Videogiochi > Final Fantasy VII
Ricorda la storia  |      
Autore: thisisgiulia    28/12/2017    0 recensioni
(Storia di mia proprietà presente anche sul mio account wattpad)
!SPOILER SE NON AVETE GIOCATO A CRISIS CORE!
Cloud Strife era certo di tantissime cose, ma quella di cui era sicuro al cento per cento era che Zack Fair era morto.
Eppure quel giorno il suo migliore amico era seduto sul letto davanti a lui, sorridente e allegro come ogni giorno.
Sono diventato un eroe grazie a te
Genere: Angst, Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Aeris Gainsborough, Cloud Strife, Zack Fair
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Crisis Core, FFVII
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

SUPER MEGA GIGANTE ULTRA PREMESSA: parliamo un attimo della storia: non gioco a Crisis core da... anni? Non posso nemmeno più giocarci perché la psp si è magicamente rotta GRAZIE ma per scrivere questa one shot mi sono riletta la storia del gioco cercando di rianalizzare tutti i personaggi, ma ho deciso di non entrare troppo nel dettaglio, quindi chiedo scusa ai fan che conoscono bene la storia di Crisis core se ci saranno eventuali errori. Ora godetevi la storia e tenete a portata di mano i fazzoletti ;)

Cloud Strife era certo di tantissime cose, ma quella di cui era sicuro al cento per cento era che Zack Fair era morto

Cloud Strife era certo di tantissime cose, ma quella di cui era sicuro al cento per cento era che Zack Fair era morto. 
Eppure quel giorno il suo migliore amico era seduto sul suo letto davanti a lui, sorridente e allegro come ogni giorno.

Ormai era così da circa tre giorni, Zack era morto già da un paio di settimane e i suoi amici e parenti non riuscivano più a vivere tranquillamente: Zack riusciva sempre a far sorridere chiunque nei momenti più difficili, persino Cloud che non era un ragazzo molto sorridente. 
Quel giorno però Cloud non sorrideva, perché sapeva che Zack non era davvero lì, Zack era morto e sepolto da giorni.

- Cloud, ci credi ai fantasmi? - domandò Zack ancora seduto sul letto dell'amico. 
- No, Zack - rispose Cloud cercando di non dar peso alla voce del moro. 
- Allora cosa sarei io? Uno spirito? Un'illusione? - domandò ancora all'amico, ma questo non rispose. 
Tra i due c'erano spesso molti minuti di silenzio, a volte diventavano anche ore, il che infastidiva Zack e la sua famosa parlantina. 
Il Soldier aveva passato un sacco di tempo a pensare ad una spiegazione plausibile, aveva addirittura chiesto a Cloud di provare a tirargli uno schiaffo ma la sua mano era passata attraverso la sua guancia, proprio come se fosse invisibile o fatto di aria.

- Come sta Aerith? - domandò Zack pentendosi subito dopo di aver fatto quella domanda. 
- Sta di merda, dovresti immaginarlo - disse Cloud mentre frugava dentro uno zaino abbandonato in un angolo della stanza.
Il moro si alzò dal letto e si diresse verso la finestra: la casa di Cloud dava su un paesaggio rigoglioso e soleggiato, Zack immaginava l'amico più come tipo da case isolate in posti più ombreggiati. 
- Cosa hai intenzione di fare quindi? - domandò Cloud. 
Zack si voltò a guardare l'amico che come sempre aveva lo sguardo da persona distrutta. Odiava vederlo così a causa sua, perché era lui che l'aveva ridotto così. 
Zack si odiava per questo, e ora che era morto ma era ancora sulla Terra si odiava ancora di più. 
- Non lo so amico, finché non so il motivo per cui sono qui non posso fare nulla - 
Cloud non rispose e si diresse verso la porta di casa, Zack lo seguì subito senza fare domande. 
- Ehi, magari non sei l'unico che può vedermi no? - 
- Allora comincio a preoccuparmi per una imminente apocalisse zombie -
Zack rise ma Cloud era più serio che mai. 
- Dove vai? - chiese il Soldier. 
- Vado a trovare Aerith -

Il viaggio in treno era stato quasi un'agonia per Zack: aveva scoperto che Cloud era l'unico che riusciva a vederlo, nessuno poteva vederlo o sentirlo tranne lui

Il viaggio in treno era stato quasi un'agonia per Zack: aveva scoperto che Cloud era l'unico che riusciva a vederlo, nessuno poteva vederlo o sentirlo tranne lui.
Sul vagone aveva provato a sedersi davanti ad altre persone, a parlarci o a toccarli ma nessuno lo aveva degnato di uno sguardo. 
Non poteva nemmeno parlare con Cloud, se l'avesse fatto avrebbe temuto che qualcuno prendesse l'amico per pazzo vedendolo parlare da solo. 
Cloud però non parlava da solo: Zack era davanti a lui, poteva vederlo.
Scesi dal treno, i due si diressero subito verso la Chiesa abbandonata dove ormai Aerith trascorreva le sue giornate, la giovane ragazza aveva una passione per i fiori che si prestava sempre a curare come se fossero dei bambini da crescere e accudire. 
Zack le consigliò persino di provare a venderli alla gente del posto e i due insieme costruirono un cestino dove riporli, Zack ricordava bene i giorni trascorsi insieme a lei... e le mancava tanto.
- Vuoi entrare anche tu? - chiese Cloud al suo amico, che non esitò a rispondere. 
- Certo che voglio, devo rivedere Aerith assolutamente - poi si fermò - Cloud, e se anche lei potesse vedermi? - 
Cloud sapeva che era impossibile, già era assurdo il fatto che fosse tormentato da un possibile fantasma del suo migliore amico, figuriamoci se la sua prima vera fiamma poteva vederlo. 
- Zack, basta illudersi, è una cosa seria - 
Il moro però sembrava speranzoso, in fondo Cloud doveva immaginarlo. 
- Mai dire mai -

I due entrarono lentamente nella vecchia Chiesa, uguale identica a quella di pochi giorni fa dove Cloud era andato a trovare Aerith, prima che Zack arrivasse da lui. 
Aerith era china sui suoi fiori come sempre, ma era diversa. 
Zack notò subito il suo corpo: era dimagrita e i suoi capelli sembravano deboli e rovinati. 
Il Soldier desiderò di non essere mai entrato quando la ragazza si voltò: Aerith sembrava un cadavere. 
La sua pelle era pallida e i suoi occhi sembravano spenti e stanchi, aveva il viso leggermente scavato e due occhiaie ben visibili. 
- Ciao Cloud, sono felice che tu sia venuto di nuovo a trovarmi - disse la ragazza abbracciando l'amico. 
Zack era immobile, tremava e voleva urlare: la sua Aerith... era ridotta così per colpa sua. 
- Aerith... sono io - disse il moro avvicinandosi a lei, ma non fece una piega - Sono qui Aerith... -
La giovane invitò Cloud a sedersi su una delle panchine della Chiesa, mentre Zack rimase fermo immobile dov'era a fissare i fiori. 
Notò una cosa che lo sconvolse più di prima: i fiori erano diminuiti, la maggior parte erano morti o stavano appassendo. 
Il Soldier si avvicinò alla ragazza per sentire la conversazione con Cloud, che cercava di non guardare l'amico di fronte a lui. 
- Aerith devi mangiare, Zack non vorrebbe vederti così - disse Cloud alla ragazza. 
- Certo che non voglio vederti così - disse Zack sapendo che la sua Aerith non poteva sentirlo. 
- Non è facile, Cloud. Non lo è per niente davvero - persino la sua voce sembrava spenta, distrutta - Ogni cosa mi ricorda lui, non riesco più a curare i fiori come prima, non riesco più a sorridere perché mi ricordo solo il suo stupido sorriso -
Ad ogni parola pronunciata da lei, Zack si sentiva uno schifo: lui stava lentamente uccidendo Aerith, la sua assenza la stava uccidendo. 
- Lo so, anche io sono stato malissimo, ma la vita va avanti, lui sarà sempre con noi - Cloud non era bravo a consolare le persone, ma ci provava, era l'unica cosa che poteva fare in quel momento. 
Zack si inginocchiò davanti ad Aerith, la vide meglio in viso e notò che stava piangendo. 
- Non piangere, per favore - implorò Zack, ma sapeva che era inutile. 
- A volte mi sembra di sentirlo e vederlo ancora - proseguì la ragazza singhiozzando.
- È perché sono qui! Aerith ti prego... - Zack avvicinò la mano per sfiorarla, ma era sempre inutile. 
La ragazza un attimo dopo scoppiò a piangere sulla spalla di Cloud, che la abbracciò per cercare di consolarla come meglio credeva. 
Zack era impietrito da tutto quello che stava vedendo: non sopportava il fatto di vedere qualcuno così per la sua morte. 
Si alzò e uscì dalla Chiesa. Fuori da essa urlò finché poteva.

La vista di Aerith tormentò a lungo Zack: lei era la ragazza dei fiori, quella ragazza dolce e sensibile, con un sorriso grazioso e due occhi splendidi

La vista di Aerith tormentò a lungo Zack: lei era la ragazza dei fiori, quella ragazza dolce e sensibile, con un sorriso grazioso e due occhi splendidi. 
Lei ora stava lentamente morendo, come un fiore che lentamente appassisce per poi morire. 
Zack non poteva più prendersi cura di lei, per questo lei stava appassendo, e lui non poteva fare niente.

Il treno di ritorno era vuoto e Zack si sentiva libero di poter parlare con Cloud senza farlo sembrare pazzo. 
- Mi spiace che tu abbia dovuto vederla così, sta così da quando tu... ecco... -
- Da quando sono morto, puoi dirlo tranquillamente Cloud - interruppe il Soldier. 
Cloud era rimasto davvero sconvolto dal vedere Aerith così, anche lui se la ricordava sorridente e allegra, però era sollevato dal fatto che si fosse sfogata con lui, dal fatto che avesse pianto dopo essersi trattenuta così tanto. 
Zack invece voleva solo poterla abbracciare e consolarla, voleva poterle dire tutto quello che pensava, tutte le cose che in quegli anni non era riuscito a dirle, voleva di nuovo aiutarla a costruire i cestini per vendere i fiori, voleva di nuovo che lei lo abbracciasse all'improvviso come faceva lei. 
Voleva solo vivere davvero di nuovo. 
Cloud lo sapeva, a Zack la vita piaceva tanto, gli piaceva ridere con gli amici, aiutare le persone, divertirsi e fare anche pazzie a volte. 
Come quella che aveva fatto per salvarlo. 
- Zack - era la prima volta che Cloud chiamava l'amico di sua spontanea volontà, il moro drizzò le orecchie. 
- È colpa mia, vero? - 
Zack si sentì come quella volta, come se migliaia di proiettili gli trapassarono il petto. 
- Cloud, certo che no, cosa stai dicendo? - rispose il Soldier. 
Cloud aveva lo sguardo basso, era chino e sembrava sul punto di scoppiare a piangere. 
- Se tu non ti fossi sacrificato per me, se io... - Cloud scoppiò, non riusciva nemmeno lui a tenersi le cose dentro. 
Zack andò accanto a lui - Non sono morto per niente, lo sai benissimo. Sono riuscito a salvarti, sono diventato un eroe grazie a te -
Cloud alzò lo sguardo con gli occhi rossi dal pianto, guardò Zack negli occhi e sembrava davvero reale - Non lo meritavi, non tu Zack. Sei la persona migliore che ci sia... che c'era, su questo pianeta -
Zack voleva davvero poterlo stringere e dirgli che sarebbe andato tutto bene, ma poteva limitarsi solo a parlare e a fargli forza. 
- Ora sono qui, più o meno insomma -
- Non puoi restare qui per sempre, lo sai - 
Quella era un'altra cosa che Zack odiava: sapere che prima o poi sarebbe andato in un qualsiasi altro mondo ultraterreno e avrebbe detto addio davvero al suo amico. 
Non voleva abbandonare Cloud per nessuna ragione al mondo, ma sapeva anche che era per il suo bene. 
- Ti voglio bene, non dimenticarlo nemmeno quando sarò volato via da qualche parte - disse Zack mentre Cloud cercava di asciugarsi il viso imbarazzato.

La mattina dopo, Zack era ancora lì, questa volta seduto ai piedi del letto di Cloud

La mattina dopo, Zack era ancora lì, questa volta seduto ai piedi del letto di Cloud. 
Il biondo si svegliò senza sorprendersi e svolse la sua routine mattutina, mentre Zack rimaneva lì seduto. 
Quando Cloud tornò, Zack balzò in piedi all'improvviso - C'era un anime che ho visto da ragazzino - 
Cloud lo guardò confuso - Cosa c'entra ora? - 
- Si chiamava AnoHana, parlava di una ragazzina morta che dopo anni tornava sotto forma di fantasma e solo un suo amico riusciva a vederlo! Per tornare in paradiso doveva fare solo in modo che tutti i suoi vecchi amici avverassero il suo desiderio - 
- Zack, era un anime... - disse Cloud sospirando. 
- E se fosse possibile? - 
- Non è così facile Zack! Lo capisci? - urlò Cloud esasperato.
Zack rimase spiazzato dalla reazione dell'amico, e anche offeso. 
Lui capiva, capiva che non era facile per Cloud dover portare un peso così, ma nemmeno per Zack era facile, per niente. 
- Oh, non è facile? - 
- Zack, per favore sai cosa intendevo -
Zack andò verso il biondo - So benissimo cosa intendevi, non è facile per te? Secondo te allora per me? Per me è facile, Cloud? È facile dover essere un fottuto fantasma? È facile vedere Aerith lasciarsi andare mentre io non posso fare niente? È facile sapere che sto uccidendo delle persone a causa della mia morte? - Zack stava urlando contro il suo migliore amico, e non riusciva a controllarsi. 
Cloud si sentiva terribilmente in colpa. 
- Ti dirò di più, non sono apparso magicamente davanti a te: mi sono svegliato nel punto dove ero morto, credendo di essere sopravvissuto a quella sparatoria, la prima cosa che ho fatto sai qual è stata Cloud? Sono andato dai miei genitori - 
Zack stava tremando, ma non capiva il motivo, era rabbia? O paura?
- Stanno uno schifo, mia madre piangeva come una pazza isterica e mio padre era chiuso in camera sua a fissare un muro! Mi sto portando addosso il peso della mia morte, te ne rendi conto? - 
Cloud si sedette sul letto con le mani tra i capelli e urlò fino a star male. 
Zack si sentiva ancora peggio, realizzò cosa aveva appena fatto e si chinò verso Cloud - Scusa... non volevo -
- Vattene -
Zack rimase perplesso - Cloud... -
- VATTENE TI PREGO! - Singhiozzò il biondo - E se riesci prendi quella dannata spada e portatela in paradiso o dove cazzo vuoi - 
Zack si alzò e obbedì: se quello serviva ad aiutare il suo amico a calmarsi, non doveva esitare. 
Sapeva che non poteva portarsi la spada, così prima di abbandonare l'abitazione la guardò e uscì.

Cloud rimase seduto in quella posizione per almeno cinque minuti: non aveva detto quelle cose a Zack per cattiveria, ma perché non sopportava il fatto che lui fosse finito in quel casino per salvarlo. Si sentiva un assassino, come se fosse stato lui ad ucciderlo. 
Si alzò e realizzò di essersi terribilmente pentito di avergli urlato di andarsene. 
Corse all'entrata e notò che la spada del Soldier era ancora lì, poi spalancò la porta e corse a cercare il suo amico pregando che non se ne fosse già andato. 
Zack invece stava camminando tra la gente, consapevole del fatto che nessuno lo avrebbe mai visto piangere, per di più pioveva come quel giorno. 
Aveva rovinato la vita dei suoi genitori, della povera Aerith e del suo migliore amico. 
Si allontanò in un vicolo buio e si sedette appoggiato ad un muro. 
Voleva sparire in quel momento, essere dimenticato da tutti come se non fosse mai esistito. 
Non si era mai odiato così tanto, pensava di essere diventato finalmente un eroe, ma non lo era. 
Dopo qualche minuto sentì Cloud urlare il suo nome, finché non lo vide corrergli incontro con il fiatone.
A Zack veniva da ridere, entrambi a piangere come due bambini. 
Cloud cadde sulle ginocchia davanti a lui, distrutto totalmente - Ti prego, non andartene - singhiozzò. 
Zack sorrise - Tranquillo, non vado da nessuna parte -

- Cloud per favore sorridi, almeno un nano secondo - i due amici stavano tornando a casa, e Zack cercava disperatamente di far sorridere l'amico ancora triste per quella discussione

- Cloud per favore sorridi, almeno un nano secondo - i due amici stavano tornando a casa, e Zack cercava disperatamente di far sorridere l'amico ancora triste per quella discussione. 
Gli piaceva far ridere la gente, gli amici... e gli piaceva far ridere Cloud, che non rideva mai, ma era un'impresa impossibile ormai. 
Zack però non si arrendeva mai, non così facilmente. 
- Sei proprio complicato - 
- Soprattutto ora che vedo i fantasmi - 
Zack rise ma Cloud non si smosse e continuava a camminare con le mani in tasca. 
Il moro stava pensando a qualsiasi modo per farlo sorridere, almeno prima di andarsene doveva riuscirci. 
- Cloud Strife, sei ufficialmente il ragazzo più complicato che io abbia mai incontrato - sollevò le spalle Zack, ma Cloud sembrava non curarsi della sua ironia. 
Forse stava esagerando, insomma non era semplice ridere in momenti del genere, e Zack rideva troppo per i gusti degli altri. 
- Ehi, non ti ho detto di smettere di parlare - disse Cloud lasciando Zack perplesso - Che vuoi dire? - 
- Quando non ci sarai più, la tua stupida risata mi mancherà -
Cloud si fermò a guardarlo, voleva saltargli addosso e implorarlo di restare, di non andarsene via anche se prima o poi sarebbe successo. 
Zack voleva fare lo stesso, voleva restare insieme al suo amico, prendere il primo treno e andarsene da soli lontano da tutti. 
Voleva andare da Aerith e dirle "Ehi non sono morto! Andiamocene dai!" e baciarla finché poteva. 
- Com'è stato... morire? - domandò Cloud con lo sguardo a terra. 
- Ho visto una luce, e Angeal prendermi per un braccio... e stavo praticamente volando, Cloud. Se fossi un angelo con delle dannate ali ti porterei in capo al mondo - 
Questa volta, Cloud sorrise. 
Zack si mise a saltare di gioia - Ce l'ho fatta! Lo sapevo! - 
Il biondo però stava anche piangendo, ma di felicità. Non avrebbe mai pensato di rivedere Zack così felice, solo per averlo fatto sorridere. 
- Ehi non è il momento di piangere! - esclamò Zack, Cloud si asciugò le guance e proseguì per la strada sorridendo assieme a Zack.
Ne avrebbe passati mille di momenti così assieme a lui, per sempre.

- Zack? Dove sei? - Cloud la mattina seguente non aveva trovato Zack ai piedi del letto come al solito, il che lo aveva subito preoccupato, aveva temuto fosse già andato via

- Zack? Dove sei? - Cloud la mattina seguente non aveva trovato Zack ai piedi del letto come al solito, il che lo aveva subito preoccupato, aveva temuto fosse già andato via. 
Zack invece era ancora lì, ma era a terra in mezzo alla stanza del piano di sotto. 
Cloud quasi volò giù per raggiungerlo, e appena arrivato da lui si mise ad urlare - ZACK! NON LASCIARMI ORA TI PREGO - 
Zack aprì gli occhi e come sempre, sorrideva. 
- Cloud - disse con un filo di voce - Me ne sto andando -
Cloud si sentì svenire: no, non voleva, non in quel momento. 
- No... no Zack - disse con la voce strozzata in gola. 
Il moro avvicinò una mano verso di lui, ora riusciva a toccarlo senza passargli attraverso. 
- Mi dispiace tanto Cloud -
- No - Cloud prese Zack in spalla e lo trascinò fuori - Tu non te ne vai ora -
Zack non capiva cosa stesse cercando di fare, ormai era arrivato il momento. 
- Fermati Cloud -
- No, stronzo non azzardarti ad andartene ora - 
Zack con la poca forza che gli era rimasta rise, era ovvio che non voleva andarsene, ma non poteva fare nulla per impedirlo. 
Si lasciò cadere a terra, tra dei bellissimi fiori che gli ricordavano la sua Aerith. 
- Ehi! - Cloud si inginocchiò accanto a lui - Alzati, per favore -
Era tremendo vederlo piangere ancora, come se quel giorno si stesse ripetendo di nuovo. 
Una luce dal cielo accecò Zack - La vedi? - domandò all'amico. 
Cloud alzò lo sguardo al cielo azzurro - Non vedo niente -
Zack sospirò - Mi stanno chiamando -
Riuscì finalmente ad alzarsi, non sentiva più il dolore e la stanchezza di prima, era davvero arrivato il momento di dirgli addio.
Cloud piangeva come un bambino, si sentiva imbarazzato a farlo davanti a Zack, che stava ancora sorridendo come se niente fosse. 
- Prenditi cura di Aerith, assicurati che ricominci a mangiare e a vivere felice -
Cloud si voltò, non riusciva a guardarlo andarsene, era più forte di lui, ma Zack voleva vederlo un'ultima volta. 
- Dai Cloud, vieni qui - Zack andò verso di lui e gli mise una mano sulla spalla, Cloud sentì migliaia di brividi percorrergli il corpo.
Si voltò e guardò di nuovo il suo amico, cercò di trattenere il pianto ma non riusciva. 
- Mi dispiace che sia finita così - disse Zack - Ripeto però che è grazie a te che sono diventato un eroe -
- Finiscila con questa storia - singhiozzò Cloud - Non cambierai mai -
- Hai ragione - rise il Soldier, non è mai cambiato in tutti quegli anni: trovava sempre un motivo per sorridere, per cercare di diventare un eroe... il solito Zack Fair. 
Cloud lo strinse più che poteva prima di vederlo scomparire per sempre, Zack gli scompigliò i capelli come faceva tempo prima quando i due scherzavano e ridevano insieme.
Gli sarebbe mancato il calore e l'affetto del suo amico biondino, gli voleva tanto bene, lo considerava un fratello minore. 
- Sii forte Cloud, continua a lottare per i tuoi sogni. E non dimenticarti di me - Zack strinse a sè Cloud e si ricordò tutto di quel giorno, la pioggia, il sangue, la voce di Cloud e quella luce... 
Vide tutto attorno a lui svanire e una calda luce avvolgerlo. 
Era arrivato da qualche parte dove non avrebbe mai più sofferto, dove sarebbe stato felice per sempre e avrebbe vegliato sui suoi amici come un angelo custode.

Cloud cadde in avanti. Zack era sparito nel nulla, come se si fosse vaporizzato. 
Le lacrime non smettevano di scendere sul suo viso. 
Era solo di nuovo, Zack lo aveva abbandonato di nuovo. 
Disse il suo nome, come se chiamandolo potesse tornare indietro, ma con lui c'era solo la sua voce rotta dal pianto. 
Gli aveva detto addio per sempre, lo aveva perso per sempre. 
Zack era andato via da qualche parte, forse in un posto migliore di quello.
Cloud lo sperava, voleva solo che Zack potesse continuare a ridere come faceva sempre, magari insieme a qualcuno migliore di lui. 
Cloud si alzò e si asciugò le lacrime: avrebbe fatto come aveva detto Zack, avrebbe lottato sempre per i suoi sogni e soprattutto si sarebbe preso cura di Aerith.

- Non sarai morto invano, Zack, te lo prometto -
 

Va bene, ora siete liberi di tirarmi contro i peggio insulti hahaha ho scritto questa storia in vacanza, e sono contenta perché è uscita proprio come volevo anche se ho usato in tutto solo 3 personaggi 😅 ma spero abbiate gradito lo stesso, è stat...







Va bene, ora siete liberi di tirarmi contro i peggio insulti hahaha ho scritto questa storia in vacanza, e sono contenta perché è uscita proprio come volevo anche se ho usato in tutto solo 3 personaggi 😅 ma spero abbiate gradito lo stesso, è stata dura scrivere di Zack in questo modo dato che lo adoro 💔 ma vabbè almeno ci sono riuscita! Il riferimento ad AnoHana è totalmente voluto, e se non conoscete questo bellissimo anime guardatelo perché è un capolavoro secondo me e uno dei pochissimi anime per cui ho pianto tantissimo. 
Detto questo, grazie a tutti per aver letto fino alla fine, ci vediamo in una prossima storia😊
- Giulia

Mi trovate anche su Wattpad: thisisgiulia (e troverete ovviamente anche questa one shot, ho soltanto voluto pubblicarla anche qui per vedere se poteva interessare ad altri) 

 
  
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Final Fantasy VII / Vai alla pagina dell'autore: thisisgiulia