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Autore: QueenOfEvil    10/02/2018    1 recensioni
« Buffo, pensa Randall, mentre si sente scivolare verso il basso, la gravità che lo attira sempre più nell’abisso in cui è destinato a scivolare, buffo che l’ultimo ricordo che avrà del suo migliore amico -il suo pacato, razionale, cauto migliore amico- saranno urla, lacrime e sudore.
Non è in quel modo che avrebbe desiderato morire.»
Genere: Angst, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hershel Layton, Randall Ascot
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Baratro




La mano di Hershel è sudata.

Buffo, pensa Randall, mentre si sente scivolare verso il basso, la gravità che lo attira sempre più nell’abisso in cui è destinato a scivolare, buffo che l’ultimo ricordo che avrà del suo migliore amico -il suo pacato, razionale, cauto migliore amico- saranno urla, lacrime e sudore.

Non è in quel modo che avrebbe desiderato morire.

O meglio, una parte di lui aveva immaginato -sperato?- che la sua uscita di scena sarebbe stata spettacolare, memorabile, ma è troppo presto, dannatamente troppo presto: ci sono ancora troppe cose che deve fare, troppo che deve scoprire… dire…

Vivere.

Ripensa ai suoi genitori, a Erik -e al robottino che gli aveva regalato anni prima… chissà se lo aveva conservato per tutto quel tempo!-, e alla città di Stansbury -così noiosa, aveva pensato qualche ora prima. Così bella si ritrova a considerare in quel momento con nostalgia-.

Per ultima, nella sua mente gli appare l’immagine di Angela. Lo stomaco gli si attorciglia su se stesso e sulle labbra si delineano, mute e impercettibili, le sillabe di un «Ti amo» che lui non avrebbe mai avuto occasione di dire e lei di sentire.

Lo avrebbe pianto? Si sarebbe disperata? Sarebbe andata avanti?

Riguardo l’ultima domanda, è sicuro di sì: è una ragazza forte, la sua Angela, che ufficialmente sua non era mai stata. Avrebbe trovato la felicità in altri modi. In un altro posto, magari.

Con un altro uomo.

La stretta di Hershel sta cedendo e sente, lontane e vicinissime, le suppliche del suo amico perché gli tenda anche l’altro braccio, in modo da poterlo afferrare.

Sanno entrambi che non servirebbe a nulla: se acconsentisse, non farebbe altro che trascinare nel vuoto anche lui e questo non può accadere.

È solo sua la colpa di ciò che è capitato. E solo lui ne pagherà il prezzo.

Ma il segreto di Akubadain non può rimanere sepolto.

Hershel ha le capacità per risolvere il mistero: è il suo destino diventare un archeologo, anche se Randall se n’è reso conto prima di lui.

Con uno sforzo, lottando contro la gravità, la stanchezza e il tamburo impazzito che sente scoppiare nel petto, tenta di alzare la maschera, ancora impugnata saldamente nella sua mano destra, per metterla al sicuro.

Per assicurarsi che i suoi sforzi valgano a qualcosa.

Per passare il testimone dell’impresa a qualcuno di meritevole quanto lui.

Ma la mano di Hershel cede -il sudore di certo non facilita l’impresa- e Randall perde la presa.

È un attimo, un attimo che sembra durare una vita intera.

Il vuoto lo inghiotte, famelico, insieme al suo prezioso reperto. Alle sue speranze per un futuro migliore.

“Dovrai trovare un altro modo per trovare il tesoro, amico mio” è l’ultima cosa che riesce a pensare “Dopotutto, abbandonare un enigma non è affatto degno di un gentiluomo”

Poi sente un tonfo, l’impatto dell’acqua contro il suo corpo e un dolore lancinante alla schiena.

Infine, il nulla.

 

 

 

 

 

 

 

 






 

 

One, two, three, four, did you miss me Monte d’Or?

 
   
 
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