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Autore: Mary Rosemary    31/01/2018    3 recensioni
“Ci siamo quasi” disse Flora, staccando delicatamente il palmo della mano dalla corteccia di un abete; qualche luce si era fatta visibile, debole e fioca ma percepibile abbastanza per accendere una speranza nel petto delle sei fate. Ancora qualche silenzioso attimo e si sarebbero trovate nel bel mezzo di una battaglia contro le loro acerrime nemiche.
Non si udivano altri passi oltre ai loro, le mura della piccola casa cominciavano a comparire fra gli aghi di pino; l'illuminazione all'interno, tremante ed instabile – con ogni probabilità composta interamente da candele – non rivelava alcuna ombra in movimento.
Che le stessero davvero aspettando?
Il vento spazzò con una folata le chiome degli alberi, il cielo oscuro non aiutava le fate a scrollarsi dalle spalle il pensiero di Icy, Darcy e Stormy pronte ad attaccarle qualora avessero varcato la porta della loro dimora. Tuttavia non risultava particolarmente utile rinunciare dopo aver fatto così tanta strada; Aisha fu la prima ad appoggiare il palmo sulla scura maniglia di ferro, le dita tremarono leggermente prima di stringerla.
Genere: Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Trix, Winx
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'The Wheel of the Year'
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Imbolc






Nella notte inoltrata la foresta giaceva in un sonno profondo. Il gelo dell'ultima notte di gennaio l'aveva abbracciata delicatamente, proteggendola dalla neve per un altro anno.
Le zone intorno a Magix, del resto, non venivano spesso colte di sorpresa dall'inverno a tal punto da vedere una vera e propria nevicata; spesso i fiocchi cadevano talmente fini da non riuscire a coprire nemmeno la strada con il loro velo bianco.
Il suolo umido restava così scoperto e vulnerabile alla brina. Un sottile strato di condensa si innalzava dal terriccio meno freddo dell'aria, celando leggermente alla vista le radici degli alberi; questi ultimi, eretti e silenti, assistevano senza fiatare al passo in avanti ancora da compiersi durante la lunga notte.
Il giorno era stato un feriale qualunque, gli abitanti della metropoli erano di gran lunga troppo occupati per potersi godere una piacevole visita alle foreste e si vedevano costretti a dedicarsi solo ed unicamente al proprio lavoro, o alle proprie mansioni quotidiane. L'enorme territorio naturale rimaneva quindi un privilegio di pochi, ai quali era toccato il compito di preservarlo dal crogiolarsi nella propria solitudine.
E quando calava il buio la segretezza della natura si faceva massima; salvo per alcune ore ed una sessantina di candele accese nell'atto di riflettere le proprie luci e le proprie ombre sulle fitte chiome degli alti aghifoglie. Il vento, leggero ed appena accennato, ne faceva ondeggiare le fiamme abbastanza da minacciare di estinguerle; tuttavia si era guardato bene dal farlo.
Per quanto riguardava tali ore, i primi scricchiolii di foglie calpestate avevano turbato la quiete verso l'una e dieci: dal rumore prodotto si potevano udire sei paia di piedi muoversi velocemente fra le radici che sporgevano dal terreno, il vociare si faceva più flebile ad ogni metro percorso. Seppur volessero agire in gran segreto, il silenzio stabilitosi prima del loro arrivo non le stava di certo aiutando.

Non sto ancora capendo perché non ci trasformiamo. E' da almeno un'ora che stiamo camminando, io sono stanca!” protestò a bassa voce Stella, appesantendo leggermente il passo in segno di profondo disappunto.
Se ci trasformiamo si accorgeranno che siamo vicine, stupida.” le rispose Musa, il tono tagliente parve lacerare l'aria in direzione della bionda. Sarebbe scoppiata una lite non da poco se Aisha non fosse prontamente intervenuta prendendo fisicamente posizione fra le due. Queste ultime si scambiarono qualche sguardo, promettente una rinviata vendetta, e poi ripresero a camminare a debita distanza.
Del resto la loro unica condizione vincente stava nel dare il minor vantaggio possibile ad i loro bersagli.
Non ci era voluto molto a comprendere che le Trix non dovessero essersi stabilite troppo distanti da Magix dopo l'ultima trovata di Stormy – di certo non era stata gradita nemmeno dalle sorelle per ovvi motivi – e ciò aveva aiutato non poco a restringere il campo delle ricerche. Del resto non era la prima volta che le vedevano nei pressi della metropoli ed usare sempre e troppo spesso il teletrasporto avrebbe lasciato nell'ambiente una traccia magica troppo forte per chi non voleva assolutamente farsi trovare.
Le fate avevano iniziato con l'aiutarsi a vicenda nell'analizzare gli indizi, tuttavia si erano imbattute in un vicolo cieco dopo l'altro; le nemiche non avevano lasciato alcuna traccia della loro direzione e l'area boschiva intorno a Magix era pressoché immensa e capace di nascondere anche una villa intera laddove la vegetazione si faceva più fitta.
Passare subito all'azione non era ancora un ipotesi da considerarsi, avrebbero solo sprecato parecchio tempo per nulla. Per il momento potevano solo aspettare; eppure Stormy – nonostante non fosse particolarmente sveglia – non aveva fatto nessun altro passo falso.
Inoltre Musa, tornando nel solito negozio di dischi, non aveva trovato né lei né i vinili che le aveva prestato: avrebbe ormai dovuto darli per dispersi ed affrettarsi a comprarne dei nuovi.
Ma proprio quando stavano per interrompere ogni ricerca, come un fulmine a ciel sereno, Stella era entrata in camera strillando senza sosta le nuove notizie che aveva saputo dalle proprie fonti. Normalmente nessuno l'avrebbe ascoltata con particolare attenzione, ma Tecna si era presa la briga di considerare con cura ogni parola che fosse uscita dalla bocca della bionda; ed effettivamente ne era valsa la pena.
Qualcuno aveva denunciato la scomparsa della propria auto il secondo giorno di agosto: seppur il collegamento era completamente sfuggito alla fata del Sole e della Luna stessa, a Tecna ci era voluto meno di un secondo per collegare la vicenda al giorno precedente.
In quel momento Bloom aveva dato man forte alla credibilità di tale teoria, convincendo sé stessa e le altre che quell'informazione poteva significare la ripresa delle ricerche.
Ed in effetti, pur se a rilento, tutte e sei si erano rimesse al lavoro con rinnovato entusiasmo. Del resto gli esami erano già stati superati e risolvere la faccenda prima delle festività faceva particolarmente comodo all'intero gruppo.
Perciò non avevano mai pensato di agire nella notte di Imbolc, ma le circostanze le avevano portate ad affrettarsi a tal punto da non poter aspettare nemmeno un'ora. Rintracciare la macchina era stato talmente complicato da necessitare persino l'aiuto di Timmy, senza il quale non avrebbero mai saputo la posizione. Ed ora stavano già affrettando il passo verso la loro destinazione.

Ci siamo quasi” disse Flora, staccando delicatamente il palmo della mano dalla corteccia di un abete; qualche luce si era fatta visibile, debole e fioca ma percepibile abbastanza per accendere una speranza nel petto delle sei fate. Ancora qualche silenzioso attimo e si sarebbero trovate nel bel mezzo di una battaglia contro le loro acerrime nemiche.
Le conseguenze potevano essere gravi oppure contenibili, il tutto dipendeva da quanto le tre streghe si fossero preparate ad un eventuale scontro accrescendo i loro poteri.
Non vedendole con regolarità da quasi due anni risultava alquanto difficile fare una valutazione del livello della loro magia oscura quando non ne osservavano una manifestazione da così tanto tempo; di certo era impensabile che fossero rimaste allo stesso livello.
Nonostante fossero ben preparate ognuna delle Winx temette, nello stesso istante, di non avere abbastanza forza per fronteggiare le streghe. Era successo in parecchie occasioni, sicuramente sarebbe potuto accadere di nuovo quella sera stessa.
Come se non fosse bastato l'insolita quiete aveva contribuito a tendere l'atmosfera come la corda di una chitarra. Non si udivano altri passi oltre ai loro, le mura della piccola casa cominciavano a comparire fra gli aghi di pino; l'illuminazione all'interno, tremante ed instabile – con ogni probabilità composta interamente da candele – non rivelava alcuna ombra in movimento.
Che le stessero davvero aspettando?
Il vento spazzò con una folata le chiome degli alberi, il cielo oscuro non aiutava le fate a scrollarsi dalle spalle il pensiero di Icy, Darcy e Stormy pronte ad attaccarle qualora avessero varcato la porta della loro dimora. Tuttavia non risultava particolarmente utile rinunciare dopo aver fatto così tanta strada; Aisha fu la prima ad appoggiare il palmo sulla scura maniglia di ferro, le dita tremarono leggermente prima di stringerla.

Aspetta – bisbigliò Bloom, prendendosi un momento per guardarsi attorno con fare guardingo – Prepariamo un attacco nel caso stessero aspettando che noi apriamo la porta.”
E quando la fata di Andros spalancò la porta l'incantesimo di convergenza doveva solo essere lanciato; ma finì per sparire senza svolgere la propria funzione.
Il silenzio era derivato dal fatto che all'interno, effettivamente, non ci fosse nessuno; allo stesso tempo niente faceva pensare che le streghe se ne fossero andate prima del loro arrivo in quanto gli arredi parevano essere al proprio posto. La tavola era apparecchiata con cura, le rosse bacche poste al centro tavola erano illuminate dalla viva brace nel piccolo calderone adiacente; sopra ad ogni verdeggiante tovagliolo giaceva un mazzo di bucaneve, gli steli legati perfettamente con dello spago.
Il salotto in sé, appena visibile come fosse stato un miraggio, era valso la lunga strada fino a lì: per una manciata di secondi le sei fate si erano dimenticate del loro compito, distratte dalla silente meraviglia che riposava davanti ai loro occhi. Ogni cosa era totalmente immobile, come se il tempo si fosse fermato. Le candele accese erano molte, forse una trentina, ed era impensabile che fossero accese da giorni senza che la cera si fosse consumata.

Non ha il minimo senso.” fu Tecna a rompere il silenzio, dopo essersi passata una mano sul volto incredulo.
No, è vero, a meno che...” cominciò Musa, avvicinandosi alla candela posta sulla tavola e concentrandosi sulla fiamma.
A meno che non siano candele incantate. Il risultato resta in ogni caso poco logico.” finì per lei la fata della tecnologia. Bloom raggiunse l'asiatica, guardando attentamente la disposizione e cercando di coglierne qualche particolare; le ricordava qualcosa che doveva aver visto non troppo tempo fa, ma al momento era troppo occupata a cercare di comprendere l'intera situazione.
Stella, nel frattempo, era già intenta a ficcare il naso fra gli affetti personali delle streghe, facendo qualche commento a bassa voce quando le fosse capitato fra le mani qualcosa che, secondo il suo modesto parere, fosse totalmente di cattivo gusto. Nonostante sapesse chi abitava in quel luogo, le era sembrato quasi più caldo ed accogliente di Alfea stessa: gli aromi, ognuno etichettato in bella grafia, erano posti in ordine su uno scaffale di legno chiaro sopra al lavello in un'esplosione di profumi e di colori; poco più a destra il mortaio in marmo conteneva dei fiori di camomilla ancora integri.
Forse era la luce a dare alla fata quello strano senso di sicurezza – nonostante la presenza di qualche teschio animale – o forse era come era stata addobbata per l'occasione. Poteva definirla simile a ciò che ricordava di tale festività, passata in compagnia di entrambi i genitori in un periodo felice e spensierato; la tavola, nonostante non fosse lunga e sontuosa come quella del palazzo di Solaria, era disposta pressoché nello stesso modo e nella notte le sale venivano illuminate a giorno da migliaia di candele, proprio come la casa in cui si trovava al momento.
L'aroma di fiori e spezie era la stessa, l'unica capace di riportarla indietro a tali dolci ricordi. Nient'altro aveva la medesima funzione e Stella si ritrovò a disprezzare le streghe per un motivo poco razionale. Non potevano saperlo, di certo non avevano preparato tutto ciò di proposito; ma trovarsi in un ambiente simile la faceva star male a tal punto da vedere l'allontanarsi come unica fonte di sollievo.
Eppure non riusciva a muovere un solo muscolo, restava ferma e rigida davanti all'ordinata cucina, con gli occhi fissi sui barattoli in fila, le braccia lungo i fianchi e la bocca appena dischiusa. Ci volle Flora a svegliarla dal suo torpore, altrimenti sarebbe rimasta fino all'alba in balia delle proprie memorie.

Tutto bene, Stella?”
Uh, sì certo. Stavo pensando a quanto devono essere malate per mettere le spezie in ordine alfabetico, quelle tre.” fece velocemente, coprendosi la bocca per fingere un'aspra risatina nel tentativo, in parte fallimentare, di convincere l'amica che non ci fosse nulla di cui preoccuparsi. Ma, date le circostanze, la fata della natura decise di non approfondire: l'avrebbe fatto in seguito, quando sarebbero state al sicuro nel loro alloggio della scuola per fate.
Forse sono uscite da poco, non credo abbiano addobbato la casa come un altare per lasciarla vuota. Se le aspettassimo qui?” disse Musa dal soggiorno, alzandosi dalla propria posizione. Ogni cosa sembrava nell'ordinario, tuttavia controllando con cura il giradischi alla sua destra non aveva scorto nessuno dei propri cd. Il sospetto che le tre streghe sapessero del loro arrivo si era fatto più concreto a causa di tale dettaglio: nell'ordine della dimora era certa che nessuna delle altre avrebbe notato una stranezza simile.
Tuttavia la fata della musica decise di tenere la scoperta per sé. Del resto l'assenza dei vinili che lei stessa aveva consegnato a Stormy era un prova insufficiente a confermare la teoria che, seppur con intensità diverse, ognuna delle sei fate aveva elaborato nella propria mente.

Sì, alla fine siamo arrivate fino a qui senza trasformarci per sorprenderle. Io non mi do per vinta finché non rientrano, anche a costo di stare sveglia fino all'alba.” le rispose decisa Aisha, mentre cercava un qualsiasi indizio sulla posizione delle streghe in tutto il salotto; era arrivata ad esaminare la credenza con l'anta in vetro, ma non aveva trovato altro che dei fiammiferi, un posacenere vuoto ed una polaroid.
Questa casa è più normale di quanto pensassi.” commentò, accostando nuovamente l'anta prima che potesse anche solo pensare di portarsi via la macchina fotografica. Tecna si voltò verso di lei, staccandosi dal muro al quale si era momentaneamente appoggiata.
Ti aspettavi pareti nere e trappole ovunque?”
A dir la verità sì. – ammise, ridacchiando appena – Vado a vedere come se la sta cavando Bloom di sopra.”
E' di sopra?” fece Musa, leggermente allarmata; era così concentrata nella ricerca dei tre vinili che le appartenevano da non essersi nemmeno accorta che la fulva si fosse allontanata. Il fatto che avesse salito le scale per andare a controllare le camere non era per nulla rassicurante: Bloom non aveva ancora accettato il proprio fallimento, ed evidentemente era giunto per lei il momento per riscattarsi. Tuttavia ciò che, con ogni probabilità, aveva intenzione di fare comportava un rischio non esattamente trascurabile.
E la mora lo stava infelicemente realizzando.

Vengo anch'io. Ho un brutto presentimento.”
Lo sguardo teso che le rivolse la fata di Zenith non fece altro che incrementare la sua sensazione di inquietudine, spingendola ad affrettarsi lungo la corta scalinata.


Non so voi, ma a me girano i coglioni a sapere che quelle stronze ci stanno ribaltando la casa. Se entrano in camera mia le ammazzo.”
Stormy non era evidentemente di buon umore, ma, fortunatamente, il suo atteggiamento non sarebbe durato a lungo: il pasticcio fatto con le code mozzate di agnello era quasi pronto e già diffondeva il suo profumo in tutta la radura nella quale si erano accampate per la notte di Imbolc. E se c'era una cosa che Stormy adorava più di tutte era la carne.
Appoggiò i vinili che si era portata dietro e si avvicinò al fuoco, inspirando profondamente.

Sembri un maniaco. Allontanati.” fu la risposta di Darcy, che non alzò nemmeno lo sguardo sulla sorella mentre sistemava dei ceri lì accanto. La minore sbuffò e tornò seduta al proprio posto, appoggiando con fare annoiato i gomiti alle ginocchia.
Fa pure freddo qui, cazzo.”
Per quanto mi sarebbe piaciuto schiacciare quelle inutili fatine, allontanarci è stata la scelta migliore. Non voglio che interferiscano nel mio piano prima del dovuto.”
La mora si voltò verso la sorella maggiore, immobile accanto al fuoco ad attendere che la cena fosse perfettamente cotta, e le rivolse uno sguardo di sfida che non prometteva nulla di buono.

Che codarda di merda che sei, eviti lo scontro con Bloom perché hai paura che ti faccia il culo?” sputò, ghignando della propria considerazione. La strega delle illusioni le rivolse uno sguardo severo, come a ricordarle che tale argomento non doveva essere mai toccato, soprattutto in occasioni simili.
Ecco perché mi manca la selezione naturale in questi momenti.” Icy non si scompose minimamente e passò i piatti alle sorelle, come se non avesse udito nessun commento particolarmente fastidioso. Tuttavia l'abbassamento della temperatura parve dire il contrario.
Cazzo, il mio pasticcio è freddo!” fece la strega delle tempeste in un ringhio, avvicinandosi al fuoco per riscaldare sia il proprio piatto che il proprio corpo.
Una troia permalosa, ecco cosa sei.”
Taci ed impara a riflettere prima di parlare. Sempre che tu ne sia capace.”
In tutto ciò Darcy scosse la testa ed assaggiò la pietanza.

C'è da dire che te le cerchi, Stormy.”
Oh non metterti dalla sua parte, stronza. Lo sai che è vero.”
Stai zitta e mangia, sorellina.”


Bloom salì le scale lentamente ed in punta di piedi, attenta a non produrre alcun rumore che avrebbe potuto allarmare le altre: sapeva di quanto poteva essere rischiosa come mossa, in quanto non sapeva ancora se le streghe le stessero aspettando al piano di sopra.
Tuttavia la voglia di metter fine a certi dubbi che si portava dietro da mesi superava perfino il buon senso; prima che potesse sentire la paura attanagliarle la bocca dello stomaco aveva già socchiuso la porta di una delle camere. Non vi entrò, il cumulo di vestiti che copriva completamente il letto bastò a farle capire che non fosse la stanza che cercava. Così si spostò a destra e socchiuse anche la seconda porta, questa volta muovendo almeno un passo al suo interno: come in salotto ogni cosa era immobile, dalla sfera di cristallo posta sulla scrivania alle erbe ordinatamente allineate sul comodino accanto al letto.
La tenda grigia si muoveva a ritmo con la brezza che entrava timidamente dalla finestra dischiusa, lasciando intravedere qualche spiraglio di scura foresta. La fulva si prese qualche momento ad osservare come l'enorme libreria occupasse tutta la parete destra e, nonostante ciò, alcuni romanzi erano stati impilati a terra, accanto alla scrivania e sopra di essa, in quanto non avevano altro posto dove stare. Una copia dell'Ulisse di Joyce occupava lo spazio del comodino lasciato libero dai barattoli di erbe, mentre sopra al letto – il piumino cadeva in modo morbido ma allo stesso tempo lineare sul materasso – giaceva, aperto ad una delle ultime pagine, il Faust di Goethe.
Avvicinarsi non sarebbe stata una cattiva idea, se tale curiosità non fosse stata totalmente inutile allo scopo che Bloom si era prefissata; inoltre i gusti di Darcy in fatto di libri collidevano fortemente con i suoi. Non aveva idea come qualcuno potesse leggere in modo interessato un testo con pochissima punteggiatura ed al quale bisognava prestare una considerevole attenzione come l'Ulisse.
Fece scattare lentamente la serratura, procedendo ulteriormente nel corridoio. La porta che aveva di fronte doveva essere allora quella giusta, dato che le precedenti erano delle altre due streghe. Si chiese se dovesse averne paura, se avesse dovuto abbassare la maniglia con un movimento lento e controllato, oppure eseguire tale movimento tutto in una volta, come nello strappare un cerotto. Optò per la seconda, trovandosi in una frazione di secondo davanti ad una camera pressoché sterile.
Le pareti erano bianche, così come le tende ed i mobili. Se non fosse stato in penombra – evidentemente si erano curate di posizionare candele ovunque – era certa che tale candore l'avrebbe abbagliata. Osservare a lungo la stanza ingannava gli occhi, dando loro l'impressione di aver rivolto lo sguardo verso un film in bianco e nero, nel quale però non vi era alcuna ombra.
Perfino le copertine dei libri, posizionati su delle mensole in ordine di gradazione, erano in scala di grigio, il che finì per affascinare, ma allo stesso tempo inquietare la fata che aveva osato introdursi nel luogo. Un posacenere in ceramica sostava sul tavolo in vetro temperato, avvicinandosi poté notare che conteneva solamente due mozziconi e pareva esser stato pulito da poco. Oltre a ciò non vide nulla di particolarmente personale, ma ogni oggetto era stato scelto accuratamente sia per il proprio uso pratico che per l'aspetto esteriore.
Tuttavia non era la semplice e pura curiosità ad averla spinta fino a lì; altrimenti, dopo che avesse fatto scorrere velocemente il proprio sguardo su ogni angolo della stanza, sarebbe tornata di sotto insieme alle altre. Invece scrutò con attenzione l'oscurità, avvicinandosi all'armadio dalle lattee ante ed allungando una mano per aprirlo.
C'era una plausibile possibilità di trovare dei cadaveri al suo interno, oppure oggetti di tortura nascosti alla perfezione del locale; immaginò una mazza ferrata celata dietro ai vestiti di velluto ed ai jeans a vita bassa, una mannaia che penzolava tra il trench coat in pelle e la pelliccia sintetica. Oppure un'intera vergine di ferro sul fondo.
Decise in fretta di dare un taglio alla sua fervida immaginazione e controllare lei stessa cosa ci fosse; con sua lieve sorpresa non trovò altro che tessuti. Seppur la sua ricerca stesse prendendo una piega deludente ad ogni vestito che analizzava con lo sguardo, l'angolo in fondo a destra presentava un considerevole premio per la sua perseveranza: confezionato con cura e protetto da un velo di plastica, un familiare abito nero restava immobile davanti ai suoi azzurri occhi.
Come se fosse stato una creatura vivente, la fulva lo prese delicatamente fra le mani, stringendolo appena a sé; era decisamente l'indizio migliore che potesse trovare, in verità contava su qualcosa di più frammentario, dato il soggetto in questione. La costanza nei suoi studi aveva finalmente deciso di darle una gratificazione.

Bloom?”
Sentendo la voce di Aisha chiamare il suo nome la fata della Fiamma del Drago tornò bruscamente alla realtà, trovandosi a piegare velocemente l'abito – con tanto di gruccia – allo scopo di nasconderlo nella propria borsa. Due paia di passi si stavano avvicinando troppo in fretta, ma non sarebbero bastati a farla desistere dal suo intento: con un colpo secco chiuse la cerniera e si tirò in piedi, rivolgendo un ultimo sguardo alla stanza per controllare che tutto fosse al suo posto.

Arrivo! – disse poi, uscendo di corsa dalla stanza – Non avete idea di cosa ho trovato, secondo me Icy fa a pezzi la gente lì dentro.”
Ma non dire balle.” le rispose Musa, lasciandosi andare ad una risata a cuor leggero. Anche Aisha rise della sua affermazione, scuotendo la testa e facendo qualche commento riferito alla sua smisurata fantasia.
Non hai toccato niente, vero? Stiamo per andarcene, se sanno che siamo state qui salta tutto.” sussurrò con un'espressione più seria l'asiatica, mentre si avviava con Bloom in direzione delle scale.
No, no, ma figurati.” mentì la diretta interessata, sistemandosi la borsa con nonchalance: fortunatamente fu abbastanza convincente da non attirare su di sé altre domande.
Anche se la candida anta del guardaroba, rimasta aperta, sarebbe bastata a dimostrare il contrario.







Avvertenze e condizioni per l'uso:
Per una volta non dirò che questa storia fa schifo: nossignore, nella sua mediocrità mi è piaciuta. L'unica cosa brutta è che mi stuferà dopo poco, spero che non succeda anche a voi.
Ho cercato di essere più descrittiva, sempre lasciando un qualche alone di mistero accompagnato da parecchi perché, ma spero in questo modo di essere stata più chiara.
Spero inoltre che vi abbia comunicato le emozioni che volevo trasmettere, che non sia un qualsiasi testo piatto di sei tizie che oooh scoprono cose irrilevanti.
Non so perché sono così salty con me stessa al momento.
In ogni caso eccoci ad Imbolc, chiamata Santa Brigida dai Cristiani ed in altro modo Candelora/Candlemas (da non confondere con la band svedese, anche se sono bravissimi). Credo sia abbastanza chiaro che le protagoniste di questa festa sono appunto le candele, accese durante la notte del trentuno di gennaio ed a cavallo del primo di febbraio (nel neopaganesimo è anche festeggiata fra il primo ed il secondo di febbraio) a festeggiare la luce, l'allungamento delle giornate ed il conseguente accorciamento delle notti.
Nell'antichità era di usanza bere latte ovino appena munto e mangiare il citato pasticcio di code mozzate di agnelli per resistere agli ultimi attacchi del freddo invernale. Perciò ho deciso di lasciar protagoniste le candele ed una casa vuota atta ad ospitarle, cercando di dare una svolta alla vicenda di fondo che di base, fino ad ora, sembrava troppo composta da episodi frammentari.
Spero che vi sia piaciuta e vi auguro a tutti buon Imbolc, nell'attesa della primavera.
(Che amerei se non fossi allergica al polline ma, dettagli)


Mary

   
 
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