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Autore: Steno    17/01/2018    2 recensioni
Come dice il titolo parla del giorno delle nozze di Wendy, vuole essere un seguitodel film di Peter Pan del 2003.
Non c'è molto da aggiungere, solo che è super triste e non so perché scrivo queste cose che deprimono anche me.
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Campanellino, Peter Pan, Wendy Darling
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia partecipa a Cow-T, se vorrete farmi notare eventuali errori e refusi vi sarò eternamente grata
 
Tutti i Bambini crescono...Tranne uno

Il sole brillava alto su Londra in quel giorno speciale. La luce dorata entrava attraverso le vetrate creando giochi di luce colorati sulle pareti in pietra.
Già da un po' gli ospiti avevano iniziato ad affluire radunandosi fuori dalla chiesa in stile gotico.

A qualche isolato di distanza Wendy, in un'elegante auto d'epoca, si torceva le dita in ansia, finché un’altra mano si posò sulle sue.”.
Si voltò per incontrare il volto gentile di suo padre.
Il signor Darling, anche con i capelli ingrigiti dagli anni, conservava una scintilla vivace negli occhi. Sorrise intenerito a sua figlia: "Non preoccuparti tesoro, è normale essere nervosi il giorno del proprio matrimonio; quando ho sposato tua madre avevo passato la notte in bianco e respiravo a fatica"
Wendy gli sorrise: “Grazie papà”

Si voltò e il suo sguardo si perse nella profondità del cielo terso.
Non poteva certo confessargli che non era il suo imminente matrimonio a renderla nervosa. Quella notte non aveva chiuso occhio, tormentata da un ricordo lontano. Un ricordo che ormai era l’unica a conservare.

I suoi fratelli, crescendo, si erano come dimenticati dell’isola che non c’è e così anche i bimbi sperduti che avevano adottato. Non sapeva bene quando fosse successo, ma un giorno si era resa conto che si erano dimenticati di come si vola, di come si usa una spada; per loro era solo un gioco che facevano quando erano piccoli. Peter Pan era diventato una storia.

Ma non per lei. Lei avrebbe sempre creduto in Peter Pan.

Era cresciuta, aveva incontrato un brav’uomo e ora lo avrebbe sposato.
Ma non riusciva a fare a meno di chiedersi se Peter sarebbe arrivato a fermarla. Ricordava il giorno in cui si erano baciati come se non fosse trascorso un istante. Capitan Uncino li aveva in pugno e Peter aveva perso la speranza. Pensava che lei non lo amasse.

Se solo avesse saputo che lo amava, probabilmente lo aveva sempre amato.

E per questo lo aveva lasciato.

Peter Pan era destinato a rimanere sull’isola che non c’è. Si sarebbe divertito per sempre e non sarebbe mai cresciuto. Avrebbe vissuto mille avventure, ma non quella dell’amore. Wendy lo amava troppo per chiedergli di cambiare e così se n’era andata.

Sospirò vedendo comparire la chiesa dietro l’angolo.

Scese dall’auto accettando l’aiuto di su padre. Si lisciò il vestito portandosi il velo davanti al volto. Il suo bouquet era composto da piccole roselline color crema che emanavano un odore meraviglioso: si lasciò trasportare da quel profumo tornando al presente.

Non era pentita delle sue scelte.

Con un sorriso mise il piede sul primo gradino, stringendosi emozionata al braccio di suo padre.
Rose dello stesso color crema erano state sistemate artisticamente nei vasi che percorrevano la navata centrale; al suo ingresso tutti si voltarono con un coro di sospiri.
I suoi cinque fratelli adottivi insieme a Jonathan, Micheal e suo cugino Piumino occupavano le prime due file sulla sinistra, insieme alla moglie di Jonathan e alla moglie di Pennino.
Per rispetto del quieto vivere ai ragazzi erano stati dati anche dei nomi più socialmente accettabili quando erano stati adottati, ma lei li chiamava ancora con quei nomignoli e loro lo accettavano rassegnati nonostante ora fossero uomini adulti.

Wendy, lo sa il cielo, non aveva passato l’infanzia a sognare il giorno del suo matrimonio come le altre bambine. Troppo presa a fantasticare su indiani e pirati, non aveva desideri assurdi per le sue nozze. Voleva una cerimonia semplice, con poche persone.
Questo non era stato possibile. Diverse figure di spicco erano state inviate per buona cortesia: dopo tutto era una delle scrittrici più famose del Regno Unito. I suoi libri di avventura avevano fatto sognare una generazione di bambini. Così la chiesa era gremita e in fondo alcuni reporter scattavano quelle poche foto che gli erano state concesse dal suo agente in cambio dell’approvazione degli articoli che sarebbero usciti.
Era sempre stata molto riservata sulla sua vita privata e il suo pubblico smaniava per avere più notizie su di lei. Si fece forza. Quella sera sarebbero partiti per Parigi e per due settimane avrebbe potuto dimenticarsi di tutto.

L’organo accompagnò fino all’altare.

Si fermò davanti al suo futuro marito realizzando che il prossimo passo che avrebbe mosso, lo avrebbe compiuto da donna sposata.

Sorrise.

Era Pronta.
°°°°°
Due occhi vuoti seguirono la cerimonia dall’alto.

Non sentiva quello che dicevano ma poteva interpretare ciò che vedeva.

Non fu’ difficile cogliere il momento in cui la perse per sempre.

L’uomo in nero vicino alla sua adorata Wendy fece un passo avanti e le sollevò il velo, si chinò su di lei e, dopo averle preso il volto fra le mani come aveva fatto lei tanto tempo prima su una nave di pirati, la baciò.

Peter boccheggiò.

Sentì qualcosa lacerarsi dentro di lui.

Non aveva mai provato un dolore simile.
Neanche una ferita di spada avrebbe bruciato tanto.

Si aggrappò alla cornice della finestra da cui osservava la scena, cercando di riprendere fiato.

Lentamente si accasciò di lato scivolando lungo il vetro, raggomitolato in un angolo del terrazzino sotto il tetto dove si era nascosto quella mattina e assisté alla fine della cerimonia.

Uscirono tutti e li vide disporsi ad aspettare gli sposi fuori dalla chiesa.
Wendy era ancora sull’altare abbracciata a quello sconosciuto.
Stavano parlando a bassa voce con le teste vicine.
Chissà se la sua voce era ancora melodiosa come quando raccontava le storie da bambina. Al contrario di quello che le aveva promesso non era mai tornato ad ascoltare le favole.

Ci aveva pensato più di una volta ma non ci riusciva, non poteva sopportare di vedere lei e suoi vecchi compagni di avventure crescere, diventare grandi e dimenticarsi di lui.
Chissà se si ricordavano ancora dell’isola che non c’è , preferiva vivere nel dubbio che scoprire di essere stato dimenticato. A volte sognava di svegliarsi e scoprire che erano tornati, stufi del mondo dei grandi e che sarebbero rimasti per nuove avventure.

C’erano altri bimbi sperduti ora sull’isola. Li aveva incrociati a volte ma non si era mai unito a loro. Non riusciva a fidarsi, non poteva sopportare di essere abbandonato ancora. Così viveva le sue avventure da solo.
Se Trilli non gli avesse detto del matrimonio non sarebbe mai tornato a Londra, ma era già in volo prima di rendersene conto. Sapeva bene che non l’avrebbe mai fermata; Wendy voleva crescere e lui desiderava che avesse tutto ciò che sognava, anche se questo significava starle lontano.

Ma doveva rivederla un’ultima volta.

La seguì con lo sguardo finché non sparì oltre la soglia insieme a quell’altro.

Rimase a lungo sul piccolo terrazzo, raggomitolato contro la pietra nuda. Così a lungo che il freddo gli entrò dentro.

Quando infine scese la notte si forzò ad alzarsi.

Trilli, che aveva atteso in silenzio sul bordo del cornicione senza mai abbandonarlo, gli volò vicino accarezzandolo con la sua luce dorata.
Peter alzò gli occhi verso il cielo cercando la sua casa. Nascosta fra le stelle, l’isola che non c’è  brillò più forte come in risposta al suo sguardo.
Con un secondo di ritardo Peter si rese conto che qualcosa non andava. Non stava volando. Si guardò i piedi confuso, erano ancora saldamente incollati al suolo.

Ci provò ancora.

Niente.

Non riusciva a sollevarsi in aria. Non riusciva neanche a ricordarsi come faceva prima. Gli era sempre venuto naturale, cosa era cambiato?

Guardò Trilli in preda al panico.

“Oh Trilli! Perché non ci riesco?” la fatina lo guardò in silenzio poi spostò lentamente lo sguardo sulla chiesa.

La consapevolezza lo colpì come una cannonata.

Non riusciva a fare pensieri felici.ù

Sentiva solo un grosso buco nero dentro il petto, un vuoto incolmabile lasciato dall’assenza di Wendy, come se solo nel momento in cui era sparita dalla sua vista avesse lasciato davvero l’isola che non c’è. 

Lei non sarebbe mai tornata.

Mai.

Lo colse una vertigine e si aggrappò al cornicione.

Il marciapiede sotto di lui era lontanissimo, non si era reso conto di quanto fosse in alto, per lui il mondo aveva sempre avuto tre dimensioni.
Se fosse caduto da quell’altezza sarebbe morto.

Il vuoto dentro di lui crebbe a dismisura inghiottendo tutti i suoni.

Adesso sentiva l’aria sul volto, il pavimento gli andava incontro a velocità accelerata.

Forse ci era riuscito.

Stava volando.

E allora perché riusciva ad andare solo verso il basso?

La sua caduta si arrestò improvvisamente, rimase a galleggiare a diversi metri dal suolo illuminando i muri della stradina dietro la chiesa con la luce di polvere di fata che lo avvolgeva come una nuvola.

Trilli stava ancora volteggiando attorno a lui come una lucciola impazzita.

Peter si lasciò trascinare via passivamente osservando la città che scorreva via sotto di lui.
°°°°°
Wendy si strinse nello scialle mentre salivala scala dell’aereo, come quella mattina il suo sguardo si alzò al cielo.
Gli sembrava di aver intravisto una cosa con la coda dell’occhio. Come una stella cadente che andava verso l’alto.
Il cielo non le era mai sembrato così lontano.
 



 
   
 
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