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Autore: Il corsaro nero    14/01/2018    6 recensioni
C'è sempre un piccolo fiore che sboccia in mezzo alla desolazione, alla disperazione e alla morte del mondo in guerra.
Un fiore che è stupendo e forte proprio perché è nato in mezzo alle difficoltà.
Genere: Guerra, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mirai!Mai, Mirai!Trunks
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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IL FIORE DELLA GUERRA


Un piccolo raggio di sole illuminò il piccolo viso tutto sporco di polvere.

Il bambino aprì, con un po' di fatica, i grandi occhi azzurri.

Aguzzò l'orecchio: niente esplosioni, urla o risate macabre.

I cyborg non erano in città.

Sarebbe stata una buona giornata.

Scese dal vecchio letto, a cui era saltata qualche molla, e aprì la porta.

Buongiorno, mamma.” disse alla donna dai lunghi capelli turchini legati in un codino.

Ciao, Trunks.” lo salutò la madre, smettendo di leggere il libro, e lo abbracciò: “Buon compleanno.” “Grazie.”

Il bambino si sedette a tavola e la madre gli passò un piatto su cui c'erano tre biscotti.

Mi dispiace tanto, piccolo. E' tutto quello che io e Gohan abbiamo trovato...” spiegò, imbarazzata, la madre ma al piccolo Trunks non importava: “Non importa, mamma. Mi basta che siamo ancora tutti e tre ancora vivi.”

Bulma sorrise.

Aveva proprio un figlio speciale...

Mentre l'osservava mangiare i biscotti, non poté fare a meno di pensare a Vegeta, il principe dei saiyan, il padre di Trunks, il suo grande amore il cui ricordo non si sarebbe mai spento...

Mamma, posso andare fuori?” domandò Trunks ad un tratto.

Bulma rimase in silenzio.

Non doveva accadere nulla al figlio, se Gohan fosse morto, Trunks sarebbe rimasto l'ultimo guerriero a difendere il pianeta da quei due mostri...

Tuttavia, era passato parecchio tempo da quando suo figlio era potuto uscire dal nascondiglio... e, poi, la radio aveva detto che i due cyborg stavano attaccando una città molto lontano dalla Capitale dell'ovest...

Va bene.” acconsentì Bulma “Ma sta molto attento.” “Promesso.” le promise il bambino, aprendo la porta del nascondiglio per poi uscire.


Camminava da diverse ore.

Attorno a lui, c'erano le macerie e i detriti di quella che, un tempo, era stata la Città dell'ovest.

Sua madre, per farlo addormentare quand'era piccolo, gli raccontava su com'era bella la città prima che quei mostri apparvero: discoteche, cinema, ristoranti ma, soprattutto, tanta gente che camminava tranquillamente per la strada senza paura di venire scoperta e ammazzata!

Quei racconti sembravano raccontare un mondo che non era mai esistito... eppure era vero!

Gli sarebbe tanto piaciuto vedere con i propri occhi quel mondo che lui non aveva mai conosciuto... andare indietro nel tempo, nel passato, per poterlo vedere e, magari, conoscere anche suo padre... ma sapeva che non poteva.

Anche se gli sarebbe piaciuto, non sarebbe mai riuscito a riscrivere la storia...

CLANG

Trunks alzò la testa di scatto.

Gli era sembrato di sentire un rumore...

Vide in un vicolo, uno strano essere che, una volta che si fu accorto di essere stato visto, cominciò a scappare.

Anche se sua madre gli aveva raccomandato di stare attento, Trunks si mise a inseguire la figura.

Il ragazzino, essendo per metà un saiyan, non ebbe problemi a raggiungerlo e a prenderlo per una mano.

LASCIAMI SUBITO, DANNATO MOSTRO!” urlò l'essere e Trunks, incredulo, si accorse che era un ragazzino suo coetaneo, che indossava un berretto di lana sulla testa e un'enorme giacca militare.

Ehi, calmati, non sono un cyborg...” tentò di spiegare Trunks ma quello estrasse dalla tasca della sua giacca una piccola pistola e cominciò a sparargli contro.

Trunks, preso alla sprovvista, mollò la presa e l'altro ne approfittò per scappare.

Mentre fuggiva, tuttavia, il berretto gli scivolò e Trunks rimase affascinato.

Una cascata di lunghi capelli neri e lisci apparve, incorniciando quel viso sporco di polvere e due superbi occhi neri.

Quello non era un ragazzino.

Era una ragazzina.

La bambina raggiunse la fine del vicolo e sparì in mezzo ai detriti.

Trunks avrebbe voluto inseguirla ma non ci riuscì.

Rimase immobile a guardare il punto in cui quella ragazzina era scomparsa.


Era notte fonda e Trunks era seduto sul letto col berretto di lana della misteriosa bambina in mano.

Anche se era ancora molto piccolo, era già capace di localizzare i ki e, perciò, aveva individuato facilmente l'aura di quella bambina.

Chissà perché era rimasto così affascinato da lei...

Forse, perché era la prima bambina che vedeva in tutta la sua vita...

Passava gran parte della sua vita nel rifugio assieme a sua madre e, a parte le visite di Gohan, non conosceva altre persone...

Una volta tornato a casa, si era concentrato sui movimenti di quella ragazzina per conoscerla un po'.

Sapeva che era da maniaci, tuttavia non aveva saputo resistere.

Grazie al ki, aveva scoperto che quella bambina si nascondeva nelle fogne e che viveva completamente da sola.

Lui, almeno, aveva ancora la sua mamma e Gohan... mentre quella bambina era da sola.

Magari, non appena fosse riuscito a diventare suo amico, l'avrebbe invitata a stare un po' con loro, in modo che non fosse più così sola...

Ma come si faceva a diventare amici di una bambina?!

Ad un tratto, Trunks si ricordò di una cosa che gli aveva raccontato la sua mamma.

A tutte le donne piaceva una cosa... la prossima volta che Gohan sarebbe venuto a trovarli glielo avrebbe chiesto.

Sorrise speranzoso, mentre chiudeva gli occhi.

Con quel regalo, sarebbe riuscito a diventare suo amico.


Alzò piano il tombino e diede un'occhiata veloce dappertutto.

Nessuno in vista.

Poteva uscire.

I viveri, ormai, erano quasi finiti... doveva trovarne degli altri e anche alla svelta!

Non si sapeva mai con quei due maledetti cyborg che avevano conquistato il mondo.

E pensare che una volta anche lei mirava a conquistare il mondo...

Ciao.”

La bambina si girò, allarmata.

Dovevano essere i cyborg!

Era la fine...

Inaspettatamente, però, si trovò davanti un bambino con i capelli lilla arruffati, i grandi occhi azzurri, vestito con una logora salopette.

Era il ragazzino dell'altra volta!

Cosa diamine voleva ancora da lei?!

Sono per te.” disse il bambino, mostrandole un enorme mazzo, con tanto di fiocco, di rose rosse.

La ragazzina sgranò gli occhi.

Nonostante fossero in guerra, quel bambino le aveva regalato delle rose... e nessuno, soprattutto durante l'avvento dei cyborg, le aveva regalato delle rose...

Imbarazzata e felice, prese il mazzo e lo ringraziò: “Grazie...” “Prego. Io mi chiamo Trunks.” si presentò, tutto contento, e, poi, le chiese: “Come ti chiami?”

La ragazzina rimase un attimo in silenzio, prima di sussurrare: “Mai...”

   
 
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