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Autore: Seleryon    06/01/2018    1 recensioni
"È un'ottima amica!"
[...] non doveva assolutamente ascoltarle quelle parole, ma lei era là, appena detrasformata, e non poteva correre via in incognito come avrebbe fatto con indosso la maschera di Ladybug. E quindi l’aveva sentito. Adrien. Il suo bellissimo, dolce, gentile Adrien che, alla domanda di Kagami “Ti piace molto, vero?”, rispose “Oh, sì, è un’ottima amica!”. [...]
Genere: Angst, Fantasy, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Altri, Alya, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug, Nino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il tempo parve fermarsi. Tutto intorno pareva come se tutto fosse statico, immobile. Nessun cinguettio di uccellini che proveniva da fuori alle porte a neanche due metri da loro, non un solo motore di macchina, neanche un solo schiamazzo di qualche ragazzo appena uscito da scuola. La frase di Alya aveva come risucchiato tutto ciò che faceva del mondo quello che è. Tutto sembrava anche come se lentamente stesse perdendo colore e il verde degli alberi diventava lentamente grigio, l’azzurro del cielo che sembrava annuvolarsi come per l’arrivo di una tremenda tempesta. Persino i tetti delle case persero il loro colore rossiccio.
Adrien e Marinette si sentivano davvero come se il mondo sotto i loro piedi gli fosse stato tolto. Si sentivano precipitare in un abisso profondo e oscuro, privo di qualunque colore, luce o speranza.
La prima cosa a cui pensarono che i due amici avessero scoperto fu una sola: erano venuti a conoscenza delle loro identità da supereroi e ora non volevano più segreti e bugie. Non volevano più che gli si mentisse ogni volta che scappavano via durante l’attacco di un akuma, non volevano più essere lasciati indietro e magari, i due eroi scoperti pensarono, probabilmente la loro scoperta avrebbe fatto sì che avessero delle scuse molto migliori alle loro sparizioni con Alya dalla loro parte. Tuttavia, la realizzazione di essersi fatti scoprire non solo l’uno dall’altro (il che non è un problema perché sarebbe dovuto succedere anche molto prima se solo non fosse stato per le regole di Ladybug, dato che nessuno vieta ai portatori di Miraculous di essere amici fra loro e conoscersi anche dietro la maschera) ma di essersi fatti scoprire anche dai loro migliori amici li stava facendo seriamente rivalutare la loro validità come eroi. Cosa ne sarebbe stato di loro se, anziché i loro inseparabili amici, persone di cui sapevano potevano fidarsi, li avesse scoperti qualcun altro? Che cosa sarebbe successo se li avesse scoperti, diciamo, Nadja Chamack? Li avrebbe smascherati in diretta nazionale, e poi lo scoop avrebbe fatto il giro del mondo e allora la loro vita sarebbe diventata un inferno e non sarebbero stati tranquilli da nessuna parte. A meno che non fossero fuggiti sul cucuzzolo di una qualche montagna alta e sperduta e avessero iniziato a vivere dei frutti del loro raccolto e della caccia, e allora sì, probabilmente sarebbero stati tranquilli. Sempre finché poi qualcuno non li avesse trovati e quindi rivenduti alla pubblica gogna. La loro vita era ufficialmente finita.
Marinette pensava alla sua futura carriera di fashion designer morta ancor prima di nascere, senza aver avuto nessun'altra occasione oltre il concorso sulla bombetta di mesi prima indetto da Gabriel Agreste (e che lei aveva vinto, certo, ma era pur sempre un concorso scolastico che non l’aveva portata a chissà quale punto nel panorama della moda e quindi era come se non valesse nient’altro che la sua grande soddisfazione personale per aver vinto un concorso indetto dal suo personalissimo guru della moda che è tanto considerato il livello a cui era, ma era estremamente niente se tutta la sua vita fosse diventata un incubo a causa delle identità svelate!). Si sentiva davvero come una fallita. Marinette era già una fallita, ma Ladybug?! Ladybug era diventata un fallimento ambulante perché affidata alla regina dei fallimenti Marinette!
Adrien invece sentiva la nausea impossessarsi di lui sempre più e prima o poi il suo stomaco avrebbe ceduto e avrebbe cacciato via tutto ciò che aveva mangiato per pranzo, anche se era solo un’insalata del cavolo perché la sua dieta era misera (ma tecnicamente aveva anche lasciato la maggior parte di ciò che aveva nel piatto perché l’idea di Marinette che lo ignorava e il suo modo di romperle le scatole col cellulare lo avevano tenuto occupato davvero tanto). La testa gli girava peggio di un frullatore, il suo stomaco faceva le bizze e si contorceva dall’ansia. Suo padre lo avrebbe ucciso. Cosa avrebbe detto Gabriel Agreste?! Avrebbe sicuramente urlato che il buon nome della famiglia era stato distrutto perché suo figlio, sciocco, stupido figlio con cui aveva assolutamente sbagliato ad accettare che andasse alla scuola pubblica dove ne è stato influenzato negativamente, se ne andava in giro con una tuta di pelle super attillata, con tanto di coda e orecchie da gatto, a salvare il deretano dei parigini. Il problema probabilmente non sarebbe stato il fatto di essere un supereroe ma l'abbigliamento che questo ne comportava. Qualunque genitore che si rispetti non sarebbe poi molto entusiasta di sapere il proprio figlio o la propria figlia in giro con una tuta talmente aderente da non lasciare proprio spazio all’immaginazione. Assolutamente. Zero. Nada. La sua vita era finita e, anche se avesse voluto fuggire come Chat Noir, ormai tutti avrebbero saputo che era la sua altra identità e quindi sarebbe stato facilmente visto e riportato dal padre legato come un salame come se fosse stato una bestia rara e feroce che finalmente qualche cacciatore era riuscito ad acchiappare vivo! Mentalmente, Adrien ringraziò il cielo di essere nato e aver potuto conoscere Plagg grazie al quale ha potuto conoscere Ladybug, che poi si è scoperta la magnifica Marinette, essersi innamorato e aver vissuto momenti fantastici. Certo, fino al momento in cui lui aveva mandato tutto all’aria con quella stupida domanda.
Già. La domanda.
E ADESSO COME AVREBBE FATTO A SAPERE LA VERITÀ?!
Alya e Nino li avevano scoperti, probabilmente anche Nadjia Chamack li aveva scoperti, e allora loro avrebbero dovuto fuggire, probabilmente prendendo strade completamente diverse per evitare di essere catturati insieme e fare in modo di sviare gli inseguitori e far perdere le loro tracce, e quindi non avrebbero mai più potuto parlare, chiarirsi e stare insieme.
Tutto ciò era davvero incredibile. Impossibile! La sua storia d’amore era cominciata e finita nel giro di un battito di ciglia e non aveva neanche quindici anni! La vita era appena cominciata, aveva appena appena cominciato a sorridergli ed ecco che già si riprendeva tutte le gioie che aveva promesso di regalargli.
In quel momento l’unica cosa che avrebbe voluto fare era scomparire in una nuvola di fumo ed isolarsi su un’isola deserta prima che i due amici bruni parlassero e ponessero finalmente fine alla loro vita estremamente folle e ormai sotto il naso di tutti.
I pensieri e le emozioni in tumulto di Adrien e Marinette erano chiari e palesi sulle loro facce tanto che gli amici pensarono che fosse da matti starci male per così poco. Alya e Nino erano così convinti di ciò che avevano scoperto che mai, neanche per una volta, nelle loro menti, era passata l’idea che avrebbero potuto sbagliarsi e che tutto ciò che pensavano fosse in realtà altamente travisato. Avevano passato ore a decidere il piano d’azione e l’unico possibile sembrava quello di fare in modo di incatenarli, metaforicamente parlando, nell’atrio e beccarli insieme, e così era stato, ma vedendo le loro facce sbiancate e verdi di nausea li fece quasi desistere dal continuare con il loro interrogatorio ma già che c’erano…
Fu Adrien il primo a riprendere padronanza del proprio corpo senza rimettere tutto il pranzo di prima, e con voce tremante e instabile e una certa pressante isteria di sottofondo chiese — C-Cosa? Che avreste scoperto? Chi vi tiene nascosto cosa? Che?
Alya e Nino si guardarono alzando le sopracciglia. “Bingo!”, pensarono e si girarono nuovamente verso i due cerbiatti appena catturati. Nino si schiarì la gola ma fu Alya a parlare per prima. Assunse la sua tipica espressione da boss, braccia conserte e occhiali schiacciatissimi sul naso tanto da sembrare quasi lenti a contatto con le lunghe ciglia che venivano piegate dai vetri, schiena dritta e un fianco alzato. — Nino ed io abbiamo motivo di credere che voi abbiate una tresca amorosa tra due persone e quattro identità. — disse, e a questo Marinette gravitò incosciamente verso Adrien e si aggrappò a lui come una scialuppa di salvataggio in un mare in tempesta. Ma cosa avrebbero mai potuto fare contro la tempesta che si stava abbattendo su di loro? La loro piccolissima imbarcazione avrebbe continuato a prendere il largo, alla deriva, poi la pioggia avrebbe contribuito a far perdere loro la cognizione dei loro dintorni, li avrebbe sballottati in un mare agitato e pericoloso, poi un fulmine avrebbe colpito la loro piccolissima chiatta e loro sarebbero stati sbalzati malamente in mare e sarebbero affogati senza aver potuto costruire niente nella vita, senza aver mai raggiunto nessun obbiettivo, senza aver mai vissuto realmente. Cosa avrebbero detto di loro i genitori? Cosa avrebbero detto di loro gli amici?
I genitori di Marinette sarebbero forse stati entusiasti di vedere la propria adoratissima figlia scelta per proteggere Parigi, ne sarebbero stati davvero felici perché solo la dolce e altruista Marinette avrebbe potuto essere perfetta per quel ruolo anche in barba alla sua sbadataggine. Però avrebbero anche aggiunto una buona dose di paura e panico perché Marinette aveva appena compiuto quattordici anni e da almeno un anno era Ladybug e quindi aveva cominciato quando aveva appena tredici anni, se non di meno, e allora la loro preziosissima bambina era a diretto contatto, tutti i giorni, con le forze del male e un supercattivo così cattivo da prendersela con chiunque, indiscriminatamente, come il bambino che aveva trasformato in Gigantitan, e tutto solo per prendere un paio di gioielli da due adolescenti? Tom e Sabine non avrebbero mai detto a Ladybug e Chat Noir di cedere i Miraculous; non sono idioti e sanno benissimo che cedere le pietre magiche porterebbe Papillon a compiere chissà quale azione sconsiderata che potrebbe portare tutto il mondo alla rovina, ma sicuramente non sarebbero poi stati così felici nel pensare Marinette in pericolo su base giornaliera.
Dall’altro lato c’era Alya che sarebbe stata estremamente entusiasta di vedere le sue due ship preferite, la Ladynoir e l’Adrienette, divenire realtà sotto il suo sguardo da falco attento e indagatorio. Ma Marinette non voleva affondare senza combattere e così, preparandosi ad affrontare l’uragano che è la sua amica, disse semplicemente — Cos’avete scoperto? — perché davvero, prima di correre ai ripari con la coda fra le gambe sarebbe stato più saggio combattere a viso scoperto e buttarsi a capofitto nella battaglia. Dopodutto, l’attacco è la miglior difesa, no? E allora non mostrarti debole e colto in flagrante ma combatti e rigira la frittata a modo tuo. Prima o poi la mano giusta arriva e tu intanto non ti sei fatto cogliere alla sprovvista ma pronto e col colpo in canna.
Infatti, la strategia da “attacca prima di essere attaccato” aveva funzionato. Alya non se l’aspettava da Marinette, credendo che, una volta detto qualcosa ad effetto, la ragazza sarebbe crollata e avrebbe chiesto pietà in ginocchio con una bella scenata da “ti prego, fa che non diventi pubblica la cosa!”. E invece no. Uno a zero per Marinette. Questa gliela doveva proprio! Ma la bruna con gli occhiali era ormai fuori gioco dal comportamento così out of character di Marinette da forzare al subentro di Nino nella conversazione. Il ragazzo si sfilò le cuffie dalla testa e le poggiò sulle spalle, poi si sfregò un po’ le mani e assunse un’aria come da avvocato che ascolta i suoi clienti. — Ebbene, io e Alya ci siamo accorti del vostro comportamento strano. Non è una cosa di “adesso” — disse mettendo tra virgolette virtuali l’ultima parola ­— ma è più un’attenta analisi del vostro comportamento da molto tempo. — Marinette e Adrien si scambiarono uno sguardo ancora più scioccato e spaventato dei precedenti e le loro mani si intrecciarono talmente strette da poter risultare indissubili e incollate per tutto il resto della loro vita. Nino e Alya li guardarono assolutamente compiaciuti, e non avevano nemmeno ancora sganciato la bomba. Nel momento in cui l’avessero fatto, sapevano che i due piccoli cerbiatti probabilmente avrebbero avuto un infarto. Ma diciamo che se l’erano quasi cercata…
— Io e Alya vi abbiamo sempre visti abbastanza sfuggevoli e sulle spine, ma la cosa è diventata proprio palese più o meno quando vi siete avvicinati. Ogni volta era come se ci fosse qualcosa che tentavate più di nascondervi a vicenda che non a noialtri, e poi è diventato assolutamente palese diciamo da dopo Natale, per raggiungere proprio il clou dalla fine di gennaio in poi. Dopodichè è tutto scemato, fino ad oggi. — iniziò a raccontare il DJ. Questi intanto aveva iniziato a girare intorno ai due “indiziati” proprio come un detective, e i due ragazzi si sentivano sempre più piccoli, avrebbero voluto essere sempre più piccoli in modo da poter sparire e risparmiarsi una morte così lenta e dolorosa.
E quindi così era giunto il momento in cui tutto sarebbe cambiato per il verso sbagliato. O forse no. Ma l’ansia che i due eroi non più in incognito stavano provando era arrivata a livelli stellari e Marinette si sentiva quasi sull’orlo di un attacco di panico. Chi ha mai avuto un attacco di panico? Alzi la mano chi ha avuto un attacco di panico! Marinette non aveva mai avuto un attacco di panico. O meglio, ne aveva avuti, tipo quando non sapeva che tipo di bombetta presentare per quello stupido concorso scolastico di Gabriel Agreste (stupido “adesso” in questa situazione!), oppure quando lasciò quel messaggio sulla segreteria telefonica di Adrien… tutto quello per cui aveva avuto attacchi di panico negli ultimi anni le sembravano sciocchezze. E dire che aveva davvero raggiunto livelli epici in cui per calmarla ci era voluto un po’, oltre una buona dose di calmanti chiamati “ALYA AIUTAMI”. Ma ora “Alya aiutami” era uno dei motivi per cui stava avendo un’altra crisi e tutto perché chissà quando non erano stati entrambi abbastanza prudenti da sviari i sospetti sulle rispettive identità di Ladybug e Chat Noir! Che stolti!
La testa di Marinette girava come in preda a un carosello impazzito. Il suo yoyo da eroina mulinava piano in confronto ai suoi pensieri agitati e terrorizzati. Le vennero in mente tutti i momenti belli della sua carriera da Ladybug e, ovviamente, subito dopo quelli con Chat Noir, arrivarono le facce sollevate e ammirate dei parigini appena salvati, dello stesso sindaco che addirittura aveva commissionato loro una statua dopo l’iniziale scetticismo nei loro confronti, e tutti gli eventi che avevano portato avanti per beneficenza e che avevano effettivamente aiutato tante persone anche senza lottare come contro gli akuma ma solo con la loro influenza da personaggi pubblici, amati e ammirati.
Alya, intanto, ignara di ciò che succedeva nella testa nel pallone dell’amica, ripreso il controllo delle sue emozioni, aveva fatto un passo avanti e, nella sua tipica posizione da supereroe con i pugni sui fianchi, squadrò da capo a piedi gli amici e rise con una risata alquanto malvagia che fece quasi accapponare la pelle a Marinette. — Ieri Adrien per poco non saltava addosso al povero Nath per azzannargli la giugulare ma ha poi optato per strusciarsi sulla piccola Marinette come un gatto… — ecco. Marinette iniziava a sentire come la morte protendesse lentamente le sue braccia secche e avvizzite verso il suo cuore… il momento in cui Alya avrebbe detto che Adrien è Chat Noir era davvero vicino… eccolo… ­— …poi ha detto che sarebbe passato a casa tua dopo che Mr Tomato se ne fosse andato e… — la ragazza frugò nel suo zaino e, dopo una breve revisione ai tanti bigliettini che aveva rubato quella mattina all’amica, ne prese uno in particolare e lo sventolò sotto il naso dei due indagati. — …questa è la prova schiacciante che è venuto e che ti ha fatto una chissà quale domanda che ti ha fatto proprio imbestialire, ragazza! — Alya continuava a sventolare il minuscolo pezzettino di carta e più lo sventolava e faceva aria sul volto di Marinette, più quest’ultima l’aria se la sentiva mancare. Ma la giornalista a caccia di verità non si fermò nemmeno per un istante e il suo discorso riprese a pieno regime. — Allora noi abbiamo iniziato a farci delle domande e io e Nino siamo giunti ad un’unica conclusione! — e qui i due findanzati si affiancarono e, in perfetta sincronia, si aggiustarono insieme gli occhiali sul naso, si misero schiena contro schiena e guardarono i due ragazzi sotto i riflettori con un linguaggio del corpo e un’espressione che dichiarava esattamente “siete spacciati”. — Tu e Adrien vi siete conosciuti contemporaneamente sia qui a scuola che altrove.
— Su internet! Sicuramente in una delle chat di UMS oppure che ne so, qualche gruppo di LoL si sarà incontrato su Discord…? — tentò Nino, ma il suo discorso non era così potente come quello di Alya, anche se però niente aveva senso per le orecchie di Adrien e Marinette. UMS? Discord? Chat online…? Di cosa diamine stavano parlando quei due?! Dov’erano finite le gravi e pesanti accuse sul fatto di aver ormai scoperto i loro amici essere il Miracoloso Duo che salva il deretano dei Parigini più di quanto loro stessi salvino i loro deretani nelle vite civili di tutti i giorni?
— Ma voi non sapevate chi foste! — continuò Alya sempre più entusiasta e vibrante di eccitazione. Tutta quella storia le stava facendo andare il sangue alla testa, era troppo felice per essere giunta alla verità e di rimetterla insieme per ricreare tutto il misfatto daccapo. — Poi Adrien l’ha scoperto a gennaio! L’ho capito perché Marinette saltava sempre quando la si chiamava, era sempre così sulle spine, sembrava avesse paura della sua stessa ombra! E sapete perché?! Perché Marinette non sapeva chi fosse il suo compagno di giochi online! Ma lui aveva scoperto lei e quindi lei aveva paura che lui potesse comparire da un momento all’altro, il che ci riporta al fatto che quindi Marinette quanto meno sospettasse che fosse Adrien perché i livelli di nervosismo li raggiungeva proprio con la sua vicinanza, incredibile!
— E poi tutto questo si è fatto più tranquillo, ma contemporaneamente il mio Bro è impazzito perché evidentemente moriva dalla voglia di dire a Marinette che fosse lui il player con cui faceva coppia online ma lei non gliel’ha mai permesso. — aggiunse Nino al discorso della sua ragazza. Entrambi sembravano davvero degli atomi di idrogeno impazziti che frizzano e impazziscono com’è giusto che degli atomi facciano. Con la sola differenza che Alya e Nino non sono atomi (non nella fattispecie….) e quindi il loro comportamento non era per niente giustificato. Eppure sembravano così estremamente felici…
— Fino a ieri sera! — riprese Alya — Adrien è venuto a trovarti e sono sicura al cento percento che abbia dichiarato la sua identità e non solo! — a questo punto la ragazza prese Marinette per le spalle con una mano e con l’altra afferrò Adrien per il colletto della maglia, portandolo al livello dei suoi occhi. Poi si rivolse direttamente a lui. ­­— Ti sei anche dichiarato, giusto?! Ma poi devi aver fatto una domanda abbastanza idiota perché null’altro giustificherebbe una Marinette così irritata! Di’ un po’, tu ­— e tornò a girarsi verso l’amica che la guardava con i suoi profondi occhi blu spalancati e attoniti — non ti avrà mica chiesto se foste una coppia ora che vi siete dichiarati? ­—Marinette, dall’alto del suo estremo intontimento per tutte quelle emozioni in una sola volta, oltre al fatto di aver cambiato repentinamente argomento dalle identità alle dichiarazioni e soprattutto il fatto del leggero senso di panico che lentamente veniva sovrastato dal sollievo di non essere stati scoperti come eroi ma come “quasi amanti”, non rispose ma Alya lesse comunque qualcosa nei suoi occhi perché lasciò andare i ragazzi e si premette le mani sulla bocca esclamando “No!”. — Non è possibile! Adrien Agreste! Ti facevo molto più romantico di questo! Anche Nino è stato in grado di dichiararsi e baciarmi, e tu hai avuto addirittura il coraggio di domandare se foste una coppia?! — la ragazza non si chiese neppure se avesse azzeccato la risposta (ma poi, si chiedeva mai se le sue “fonti” o ipotesi fossero giuste? Tutta quella storia davvero le sembrava filare liscia come l’olio, senza buchi e senza falle nel sistema?!) ma partì in quarta a difendere la sua BFF come solo lei sapeva fare. Violentemente, con veemenza, con irruenza e con una buona dose di fisicità e maniere forti. Alya prese Adrien per le spalle e iniziò a scuoterlo con quanta forza avesse in corpo. — Ci credo che Marinette si sia arrabbiata! Hai distrutto l’atmosfera! Hai distrutto tutto ciò che di tenero s’era creato fra voi! Sei proprio un idiota! Non pensavo che avrei mai potuto dirlo ma cavolo!, prendi subito lezioni da Nino! Lui sì che sa come ci si comporta dopo una dichiarazione a una ragazza che non aspettava altro da secoli! DA SECOLI. Capito, idiota?! Sai da quanto tempo Marinette è innamorata di te?! Sai da quanto tempo lei stava tentando di dirti che ti ama e che vuole avere un bellissimo matrimonio in grande con te, avere tre figli che chiamerà Emma, Louis e Hugo, e pure un cane, un gatto e uno stupidissimo criceto?! Sai quante volte l’ho sentita farfugliare e blaterare cose no-sense fino allo stremo, fino a farmi sanguinare le orecchie?! E SAI QUANTE VOLTE IO E NINO TI ABBIAMO VISTO SBAVARE ALLE SUE SPALLE?! E tu hai negato e negato e negato ancora fino allo stremo, poi finalmente ti sei accorto dei tuoi stessi sentimenti e, quando finalmente decidi di uscire allo scoperto rovini tutto con una domanda che distrugge tutto il romantico e il tenero?! Non una carezza! Non dico un bacio, siete troppo puri anche solo per pensare a un bacio, ma un abbraccio! Adrien Agreste: mamma Alya e papà Nino sono estremamente delusi! —e così dicendo, lasciò finalmente andare Adrien, che si sentiva un po’ shakerato come i miglior drink dei migliori barman, e raggiunse il suo ragazzo. Prese Nino per un braccio poi, guardando un’ultima volta il modello biondo con cipiglio arrabbiato, calpestò malamente il pavimento dell’atrio scolastico dirigendosi verso l’uscita, uscendo poi di vista e sparendo completamente.
Lasciati indietro nell’atrio, Marinette e Adrien guardarono il punto in cui i due fidanzati erano spariti con espressioni vuote e assenti. Tutto ciò che era successo negli ultimi venti minuti li aveva fatti prima morire, poi resuscitare perché gli amici avevano preso un granchio bello grosso, e poi di nuovo li avevano lasciati di sasso perché, anche se avevano sbagliato di grosso ad afferrare la verità, avevano azzeccato totalmente il succo della situazione e Alya era talmente empatica, o aveva talmente tanto fiuto, da aver centrato in pieno anche il motivo del comportamento di Marinette nei confronti di Adrien di tutta quella giornata.
Facendo chiarezza nei loro sentimenti e nei loro pensieri, la ragazza decise che tutta quella situazione avesse del ridicolo. Prima di tutto, anche se da come gli amici avevano impostato il discorso faceva capire che avessero scoperto le loro identità da supereroi, non era stata comunque una mossa molto intelligente farsi subito prendere dal panico e aggrapparsi l’uno all’altra a causa delle ginocchia tremanti. Seconda cosa… come diamine avevano fatto quei due ad arrivare così vicini alla verità pur avendo totalmente toppato la cosa più importante?
La risata isterica e liberatoria di Adrien riempì tutto l’atrio ormai deserto, e fu subito seguito a ruota da Plagg e Tikki. Marinette ci mise ancora un po’ di tempo a reagire ma presto anche lei si unì al coro di risate.
La tensione che avevano accumulato non solo sotto l’interrogatorio di Alya e Nino ma soprattutto quella di tutti quei mesi passati a rincorrersi, stava finalmente lasciando il posto alla serenità ed entrambi sapevano che, d’ora in avanti, sarebbero stati molto più uniti sia bene che nel male.
Adrien si sentiva un po’ scosso dal comportamento di “mamma Alya”: non l’aveva mai vista così infervorata prima d’ora ma capiva il motivo di tanta foga quando ripensava alla sua effettiva stupidità della notte precedente. Decisamente Adrien capiva che fosse stato eccessivamente prudente e che, in certe occasioni, per quanto sia romantico anche chiedere “posso baciarti?” è superfluo quando addirittura si chiede se la coppia è effettivamente nata o no. Ripensando ai loro comportamenti e alle loro dichiarazioni, il ragazzo giunse da solo alla conclusione che si, erano una coppia e dovevano soltanto suggellare il loro legame e per farlo avrebbero dovuto tornare al mood così pieno di tensione romantica che lui aveva bellamente rovinato e distrutto per i prossimi mesi. Baciarsi adesso era decisamente fuori questione.
Guardandosi teneramente, le loro mani tornarono a congiungersi, e insieme, si avviarono verso casa Dupain-Cheng dove Adrien avrebbe passato la serata tra cena e film, e probabilmente anche buona parte della notte in altri abiti decisamente più succinti.
 
***
 
Quella sera la cena fu decisamente più allegra e serena di tutte le precedenti. Tom Dupain sembrò accorgersi della rinnovata serenità tra i due adolescenti e si comportò di conseguenza, sfornando battute squallide e giochi di parole come mai prima d’ora. Sabine invece era molto più pacata ma le sue occhiatine e i suoi modi civettuoli facevano intendere perfettamente quanto fosse felice del mood tra i suoi due bambini e quanto li shippasse (e quanto, segretamente, come la figlia, organizzasse già il loro felicissimo matrimonio e il giorno in cui sarebbe diventata nonna!).
Quando i genitori si ritirarono per la notte e lasciarono i due ragazzi nel soggiorno a vedere qualche film o a fare qualche partita ai videogames, Adrien e Marinette non aprirono nessuna conversazione imbarazzante perché entrambi sapevano che grazie all’intervento provvidenziale, seppur abbastanza ridicolo e fuori dagli schemi, dei loro amici non c’era più niente da discutere e tutto tra loro si era risolto.
Certo, c’era ancora il problema del provare che fossero davvero una coppia, ma ormai il mood era perduto e avrebbero atteso finchè non ci fosse stata un’altra occasione. Finchè sarebbero stati insieme le occasioni non avrebbero tardato a presentarsi, ed entrambi erano sicuri che quella giusta sarebbe arrivata presto.
La serata di Adrien volò via in un lampo, e quando tornò a casa fece in modo che Natalie lo vedesse spesso bazzicare all’interno della magione prima di annunciare che si sarebbe chiuso in camera per la notte per poi volare via fuori dalla finestra per raggiungere Marinette una seconda volta.
Nella sua stanza, in attesa che Chat Noir arrivasse, Marinette si mise il suo adorato pigiama rosa a pois, e chiacchierava con Tikki dell’assurdità delle illazioni di Alya. La Kwami non la smetteva più di ridere e non faceva altro che dire che il suo carattere sarebbe stato perfetto associato al Kwami della Volpe, la sua amica frizzante e folle che avrebbe fatto una coppia perfetta con l’aspirante giornalista. La ragazza rise, immaginando come sarebbe stato combattere fianco a fianco con l’amore della sua vita e la sua amica del cuore e il quadretto le sembrò così perfetto e veritiero che non si sarebbe per niente sbalordita se un giorno fosse accaduto sul serio.
Il lieve e familiare “toc toc” alla botola del suo letto la destò dai suoi pensieri, e Tikki volò verso il piatto pieno di biscotti al cioccolato e bocconcini di formaggio che Marinette aveva preparato per i suoi amici Kwami.
Chat Noir si calò giù dalla botola con grazia ed eleganza, e salutò Marinette come avrebbe fatto con Ladybug. La ragazza rise e ordinò al “suo chaton” di rilasciare la trasformazione e far sì che Plagg si riposasse e mangiasse abbastanza per quando successivamente se ne sarebbero andati. Adrien non aveva intenzione di andarsene tanto presto e settò una sveglia un’ora prima la sua solita per andare a scuola e poi si adagiò sul letto insieme alla ragazza per parlare di tutto e di più.
A un certo punto toccarono anche argomenti più spinosi, come il fatto che Marinette continuasse a sentirsi sempre inadeguata e inutile, o la solitudine che Adrien avrebbe provato per sempre nei confronti della madre sparita chissà dove. Entrambi avevano delle ferite più o meno profonde che non si sarebbero mai rimarginate del tutto ma entrambi sapevano che stando insieme, pur non guarendole, avrebbero attutito il dolore scaturito da queste cicatrici e lo avrebbero alleviato e reso molto più sopportabile. Sapevano anche che i loro caratteri così simili eppure così diversi li avrebbero portati spesso a discutere delle loro divergenze ma anche qui sapevano che nulla sarebbe stato mai abbastanza da non riuscire a risolvere. Probabilmente avrebbero passato comunque periodi lunghi fatti di arrabbiature e irritazioni ma allo stesso modo sapevano che si sarebbero sempre riconciliati. Adrien e Marinette erano uniti dal destino, certo, ma il loro era un rapporto potente come la gravità, entrambi si attiravano e si respingevano come i due poli della stessa calamita, ed erano i due lati della stessa medaglia. Il giorno e la notte, la fortuna e la sfortuna, l’aria e la terra. Si amavano, e si sarebbero amati a prescindere dai loro Miraculous, e tutto ciò che avevano affrontato lo dimostrava ampiamente.
Alla fine, stremati, i due supereroi si addormentarono insieme, abbracciati, cullati l’uno dal respiro dell’altro, sereni nella loro intimità e vegliati dai Kwami che avrebbero passato decisamente tutta la notte a parlare di quanto entrambi fossero stati sciocchi e di tutto il resto che dovevano recuperare dopo anni passati separati.
Quando la sveglia di Adrien suonò Marinette non fece una piega. Così quanto lui aveva il sonno leggero ed era anche insonne se non le notti che passava con lei, Marinette aveva invece un sonno così pesante che neanche le cannonate l’avrebbero disturbata e lui lo sapeva bene. Si sciolse dall’abbraccio che lo teneva legato alla ragazza che dormiva sulla sua spalla, e la rimise comoda sul suo cuscino. Chiamò a sé Plagg e si trasformò, e la sua traversata della città verso casa cominciò proprio mentre il sole iniziava a fare capolino all’orizzonte, illuminando il suo cammino e promettendogli solo cose belle.
Adrien si sentiva libero e felice e quel sorriso che spuntò sul suo viso lo accompagnò per sempre da quel momento in avanti.
   
 
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