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Autore: Midan86    19/02/2018    2 recensioni
I fatti narrati si ambienteranno nella saga di Infinity War, dove gli Avengers dovranno affrontare una minaccia del tutto inaspettata. Thanos.Dopo Loki, Ultron e il barone Zemo, i nostri eroi saranno in grado di affrontare un titano e sconfiggerlo? Tony e Steve recupereranno il loro rapporto di amicizia e di alleanza, o sarà troppo tardi?
Questa è una Stony ambientata però in un contesto di azione e avventura, dove dovranno lottare non solo contro Thaons, ma anche contro il loro orgoglio e i loro demoni personali. Forse riusciranno nuovamente ad unire le forze per salvare l'umanità e il loro amore.
Genere: Avventura, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Thanos, Tony Stark/Iron Man, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Steve era deciso a farla finita in quel momento. Uno dei nemici era proprio davanti a lui ed era deciso a non farlo scappare come successo per gli altri. Peter Quill era accanto a lui, e a suo fianco, tutto il team dei Guardiani che gli dava manforte. Steve si accorse subito della differenza tra loro e gli Avengers. Quella coesione e affiatamento che tanto cercava nel suo gruppo, poteva vederlo chiaramente in quello dei Guardiani. Non solo erano un vero team, ma soprattutto erano amici, pronti a sacrificarsi gli uni per gli altri.
Steve: "Ragazzi, potete andare. Qui ci penso io"
Star Lord: "Cosa? Ma sentitelo, il gradasso. Amico, sai chi siamo noi?"
Sam: "Se fossi in te mi darei una calmata. Ha steso con un solo pugno quel colosso, mentre le vostre pistole non gli hanno fatto nemmeno il solletico"
Nebula: "Scommetto che su di te farebbero molto male"
Sam: "Ehi, quanta passione. Mi piacciono le donne focose"
Astro Nero: "Credi che basti un pugno per mettermi fuori gioco? Sono il figlio di Thanos. Serve ben altro per farmi fuori" L'alieno si pulì il sangue che colava dal mento con un sorriso di scherno.
Nebula: "Lo sono anche io"
Sam: "Cavolo, è davvero la figlia di Thanos? Lotta fratricida"
Rocket: "A qualcuno servono nuovi giocattoli?" Disse mentre tornava trascinando quelle che all'apparenza sembravano grosse armi. "Stavolta non mi fregate, paparino ha preso l'artiglieria pesante, così farà secco quel grosso culone che ti ritrovi"
Star Lord: "Oh, sì! Finalmente la cosa si fa seria"
Gamora prese una di queste armi insieme al resto dei Guardiani che sembrava piuttosto convinto a mettere fine ai giochi una volta per tutte.
Strange cercò di radunare gli altri e portarli via dal campo di battaglia. Chiamò anche Steve a rapporto. "Ascolta Capitano, qui ci penseranno i Guardiani, ho bisogno che tu e i tuoi uomini andiate a recuperare il vostro amico con la gemma. Se finisse in mani sbagliate sarebbe una tragedia. Pensi di potercela fare?"
Steve: " Avrei preferito occuparmi del colosso e fermarlo, ma sì, adesso recuperare Visione e la gemma è la cosa più importante".
Strange: "Non preoccuparti, credo che quei ragazzi siano intenzionati quanto te a fermarlo, non lo lasceranno andare vivo"
Steve chiamò con sé Natasha. Non voleva privare il gruppo di troppi elementi nel caso ci fosse stato un altro attacco. Lui e Nat sarebbero bastati, ma Wanda li interruppe implorando Steve di portare anche lei. Natasha lo guardò facendogli capire che avrebbe dovuto accettare la richiesta della ragazza. Il soldato ci pensò per un momento, poi accettò. Capì che per Wanda era molto importante partecipare alla missione di salvataggio, lui avrebbe voluto fare lo stesso se ci fosse stato Tony, in pericolo di vita.
Mentre ci pensava iniziò a fissare proprio il genio filantropo, non poteva smettere di pensare a come erano andate a finire le cose, avrebbe voluto nuovamente chiedergli scusa ma non sapeva se stavolta le avrebbe accettate, ma soprattutto ormai non c'era più tempo per questo genere di questioni.
Tony si sentì osservato e catturò lo sguardo di Steve. I due, come spesso capitava, si fermarono per qualche istante a vagare l'uno negli occhi dell'altro. Nonostante i battibecchi e le incomprensioni, c'era sempre qualcosa che li attraeva indissolubilmente come una grande forza magnetica. Forse il loro destino non era quello di stare insieme, ma di sicuro il loro legame sarebbe stato eterno.
Peter Parker si avvicinò al soldato: "Potrei venire anche io con voi? Potrei dare una mano."
Steve: "Preferirei che tu restassi qui con gli altri a difendere questo posto. In caso i Guardiani non riuscissero a farcela, conto su di te, Peter".
Il ragazzo arrossì imbarazzato. Per lui, Steve, rappresentava quasi una leggenda, era come trovarsi di fronte una sorta di Dio. Molto più importante di quello che poteva rappresentare Thor, un Dio a tutti gli effetti.
Peter: "Grazie, io.. io farò del mio meglio". Sorrise impacciato.
I tre si avviarono, mentre gli altri stavano ancora combattendo.
Tony: "Non ti emozionare troppo. Non ti ha fatto andare solo perché probabilmente non ti considera alla sua altezza".
Peter: "Cosa? Perché dice così? Io mi sento onorato della fiducia di Captain America"
Tony: "E un'altra cosa. Non è più Captain America. Ritira la tua bandierina a stelle e strisce e vieni con me".
Natasa, Steve e Wanda stavano tornando alla base dello Shield, per avere informazioni su dove potesse trovarsi Visione al momento, Natasha ne approfittò subito per chiarire con Steve.
Natasha: "Posso sapere perché hai lasciato nuovamente Bucky con Tony? Vuoi proprio che si uccidano. E pensare che avevi fatto tanto per evitarlo".
Steve: "Voglio che imparino ad andare d'accordo".
Natasha: "Hai scelto proprio un bel momento per cercare di fargli fare amicizia".
Steve: "So che la situazione attuale è critica, ma proprio per questo ho bisogno che quei due mettano da parte i rancori, soprattutto Tony. Voglio che capisca che Bucky non è suo nemico, ma che è dalla sua parte. Per vincere questa battaglia dobbiamo essere uniti, Nat. Non posso ogni volta far da pacere o evitare discussioni inutili e puerili. Non sono il loro baby sitter"
Natasha: "Oh, ti ci vedrei bene" sorrise ironicamente.
Syeve: "Sono adulti e devono imparare a comportarsi come tali. Se il gruppo non sarà coeso non vinceremo contro Thanos. Ho ammirato il legame che unisce i Guardiani, sono affiatati e non si mettono i bastoni tra le ruote fra di loro. Sanno collaborare e sono affidabili. Possiamo dire la stessa cosa di noi?"
Wanda: "Forse loro si conoscono da più tempo". Si sentì tirata in causa, dopotutto tempo addietro, era stata una loro nemica e ancora oggi, qualcuno non si fidava di lei.
Steve: "Forse, ciò non toglie che sono riusciti ad essere una squadra affiatata in poco tempo. Perché noi non riusciamo a fare lo stesso? Cosa ci rende diversi?"
Natasha: "Forse il nostro passato. Forse dal fatto che alcuni di noi vengono da mondi diversi. Forse è solo carattere. Probabilmente non abbiamo affinità. Però alla fine siamo sempre riusciti a cavarcela. Non saremo un gruppo unito come loro, ma se collaboriamo diventiamo imbattibili".
Steve: "E' proprio questo il punto. SE, collaboriamo. Il più delle volte ci facciamo la guerra. Quindi è arrivato il momento di prendere la situazione in mano e appianare le divergenze. Se saranno costretti, sono certo che troveranno il modo di collaborare".
Mentre la battaglia infuriava a colpi di arma da fuoco e asce indistruttibili, Tony decise di portare Peter al suo alloggio, dove vi erano rimasti nascosti Pepper ed Happy.
Pepper: "Tony, cosa ci fai qui? Pensavo fossi al Santuario con tutti gli altri"
Tony: "Sì, lo ero ma ho bisogno per un attimo del mio spazio e delle mie cose".
Peter: "Ciao Happy! Mi sei mancato, ci credi? Come stai, amico?"
Happy: "Ah, ehm, bene, Peter, bene. Tua zia? Tutto a posto?"
Tony: "A parte il fatto che siamo nel bel mezzo di una guerra, direi che stiamo tutti bene, compresa la zia gnocca. Adesso vieni".
Happy: "E' di buon umore..." fece cenno a Pepper, la quale sembrava piuttosto preoccupata.
Tony e Peter scesero nel laboratorio.
Peter: "Mi emoziona sempre vedere questo posto. E' grandioso! Cosa darei per poter lavorare qui ai suoi progetti, signor Stark".
Tony: "Puoi smetterla di essere così formale? Mi fai sentire vecchio. Chissà, magari se ti comporterai bene e non farai arrabbiare la zietta, ti darò il permesso di venire qui a farmi da stagista".
Peter: "Oh! Ma sarebbe fantastico! Posso davvero? Insomma, se vinceremo contro Thanos. A proposito, perché siamo qui? Deve prendere una delle sue armature?"
Tony: "Ho lavorato ad un progetto, nell'ultimo anno. Una cosa che ha richiesto molto tempo e sudore. Qualcosa che pensavo potesse essermi utile".
Peter: "Wow! Di cosa si tratta? Ha creato un nuovo reattore a fusione nucleare?"
Tony: "No, forse è qualcosa di ancora meglio. Lascia che te lo mostri"
Peter fremeva dalla curiosità, l'eccitazione era palpabile. Tony prese un oggetto, poi lo iniettò in un braccio. Passarono alcuni minuti e iniziò a ricoprirsi man mano di uno strato metallico che cresceva sul suo corpo. Sembrava uscire dalla sua pelle per attecchirsi perfettamente. Dopo qualche istante si ritrovò di fronte Iron Man. Peter era a dir poco scioccato: "Oh, porca pu.."
Tony: Ah, linguaggio, ragazzo"
Peter: "Che cos'è? E' pazzesco! La tua armatura è cresciuta sul tuo corpo. Come se fosse stata la tua pelle a generarla. Hai impiantato delle micro particelle nello strato epidermico che si attivano con il calore della pelle? O qualche altra cosa?"
Tony: "Nano tecnologia. Sono delle nano-macchine impiantate nelle mie cellule che possono prendere la forma di qualsiasi cosa. Sono alimentate dal mio nuovo reattore, vedi? Quello che ho sul petto. Di una potenza decisamente superiore, al precedente. Sono comandate direttamente dal mio cervello. Posso ordinargli di trasformarsi in qualsiasi cosa voglia. Un'armatura, dei vestiti, tutto. Non c'è più bisogno di motori o di server che la guidino, le nano-macchine creano una sorta di muscolo artificiale aggiuntivo, questo mi permette di muovermi anche più liberamente e inoltre è in gradi auto-rigenerarsi, poiché la nano-macchine continuano a replicarsi finché il reattore non viene spento. Ovviamente è inclusa di nuove armi e funzioni varie. Ah, volendo posso creare anche sul momento un'arma che nemmeno esiste nella realtà. Solo usando la mia fervida immaginazione. Come dicevo, le nano-macchine possono creare qualsiasi cosa io voglia. Allora, cosa ne pensi?"
Peter era letteralmente allibito, non poteva credere ai suoi occhi. Quello che aveva appena visto sembrava un qualcosa di fantascientifico. Ma a ripensarci, effettivamente, si ricordò che dopotutto era stato testimone di cose altrettanto strabilianti nell'ultimo periodo.
Peter: "Wow, è... è fantastico! Ha avuto un'idea eccezionale, signor Stark. Volevo dire, Tony. Non credo sarei riuscito a pensare a qualcosa di così geniale".
Tony: "Beh, Peter, a differenza di te, io ho gli strumenti adatti per realizzare invenzioni di questo tipo, tu al momento ne sei sprovvisto. Ecco perché come ti ho detto, se farai il bravo bambino, ti permetterò di venire a lavorare per le Stark Industries. Sono certo che potresti realizzare invenzioni come queste con gli studi adeguati".
Peter: "Sono senza parole. Come mai non l'hai utilizzata prima?"
Tony: "Come avrai capito, quest'armatura è diversa da tutte le altre. Le nano-macchine si impiantano nel corpo, e il processo di eliminazione può essere complicato, per questo attendevo il momento giusto, volevo usarla solo in caso di estremo bisogno, anche perché a dire il vero non è del tutto completata."
Peter: "Ma a me sembra perfetta"
Tony: "Sì, all'apparenza lo è, e lo è anche nelle sue funzionalità combattiva, ma a dire il vero, il progetto iniziale era ben diverso. Doveva essere una soluzione. Una cura".
Peter: "Una cura? Cosa vuol dire?"
Tony: "Vedi Peter, non avrei voluto dirtelo per non farti preoccupare ma, ormai siamo giunti al capolinea. Ho bisogno del tuo supporto e del tuo aiuto. Tempo fa iniziai a progettare una cura che riuscisse ad accelerare il processo di auto-rigenerazione cellulare. Misi a punto la nano-tecnologia, composta da queste nano-macchine che si insinuassero nelle cellule danneggiate e che le riparassero. L'ambizione era troppo alta e per mesi non sono riuscito ad ottenere nulla, fino a che non mi è venuta l'idea di creare un'armatura cellulare. Vedevo queste piccole macchine in grado di autorigenerarsi e trasformarsi, così ho pensato che potesse essere un fattore davvero innovativo e importante per una nuova armatura. Purtroppo la malattia a volte mi ha tenuto lontano dal progetto e così, non sono riuscito ad ultimarlo. Le nano-macchine sono in grado di rigenerare solo se stesse, ma non le cellule danneggiate. Anche se ci lavorassi per altro tempo non riuscirei a trovare la soluzione. C'è qualcosa che manca e ormai con la guerra alle porte e il mio corpo è sempre più debole, non c'è più niente che si possa fare. Ma almeno potrò fare anche io la mia parte in questa battaglia".
Peter era totalmente sconvolto, non si aspettava che Tony fosse malato, né che la situazione fosse così grave. Ripensava inevitabilmente a suo zio, alla sua morte, al dolore che aveva provato nel perderlo. Avrebbe nuovamente vissuto quel terribile dolore della perdita. Sarebbe stato di nuovo in lutto. Ma forse sarebbe stato lui a morire per primo nella battaglia. Troppi pensieri negativi adesso, occupavano la sua mente.
Tony: "Ascolta, Peter, io ho fiducia in te e se vinceremo la guerra, sono certo che farai grandi cose un giorno. Devi credere in te stesso, io ti darò le basi, tu farai il resto. Ah, togliti la tuta per un attimo, devo aggiungerci un ultimo upgrade".

Il gruppo di Steve non fece in tempo ad arrivare alla base Shield, quando sentirono dei colpi in lontananza. Si fermarono ad ascoltare e sembravano i suoi di una battaglia. Poi una voce, un urlo. Era Visione, Wanda lo avrebbe riconosciuto tra mille.Sembrava in difficoltà. Sembrava avesse bisogno di aiuto. Di nuovo un boato. Wanda non resistette, accorse in aiuto di Visione e si ritrovò di fronte una scena terribile. Uno dell'Ordine Nero era in piedi sopra di lui, puntava la sua lancia dritta sulla fronte di un Visione inerme e ferito. Quando con un colpo netto, agganciò la gemma posta al centro della fronte e iniziò a sollevarla. L'urlo che ne seguì fu terrificante.
  
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