra parte e vide un sacco di tavoli messi in fila, mentre ai muri si trovavano sia delle librerie sia degli scaffali e quegli stessi tavoli erano pieni di oggetti strani, antichi, ma soprattutto vintage.
 
La presenza si faceva più forte e chiara. Amy cominciò a seguirla, camminando in mezzo ai tavoli, come se sapesse perfettamente dove doveva andare.
 
Si fermò davanti ad un tavolo e vide su di esso un piccolo portagioie di legno chiaro, lucido, sembrava fatto a mano e portava incisa nella parte superiore una foglia.
 
Amy rise, stupita ma perplessa, lo prese in mano e sentì la presenza farsi più forte e potente. Quasi da farla spaventare. Era terrorizzata da quel potere. Lo mise a posto e fece un passo indietro.  
 
Amy non sapeva cosa fare. Non aveva idea di che cosa poteva essere quel portagioie e, soprattutto, non sapeva che cosa era quella presenza che percepiva e sentiva provenire da quell’oggetto.
 
Di certo, Amy non poteva comprarlo e aprirlo a casa come se nulla fosse. Se dentro non ci fosse stato niente e tutto quello che sentiva era solo dentro alla sua testa?
 
Guardò il portagioie con aria perplessa, finché non decise di avvicinarsi e di riprenderlo in mano. 
 
“In fondo… Che cosa potrà mai essere?” pensò Amy, cercando di farsi coraggio.

Aprì il portagioie, che cominciò ad illuminarsi di bianco.


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Note:

Nuove storia! :D
Questa storia è nata dalla
domanda: "Se io frose del mondo di
Star Wars, che cosa farei?"
ed è nata questa storia. :)
Lo so, il primo capitolo non c'è niente 
di Star Wars, ma è solo capitolo per farvi
conosere meglio la protagonista
Spero che vi piaccia :)
e l'asciate una bella recesione!
Evola 

   
 
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