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Autore: Evola Who    28/01/2018    3 recensioni
Han era nella sala d’aspetto dell’ospedale insieme a Chewbe e Luke, mentre sentivano le urla di dolore di Leia dall’altra stanza, che stava cercando di dare la luce il loro primo figlio...
Genere: Comico, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chewbacca, Han Solo, Luke Skywalker, Principessa Leia Organa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Family Solo Story '
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Welcome to the Galaxy, Ben Solo
 
 
5ABY pianeta Chandrila, ospedale di Hanna City.
 
Han era nella sala d’aspetto dell’ospedale insieme a Chewbe e Luke, mentre sentivano le urla di dolore di Leia dall’altra stanza, che stava cercando di dare la luce il loro primo figlio.
 
Pensava di assistere al parto, ma quando Leia aveva iniziato ad avere le contrazioni, non aveva avuto il coraggio di assistere a quella scena e soprattutto a quel dolore che Leia stava soffrendo.
 
Si stava dando del vigliacco per la sua scelta e si sentiva un po’ in colpa, pensando che fosse colpa sua se Leia stava soffrendo così.
 
Stava camminando avanti e indietro con aria nervosa e le mani dietro alla schiena, mentre Luke e Chewbe erano seduti sulle sedie davanti a lui.
“Han, stai calmo. Vedrai che andrà tutto bene” cercò di rassicurarlo lo Jedi.
 
Ma dopo un altro urlo di Leia, si fermò di davanti a Luke dicendo con tono aggressivo: “‘Andrà tutto bene’?! Come puoi dirmi una frase del genere mentre sento le urla di mia moglie che sta partorendo mio figlio e che sta rischiando la vita!” e lo guardò con gli occhi arrabbiati. 
 
Luke rimase sconvolto dalla sua reazione e dalle sue parole, guardò in basso con aria di sentirsi decisamente in colpa.
 
Chewbe notò lo sguardo triste e rimproverò Han per il suo atteggiamento.
Il pilota si rese conto di aver sbagliato a rivolgersi a Luke con quel tono aggressivo e si sentì ancora più in colpa di prima, dicendo con tono più calmo: “Scusami…” si sedette vicino a Luke. “È solo che… sono terrorizzato” confessò con tono fermo. “So che lo sei anche tu, e non riesco a capire come riesci a stare così calmo… ma sono terrorizzato all’idea di essere padre. E lo so che prima o poi sarebbe successo. Ma non così presto...” guardò in basso.
 
Il bambino non sarebbe dovuto nascere in quel momento, Leia non aveva nemmeno concluso l’ottavo mese e di certo non si sarebbe aspettato un parto prematuro. Da ciò che aveva detto il loro medico, un parto prematuro poteva causare problemi sia al bambino che alla madre. Oltre a ciò,
Han era anche preoccupato per quello che sarebbe successo a suo figlio, ma soprattutto a sua moglie.
 
“Leia è una donna forte e noi lo sappiamo. Vedrai che uscirà vincente! Come sempre” rispose Luke con un sorriso rassicurate, mettendo la mano sulla spalla di Han.
 
Il pilota lo guardò con viso inespressivo ma sapeva che l’amico aveva ragione. Ripensò a qualche ora prima, erano tutti insieme alla senatrice Mothma.
 
Non era nulla di che, dovevano solo vedere una base appena costruita e il viaggio con il Falcon da Naboo fino a Chandrita era andato piuttosto bene, Leia era in perfetta forma.
 
Poi, all’improvviso, aveva cominciato a sentirsi male e aveva capito che stavano cominciando le contrazioni, così erano corsi subito fino al primo ospedale. Han era teso e preoccupato dalla situazione nonché pieno di dubbi a cui non aveva pensato affatto quando aveva scoperto la gravidanza di Leia: sarebbe stato presente? Sarebbe stato in grado di dare il buon esempio? Sarebbe ancora riuscito a fare le stesse cose che gli piacevano anche dopo la nascita? Sarebbe stato almeno un buon padre?
 
I suoi pensieri furono interrotti prima dal silenzio delle urla di Leia, così alzò la testa di scatto insieme a Luke. Poi, pochi secondi dopo, sentì un pianto. Un pianto disperato e infantile.
 
Capì che suo figlio era nato.
 
Si alzò di scatto dalla sedia, mettendosi davanti alla porta. Quando si aprì si trovò davanti un androide medico, un AZI.
 
Tra le braccia aveva un fagotto avvolto da una piccola coperta bianca. Si avvicinò al contrabbandiere dicendo: “Congratulazioni! È un maschio!” e glielo diede.
 
Han prese il fagotto, abbassò la testa e vide per la prima volta suo figlio: era un neonato che poteva pesare meno di tre chili, era tanto piccolo che aveva paura di fargli male solo stingendolo leggermente più forte. Aveva due grandi occhi scuri spalcanti, qualche ciuffo di capelli neri sparsi sulla testa e in bocca aveva un piccolo ciucco bianco.
 
Notò le sottili braccia insieme alle manine che uscivano dalla coperta e che si agitavano leggermente.
 
Han lo guardò con aria ammirata e stupefatta, con un dito si avvicinò alla mano del bambino che prese il suo dito; sembrava proprio che il piccolo lo stesse guardando dritto negli occhi, così fece in fretta a dimenticarsi delle persone intorno a lui.
 
Han sorrise per il gesto da parte di suo figlio e, per la prima volta, tutta l’ansia e i dubbi che aveva prima, sembravano essersene andati via. Era sereno e commosso e si sentì finalmente in pace.
 
Fu allora che si ricordò che la maggior parte dei neonati nati prematuramente – come gli aveva spiegato i loro medico – poteva incappare in complicazioni fisiche molto serie.
 
Alzò la testa di scatto, l’androide medico era ancora davanti a lui.
 
“Ma il bambino sta bene?”.
 
“Sì. Anche se è nato prematuro il suo copro è sano, ma vorremmo fari altri esami per assicurarci che il suo sistema immunitario sia a posto”.
 
Han sopirò di sollievo sentendo quelle parole, ma aveva ancora un grande preoccupazione: “E Leia? Lei sta bene?”.
 
“La senatrice Organa ha avuto un parto abbastanza difficile, ma sta bene e si sta riprendendo”.
 
A quel punto, Han si sentì finalmente sereno e felice di poter tenere suo figlio tra le braccia e di sapere che sua moglie fosse viva. Non vedeva l’ora di far conoscere il bambino a sua madre.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Dopo qualche minuto…
 
Leia era sdraiata sul suo letto con gli occhi chiusi e il corpo dolorante e debole. Non avrebbe mai pensato di poter provare un dolore fisico così forte e estremo da pensare di non riuscire ad arrivare fino in fondo. Eppure ci era riuscita per dare alla luce suo figlio.
 
Purtroppo, dopo lo sforzo non aveva potuto prendere subito il bambino in braccio, ma il personale medico le aveva assicurato che stava bene e che presto avrebbe potuto vederlo. 
 
Quando sentì la porta aprirsi e dei passi, aprì gli occhi, si mise seduta sul letto e vide Luke con un sorriso luminoso: “Leia, ho il piacere di presentarti tuo figlio” le disse.
 
Leia si girò e vide Han, anche lui con un sorriso, accompagnato da Chewbe, con in braccio il fagotto. Così Han si sedette sul bordo del letto e fece vedere il bambino.
 
 Leia lo fissò e si era già innamorata di lui e dei suoi occhi, dei piccoli ciuffi neri, delle sue manine e di come ciucciava quel ciucco bianco. Non disse nulla, guardò suo figlio con un sorriso soave, dimenticandosi tutti i dolori del parto, che svanirono per sempre.
 
“È bellissimo, Han” disse Leia, quasi commossa, senza staccare gli occhi da suo figlio.
 
“Lo so” rispose Han guardandolo suo figlio e mettendo una mano sulla spalla di mettendo sulla spalla della moglie. Entrambi ammirarono il loro bambino in silenzio. Anche Luke e Chewbe rimasero addolciti dalla scena e sorrisero.
 
Il silenzio fu interrotto poco dopo da un verso confuso dello wookie.
 
“Chewbe ha ragione, avete già pensato a un nome?” chiese Luke incuriosito.
 
Marito e moglie si guardarono stupiti e sorpresi da quella domanda.
 
“In verità, no” rispose Leia guardando il fratello.
 
“Già. Leia non voleva sapere il sesso del bambino perché voleva avere una sorpresa” aggiunse Han.
Tutti rimasero in silenzio per pensare ad un nome, finché Leia non guardò Luke, dicendo: “Perché non lo scegli tu?”.
 
Lo Jedi rimase stupito dalla richiesta di sua sorella: “Io?” rispose con gli occhi spalancati.
 
Lei rise per la sua espressione: “Sì, tu! In fondo, sei pur sempre suo zio”.
 
“E comunque, senza di te noi non saremmo qui e questo piccolo essere non sarebbe esistito” aggiunse Han.
 
Luke sorrise di gioia, si avvicinò a suo sorella, che gli diede il bambino, lo prese in braccio, lo guardò con uno sguardo d’amore e affetto, percependo la sua forza: non molto forte, ma comunque percepibile.
 
Penso che tu sarai un grande Jedi” disse tra sé e sé e così gli venne l’illuminazione per il nome perfetto.
 
“Ben” disse convito, lasciando sopresi i suoi amici “Vorrei che il suo nome fosse Ben. In memora del vecchio Ben Kenobi. Forse, senza di lui non saremmo qui”.
 
Guardò in bambino con gioia, era davvero felice di aver l’onore di dare il nome e suo nipote e omaggiare in quel modo il grande maestro Jedi Ben, Obi-Wan Kenobi.
 
Leia e Han non dissero nulla, si scambiarono un sorriso di approvazione per la scelta di Luke.
 
Quando lo Jedi diede il bambino a Leia, lei disse, guardando suo figlio, mentre era circondata da suo marito, suo fratello e il loro grande e vecchio amico wookie: “Benvenuto nella galassia, Ben Solo”.


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Note:
Visto che è la stoira della nascità di Ben Solo.
Che è uno dei preosnaggio preferito di questa nuova
saga! Spero che vi sia piacuto, perchè la prossima
storia sarà dedicata alla infazia di Ben...
Buona domenica e alla prossima!
Evola


 
   
 
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