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Autore: AminaMartinelli    04/02/2018    0 recensioni
Sebastian è un angelo del Primo Cerchio, un possente Angelo Soldato dell'Esercito Celeste troppo sensibile alle sofferenze umane. Incline alla ribellione riceverà una punizione esemplare: un esilio sulla Terra, il pianeta che tanto lo attira. Qui incontrerà la sua Nemesi: James Moriarty, consulente criminale, l'uomo che lo sconvolgerà e metterà in discussione tutte le certezze dell'angelo. Sebastian riuscirà a salvare quell'anima inquieta o Jim sarà la sua dannazione?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Jim Moriarty, Sebastian Moran
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Si trovò a varcare la soglia di una lussuosa abitazione alla periferia si Londra. Insieme al suo obbiettivo entrò in un grande studio, l’uomo si diresse con passo lento verso un mobile bar e con la stessa lentezza si versò un liquore.
 “Adesso puoi anche smettere di nasconderti. Sei in casa mia, mi devi perlomeno una presentazione. – disse girandosi con studiata noncuranza – Ah, ma forse sei timido…vorrà dire che comincerò io: James Moriarty, lieto di fare la tua conoscenza…”
 “Tu…mi vedi? “– Sebastian era perplesso: com’era possibile che lui, solo lui riuscisse a vederlo?
 “Ti vedo, e devo ammettere che è una visione non proprio sgradevole. Ma perché la cosa ti meraviglia tanto?”
Sebastian lo fissò dritto negli occhi:
 “Perché io sono invisibile.”
Moriarty fece un mezzo sorriso ma ne risultò un’espressione di lieve disprezzo:
 “Ma certo. Come ho fatto a non pensarci. Benvenuto in casa mia, Uomo Invisibile.”
 “Non mi credi…”
 “Ti credo. Ora che le presentazioni sono fatte dimmi cosa ci fai qui e perché mi seguivi, e fai attenzione a darmi una risposta soddisfacente perché da questo dipende la mia decisione.”
“Quale decisione?”
 “Se buttarti fuori dopo averti fatto dare una lezione o far buttare fuori il tuo cadavere.”
L’angelo si erse in tutta la sua statura raddrizzando le spalle e sollevando il mento in un istintivo gesto di sfida:
 “Tu non puoi uccidermi.”
 “Ah! – la voce di Moriarty tuonò nella stanza – Non dirmelo: sei anche immortale…”
 “…e invulnerabile.”
 “Grandioso! Mi perdonerai, spero, se metterò alla prova queste tue affermazioni. Ma lo farò più tardi: non mi hai ancora detto cosa fai qui, cosa vuoi da me.”
“Che tu la smetta con le tue malefatte.”  
Per poco Moriarty non sputò il liquore che stava bevendo:
 “Le mie…cosa?!”
 “Le tue malefatte. Devi smetterla di fare del male alla gente.”
Il viso di Moriarty divenne gelido ed inespressivo. Appoggiò il bicchiere sul tavolino e fece un passo verso lo sconosciuto che lo fissava. Quei movimenti suscitarono in Sebastian una insolita reazione: si irrigidì e serrò la mascella, come se dovesse difendersi, come se provasse…paura? Assurdo. Lui non aveva mai provato paura per sé stesso e, del resto, chi sulla Terra poteva infondergli un tale sentimento? Però quell’uomo che lo stava fissando con insistenza, con uno sguardo vuoto ma allo stesso tempo minaccioso, e aveva appena fatto un altro passo verso di lui sembrava averne il potere e gli occhi dell’angelo si spalancarono senza che lui potesse evitarlo, incatenandosi a quelli grandi e scuri di James. Come potevano occhi così belli essere tanto terrificanti? Questo pensiero attraversò la mente di Sebastian lasciandolo ancora più incredulo riguardo a ciò che stava provando: non solo quell’umano gli incuteva timore, ora lo trovava anche…bello? Per un istante sul suo viso si dipinse la confusione che agitava i suoi pensieri, questo impercettibile cambio di espressione fu colto da Moriarty nel cui sguardo passò un lampo di curiosità e smise di avanzare verso di lui.
 “Come ti chiami.” – non era una domanda, era un ordine.
 “Sebastian.” – non voleva realmente rispondergli ma non poté evitarlo.
 “Sebastian come.” – altro ordine, ma l’angelo non capì. Cosa che lo fece sentire ancora più a disagio.
 “Sebastian. Che altro vuoi sapere?”
Gli occhi di Moriarty divennero due fessure.
 “Il tuo cognome, ovviamente.”
 “Cos’è un cognome?” – anche Sebastian assottigliò lo sguardo. James spostò il peso sulla gamba destra ed incrociò le braccia, in un atteggiamento apparentemente rilassato.
 “Quindi…timido, invisibile, immortale, invulnerabile e…stupido? O ti senti spiritoso? Non mi fai ridere, in ogni caso, ed hai fatto un considerevole passo verso l’essere buttato fuori cadavere “mister immortalità”. Dimmi il tuo cognome o non saprò cosa far scrivere sulla tua lapide.”
 “Io non so perché sei tanto nervoso. Ma se non mi spieghi cosa vuoi sapere non potrò risponderti…”
Jim lo guardò ancora più intensamente, riflettendo. Una delle sue doti era proprio la capacità di leggere nelle persone, capire quando mentivano, e quel tipo sembrava maledettamente sincero. Così decise di rispondergli a tono.
 “Il cognome è quella parola che sta dopo il nome, hai presente? Io mi chiamo James Moriarty. James è il nome, Moriarty il cognome. Chiaro, adesso?”
L’angelo sembrò rilassarsi.
 “Chiaro. Ma io mi chiamo Sebastian. Gli angeli non hanno un cognome.” – si era rilassato troppo, accidenti! Non era sua intenzione rivelargli la propria identità, ma le parole erano uscite dalla sua bocca senza controllo.
 “Gli angeli.” – Moriarty appoggiò una mano sul mento – “Così tu saresti un angelo. Uhm…e si chiedono di che sesso siate. Io non avrei dubbi, al riguardo…” - mentre diceva queste parole il suo sguardo percorreva compiaciuto la figura alta e snella, muscolosa ma non troppo, del giovane uomo davanti a lui. Sebastian percepì un calore inspiegabile che si diffondeva sul suo volto umano, infiammando quella pelle umana così sensibile e facendolo sentire misteriosamente vulnerabile. James, vedendolo arrossire, non poté trattenere un sorriso sornione che si trasmise ai suoi occhi facendoli brillare. La scintilla in quegli occhi si trasformò in un fuoco che lasciò interdetto l’angelo inducendolo ad aprire e chiudere involontariamente la bocca due volte, quasi stesse boccheggiando.
 “Ti senti male? Sembra che tu non riesca a respirare.”
Sebastian si riscosse.
 “Sto…bene. Credo.” – era veramente confuso, provava sensazioni che non riusciva a capire né tantomeno a spiegarsi ed era la prima volta che gli accadeva, pur avendo avuto a che fare con gli umani fin dalla sua creazione.
 “Sai cosa credo io?”
 “Cosa...”
James gli indicò una poltrona alla sua sinistra e andò a sedersi su quella di fronte.
 “…che dopotutto non ti butterò fuori, non subito almeno. Ho l’impressione che tu abbia molte cose da raccontarmi e che, di qualunque cosa si tratti, sarà…sorprendente.”
L’angelo lo seguì con lo sguardo finché non si fu seduto, per poi imitarlo senza fiatare. Senza alzarsi James prese la bottiglia del liquore ambrato che stava bevendo poco prima e ne versò un po’ in un bicchiere che porse a Sebastian.
 “Fatti coraggio, amico, questo ti aiuterà.”
Lui afferrò con riluttanza il bicchiere, ne annusò il contenuto poi lo assaggiò. Fece una comica smorfia appena il sapore forte si sparse nella sua bocca, ma deglutì lo stesso e immediatamente si sentì invadere da un lieve, piacevole torpore. Si appoggiò all’indietro allo schienale della poltrona e bevve un altro sorso del liquore.
 “Cosa vuoi sapere…”
James gli rivolse un sorriso sghembo.
 “Tutto.”
   
 
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