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Autore: Sedge    25/06/2009    5 recensioni
L'amore, la passione, il dolore di Sam e Emily, coinvolti dalla passione travolgente della forza dell'imprinting
Genere: Romantico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Sam

Sam

Non doveva seguirmi, perché lo aveva fatto. Sentivo il suo respiro affannato dietro di me. Il suo cuore pompare battiti spaventati e affaticati.
-Vattene-, ruggii. Stavo perdendo il controllo. Lo sapevo. Lo sentivo. L’ondata incontrollabile si faceva spazio dentro di me, bruciandomi, dilaniandomi, spaventandomi.”Perché non capisci. Dio mio vattene”.
Volevo implorarla, scongiurarla di lasciarmi solo. E non perché temevo che vedesse che razza di mostro ero…no, avevo paura per lei. Le avrei fatto del male. Non ero controllabile, non ero placabile, sopraffatto da quella nuova natura mostruosa che si era impossessata di me.
Cercai un’ alternativa nella mie gambe pesanti, stanche…”Corri maledizione, allontanati da lei”. Ma il mio corpo non reagiva. Non riuscivo ad allontanarmi, non riuscivo…che mi stava accadendo? Ero maledetto…quella era una maledizione, una punizione. Io?Perché dovevo meritare una simile pena.
-Non posso-, rispose flebile alle mie spalle lasciandosi cadere sulle ginocchia sul terreno umido.
-Si che puoi-, ruggii rabbiosi, voltandomi e trafiggendola con lo sguardo.-Vattene, vattene prima che sia troppo tardi-, la supplicai sperando che mi desse ascolto.
-Non posso, non posso-, continuò a piagnucolare.
-Si che puoi, devi-, urlai, accasciandomi accanto a lei e scuotendola per le spalle con forza.-Vai via, torna a casa. Stai lontana da me, non tornare più…-. Non sapevo dove avessi trovato la forza di dirle certe cose…Non volevo. Non desideravo altro che sentirla vicino a me, su di me, dentro me…
Scosse la testa tremando.-E’ impossibile…Impossibile…Qualcosa mi tiene qui…Io voglio stare qui-.Maledizione, maledizione…Rendeva tutto esasperatamente difficile. Dovevo respirare, stare calmo. Ma gli spasmi non mi davano tregua. Ormai sapevo…A momenti nulla di umano sarebbe rimasto in me…Nessuna sembianza, nessun controllo, nessun barlume di ragione…Nulla. Tesi il collo verso l’alto cercando di scappare da quella misteriosa forza che mi tirava giù verso il mio inferno. Nulla, non potevo fare più nulla. Ormai si era impossessata del mio corpo, del mio spirito. Non avevo nessun controllo su quella forza, nessuna possibilità di oppormi…nessuna.
Urlai, mentre prendeva possesso di me, lacerandomi, torturandomi…facendomi diventare il mostro che giaceva latente dentro di me. Non persi di vista un attimo, la donna che mi stava osservando. Orrore?No, non c’era nessun tipo di orrore o spavento nella sua espressione. Curiosità, venerazione…quello sì. E ad un tratto dolore…E i suoi occhi…quegli occhi…Dio avrei dato l’anima per aver qualcuno che mi guardasse con quell’espressione colma d’amore, di passione di devozione. Si stava dando a me, anima e corpo…senza sapere, senza conoscere. Voleva me, lo sentivo lo percepivo. E io?Io avrei dato tutto per lei, avrei venduto l’anima se fosse stato necessario, avrei attraversato coltri di fuoco solo per incrociare il suo sguardo…Avrei fatto di tutto pur di averla. E l’avevo…Sentivo che era mia…Mi possedeva in modo innaturale, inumano.
Ringhiai, quando la forza che divampava dentro di me raggiunse il suo scopo. E mi allontanai, correndo lontano seguendo quell’ultimo accenno di ragione che era rimasto in me. Ma non feci molta strada, no…Non sarei riuscito ad abbandonarla lì nel mezzo del bosco sconvolta, esausta, sfinita, dolorante… La osservai mentre lentamente si drizzava. Teneva le mani sul viso, come a nascondere qualcosa. Cosa nascondeva?Cosa?
Un’ondata d’orrore mi percorse il corpo…”Maledizione, le avevo detto che non doveva starmi vicino”. Dovevo tornare da lei, dovevo aiutarla, ma non così, non sotto quelle sembianze. Non sapevo come fare, come tornare indietro. Le mie trasformazioni erano legate a emozioni forti quasi incontrollabili…e molto spesso avevo creduto che non sarei mai più tornato umano, condannato per sempre a vestire le sembianze di un lupo.
-Sam-, mi chiamò. Mi vedeva. Fissava i miei occhi nascosti nel buoi. Mi avvicinai lentamente colpito ad ogni passo dall’orrore che avevo compiuto. L’avevo sfregiata, dilaniata. Avevo inciso la sua pelle con un marchio maledetto. La bestia che era in me l’aveva marcata.
Piangeva, scossa e ansimante, e continuava a chiamarmi. Dovevo aiutarla, dovevo. Aveva bisogno di cure, di essere medicata. Non potevo lasciarla lì. Ma anche volendo non ci sarei mai riuscito.
Mi avvicinai lentamente, continuando ad osservarla. Non volevo si spaventasse, non volevo avesse paura di me. E il suo sguardo non dimostrava nulla di tutto ciò. Mi cercava perché il bisogno di sentirmi vicino era grande quanto il mio.
Mi accucciai vicino a lei, cosciente che in quelle condizioni non potevo far nulla per aiutarla. Dovevo tornare umano ma non sapevo come fare. Senza timore si avvicinò a me, accarezzandomi e stendendosi vicino al mio muso. Ululai, di dolore e di rabbia.
Lentamente le leccai le ferite che fregiavano il suo volto, sperando di darle sollievo. Lei si accoccolò ancora di più a me, cercando il mio contatto, il mio calore. Come faceva a fidarsi ciecamente di me dopo quello che le avevo inflitto?Come faceva a non provare errore per un essere mostruoso come me?Come?
-Ti amo Sam-, disse aprendo gli occhi socchiusi. Il mio cuore e il mio respiro si bloccarono per un attimo eterno mentre la consapevolezza di quelle parole si faceva strada dentro di me. “Lei mi ama…”. E il mio cuore riprese a battere, più vigorosamente di prima, con una violenza tale da squarciarmi il petto.
Batteva…Batteva per lei. Ora c’era una ragione per amare la vita, per non desiderare di morire subito, al momento. La ragione era lei.
Un tremito mi scossa nuovamente…Stavo tornando umano…Fra le sue braccia. Non si spaventò, non si mosse, ma avvicinò le labbra alle mie suggellando la sua dichiarazione d’amore.
Raccolsi e ricambiai quel bacio…Dolce, struggente, passionale…Era mia. Non poteva esserci cosa più importante. Mi voleva, mi amava. Nulla avrebbe ostacolato il nostro amore. A niente e a nessuno avrei permesso di fare una cosa simile.
Mi staccai nonostante fossi impaziente di sentirla ancora su di me.
-Ti amo Emily-. Parole più vere non potevano uscire dalla mia bocca. Non sapevo cosa mi stava succedendo. Non sapevo per quale motivo quella forza che viveva in me avesse deciso di rivelarsi, mostrandomi la mia doppia natura. Non potevo saperlo…No…Ma quella forza aveva portata con se qualcos’altro…Emily, il mio amore, la mia ragione di vita. Ora il mio mondo sarebbe ruotato attorno a lei. Ogni mio gesto, ogni mia azione, ogni mia attenzione sarebbe stata per lei. Lei…aveva il mio cuore, aveva la mia anima, aveva il mi corpo…Ogni cosa mia era sua. Volevo appartenergli, volevo essere solo suo. E niente poteva darmi più gioia che sapere che lei mi ricambiava in tutto. Il suo amore si manifestava chiaro, limpido per me. E se quella notte non mi avesse seguito, non mi avesse cercato probabilmente non sarei mai più tornato umano, sconvolto dallo scoprire i poteri della mia duplice natura. Io avevo una ragazza, avevo una fidanzata…era a casa. Mi aspettava. Era preoccupata e addolorata per i miei ultimi cambiamenti. Ma non era importante…Non ora…Non più. Nulla era più importante di lei, di Emily. Era bastato uno sguardo per raggiungere l’estrema consapevolezza del mio amore per lei. Era bellissima, una dea. Una dea che aveva ricambiato estasiata il mio sguardo che, senza conoscermi, mi aveva seguito nel buio della foresta non appena ero scappato sconvolto dal turbinio di emozioni che si erano create in me. Nel momento in cui i nostri sguardi si erano incrociati, anche i nostri cuori lo avevano fatto, scambiando le loro posizioni:il mio nel suo petto, il suo nel mio legati da un filo invisibile e indistruttibile. Ero legato a lei per sempre.
Sentivo sulle mie labbra il sapore del suo sangue fresco…L’avevo ferita, sfigurata. Volevo odiare il lupo che c’era in me per aver fatto una cosa del genere…Ma non potevo…Non potevo odiare quella forza che mia aveva avvicinato e condotto a lei, non potevo. Avrebbe portato per sempre i miei segni su di sé come un marchio…Ma ogni volta che l’avrei guardata quei segni avrebbero riportato alla mia mente lo scambio del nostro amore, lo scambio delle nostre promesse eterne.
Da ora in poi sarebbe esistita solo lei per me e mi abbandonai a quella dolce consapevolezza, conscio che quella notte era spuntato il mio sole.

   
 
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