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Autore: AidenGKHolmes    01/01/2018    5 recensioni
"What if love: Cosa sarebbe successo se, alla fine dell'episodio di Dark Cupido, Adrien si fosse messo a cercare l'autrice del bigliettino a forma di cuore?"
OS creata per un concorso.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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1-What if love: Cosa sarebbe successo se, alla fine dell'episodio di Dark Cupido, Adrien si fosse messo a cercare l'autrice del bigliettino a forma di cuore?


 
UNO STUDIO IN NERO


***


Le mani di Adrien tremavano come non avevano mai fatto prima di allora. Di fronte a lui troneggiava una pila di fogli e appunti di vario tipo ammucchiati l’uno sopra l’altro. Alcuni erano delle dimensioni di un post-it, mentre altri erano vere e proprie pagine ricoperte di scritte su ogni lato. Entrare in possesso di quest’ultima categoria di “prove”, come le chiamava lui, aveva richiesto molta pazienza, ma d’altro canto lui era il fascinoso ed imprendibile Chat Noir: se era riuscito a far fronte a decine e decine di akumizzati dagli intenti bellicosi, come avrebbe potuto non riuscire nell’intento di “appropriarsi” di qualche foglio sbadatamente lasciato sui banchi della sua aula?

Da parte sua, Plagg non aveva ancora ben compreso il senso di una simile, balzana idea da parte di Adrien, il quale aveva deciso di tenere per sé ogni singolo dettaglio di quell’ambizioso e folle piano. Non per paura che il suo kwami nero potesse spifferare ai quattro venti le sue intenzioni, quanto per il fatto che di sicuro avrebbe finito per cercare di dissuaderlo in ogni modo, per paura che il biondino finisse per dimenticarsi di rifornirlo di quantità industriali di Camembert.

La ricerca di quei documenti non era durata a lungo, in realtà: alla fine delle lezioni, infatti, sui banchi dell’aula di Adrien, vi erano sempre uno o due fogli abbandonati al loro triste destino dagli studenti, troppo impegnati a pianificare il resto della giornata. E il giovane dagli occhi color smeraldo ne aveva immediatamente approfittato.

Tuttavia Plagg, quel pomeriggio, ne aveva avuto abbastanza: erano giorni che il proprietario del kwami del gatto nero continuava a comportarsi in maniera alquanto bizzarra, ed era ora di far luce su quanto stesse accadendo.

“Cos’è tutta questa roba? Hai svaligiato una cartiera?” Domandò Plagg, svolazzando all’altezza delle spalle di Adrien ed osservando quell’enorme catasta di fogli placidamente appoggiati sul tavolo.
Il ragazzo inizialmente non rispose, in quanto perso nei suoi pensieri, che si estendevano come un intero universo parallelo all’interno della sua mente. Là dentro vi era sicuramente l’autrice di quel bigliettino che Adrien aveva ricevuto in risposta non più di un paio di settimane prima, quando si era dedicato a scrivere quella dichiarazione per il grande amore della sua vita, Ladybug, la stessa che Plagg aveva commentato con qualche verso disgustato. Non lo biasimava, dopotutto: non si aspettava certo che un kwami potesse capire la grande importanza di una confessione amorosa, per cui non aveva prestato neppure troppa attenzione a simili commenti.

Non si capacitava ancora di come fosse possibile tutto ciò. Ladybug era una sua compagna di classe?!

“Con calma, Adrien. Un problema alla volta” Si era ripetuto come un mantra, ogni qualvolta il suo cervello avesse tentato di affrontare troppe domande nello stesso momento.

“Deve esserci, sono sicuro che ci sia, la devo trovare” Continuava a mormorare, accostando ogni singolo foglio, in precedenza opportunamente marchiato con nome e cognome del proprietario, al bigliettino della sua adorata Ladybug, sotto la luce della lampada della scrivania.

Si sentiva un vero detective, a tal punto da scegliere l’intera colonna sonora di Sherlock come sottofondo musicale di quella delicata operazione. Ogni foglio scartato non rappresentava una delusione, non lo avvicinava ad un eventuale fallimento. Era sicuro di avere la risposta tra le mani e quei pochi ed insignificanti insuccessi lo invogliavano ancor più a passare oltre, a scegliere il successivo elemento da analizzare, quasi in preda ad una compulsione sfrenata. Rileggeva intere frasi per decine di volte consecutive, confrontando ogni carattere con quello del biglietto a forma di cuore, prima di decidersi a scartarlo: non era ammesso alcun errore.

Le sue pupille scorrevano ogni lettera, studiando le curve, i tratteggi e le cancellazioni con una cura al limite del maniacale. Il tutto sotto lo sguardo confuso ed interrogativo di Plagg, che finalmente aveva ottenuto un quadro preciso della situazione, nonché una diagnosi ben precisa: il suo proprietario era completamente fuori di melone.
Così, sospirando, si adoperò per gustarsi l’ennesimo pezzo di Camembert. Quella situazione di sicuro andava a suo vantaggio; infatti Adrien, pur di farlo stare zitto ed evitare assillanti domande da parte del piccolo kwami nero, lo aveva riempito di formaggio. Il suono delle mascelle di Plagg, il fruscio sibilante dei fogli e le note di David Arnold e Michael Price erano gli unici rumori ammessi in quella stanza.

Non sapeva bene da quanto ci stesse lavorando: ricordava che il sole fosse ancora alto nel cielo, quando si era messo all’opera, ma quando decise di fare una pausa per bere una tazza di tè, l’ennesima da quando era cominciata quell’estenuante ricerca, si era trovato quasi al buio. I suoi occhi erano leggermente arrossati e gli bruciavano terribilmente, ma ancora non era finita. La pila di fogli da leggere era andata riducendosi ed ormai si limitava ad una decina di fogli al massimo.

E all’improvviso accadde.

Si era appena rimesso a sedere, prendendo la successiva “prova” da esaminare. Si trattava di un foglio normalissimo, leggermente stropicciato ai lati, ma dalla calligrafia perfetta e sinuosa, ben lontana da quegli strani geroglifici di altre ragazze come Mylène o Juleka e che aveva fatto una fatica terribile a decifrare. Quelle calligrafie avrebbero avuto un unico vantaggio, ossia il poter essere escluse a priori. Tuttavia Adrien perse comunque intere ore a cercare un elemento che potesse combaciare o per lo meno essere simile al bigliettino di Ladybug. Il tutto, ovviamente, senza successo.

Quella che invece aveva sottomano in quel momento era una serie di lettere eleganti, scritte con una cura impressionante unita ad una quasi innaturale fluidità. Tutte le parole sembravano essere distanziate in maniera identica, come se ad imprimerle sul foglio fosse stata una macchina da scrivere e non una persona in carne ed ossa. Non vi era alcun dubbio.

Era lei. L’aveva trovata.

Per un attimo ebbe timore di scoprire il nome di colei che aveva scritto quegli appunti di chimica, ma nel momento in cui lesse quelle tre parole appuntate sul foglietto giallo appiccicato in cima… sorrise.
 
Sorrise perché finalmente sapeva che tutte le voci che gli erano giunte alle orecchie non erano infondate.

Sorrise perché quella scoperta poteva rappresentare una possibilità di avvicinarsi ad una vita normale per un ragazzo della sua età.

E sorrise anche perché, in fondo, gli pareva di averlo sempre saputo.

Con pochi e rapidi gesti, osservato da Plagg, che era stato svegliato da quel “Eureka!” esclamato dal biondino in camicia bianca, Adrien non perse tempo a sbloccare lo schermo del suo cellulare.


Nel frattempo, a casa di Marinette


“Ti ho battuta di nuovo, a quanto pare!” Gioì Tom Dupain-Cheng, sventolando il controller della console con fare entusiasta.
“Eddai, che barba! Avevamo deciso di abolire quella mossa!” Protestò Marinette, sbuffando una risata, appena prima di percepire la vibrazione del cellulare all’interno della tasca dei pantaloni.

Lì per lì ipotizzò che si trattasse di Alya: la ragazza dai capelli rossicci doveva ancora mandarle gli appunti di storia che non aveva avuto modo di scrivere, in quanto troppo insegnata a salvare Parigi dall’ennesimo akumizzato.

Tuttavia la sua espressione tranquilla ed allegra le morì sul viso. Il sangue sembrò congelarsi improvvisamente nelle sue vene e la bocca le si prosciugò in una frazione di secondo.
Sullo schermo campeggiavano poche, semplici parole seguite da un’emoticon sorridente.

“Comunque grazie per il biglietto, sappi che vale anche per me”

Leggere il mittente fu la goccia che fece traboccare il vaso: lanciando un urlo di gioia tale da far vibrare le pareti dell’intera palazzina, Marinette neppure si accorse di aver lanciato all’indietro il cellulare, che concluse la sua lunga vita andando a frantumarsi contro il pavimento. Tom, preso alla sprovvista reagì in maniera quasi spaventata, sobbalzando e cadendo dal divano, non capendo per quale assurdo motivo la figlia avesse deciso di darsi all’imitazione delle aquile nordamericane.

Marinette gli avrebbe mostrato volentieri ciò che l’aveva appena resa la ragazza più felice del mondo, ma in quel momento l’unica prova a sua disposizione era imprigionata all’interno del suo ormai defunto cellulare.

Morale della favola? Se avete inviato un biglietto per San Valentino, assicuratevi di nascondere cellulari ed altri apparecchi in grado di ricevere messaggi per almeno un mese.
 

THE END


***

 
Note dell'autore: ciao a tutti, rieccomi dopo un po' di tempo di inattività. Allora, innanzitutto questa, come scritto in descrizione, è una mia FF creata appositamente per un concorso (Che, ahimè, non ho vinto, me tapino), solo che ho dovuto aspettare fino ad ora per via del fatto che il termine dello stesso fosse il 31 dicembre.
Che dire, spero possa piacere a qualcuno, di solito non ci so molto fare con i What If, ma io ci ho provato comunque, in caso sentitevi liberissimi di mandarmi pacchi bomba e lettere minatorie nella mia casella di posta del profilo ^^"
 
A presto!

GK
   
 
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