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Autore: Scythe_Master_Branwen    04/02/2018    2 recensioni
-Qrow, credi che sia in grado di farlo?- domandò ad un tratto, il cuore che le martellava all’impazzata nel petto -Fare cosa?- il ragazzo aprì gli occhi, guardandola con aria interrogativa. Summer si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, poi prese il viso di lui tra le mani, le punte delle dita che toccavano il mento
affilato di lui -Questo...-
Questa Fic riguarda il mio interesse per la teoria secondo cui Qrow Branwen sarebbe il vero padre di Ruby Rose e il rapporto che il sopracitato Qrow aveva con Summer Rose prima che quest'ultima morisse.
Disclaimer: Tutti i personaggi qui presenti sono di proprietà di Rooster Teeth e la fic è stata scritta solo per il piacere di farlo e per l'affetto che provo nei confronti dei personaggi, ciò nonostante, la storia è di mia invenzione (pur essendo stata ispirata da una fan art su internet), pertanto non è possibile utilizzarla o citarla senza il mio consenso.
Buona Lettura!
Genere: Fluff, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Qrow Branwen, Summer Rose, Taiyang Xiao Long
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era felice. Anzi, euforica. No, estasiata. Lo aveva appena scoperto e non vedeva l’ora di comunicarlo a Qrow, anche se aveva un po’ paura di come avrebbe reagito.
Era passato qualche anno dall’inizio della loro storia e le cose non potevano andare meglio tra loro. Poi c’era stata quella notte, poco tempo prima, che avrebbe cambiato le cose, sperava, in meglio.
Stava aspettando su quella stessa collina dove era cominciato tutto, quando vide Qrow in lontananza e di colpo il suo cuore prese a battere più in fretta, mentre sentiva l’agitazione e l’emozione crescere dentro di lei.
Nel giro di pochi minuti, il ragazzo era arrivato -Ehi, scusa il ritardo, ma un amico aveva bisogno di me- Summer lo guardò preoccupata -Tai?- lui annuì -Ha avuto un crollo, alla fine e non mi andava di lasciarlo da solo ad affrontare la cosa- fece un sospiro -a quanto pare devo occuparmi di sistemare i disastri che mia sorella ha fatto...- Summer abbassò lo sguardo -Ancora non riesco a credere che Raven se ne sia andata, che ci abbia abbandonati...che abbia abbandonato sua figlia- Qrow si avvicinò, accarezzandole dolcemente i capelli e abbracciandola -Non pensarci. Mia sorella è sempre stata...difficile- si staccò appena da quel contatto, per evitare che il ragazzo si accorgesse che stava tremando per l’agitazione.
Si sedettero all’ombra dell’albero, come facevano sempre e parlarono un po’, soprattutto delle missioni che Ozpin aveva affidato a Qrow ultimamente; non sapeva da dove iniziare a dirgli ciò per cui erano lì.-Come sta la piccola Yang?- domandò ad un certo punto -Lei sta bene. Ogni volta che la guardo, è come vedere una piccola Raven con i capelli biondi e gli occhi viola...non deve essere facile per Tai- annuì, poi raccolse tutto il coraggio che aveva -Qrow c’è...c’è una cosa che devo dirti- il ragazzo la guardò con un sorriso -Beh...ecco, io l’ho appena scoperto e...e non so come...- Qrow fece finta di svenire, ridacchiando -Wow! Calma, o mi farai venire il mal di testa- Summer rise. Una risata nervosa più che altro -Qrow...io...sono incinta-.

Si paralizzò, sbarrando gli occhi per la sorpresa -Tu...cosa?- si sentì mancare il fiato. Un figlio. Un’altra vita che sarebbe stata perseguitata dalla sua maledizione -Se è uno scherzo...- Summer abbassò la testa coperta dal cappuccio bianco -No, ehi, aspetta...non volevo dire che...- la ragazza alzò lo sguardo, gli occhi argentati erano lucidi, come se stesse per mettersi a piangere. Non era uno scherzo. Il suo battito cardiaco accelerò. Un brivido gli corse lungo la schiena -No, no, no...- mormorò a denti stretti, alzandosi in piedi e appoggiandosi al tronco dell’albero, dando le spalle a Summer. Le gambe gli tremavano -Qrow, io non capisco...speravo che saresti stato felice, che avremmo potuto avere un futuro insieme. Non vuoi un figlio? Non te la senti di fare il padre? Oppure...non vuoi che io e te...- la ragazza si alzò, avvicinandosi a lui e sfiorandogli una spalla, la voce incrinata -Non è che non voglio, Summer. Non posso- si girò a guardarla. Erano i suoi di occhi quelli che ora erano diventati lucidi. Summer lo guardò, senza capire quello che le sue parole volevano comunicarle realmente -La mia Semblance...io porto sfortuna, lo sai anche tu Summer- la ragazza si avvicinò ancora -Ma tu puoi gestirla, lo so che puoi! Quando sei con me, o con Tai...- la interruppe -Non posso gestirla, invece. Tu, Tai, perfino Raven, siete tutti addestrati, sapete badare a voi stessi, ma un bambino...quante volte nelle nostre missioni ho rischiato di farvi ammazzare tutti? Immagina con un bambino indifeso cosa potrebbe accadere!- Qrow era disperato e sapeva che Summer se ne era accorta -Io...vorrei tanto avere una famiglia mia. Una famiglia nostra. Ma non posso. Non riuscirei mai a perdonarmi se accadesse qualcosa a nostro figlio- Summer iniziò a singhiozzare, le lacrime che le rigavano le guance -E cosa dovremmo fare, Qrow? Lasciarci? Mi dispiace, ma io non posso...io...io ti amo...-.

Qrow la baciò. Un bacio carico di infinita dolcezza, ma anche di disperazione -Non ti lascerei mai, Summer. Mai- la abbracciò subito dopo, tenendola stretta, come se avesse paura che lasciandola andare, l’avrebbe persa per sempre. Si aggrappò a lui come se non le rimanesse altro al mondo -E allora...che cosa facciamo?- le lacrime bagnavano sia il suo mantello che la giacca di Qrow. Lui sospirò sconsolato -Forse...una soluzione c’è-.

Quasi Un Anno Più Tardi

Erano a casa di Taiyang. La piccola Ruby si era addormentata tra le sue braccia, avvolta da una coperta di colore rosso acceso. Qrow era insieme a lei, un braccio intorno alla sua vita, mentre con l’altra mano accarezzava dolcemente la testa della bambina -Ti assomiglia, sai?- disse guardandola con un misto di malinconia e dolcezza nello sguardo e nella voce. Quella decisione gli pesava e anche se cercava di nasconderlo, lei riusciva comunque a vederlo -Non è troppo tardi...puoi ancora cambiare idea- gli disse, guardandolo a sua volta. Vide un lampo di esitazione nei suoi occhi, un luccichio di tristezza, ma così come era apparso, quel lampo scomparve -No. Questa è...è la cosa giusta da fare. Per lei- Qrow stava per mettersi a piangere -Vuoi...vuoi che ti lasci un po’ solo con lei?- domandò, appoggiandogli una mano sulla spalla. Il ragazzo annuì. Lo baciò, cercando di infondere in quel gesto tutto l’amore che provava per lui, poi sorrise e uscì dalla stanza.

Rimase solo con Ruby -Ehi...- Prese in braccio la bambina. La sua, la loro bambina -So che nella tua vita non sarò presente come dovrei, ma questo è l’unico modo che ho per tenerti al sicuro- iniziò a cullarla dolcemente -Non potrai contare sul tuo vero padre, ma potrai sempre contare sul vecchio zio Qrow...- sentì gli occhi pizzicargli -Però sappi, che ovunque sarò, ovunque andrò, io sarò sempre con te- le lacrime iniziarono a rigargli le guance -Papà ti vuole bene...te ne vorrà sempre- diede un bacio sulla fronte alla piccola, che si svegliò, aprendo i suoi dolci, piccoli occhi argentati e sorridenti.
Fece di nuovo addormentare la bambina, poi la portò in salotto, dove Summer e Taiyang stavano aspettando. Tai si alzò, prendendo in braccio Ruby e guardandolo, un’implicita domanda nello sguardo “Sei sicuro?”; annuì, poi lui e Summer uscirono fuori dalla casa -Cosa farai ora Qrow?- la ragazza lo teneva per mano -Andrò da Ozpin a chiedere nuove direttive sulla nostra piccola operazione segreta- sospirò, mettendosi di fronte a Summer e prendendole l’altra mano -Quando ci vedremo?- gli occhi argentati di lei si fissarono nei suoi -Appena saprò qualcosa da Oz, ti manderò tutti i dettagli- disse; lei si mordicchiò il labbro, proprio come aveva fatto quando tutto aveva avuto inizio -Potrei venire con te- disse Summer con un sorriso che mal celava la sua tristezza -Sarebbe bello- rispose, stringendola in un abbraccio.
Passarono ancora un po’ di tempo nei boschi vicino a casa di Taiyang, finché il sole non iniziò a tramontare -Summer, è ora che vada- lei lo baciò un’ultima volta, appassionatamente, come se volesse che quel momento durasse in eterno, poi, con le lacrime che le scendevano lungo le guance, fece un mezzo sorriso -Guai a te se non ti fai sentire- sorrise a sua volta, asciugandosi gli occhi con la manica della giacca -Promesso-.
Una volta che si furono salutati, Qrow si allontanò di qualche passo, dopodiché saltò e si trasformò in un corvo nero come la notte che stava scendendo, prendendo il volo e allontanandosi sempre più.
Mentre era in aria, si domandò come facesse a volere con quel gigantesco peso che aveva sul petto.

   
 
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