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Autore: la luna nera    02/02/2018    7 recensioni
In molti si chiedono se siamo soli nell'universo e molti sono quelli che si interrogano sull'origine dei cerchi nel grano. Melissa ed il gruppo dei suoi amici non fanno certo eccezione e quando un cerchio nel grano appare proprio in un terreno alla periferia della città, non possono farsi certo sfuggire l'occasione. A loro si unirà Orion, il nuovo fidanzato di Aurora, ragazzo alquanto strano e taciturno, a tal punto che sembra provenire da un altro mondo.
Chi c'è dietro a quel misterioso pittogramma? Qualcuno sta lanciando messaggi dal cielo?
Genere: Fantasy, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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“Signori, qua non può stare nessuno.” Un giovane soldato si avvicinò al gruppo di amici e ad altri presenti, invitandoli ad andare via. “E’ pericoloso.”
“Perché?” Chiese Aurora. “Ci sono i mostri?”
“Ci sono radiazioni pericolose.”
“Mi possono rovinare la messa in piega?!” La ragazza portò le mani sui capelli. “Non potrei sopportarlo! Orion, portami via di qui!” Afferrò il ragazzo per la mano, trascinandolo verso le auto.
“Dai, ragazzi, andiamo.” Manuel non era di quell’avviso, tuttavia preferì assecondare l’ordine del soldato, non prima di accordarsi con il presidente degli Alien Hunters sull’invio di materiale e di informazioni.
Giunsero all’Archer’s e presero posto attorno ad un tavolino, tutti tranne Orion che invece si era seduto in disparte presso il bancone del bar. Sembrava completamente concentrato sul ciotolino delle arachidi, i continui e petulanti richiami di Aurora desiderosa di selfie non lo sfioravano affatto. Melissa osservava in silenzio, si sentiva ancora frastornata dagli ultimi avvenimenti e dalla rivelazione fattale dal ragazzo che l’aveva totalmente sconvolta. Benché lo desiderasse, decise di non raggiungerlo e restò in compagnia degli altri in attesa delle bibite che Giulio stava ordinando per tutti al bancone del bar.
“Ehi, fratello, ti unisci a noi o fai il lupo solitario?”
 Lui non rispose.
“Tutto bene, amico mio?”
Ancora silenzio. Orion sembrava assente in tutto e per tutto.
“Ehi, compare!” Gli diede una pacca sulla spalla e finalmente ricevette un segnale da parte sua.
Questi si voltò con l’aria apparentemente smarrita. “Che …..che stavi dicendo?”
“Ti senti male?”
“No no.” Sospirò profondamente. “Stavo solo pensando ad una cosa.”
“Se posso aiutarti, sappi che sono a tua disposizione. Tutti lo siamo.” Sorrise. “Per uno che resiste per più di due mesi con Aurora questo ed altro!” Si voltò a guardare la ragazza seduta assieme agli altri.
Si lasciò sfuggire un sorriso. “Grazie.” Si girò verso di lui. “Senti, posso chiederti una cosa?”
“Spara.”
“Ti è mai capitato di temere che, per colpa tua, delle persone a cui tieni molto possano correre dei gravi pericoli?”
Non si aspettava una tale domanda. “Oh, così su due piedi non saprei.” Rifletté a lungo. “Non mi pare di aver mai vissuto una situazione del genere.” Poi si voltò verso di lui. “E’ questo che ti preoccupa?”
“No, ho solo visto un film in TV l’altra sera in cui il protagonista si trovava in una situazione simile e mi sono chiesto cosa avrei potuto fare al posto suo, tutto qui.” Era la prima scusa passatagli per la testa.
“E allora?”
“Allora….” Pensò un istante. “I fenomeni dell’altra sera mi affascinano e mi mettono ansia. Secondo te quelli che abbiamo visto sono alieni?”  
Alzò il sopracciglio sinistro, sorpreso per le singolari domande rivoltegli dall’amico. “Alieni? Boh, non saprei… Certo, quei due erano abbastanza strani, tuttavia …” Si massaggiò la nuca. “Non lo so, dovresti parlarne con Manuel, è lui l’esperto e sostiene di averli pure fotografati.”
Già, Manuel, il fratello di Melissa, l’unica a sapere la sua scottante verità. Oramai glielo aveva detto e lei si era ripromessa di tacere, non poteva più tornare indietro. Non era pentito, tutt’altro, temeva solo l’arrivo da un momento all’altro di qualche nave spaziale da Hilon per riportarlo indietro e soprattutto temeva che i ragazzi potessero restarne coinvolti più del necessario. Non se lo sarebbe mai perdonato ed avrebbe fatto di tutto per difenderli e restare lì con loro sulla Terra.
Il Pianeta d’Acqua per lui ora portava solo e soltanto questo nome.
Prese l’arachide con cui aveva giocherellato e lo assaggiò: le sue labbra si piegarono in una smorfia di disgusto, quel coso era dannatamente salato, decisamente troppo se paragonato a ciò che era solito mangiare.



 

PIANETA HILON

Il Generale Ireon guardava la desolata campagna che circondava le mura della capitale Prothevos: ciò che vedeva dalla finestra del Quartiere di Comando era completamente grigio, triste, deprimente. La rivolta era stata sedata, il sangue dei traditori uccisi aveva imbrattato per lunghe settimane ogni angolo della città: quella città che un tempo era l’orgoglio dell’intero pianeta per il suo splendore ed il suo prestigio. Da quando sul trono sedeva re Kipsoron tutto era pian piano andato in malora, tutto tranne l’esercito che si era rafforzato in maniera esponenziale, arruolando tutti quelli in grado di combattere.  La cosa assurda è che non ricordava altro di ciò che era Hilon prima dell’ascesa al potere dell’attuale sovrano, persino la Megalis Vivlios in cui erano conservati i manoscritti più importanti, era stata sigillata e nessuno poteva accedervi tranne il re. Sembrava volesse celare qualcosa. E se quel qualcosa si riferiva a quanto rivelatogli dal Maestro Iersys? Da quando aveva letto le parole contenute nella pergamena, non aveva più dormito sonni tranquilli perché lui avrebbe generato la chiave per riportare Hilon al suo antico splendore, non ne capiva il significato ma quello era scritto nero su bianco. Il re avrebbe fatto di tutto per carpirne il senso, qualora avesse scoperto la strana tresca nata fra lo stesso Generale ed il Maestro d’Armi. L’unica cosa che aveva intuito era che suo figlio andava protetto ad ogni costo e fatto tornare lì in incognito fino a che i tempi non fossero stati maturi. Ed ora che probabilmente lo avevano individuato, le cose si sarebbero evolute più rapidamente di prima.
“Generale Ireon.” Iersys entrò nella sala, distogliendo l’uomo dai suoi pensieri. “Perdonatemi se vi ho fatto attendere.”
Mosse la testa. “Non dovete scusarvi, venerabile.”
“Generale….” Si avvicinò. “Ho avuto la conferma: il ragazzo si trova sul Pianeta d’Acqua e non è molto distante dal messaggio perlustrato in occasione dell’ultima missione.”
Annuì in silenzio facendosi scuro in volto. “Avrei dovuto immaginare che fosse finito in quel mondo remoto.” Abbassò lo sguardo. “Vedete, c’è una cosa che nessuno sa circa mio figlio.” Si era portato quel macigno dentro per anni ed anni. “Io non so se la mia vita terminerà presto, dopo tutto sono un guerriero e la morte potrebbe trovarsi dietro l’angolo. Credo sia giunto il momento che dica a voi ciò che ho tenuto segreto e che anche mio figlio ignora. Voi avete dimostrato grande lealtà ad Hilon, non al sovrano, ma ad Hilon stesso in quanto nostro mondo e fonte di ogni cosa: per questo vi chiedo di essere custode assieme a me del mio segreto.”
“Sarà un immenso onore per me, Generale.”
“Mio figlio Orion non è……non è un Hiloniano puro.” Aveva la voce rotta. “Sua madre non è una delle donne scomparse, sua madre si trova sul Pianeta d’Acqua ed è lì che lui è nato. L’ho portato qui subito dopo la nascita per varie ragioni e….” Si massaggiò gli occhi, liberarsi da quel macigno era stato impegnativo.
“Mhm.” Mugugnò Iersys. “Era ciò che speravo mi diceste.”
“Cosa?” Sobbalzò l’altro.
“Ero a conoscenza di tutto, devo confessarvelo. Leggo le stelle ed esse non tradiscono mai, rivelano ogni cosa e sono state proprio loro a guidarmi verso vostro figlio che, oltre ad essere un ibrido, è anche il predestinato.”
“Predestinato? Che cosa intendete?”
“Colui che attualmente siede sul trono è un sovversivo.” Lo disse con un filo di voce, poiché ciò che aveva rivelato era davvero scottante. “Non posso dirvi nei dettagli come ci sia riuscito perché perderemmo tempo, posso solo confermarvi che lì dove sta lui dovrebbe sedere vostro figlio.”
“State scherzando?” Il Generale non riusciva a credere alle sue orecchie, guardava con occhi spalancati il suo interlocutore. Ecco il significato di quelle parole: lui avrebbe generato la persona destinata a riportare Hilon all’antico splendore, aveva generato Orion, cioè il sovrano designato dalle stelle. Almeno così sembrava.
“Il simbolo delle tre stelle che porta sulla spalla destra ne è la prova. Per questo dobbiamo proteggere il ragazzo a qualunque costo. Voi avete alzato la vostra arma contro di lui non troppo tempo fa, non è vero?” Attese l’assenso quasi imbarazzato di Ireon. “Somasur lo ha protetto, portandolo lontano da qui, in quel pianeta remoto che lo ha visto nascere e dove esiste un corpo celeste ad esso praticamente uguale. L’eclissi che contemporaneamente si è verificata sul nostro mondo e l’altro ha creato un corridoio spaziale che ha rapito il ragazzo, portandolo lontano da qui proprio in virtù della sua parziale appartenenza al Pianeta d’Acqua. Per ora non posso dirvi altro, lo farò al momento giusto: uno di noi deve andare da lui, parlargli e spiegargli ogni cosa. Dovrà tornare qui e prendere il posto che il destino gli ha riservato. Io sono pronto a rischiare, partirei anche domani e….”
“No.” Lo interruppe l’altro. “Andrò io laggiù.” La sua voce era ferma e decisa. “Orion è mio figlio.”
“Saggia decisione, Generale.”
Ireon si chiuse in un profondo silenzio, Iersys non osò spezzarlo poiché comprendeva lo stato in cui si trovava l’uomo a fronte di quanto gli era appena stato rivelato. Decise di lasciarlo solo in modo che potesse metabolizzare il tutto e meditare sul da farsi, uscì dunque dall’ampio salone chiudendo alle sue spalle la pesante porta di legno.



 

PIANETA TERRA
BAR DELL’ARCHER’S
ALCUNE SERE DOPO

“Ragazzi, ho una grande notizia!”
“Che succede?”
“Guardate qua.” Nico mostrò agli altri la foto di un neonato. “Sono diventato zio: mia sorella stamani ha dato alla luce il mio nipotino.”
“Fa’ vedere.” Teresa si avvicinò al telefono per guardare il piccolino assieme a Melissa. “Meraviglioso!”
“Sì, è bellissimo!” Confermò l’altra. “Come si chiama?”
“Alessio.” Rispose Nico, fiero ed orgoglioso.
“Alessio?” Si intromise Aurora. “Puah, nome banale.”
“A me piace.” Ribatté lui. “E comunque deve piacere a mia sorella e a mio cognato.”
“Banali pure loro.”
“Oh, quante storie! Mai uno che ti vada bene!” Sbuffò Giulio.” Anzi, di’ un po’: tu come chiameresti tuo figlio?”
“Certamente con un nome alla moda, magari hollywoodiano. Ad ogni modo questo non è un problema che mi riguarda.”
“Beh, ancora siamo giovani per diventare genitori.” Constatò Cierre. “E comunque mio figlio, quando nascerà, porterà il nome di un grande campione, proprio come il suo papà.” Disse orgoglioso battendosi il petto.
“Io non lo so, non ci ho mai pensato.” Simone proprio non aveva idee. “E poi, caro il mio Cierre, potresti avere anche una femminuccia.”
“Oh no, assolutamente no. Una femmina proprio non si può!”
“Idiota. Le femmine sono centomila volte meglio dei maschi.” Lo contradisse Aurora.
“Ah sì? E perché, di grazia?.”
“Voi uomini non avete arte né parte, né un filo di charme e di classe. Parlare sempre di calcio, di marziani, di stronzate che non fanno ridere nessuno e che sono di stampo prettamente maschilista.”
“Gli uomini sono uomini e le donne sono donne.” Affermò Cierre incrociando le braccia.
“Wow, che scoperta! Ti daranno il Premio Nobel.” Sorseggiò il suo bicchiere d’acqua. “Comunque agli altri l’onore di sfornare marmocchi. Io non ne voglio sentir parlare almeno fino a quarant’anni e forse più. Le gravidanze sformano il fisico, fanno crescere i fianchi e la pancia; poi figuriamoci se posso rinunciare al mio tempo per stare attaccata ad una culla con un lattante che urla in continuazione, a cambiare pannolini puzzolenti e passare notti in bianco perché quello non vuole dormire! Ma stiamo scherzando?!”
“Capito Orion?” Simone diede una pacca sulle spalle all’amico silenzioso. “Mettiti l’anima in pace e invecchia senza figli.”
“Chi mi ama, mi aspetta.” Sentenziò lei. “Altrimenti non è degno di me.”
Calò il silenzio. Molte volte è decisamente meglio tacere che rispondere a certe affermazioni. I presenti si limitarono ad uno scambio di sguardi d’intesa reciproco. Poi Nico ed Eva ripresero a chattare con la sorella del ragazzo ed il suo compagno per avere altre foto del nipotino; Manuel finse di consultare il telefono alla ricerca di tracce aliene, così come Cierre che focalizzò la sua attenzione sulle App del calcio. Teresa e Melissa restarono in silenzio, imbarazzate sul da farsi; il silenzio fu spezzato poco dopo da Simone, stanco dell’imbarazzo creato da Aurora. Si alzò, fece qualche passo verso il bancone del bar, da lì poté verificare la disponibilità del campo di tiro ed avanzò la proposta. “Una sfida a tiro con l’arco?” Guardò il gruppo di amici. “Esclusivamente maschile?”
“Andata.” Manuel fu il primo ad alzarsi. “Io ci sto.”
“Ci vediamo più tardi per andare a far visita a mia sorella, ok?” Nico salutò Eva con un bacio.
“Ok, intanto vado a comperare un regalino per il piccolo.”
Nel giro di pochissimi secondi restavano solo Aurora, Teresa e Melissa sedute attorno al tavolino. Le due amiche si guardarono in faccia e, con un cenno d’intesa, raggiunsero il bancone del bar per un thé freddo, lasciando l’altra impegnata coi suoi selfie.
“In certi momenti non riesco proprio a sopportare Aurora, fa dei discorsi che mi fanno letteralmente saltare i nervi!” Sbottò Teresa.
“A chi lo dici… Non riesco a capire cosa ci trovi di tanto speciale mio fratello in lei.” Confermò l’altra.
“A me lo dici? E non capisco ancora come mai Orion non l’abbia mollata. Quel ragazzo ha una pazienza fuori dal comune.”
“Già….” Lei sapeva, ma doveva tacere persino alla migliore amica. Continuava a fissarlo mentre si trovava con gli altri al margine del campo di tiro. La sua pressione arteriosa iniziò ad aumentare quanto lui si tolse il giacchetto, restando con una maglietta piuttosto stretta, che metteva in risalto il suo fisico statuario. Ancora non era convinta sul serio che Orion fosse davvero un alieno, gli sembrava troppo assurdo. Però quel ragazzo le piaceva ogni giorno di più e vederlo in quei movimenti apparentemente comuni ed innocenti, la fece vacillare più del dovuto.
“Ehi! Base Terra chiama Astronave Melissa!”
Immobile.
“Yu-uh! Ci sei?”
La ragazza aveva lo sguardo trasognato e non riusciva a sentire alcunché.
“Melissa!!” Agitò vigorosamente la mano davanti alla faccia dell’amica che pareva ipnotizzata. Solo un pizzico sulla guancia la fece tornare in sé.
“Ahia!” Guardò l’amica in modo scherzoso e minaccioso massaggiandosi la parte dolorante. “C’era proprio bisogno di farmi male?!”
“Beh, tesoro mio…. Se quello che ho visto corrisponde a quello che penso, di male te ne farai molto di più.”
Si voltò verso di lei con aria imbarazzata.
“Ehi, con me non attacca. Ti sei letteralmente imbambolata a fissare Orion e tu sai chi è la sua dolce fidanzatina, vero?” Mimò la faccia innamorata che attende il bacio.
“Ma per favore, Teresa! Sii seria!”
“Oh, sì che lo sono.” Incrociò le braccia. “Ti piace Orion, non negarlo.”
Melissa non negò, ma neanche confermò, continuando a guardare i ragazzi in silenzio.






 

Ciao a tutti!
Ho cercato di fare del mio meglio per aggiornare un po’ prima di quanto avevo previsto: in occasione del capitolo precedente (che continuo a ritenere poco esaltante) vi avevo promesso delle grandi rivelazioni su Orion ed eccole qua. Spero di non avervi deluso e che il capitolo non sia risultato per voi troppo lungo , sapete bene che il vostro parere è fondamentale per andare avanti con la vicenda, la quale si sta piano piano complicando sempre di più. Insomma, Melissa si sente attratta da Orion in modo piuttosto palese, lui non sa di essere nato sulla Terra e che il destino gli ha riservato un compito fondamentale per il futuro di Hilon, ragion per cui vi dovrebbe fare ritorno. Intanto suo padre sembra in procinto di partire per la Terra.
E’ abbastanza intricato?
Attendo con ansia i vostri commenti. Grazie a tutti!

Un abbraccio
La Luna Nera

 

 

 

  
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