Capitolo 30
Il primo calcio della loro bambina avrebbe dovuto essere un
momento speciale e così era stato anche se solo per pochi minuti. Infatti nei
pensieri di Emma subito tornarono le parole di Gold sull’accelerare la
gravidanza per evitare di mettere in pericolo l’intera cittadina di Storybrooke. Aveva visto poco prima cosa erano in grado di
fare i suoi poteri uniti a quelli della bambina e un’esplosione di magia nella
peggiore delle ipotesi, avrebbe potuto cancellare dalla cartina geografica
quella città che per il mondo reale neanche esisteva. Nemmeno le braccia di Killian le diedero la giusta quantità di serenità
necessaria per trovare la forza di andare avanti. Resistette quanto più poté,
non volendosi mostrate debole, nonostante ne avesse tutti i diritti, e pianse
calde lacrime e il suo corpo venne scosso da singhiozzi per un tempo che Killian non seppe
definire. Non gli importava se i suoi
muscoli si erano atrofizzati a furia di rimanere nella stessa pozione, se Emma
necessitava di sfogarsi per tutto il giorno e tutta la notte, lui sarebbe
rimasto li con lei. Anche lui cominciò a
vagare con la mente, tanto che non si accorse che la sua amata aveva cessato di
piangere e che la stanchezza aveva avuto il sopravvento su di lei. Killian sorrise dolcemente, anche con il viso tutto
arrossato e con le guance tutte bagnate, trovava sua moglie la creatura più
bella che calpestasse la terra. Si spostò lentamente per non svegliarla e
sistemandola meglio, la ricoprì con una coperta in modo tale che non prendesse
freddo. Si recò al piano di sotto,
giusto in tempo per sentire il campanello suonare. Quando aprì la porrà si
sorprese di vede con che furia Snow e David si
fondarono in casa sua.
“Cosa è questa storia che Emma deve accelerare la gravidanza?
Non può farlo!” disse Snow convinta.
“C-come lo avete saputo?” chiese Killian
sorpreso, dato che non ne avevano ancora fatto parola con nessuno.
“Allora è vero? Sta pensando veramente di fare una cosa del
genere?” chiese David confuso.
“No, aspettare! Lei non sta pensando di fare niente. Lei non
vuole accelerare la gravidanza. È stato Gold a dirle di farlo perché se no,
sarebbe stata la causa della distruzione di Storybrooke
a causa dei suoi poteri!”
“Ora è tutto più chiaro!” disse David allungando ad Uncino il
bracciale blocca poteri, che Regina gli aveva dato poco prima di dirigersi a
casa della figlia. “Regina ha detto che poteva serviti!”
Killian fece per prenderlo, ma si fermò,
volendo sapere dove fosse in quel momento la donna, dato che prima della
geniale idea di Gold, Emma era con lei.
“Gold ha chiesto una riunione cittadina con estrema urgenza
per discutere sull’accelerazione della gravidanza di Emma e Regina, come
sindaco, deve presenziare alla riunione!” disse Snow
cercando di mantenere a bada la voglia che aveva di far fuori l’ex signore
oscuro per aver anche solo pensato di sottoporre Emma anche a quello.
Killian a quelle parole non ci vide più e
dirigendosi verso la porta di uscita disse “Perfavore,
occupatevi di Emma, io devo sistemare una faccenda!” disse per poi sbattere la
porta.
Gold si trovava dietro al podio, sul palco all’interno della
sala riunioni, dove la maggior parte dei cittadini di Storybrooke
erano presenti. Tutti erano convinti che l’emergenza fosse dovuta al misterioso
essere che ormai da mesi tormentava la cittadina e rimasero sorpresi nel
sentire quale era l’ordine del giorno.
“Cari cittadini di Storybrooke, vi
ho riuniti qui per discutere di una faccenda di estrema importanza. Siamo tutti
a conoscenza della gravidanza della salvatrice e credo che tutti abbiamo notato
che ultimamente ha problemi a controllare la sua magia. Questo è dovuto al
fatto che i suoi poteri sono in contrasto con quelli della sua futura prole e
questo è una combinazione micidiale. Se non fermata potrebbe causare estremi
danni a chiunque di noi e nel peggiore dei casi potrebbe far saltare in aria
l’intera città!” disse l’ex signore oscuro, scatenando un pandemonio
all’interno della sala. Aveva ottenuto quello che voleva e cioè spaventare gli
abitanti.
Regina, che era seduta sul palco a braccia conserte, non era
contenta di quella riunione e vedendo gli animi scaldarsi si alzò e prese
parola “Calmatevi tutti. Non c’è niente di cui preoccuparsi. Emma sa bene
quello che sta facendo, inoltre sia io che i Charming
le stiamo dando una mano. Nessuno corre alcun pericolo!”
“Dov’eri un paio di ore fa quando Emma ha fatto esplodere la
sua magia nel vecchio campo di fagioli? Hai visto bene di cosa è capace e ora
vorresti nascondere il tutto solo per proteggere una donna che ti ha causato
molta sofferenza?” disse Gold puntando sui sentimenti negativi che aveva
caratterizzato Regina per lungo tempo, ma la donna non sembrò cadere nel suo
piano.
“Non riuscirai a mettermi contro Emma per qualcosa che non ha
voluto. Tutti gli eventi che si sono susseguiti negli anni, non sono colpa
della salvatrice. Tutti noi dovremmo esserle debitrici, in quanto tutti saremmo
ancora bloccati nella mia maledizione. Mi delude molto vedervi qua a dare retta a qualsiasi
cosa abbia in mente Gold, soprattutto dopo i vari tiri mancini che il signore
oscuro ci ha tirato in questi anni. Quindi Gold, in quanto sindaco, posso
oppormi a qualsiasi cosa tu abbia in mente “disse Regina.
“Ma non puoi opporti alla volontà dei cittadini, se non vuoi
che venga eletto un nuovo sindaco!”
“è questo quello che vuoi vero? Non hai più un briciolo di magia
e cerchi in un modo o nell’altro di accaparrarti qualche sorta di potere, sia
anche questo solo politico!” disse Regine schifata dall’atteggiamento
dell’uomo, ma il battibecco tra il sindaco e l’ex signore oscuro, venne
interrotto dagli abitanti della città.
“Quanto afferma Gold è la verità? La salvatrice è davvero una
minaccia per Storybrooke?” Chiese uno dei nani.
“Emma non farebbe mai del male ha nessuno, dovreste saperlo!
Disse regina in difesa della salvatrice.
“Emma non lo farebbe di sua spontanea volontà forse, ma
sappiamo che la sua presenza in questa cittadina mette comunque a repentaglio
la nostra vita a causa dei numerosi nemici che attira. Guardate l’ultimo cosa
sta combinando e non mi sembra che la salvatrice sia vicino a sconfiggerlo,
nelle sue condizioni poi. Mi dispiace ammetterlo ma al momento Emma più che una
risorsa per la città è più un problema e i suoi poteri fuori controllo…”
cominciò Leroy, per essere interrotto da un altro cittadino.
“Leroy ha ragione, ma indipendentemente da questo, cosa
possiamo fare noi per cambiare la situazione?”
“Non possiamo fare molto per quell’essere oscuro, ma possiamo
far si che i poteri della salvatrice tornino sotto controllo!” disse Gold che
ottenne l’attenzione di tutti “La salvatrice deve accelerare la gravidanza!
Solo con questo sistema i suoi poteri torneranno normali. Per questo ho chiesto
questa riunione, per mettere la questione ai voti. La salvatrice non potrà
tirarsi indietro e nemmeno il sindaco!” Disse Gold, che ricevette un occhiataccia
da parte di Regina, ma non fu l’unica contraria all’idea dell’uomo.
“Non puoi chiederci di votare una cosa del genere. Emma ha
tutto il diritto di godersi la sua gravidanza!” disse Zelena
alzandosi in piedi, poggiando sul fianco destro, la piccola Robin di un anno e
mezzo che giocava con i suoi capelli.
“Non dovrebbe crearti problemi questa questione. Se non
ricordo male Emma ha accellerato la tua di
gravidanza!” le ricordò Gold.
“So cosa vuol dire non portar in grembo il proprio figlio
fino alla fine e non sottoporrò Emma allo stesso mio destino e nemmeno tu
dovresti dato che Belle ha vissuto la
stessa cosa. Anzi mi domando cosa ne pensi lei di questa questione. Perché non
glielo chiediamo?” disse Zelena guardandosi intorno e
poi dire “Ma guarda. Tua moglie non c’è? Paura che ti si ritorcesse contro?”
Regina sorrise alla sorella, contenta nel vedere che almeno
lei fosse d’accordo con il suo punto di vista. Ma purtroppo i vari cittadini,
escluso alcuni abitanti, tra cui geppetto, Granny, Archie, Spugna
e Leroy, sebbene quest’ultimo era un po’ indeciso, votarono per la proposta di
Gold.
“I cittadini hanno espresso la loro opinione!”disse
Gold prima di vedere la porta del salone spalancarsi e vedersi Killian catapultarglisi contro e dandogli un sonoro pugno
sul viso.
“Tu brutto bastardo. Come osi decidere della vita di mia
figlia e di mia moglie. Dammi una sola ragione per non ucciderti seduta
stante!” disse il pirata, prima di sentirsi trascinare via da alcuni abitanti
intervenuti per difendere Gold, che ormai privo di poteri, poteva farsi
veramente male, se Killian non si fosse fermato.
Gold si tirò su, pulendosi il sangue che gli colava dal
labbro disse “tutti gli abitanti di Storybrooke sono
d’accordo con l’accelerare la gravidanza della salvatrice. In quanto vice
sceriffo dovresti mettere al primo posto la sicurezza della cittadina e
non mi sembra che difendendo tua moglie
fai il bene degli abitanti che ripongono la loro fiducia in te, pirata!”
Killian si rivolse ai cittadini dicendo
“Come potete chiedere a Emma una cosa del genere. Vi ha difeso e rischiato la
vita per voi un sacco di volte e per una volta che necessita del vostro
appoggio voi le voltate le spalle?”
Il silenzio calò nella sala.
“Non mi importa quello che pensate. Emma non accelererà la
sua gravidanza e chiunque provi ad avvicinarsi a lei, dovrà vedersela con me!”
disse Killian prima di andarsene via arrabbiato.
Da quando l’intera cittadina le aveva voltato le spalle,
Emma, per la sua sicurezza e quella della bambina, non era praticamente più
uscita di casa. Qualcuno le restava sempre vicino e ogni cibo e bevanda veniva
sempre controllata prima di essere consumata, nel caso qualcuno, in qualsiasi
modo, fosse riuscita a metterci dentro l’incantesimo per accelerare la
gravidanza.
La salvatrice era sempre più esasperata man mano che
passavano i giorni e come se quella situazione non bastasse, i suoi poteri
continuavano a dare del filo da torcere a lei e alla sua famiglia. L’incendio a
casa sua di qualche tempo prima, si era rivelato il primo, ma non l’ultimo.
Sebbene furono tutti comunque controllati e spenti prima che ci fossero troppi
danni, la cosa era diventata disarmante. Regina e Zelena,
unendo le loro conoscenze magiche, cercarono di creare ornamenti incanalassero
la magia in maniera corretta, ma tutto quello che creavano, aveva poca, solo
per un paio di ore.
Il bracciale originario, quello in grado di bloccare in modo
definitivo i poteri della salvatrice, veniva usato solo in casi estremi e di
notte, quando la guardia di Emma era al minimo. Non potevano permettere che la
donna restasse priva di difese con l’essere incappucciato che minacciava di
attaccare, quindi quello strumento non era mai preso in considerazione in modo
definitivo. Sebbene esso non si fosse fatto vivo da un po’ di tempo, tutti
sapevano che era solo questione di tempo prima che quell’essere trovasse un
nuovo modo per impossessarsi dei poteri di Emma e attaccasse. Dovevano solo
aspettare una sua mossa.
Quel giorno Emma era seduta sul divano con sua madre a
guardare la televisione, ma ormai non trovava niente che riuscisse a
intrattenerla a lungo e decise di fare una cosa che si era ripromessa di fare
da qualche tempo: ripulire la soffitta.
“Cosa stai facendo?” chiese Killian,
rientrato dopo la sua giornata di lavoro. Fu sorpresa di trovare Emma in quella
parte della casa, seduta a terra.
Emma continuò a tirare fuori cianfrusaglie e senza guardarlo
disse “Faccio quello che avrei già dovuto fare da tempo. Guardati intorno. Se è
così dopo due anni che viviamo in questa casa, come sarà fra dieci o quindici
anni?”
Killian si inginocchiò accanto alla donna e
spostandole i capelli dietro la schiena disse “Dovresti riposare e non stare qui a terra a lavorare!”
Emma non apprezzò molto quella frase e scostandosi dal tocco
del marito, un po’ seccata rispose “Sono prigioniera in queste mura da un mese Killian. Mi sento soffocare e irrequieta, quindi permettimi
di occupare la testa in qualche modo. Sono seduta e non sto guardando roba, non
sto facendo niente che non dovrei fare!”
“Tecnicamente no, ma sei seduta scomodamente a terra in mezzo
alla polvere, non fa bene né a te, né alla bambina!” disse Killian
cercando di evitare qualche sorta di discussione, che sarebbe potuta nascere
dal nervosismo di Emma e da una sua parola detta, sempre secondo Emma, nella
maniera sbagliata.
Fortunatamente per lui la donna non disse niente, ma continuò
a tirare fuori roba dallo scatolone che aveva davanti.
“Cosa contiene quel cofanetto love?” domandò l’uomo, vedendo
nelle mani della sua amata, uno scrigno in legno con piccoli ghirigori rifiniti
a mano. Gli sembrava di averlo già visto, ma solo quando Emma lo aprì
mostrandogli il contenuto, l’uomo si ricordò da dove esso potesse provenire.
Emma tirò fuori uno acchiappasogni, un ornamento non
particolarmente amato da Killian, in quanto erano
stati spesso usati dalla sua amata durante il suo periodo come signora oscura.
Tralasciando il fatto che proprio uno di quegli oggetti era il simbolo
dell’amore che c’era stato tra lei e Neal e temette che fosse proprio quello lo’acchiappasogni incriminato, ma Emma smentì quando glielo
domandò.
“è il tuo!””
Killian rimase stupito a quelle tre parole
“C-cosa vuoi dire? Ci sono dei miei
ricordi lì dentro? Ricordi che non mi hai restituito?”
“No, ho restituito tutti i ricordi che ho rubato, ma questo acchiappasogni
è quello che ha trattenuto i tuoi ricordi come signore oscuro. È stato quello
che mi ha fatto sperare di avere ancora il mio Killian.
Non ha più quelle memorie, ma mantiene ancora i sentimenti che ho provato
quando ti ho perso per la magia oscura. Quando non ti importava più di me e il
tuo solo pensiero era la vendetta!”
Killian non seppe cosa dire in quel
frangente.
“Non sono stata in grado di distruggerlo. Avrei voluto, ma ho
pensato che sarebbe potuto tornarmi utile!” disse Emma confondendo ancor di più
il marito. Sospirò e continuò “Non so cosa ci riserverà il futuro, se saremo
una coppia felice o se avremo momenti difficili e…nel caso dovesse succedere
qualcosa che possa mettere il nostro rapporto a repentaglio, questo acchiappasogni,
mi aiuterà a ricordare cosa ho provato in quei momenti bui, sperando che faccia
passare i nostri problemi in secondo piano, che me li faccia sembrare sciocchi,
in modo tale che tutto si possa sistemare.
“Emma, dopo tutto quello che abbiamo passato, dubito che
possa succedere qualcosa di così grave da separarci. Abbiamo la conferma che
tra noi c’è vero amore e guardano i tuoi genitori direi che possiamo stare
tranquilli. A parte la morte, niente ci potrà separare e se sono i vari litigi
che possono succedere a preoccuparti…bhe…è normale
che in una coppia ci siano degli screzi. Ci è già successo in passato e tutto
si è risolto!” disse Killian cercando di
tranquillizzare Emma. “Da dove viene questa tua insicurezza love?”
La donna sospirò “è che…ci sta succedendo di tutto. Non
riusciamo a stare tranquilli e questo ci mette molto pressione. In più se
aggiungi il mio nervosismo e che scatto per ogni singola scemenza io…” disse
prima che Killian la interrompesse “Emma, sei incinta,
i tuoi ormoni sono impazziti e con una minaccia di morte sulle tue spalle…
credimi se nessuno di noi ti da contro se qualche volta ci mandi a stendere per
le cose più banali. Non sarà questo ad allontanare me e nessun altro da te!”
“Forse hai ragione, ma nella mia infanzia ho cambiato così
tante famiglie per motivi di separazione, divorzi e problemi vari tra le
coppie. Non ho mai conosciuto l’amore vero o almeno non nel mondo reale. Tutto
sembrava finire per il peggio, ogni cosa con cui entravo in contatto!”
“Bhe allora puoi rilassarti, quello
che succede a Storybrooke ha poco a che fare con il
mondo reale, love!” disse Killian, accarezzandole una
guancia.
“lo so, me lo ripeto in continuazione. Continuo a sperare di aver trovato
veramente il mio lieto fine, ma cancellare 28 anni della mia vita dove tutto mi
si è rivoltato contro, mi viene ancora difficile. Non sei tu il problema Killian, sono io e…”
Killian abbassò lo sguardo e fece una faccia
preoccupata “Swan, guarda!” disse, facendole guardare
l’oggetto che aveva in mano “Cosa sta succedendo?” chiese, vedendo l’acchiappasogni
illuminarsi.
Emma sorpresa da un tale fenomeno, d’istinto lasciò cadere
l’ornamento a terra, il quale si spense immediatamente.
La salvatrice aveva provato una strana sensazione, una
emozione che ormai conosceva. Si guardò le mani e vide che queste erano
normali, nonostante ormai a quel punto il bracciale che le consentiva di
calmare i poteri della bambina, aveva finito il suo effetto.
I suoi poteri avrebbero dovuto cominciare a dare segni di
pazzia, ma niente di strano sembrava accadere.
“Emma, stai bene?” la chiamò Killian,
quando l’uomo vide che la sua amata era persa nei suoi pensieri.
“Ha assorbito i miei poteri!”
disse l’interpellata sbalordita in un sussurro.
“Cosa?” chiese Killian stranito.
“Credo che abbiamo appena trovato un modo per scaricare i
miei poteri in eccesso senza incendiare o far saltare in aria qualcos’altro!”
rispose Emma, la quale in risposta si sentì dire “Bhe
questa è una buona notizia, la scorta di lampadine è praticamente terminata!” Killian cercò di alleggerire la situazione, sebbene non gli
piaceva come si stavano mettendo le cose. Aiutò Emma a mettersi in piedi, dato
che ormai il pancione di sei mesi,
cominciava a renderle difficili gesti altrimenti semplici. La seguì nella
camera da letto, dove la vide tirare fuori dal loro armadio, una scatola con
all’interno del materiale a lui familiare.
“Hai intenzione di rimetterti a fabbricare gli acchiappasogni?
Dopo tutto quello che rappresentano e
hanno rappresentato in passato?” chiese per niente contento della cosa, in
quanto non erano solo oggetti per cancellare la memoria, ma erano ninnoli che
potevano essere usati per la magia oscura
e quindi ritorcersi contro di loro.
Questo suo timore però venne meno, contro la necessità di
controllo dei poteri di Emma e in poco tempo, casa Swan/Jones,
venne invasa dagli acchiappasogni.