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Autore: hinata 92    14/01/2018    2 recensioni
Appena dopo la pubblicazione del suo manuale, Newt Scamander viene chiamato dal Ministero per un consulto a riguardo di un ibrido. Cosa si nasconde al San Mungo?
Genere: Avventura, Azione, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Newt Scamander, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ibrido

 

Aiuto per una madre

 

«La ringraziamo per essere venuto così prontamente, signor Scamander

Newt si sistemò i capelli, leggermente imbarazzato. Non era abituato alle convocazioni da parte degli Auror, e quelle rare volte che gli era capitato non era mai stato per cose piacevoli.

«Nessun problema, signor Audrey. Dunque, se ho letto bene la lettera che mi è stata recapitata avete bisogno di me per una... consulenza?»

Il signor Audrey annuì: «Esatto, signor Scamander. Lei ha da poco pubblicato un libro sulle Creature Magiche di grande successo. Dunque è un esperto nel settore.»

Newt era sempre più perplesso, mentre istintivamente stringeva a sé la sua valigia: «Me la cavo sufficientemente bene.»

«Anche con gli ibridi?»

«Intende la prole di due creature diverse? Sì, certo, ne ho studiati alcuni casi...»

Audrey fece un sorriso stiracchiato: «Allora potrebbe essere in grado di aiutarci. Venga con me.»

In uno schiocco i due maghi si smaterializzarono. Newt riconobbe subito il luogo e ne fu impressionato. Cosa ci facevano all’ospedale San Mungo?

L’uomo si guardò intorno mentre seguiva l’Auror lungo i corridoi alla ricerca di tracce di infestazioni, ma non ne trovò. Audrey, intanto, continuava a mostrare il suo distintivo per far passare lui e il suo accompagnatore attraverso controlli sempre più stretti, fino a giungere a una porta sorvegliata da ben quattro Auror, uno dei quali si rivolse ad Audrey.

«È lui?»

L’Auror annuì e il collega scosse la testa: «Questo sembra avere la testa fra le nuvole, secondo me non ci servirà a nulla.»

Audrey ignorò il commento: «Come sta?»

«Come quando l’hai lasciata.»

Solo allora Newt si decise a intervenire: «Qualcuno è stato aggredito dall’ibrido di cui mi parlava?»

L’Auror di guardia ridacchiò: «Ah, non glielo hai detto! Ecco perché è così tranquillo!»

«Ho pensato che uno sguardo vale più di mille parole... venga, venga signor Scamander, così potrà valutare lei stesso la situazione.»

Lo studioso si addentrò nella stanza buia con titubanza. C’erano numerosi letti, ma solo uno, al fondo, era occupato da una figura in penombra, con lunghi capelli che le cadevano davanti agli occhi.

Una voce femminile, con tono minaccioso, gridò: «CHI È LÀ?»

«Sono Audrey, signora Veckley, si ricorda di me?»

Newt sbarrò gli occhi. Solo ora che l’Auror l’aveva chiamata per nome l’aveva riconosciuta. Angela Veckley, la Gazzetta del Profeta ne riportava la foto da settimane per la sua scomparsa. L’avevano ritrovata, dunque, ma la sua agitazione non faceva presagire nulla di buono.

«CHI C’È CON LEI?»

Audrey continuò, con le mani alzate e il tono amichevole: «È un amico, signora Veckley, si chiama Newton e ho pensato che potesse aiutarla...»

Di tutta risposta i due si ritrovarono a dover schivare una bottiglia di Burrobirra lanciata dalla signora.

«VADA VIA, LEI E IL SUO “AMICO”. IO LO SO COSA VOLETE FARE! VOLETE PORTARMELO VIA, MA NON LO AVRETE!»

Solo allora Newt poté notare che la donna stringeva con un braccio qualcosa che prima del lancio della bottiglia era completamente coperto dai capelli. Era un oggetto color panna, ovale e grande come un grosso volume. Lo studioso sbarrò gli occhi, sconvolto, ma non ebbe il tempo di dire nient’altro, perché la donna continuò a lanciare oggetti con sempre più violenza.

«ANDATEVENE, HO DETTO! NON AVRETE IL MIO UOVO! ANDATEVENE! VIA!!! VIA!!!»

I due decisero di fare dietrofront e uscirono dalla stanza. L’Auror di guardia ridacchiò.

«Allora, signor studioso?»

Newt aveva un’aria a metà fra lo spaventato e l’eccitato: «Lei... non è la vittima... è la madre! E l’uovo... è lui l’ibrido!»

Audrey lo guardò preoccupato: «Sì... ma con cosa?»

Lo studioso sembrò ignorare completamente l’inquietante domanda, e ne pose invece un’altra: «La signora Veckley ritiene l’uovo suo perché lo ha trovato o...»

L’Auror lo guardò con una faccia leggermente schifata: «No, purtroppo... quando l’abbiamo trovata era in stato confusionale, straparlava e si lamentava di forti dolori addominali. Per questo motivo l’abbiamo trasportata subito al San Mungo e qui... qui ho ben sette infermieri che possono confermare che la signora è proprio la madre di quell’uovo.»

«Molto interessante... perché in effetti il comportamento di quella signora rispecchia perfettamente quello di molte madri in natura.»

Audrey alzò un sopracciglio, perplesso: «Vuole forse dirmi che in natura tutte le madri sono delle isteriche violente?»

Newt, preso dalla spiegazione, iniziò ad esaltarsi: «No, no, no! Intendo dire che tutte le madri hanno come priorità assoluta la difesa della prole, in modi protettivi ma anche aggressivi! Guardi, guardi la signora...»

L’uomo fece avvicinare l’Auror allo spiraglio lasciato aperto, in modo da poter osservare il suo comportamento.

«Guardi come stringe l’uovo al petto. Non è il normale comportamento di un ovoviparo, certo, ma dopotutto la signora non lo è...»

«Di cosa?»

Newt fece un gesto di stizza con la mano: «Ovoviparo, creatura che si riproduce tramite uova!»

Audrey era sempre più perplesso: «Ah...»

«Noti come lo stringe al petto, come un neonato! Questi sono tipici gesti di protezione per una madre umana, e svolge anche la doppia funzione di tenere al caldo l’uovo, necessario per la schiusa... davvero molto, molto interessante.»

Audrey rimase pensieroso: «Sarà per questo che ci chiede continuamente Burrobirra

Lo studioso schioccò le dita risoluto: «Certo! Quella bevanda fa innalzare la temperatura corporea, e in questo momento è necessario che lei possa scaldare al meglio il suo uovo!»

L’Auror osservò Scamander con un po’ di preoccupazione. L’esaltazione di quell’individuo lo rassicurava e allo stesso tempo lo spaventava.

«Cosa pensa di fare?»

Lo studioso aprì di uno spiraglio la sua valigia, infilandoci a malapena la mano: «Come primo passo devo sicuramente effettuare un periodo di osservazione della signora Veckley, per cercare di avere più informazioni... e dai, spostati Pickett, non è il momento...»

Audrey lo fissò perplesso: «Scusi?»

Newt arrossì, tirando fuori finalmente un taccuino e una penna d’oca e richiudendo di scatto la valigia: «Oh, nulla, mi perdoni. Dicevo... ah, sì, devo osservare il comportamento giornaliero del soggetto per ventiquattro ore. Poi potremo discutere dei prossimi passi.»

Audrey annuì: «Mi aspettavo questa richiesta. Mi segua.»

L’Auror lo accompagnò nel corridoio di fianco, in una stanza non meno sorvegliata della precedente. Non appena entrarono fu subito chiaro il motivo.

«Interessante... un incantesimo di trasparenza sul muro della stanza immediatamente adiacente quella del soggetto.»

Audrey annuì: «Potrà osservarla da qui senza che la signora Veckley si accorga di nulla. Purtroppo non potrà sentirla...»

Newt alzò le spalle: «Non ha importanza, so leggere il labiale. Le chiederei giusto di portarmi da mangiare e un bel po’ di caffè. Temo che ne avrò bisogno...»

«Ma certo. Buon lavoro!»

«Grazie.»

Audrey rimase per un attimo a fissare l’uomo sistemare con cura la sua valigia, sedersi e sfoderare penna e taccuino. Davvero quel buffo individuo dall’aria un po’ matta avrebbe saputo aiutarli? Pregando in cuor suo di non aver fatto un errore, chiuse la porta e lo lasciò al suo lavoro.

 

 

Scrivo da un po’ nel fandom di Harry Potter, ma questa volta ho voluto buttarmi su una storia completamente originale, in cui il nostro Newt svolga più o meno il ruolo dell’investigatore... a suo modo, chiaramente! V’intriga questo mistero? Come pensate si possa risolvere? Vi piacciono i nuovi personaggi? Aspetto i vostri commenti in attesa del prossimo capitolo!

Alla prossima!

 

Hinata 92

  
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