Eccomi
qua!!!!!!!!!!!!!!!!E' mai possibile che io devo
scrivere tutte le fic contemporaneamente???Così non
le finirò mai!!!!!!!!!!!
Questa
è sul mio amatissimo Kodocha.Non so se i sentimenti
dei bambini possano essere così profondi ma credo di sì...nei pensieri
perlomeno...e poi a sto mondo tutto è possibile!
Soprattutto se ci si mette in mezzo Sana!
Ho
dovuto apportare una modifica alla storia originale (me ne scuso con la mitica,
insuperabile Miho Obana-sama
che tra l'altro ha tutti i diritti ecc. ecc. sui
personaggi di Kodocha) ma se no non andava bene. La modifica sostanzialmente
è questa: la mamma di Akito non è morta ma è rimasta
in ospedale dopo la nascita del bimbo che adesso ha cinque anni (più o meno...)
Per
facilitare la lettura:
*blablabla* = flashback
"blablabla" = pensieri
-blablabla- = discorso
IN
FONDO ERANO SOLO BAMBINI
*Mamma...mammina...sono io...mammina come
stai? Stai bene vero mamma? Tornerai presto a casa vero?*
*Acchan stai tranquillo, certo che sto bene, la tua mamma
non ti abbandonerà mai, sarò sempre vicino a te*
*Non è
vero...speravo che non fosse vero...papà mi ha detto che...*
*Ti ha
detto tutto papà vero? Non preoccuparti...sarai felice lo stesso*
*Non è
vero mamma...papà e mia sorella mi trattano male...sono cattivi...se tu non ci
sei, insieme a me io non potrò mai essere felice*
*Io
sarò sempre con te Acchan, sempre....ti
voglio bene*
*Anch'io
ti voglio bene mamma...* (1)
"Quanti
mesi sono passati? Sette forse..."
*La... la mamma, la mia mamma è...è morta!Sniff...E'
solo colpa tua!!!Vattene!* La sorella urlava piangendo dopo un'altra delle sue
crisi, suo padre non parlava, lo guardava con occhi freddi
*E'
tutta colpa tua!!!!Non l'hai ancora capito? Esci da
questa casa demonio!!!*
"Questò...è successo solo mezz'ora fa...è passata solo
mezzora...come mai il tempo scorre così lento?"
Un
bambino sedeva tranquillo su un'altalena spinta dal leggero venticello che
soffiava nel parco giochi.
Intorno
a lui altri bambini della sua età e più grandi correvano e si divertivano
spensierati. Ma quel bambino biondo aveva gli occhi
bassi, lo sguardo fisso a terra. .
Solo ogni tanto sbirciava fuori, da dietro la sua frangia che
ondeggiava al venticello leggero, per controllare che nessuno lo stesse
disturbando.
All'entrata
del parchetto una bambina, che doveva avere la sua stessa età entrò correndo e saltando. Sembrava felice, molto
felice. I suoi due codini rossicci ondeggiavano a ogni
movimento della bambina.
Quel
giorno lei voleva divertirsi, qualunque cosa le fosse
capitata.
Salì
di corsa le scale dello scivolo, si sistemò bene la gonna dopo che si fu seduta
e iniziò a scivolare giù. Le aveva sempre dato una
strana sensazione lo scivolo, era come se scivolasse via dai suoi pensieri ogni
volta che le capitava qualcosa di triste.(2) Quel giorno più che mai.
Il suo
sguardo cadde sull'altalena...sì, aveva proprio voglia
di svolazzare un po' su e giù.
"No!!!!Sono tutte e due occupate!Ma io ci voglio andare....e
quel bambino non ci sta neanche giocando...bene! Non sarà certo un biondino a
fermarmi!"
Con il
suo passo deciso si avvicinò all'altalena e chiese, dapprima gentilmente al
bambino di scendere.
Quello,
neanche alzò lo sguardo, continuò imperterrito a fissare il terreno. Sotto i
suoi piedi c'era una conca e sembrava che lui ce la stesse
mettendo tutta per aumentarne la profondità.
La
bambina a quel punto si era innervosita, mai nessuno, fino a quel momento, non
l'aveva degnata di attenzione.
-Ehi
biondino, ti sposti?-
Finalmente
il bimbo alzò lo sguardo e incontro quello della bambina. Entrambi rimasero stupiti nel vedere la profondità degli occhi
dell'altro. Mai avevano visto degli occhi così profondi e tristi in un bambino.
Non capivano da dove venisse quella profondità e ciò
li incuriosiva.
-No,
non mi sposto, qua ci sono arrivato prima io- il bambino finalmente parlò e la femminuccia non aspettò a controbattere
-Ma
non la stai nemmeno usando, ci stai solo seduto Vai su una panchina!-
-Non
voglio!-
-Come non...- la bimba si ea accorta che
l'altalena a fianco era rimasta libera e corse a sedersi.
Dopo
che ebbe iniziato a dondolarsi lentamente fece la
lingua al biondino che la vide di sfuggita
-Hei! Vieni qui, pretendi di farmi
scendere quando non ne hai nessun diritto e poi mi fai anche la linguaccia?-
-Sì...hai qualche problema al riguardo?- la bambina non si faceva
intimorire dagli occhi arrabbiati e tristi di quel biondino
-Certo
che ho un problema, non ti sopporto!-
-Neanch'io se è per
questo!-
Si
voltarono entrambi da un'altra parte facendo finta di nulla.
Dopo
un po' la bambina si girò per vedere cosa stava facendo l'altro, nello stesso
instante lui diede un occhiata e il suo sguardo
intercettò quello di lei. Entrambi si rigirarono
arrabbiati per essere stati scoperti.
Passarono
cinque minuti, a quel punto la bambina, non seppe più trattenersi
-Senti
tu...come ti chiami?-
-Io...
e perchè te lo dovrei dire?-
-Perchè lo voglio sapere, comunque io
sono Sana!- un'altra linguaccia
-Stupida!
Io sono Akito...-
Il
silenzio piombò di nuovo su di loro e nessuno fiatò per altri cinque minuti,
poi finalmente Sana decise di parlare
-Senti...Akito...posso chiamarti Acchan?-
-No!-
-Allora
Acchan...sei triste?-
-Ti ho
detto di non chiamarmi così! E comunque non ti
interessa!-
-E invece sì! Dai! Dimmelo!!! Se no sei un
bambino antipatico!-
-...-
-Acchan è antipatico!-
-Non
chiamarmi così!!!-
-Sei anche noioso!!-
-Uffa!
Tu lo sei più di me! Perchè
non mi lasci in pace?- ormai Akito si era stancato
-Va
bene...-
-E comunque non sono l'unico a sembrare triste...-
-Perchè?- chiese con finta aria ingenua Sana
-Anche tu sei triste!-
-Io? Ma che dici? Non vedi come rido?-
Sana scoppiò a ridere, una risata finta
-Si
vede da chilometri che hai qualcosa che non va! E non ridere in quel modo, mi da i brividi....-
-Ah
sì?- Sana imitò nuovamente la risata di prima
-Ho detto
basta!!!!!-
-Ok...ma adesso mi dici perchè sei triste?-
-Solo se me lo dici prima tu...-
-Va
bene ma mi prometti che dopo me lo dici?-
-Certo!-
i due bambini fermarono le altalene e si strinsero il mignolo, poi tornarono a sedersi
-Oggi
la mamma mi ha detto una cosa...- cominciò Sana
-...che mi ha fatto preoccupare...ha detto che lei non è la mia vera mamma! Che
la mia mamma è un'altra persona che nessuno conosce!-
-E...- la incoraggiò Akito
-E...io non ci credo! Non è possibile, la mia mamma è
la mia mammina! Non c'è nessuna altra
che può essere la mia mamma!!! Io voglio bene alla mia mammina...non
voglio che nessuno me la portì via...o mi porti via
da lei...-
Sentendo
quelle parole il viso di Akito
si fece ancora più triste di quanto già non fosse in precedenza
-Cos'hai Akito? Cosa
ho detto?-
-Tu...Sana...sei
fortunata, ne hai persino due di mamme...-
-In
che senso...no io non ho due mamme, ne ho solo una, la
mia mammina...-
-Tu
sei fortunata....- il viso di Akito
fu rigato da una lacrima solitaria(3), Sana lo fissò con aria interrogativa
-Vedi
la mia mamma è morta un po' di mesi fa...-
Sana
fissò il suolo, senza sapere cosa dire
-Mi dispiace...- mormorò infine
-Di cosa ti dispiace?-
-Che non c'è più-
-Ma
come può dispiacerti, tu non l'hai conosciuta e non è stata colpa tua...-
-Ma...mi dispiace per te-
-Non
può dispiacerti per me...questa è una cosa che si inventano
gli adulti! Dire mi dispiace è come scusarsi...e non c'è motivo di scusarsi...-
Sana
rimase colpita da quelle parole, non ci aveva mai pensato
-E'...è vero...-
-Io
però ormai...ho capito che la mamma se ne andata
ma...adesso mia sorella e mio papà danno la colpa a me...-
-Come
mai? Non possono!- Sana era scandalizzta, come
potevano incolpare un bambino per la morte della madre
-Vedi...perchè la mia mamma si è ammalata gravemente dopo che sono
nato...è stata colpa mia!-
-Non è vero, tu non ne puoi niente! Queste sono delle idee
stupide! Non ci devi credere! E neanche tuo papà deve
pensarle delle cose del genetre! Gliela faccio
passare io la voglia...-
-Grazie...-
Akito era rimasto affascinato dall'aura combattiva
che si espandeva attorno alla ragazza(4)
-E di cosa?-
-Per
aver pensato di aiutarmi...-
-Ma io
non lo penso, lo faccio!!! Adesso vado da tuo padre
e...-
-No!
Aspetta! Cosa potresti fare? Prenderlo a calci? Comunque... io vorrei ricambiare questo tuo pensiero... in
cosa ti posso aiutare?-
-Non
lo so... sai la mamma mi ha fatto promettere che sarei diventata famosa ma...-
-Ma?-
-Ma ho
paura di non farcela...sono piccola...-
-Non è
vero! Tu puoi farcela sicuramente, e io ti aiuterò!-
-Grazie!
Allora ci facciamo una promessa?-
-Va
bene Sana! Da oggi ci aiuteremo a vicenda!-
I due
bambini si strinsero nuovamente il mignolo per consolidare una promessa che non
si sarebbe mai sciolta.
-Sai
solo una cosa Sana...io...stasera devo cambiare casa, non so se ci riincontreremo di nuovo...-
-Non
importa! Ci aiuteremo quando ci incontreremo, e ciò
succederà senza dubbio! Magari a scuola...-
-Va
bene! Sono sicuro anchio che ci rivedremo...-
-Però
adesso andiamo a giocare!!! Sullo scivolo!!!-
-Sì!!! Sullo scivolo!-
Sana e
Akito corsero verso lo
scivolo, avevano già dimenticato i loro problemi.
Perchè per quanto possano essere grandi
la tristezza e i problemi nulla può reprimere la gioia di vivere di un bimbo,
può venire coperta, mascherata e nascosta ma in qualche modo riuscirà sempre a
venir fuori.
Quello
che era importante per Sana e Akito era aver trovato
un amico, non aver risolto i propri problemi...sì perchè
in fondo erano solo bambini...
THE
END
Note:
(1) Da "L'innocenza del diavolo", adoro quel film! E'
terribile... assolutamente... mi ha fatto venire i brividi...
(2)Non
credo che sia farina del mio sacco sta cosa... forse c'entra qualcosa con Video
Girl Ai, ma non mi ricordo...
(3)Io ce l'ho con le lacrime solitarie... anche a Kanata faccio scendere la cara vecchia lacrima solitaria...
sarà un vizio...
(4)Precisazione:
Sana non è una sayan, ma credo che abbiate
capito tutti cosa intendevo...
Allora??????Com'è????????Tanto orrenda??????????Commentate!!!!!!!!!!!!