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Autore: tylersanchor    22/02/2018    2 recensioni
Erano esattamente quattro anni, quaranta settimane e cinque giorni che Gerard Way non vedeva Frank Iero e la cosa gli andava benissimo.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Jamia Nestor, Lindsey Ann Ballato, Mikey Way | Coppie: Frank/Gerard
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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MANEGGIARE CON CURA: questa storia è una frerard, e come al solito ogni riferimento a fatti reali è puramente casuale e non penso che loro stiano davvero insieme e bla bla bla. Questa fanfiction è un disagio e non ha alcuna pretesa di veridicità o letteraria. Sono consapevole del trash. Andate in pace.



 

*





 

Erano esattamente quattro anni, quaranta settimane e cinque giorni che Gerard Way non vedeva Frank Iero e la cosa gli andava benissimo. La loro amicizia, se tale si poteva definire - e Gerard non voleva definirla in altri modi, proprio no, grazie - era ormai sepolta nel passato e, come aveva attestato poco prima, a lui la cosa andava benissimo.
Gerard era molto soddisfatto della sua vita, aveva una bella casa, una bella moglie, una figlia quasi sempre sopportabile e la sua arte. Dopo quasi cinque anni il capitolo Frank Iero era chiuso, il libro era stato finito e riposto a prendere polvere il più lontano possibile da lui, dalla sua testa e dalla sua vita. Dopo quattro anni, quaranta settimane e cinque giorni, Gerard Way nemmeno ci pensava più tanto, a Frank Iero.
Insomma, occasionalmente gli tornava in mente, ma nulla di che. Non era come i primi tempi, quando era arrivato a fingere di non essere in casa se lui andava a fargli visita, ora non gli importava più.  Aveva addirittura fatto pubblicità ai nuovi lavori di Frank e li aveva comprati tutti. Li teneva insieme a tutti gli altri suoi cd, era solo un caso che fossero in un angolo dove lui non poteva praticamente vederli. Però li aveva ascoltati e non perché gli mancava la voce di Frank. La voce di Frank era brutta e sembrava quella di un procione col mal di gola sul punto di collassare. Non poteva certo mancargli una voce simile.
Mancavano ormai pochi mesi e sarebbero stati cinque anni, e Frank, che era sempre stato il solito Frank e non lo aveva mollato per praticamente quattro anni, non aveva più provato a contattarlo da mesi. Era abbastanza strano, dato che Frank era famoso per tenere in piedi qualunque tipo di relazione distrutta o tossica o totalmente non ricambiata per il resto della sua esistenza, solo perché aveva un master nel correre dietro alla gente quando non era richiesto, ma in fin dei conti andava bene così. Gerard gli aveva fatto chiaramente capire che non voleva avere niente a che fare con lui e Frank aveva recepito il messaggio.
Ormai si erano quasi dimenticato a vicenda, e andava bene così. 
Era questo a cui pensava Gerard mentre camminava per la stazione con Bandit per mano e sua moglie al fianco. Bandit era appena tornata da una gita troppo bella - parole sue - con la scuola e la stavano portando a fare merenda da Starbucks. Era un tranquillo pomeriggio invernale, il cielo era limpido e l'aria non era nemmeno così gelida. Bandit stava riversando su di loro un vomito di parole su quanto si fosse divertita e Gerard, che con gli anni era diventato bravissimo a ignorare quella parte del suo cervello che prestava ancora attenzione a Frank, era tranquillo e sereno. Si sforzò di mostrarsi entusiasta del fatto che la sua prole si fosse rotolata nel fango e fosse salita sugli alberi ma lasciò a sua moglie la parte delle domande interessate. 
Era una vita monotona la sua ormai, ma andava bene così, c'era un equilibrio, pochi problemi, tutto era semplice e ordinato, esattamente come voleva lui. Su una scala da uno a dieci, la sua vita sarebbe stata un soddisfacente sette e mezzo. Non era perfetta, ma quasi. Ed era assolutamente sicuro che anche la vita di Frank fosse perfetta, o quasi, canzoni strappa cuore a parte. Ma Frank era sempre stato tragico e dai post di instagram sembrava stare più che bene. Sicuramente meglio di quanto sarebbe stato se Gerard fosse rimasto suo amico, o quello che erano.
Era esattamente per quel motivo che aveva scelto di interrompere la sua amicizia, o cosa, perché non aveva una vera definizione, con Frank. Esattamente per quello aveva sciolto la band. Per camminare tranquillo in un pomeriggio invernale, annoiato da sua figlia che cicalava di cose da bambini e Lynz, sua moglie, che le dava corda. Per quel piccolo universo noioso e sicuro in cui poteva rifugiarsi e provare a dimenticare tutto il resto. E tutto il resto era un modo metaforico per dire Frank. Ma andava bene così, stare senza di lui era stata un'ottima scelta, per Frank ma anche per Gerard stesso.
Lui stava benissimo.
Perlomeno, finché non gli capitò di vedere proprio Frank Iero, fra tutti, che scaricava la sua valigia da un treno appena arrivato.
Gerard si bloccò letteralmente, incredulo. Non vedeva Frank dal vivo da una vita, e lo stalking su instagram non gli rendeva giustizia, anche perché postava continuamente foto di cose inutili o dei suoi cani orrendi anziché di se stesso. 
Frank, era, beh, Frank. Insomma c'era un motivo se Gerard non aveva mai scritto un romanzo, ed era principalmente che non era granché bravo con gli aggettivi. Ma insomma, Frank era il solito Frank, ingrassato, con più tatuaggi e i capelli tenuti indietro da un paio di occhiali da sole. E Gerard si rifiutava di pensare aggettivi per lui, più che altro per mantenere almeno con se stesso una parvenza di dignità.
Si rese conto solo allora, dopo non aver pensato a Frank e a come era sempre il solito e gli piaceva sempre come al solito - ovviamente nel senso estetico del termine, Frank aveva un bel viso e dei bei tatuaggi. Punto.  - si rese conto che se era lì e se lo avesse visto, probabilmente avrebbe voluto parlargli. E anche quello era un enorme, gigantesco no, grazie.
Gerard si era sempre chiesto come avrebbe reagito se mai gli fosse capitato di rivederlo, ci aveva riflettuto così tanto che ormai era al cento per cento sicuro di che cosa fare e non ebbe bisogno nemmeno di pensarci: appena vide gli occhi di Frank spalancarsi posandosi su di lui mollò la mano di Bandit e corse nella direzione opposta a quella in cui aveva visto Frank. 
Doveva andarsene il più lontano possibile da lui, non doveva rivederlo mai più, doveva dimenticarselo completamente, cancellarlo. Doveva smetterla di cercare di impedirsi di pensare a lui, doveva proprio smettere di pensare a lui e in fondo ci stava riuscendo così bene, no? Proprio prima stava pensando a quanto fosse diventato bravo a non pensare a Frank. Ignorò la parte del suo cervello che gli ricordava che pensare a quanto lui non pensava a Frank era, in realtà, pensare a Frank e corse più veloce che poteva, schivando le persone alla meglio. Peccato che non ci riuscisse granché e che i chili che aveva preso ultimamente fossero d'impaccio. E a dirla tutta, Gerard Way non era mai stato un grande atleta, tantomeno un grande scattista. Probabilmente Frank lo avrebbe raggiunto facilmente semplicemente camminando, mannaggia a lui.
  «Gerard!»  
Si sentì chiamare dalla voce che per quasi cinque anni aveva cercato di dimenticare e per poco non investì una vecchietta che gli diede dello screanzato. Ma insomma, lei non poteva capire, aveva appena sentito la voce di Frank dal vivo dopo praticamente un secolo, ed era esattamente come la ricordava. Frank faceva schifo a cantare ma la sua voce normale era, oggettivamente, una bella voce. A Gerard quasi era mancata. Forse senza il quasi, ma non era proprio il caso di pensare a certe cose. Doveva andarsene il più lontano possibile.
Aveva solo due opzioni, ed erano ben chiare davanti a lui: la prima, ovvero affrontare Frank, e la seconda, che era assolutamente folle, ovvero scappare sul treno che stava per partire mollando lì sua moglie e sua figlia - non che non l'avesse già fatto dato che stava correndo via come un idiota. 
Una sola scelta era possibile, in realtà. Non poteva certo affrontare le conseguenze dell'altra, no? Insomma Gerard non si considerava una persona totalmente sana e normale, per quanto provasse disperatamente ad esserlo, ma sapeva che certe cose proprio non si potevano fare. Cose che, se avesse fatto, avrebbero potuto mettere a rischio il suo universo noioso e abitudinario a cui tanto teneva. Cose che avrebbero potuto evitargli tutta quella apatia, cose che avrebbero potuto fargli sentire qualcosa e quello era un grande, enorme, grossissimo no, grazie. Senza contare che tutto il lavoro che aveva fatto in quei quasi cinque lunghissimi anni perché  l'universo di Frank fosse sereno e soprattutto, privo di Gerard Way, sarebbe clamorosamente andato a puttane. Quindi pregò che Lindsey non lo uccidesse quando sarebbe tornato a casa e saltò sopra il treno senza biglietto e senza sapere dove andava, proprio mentre le porte si chiudevano. 
Fece giusto in tempo a vedere la faccia di sua moglie completamente sconvolta che sfilava via, e quella di Frank che, invece, era deformata da un ghigno sinistro.

✨✨✨✨✨✨✨✨✨✨✨✨✨✨✨

Il viaggio era durato sette ore e mezza. Erano passate abbastanza velocemente in realtà, due erano state adibite agli insulti di Lynz per telefono per praticamente ogni cosa, dall'aver lasciato la mano di Bandit in una stazione - Gerard e se fosse corsa sotto un treno? - per essere scappato su un treno alla vista di Frank - quel poverino sembra considerarti completamente pazzo ormai e gli do ragione - e per le sue varie colpe passate, tipo la sua nascita.  Lindsey aveva la straordinaria capacità di urlargli contro per ogni minima cosa, dal fatto che lui si ingozzasse di cibo di fronte a Love Actually anche in piena estate al fatto che ballasse Nicki Minaj in soggiorno. Lo faceva per lui, naturalmente, perché Lynz ci teneva ad averlo vivo, senza diabete e con una parvenza di dignità (Gerard non era un gran ballerino e il twerk non faceva proprio per lui). Naturalmente, il fatto che avesse evitato il suo ex migliore amico - se poteva definirlo tale - fuggendo su un treno senza neanche guardare la destinazione rientrava nella categoria di cose autodistruttive per cui sua moglie si incazzava e quindi si era sorbito, più o meno in silenzio, la ramanzina al cellulare. Alla fine, per fortuna, gli si era scaricato il telefono. 
Un'altra ora gli era servita per convincere il capotreno a non fargli la multa ma a fargli pagare un disgustosamente costoso biglietto di prima classe, dove c'era l'unico posto disponibile. Gerard, giusto perché la sfiga era la sua migliore amica, aveva dovuto racimolare fino all'ultima monetina dalle tasche per potersi permettere quel cavolo di pezzo di carta, perché naturalmente era uscito prevedendo di recuperare la figlia, fare merenda e tornare a casa. E nessuna merenda del mondo poteva costare duecento dollari.
Dopo quelle tre ore stancanti da morire si era finalmente sdraiato sul suo sedile enorme e aveva osservato la porzione di caviglia che i jeans gli lasciavano scoperta, dato che erano leggermente corti e indossava le scarpe direttamente senza calze. Odiava avere le caviglie esposte in inverno, gelava sempre, solitamente optava per un paio di Dr Martens apposta ma Lynz gli aveva preso le Puma Suede per Natale e gli erano piaciute un sacco. Sarebbero piaciute anche a Frank, la suola rialzata gli avrebbe aggiunto qualche centimetro. 
Oh dio, no, Frank no. 
Aveva passato il resto del viaggio a cercare di evitare di pensare a Frank nel modo più assoluto e a maledirsi perché ovviamente, siccome era la persona più sfortunata del mondo, era saltato sull'unico treno che non faceva fermate intermedie. 
Naturalmente il non pensare a Frank lo aveva portato a non pensare a quanto Frank fosse adorabilmente basso. A quanto sarebbe stato carino con le platform o a quanto era carino con qualunque paio di scarpe. Anche senza scarpe e con i calzini bucati sarebbe stato davvero carino. Nel senso, oggettivamente. Era perché aveva il viso proporzionato e Gerard, che era un artista, faceva caso a queste cose. Come Michelangelo. Michelangelo aveva detto che la perfezione era rappresentata dal corpo maschile - e Gerard se non pensava a quello di Frank non poteva far a meno di concordare - e mica era attratto da Frank. Cioè, insomma, dai maschi.
O forse sì.
Una veloce ricerca su google confermò i suoi timori, Michelangelo era decisamente gaio. Ma del resto, a Gerard nemmeno piaceva così tanto Michelangelo. Forse era meglio paragonarsi a Leonardo. Ecco, Gerard era pure bravo in matematica e fisica. E Leonardo sicuramente non era mai stato attratto dai ragazzi. Avrebbe cercato su google per sicurezza.
Naturalmente Dio, o chi per lui, si divertiva a prenderlo per il culo perché Leonardo si rivelò addirittura più gay.
Gerard sparò un bestemmione e ricevette occhiatacce da tutto il vagone, insieme a vari commenti su come ormai la prima classe fosse aperta anche ai barboni. 
Effettivamente, la sua giacca presa coi saldi al supermercato era un po' impolverata e il suo berretto un po' sdrucito. E non si faceva lo shampoo da qualche giorno, okay, forse più di una settimana, ma era un artista, non aveva avuto tempo. Era stato impegnato a dormire quattordici ore al giorno, procrastinare il suo lavoro, ascoltare la discografia dei The Wanted di nascosto da Lynz e mangiare una vaschetta di gelato al giorno. 
Chissà che cosa aveva fatto Frank. 
Oh, no, ancora Frank. Ma Frank non gli avrebbe detto che sembrava un barbone. Probabilmente gli avrebbe tirato un calcio nel culo per svariate e valide ragioni, ma sicuramente non lo avrebbe mai giudicato per come si vestiva o dalla frequenza con cui si lavava. 
E aveva finito di pensare a Frank. Non ci pensava proprio più a Frank. Era su un treno, guardava il panorama e non pensava a Frank.
Però Frank era davvero diventato carino. Non pensava sarebbe potuto diventare più carino.
Oh, no, ancora.
Quando arrivò a destinazione era ormai quasi mezzanotte, non aveva chiuso occhio perché ogni volta che si distraeva un millisecondo la sua mente gli riproponeva scenari di quel coglione il cui nome iniziava per F e no grazie. La sua vita doveva rimanere libera e pura da cotale individuo. Specialmente se il suddetto iniziava a indossare meno vestiti di quanti fossero stati necessari per sopravvivere all'inverno. O all'estate. O a una giornata in piscina.
Ma Gerard non ci stava affatto pensando. Gerard sarebbe tornato dalla sua famiglia senza pensare minimamente a Frank sconvenientemente svestito. Si avviò verso il pannello luminoso che riportava gli orari dei treni per vedere quando sarebbe passato il prossimo e naturalmente si ritrovò a bestemmiare il creatore, ancora: non ci sarebbe stato alcun treno per tornare a casa se non il giorno dopo. Decise quindi di mandare a fanculo tutto e cercò un hotel decente nei pressi della stazione dove passare la notte. Grazie a Dio c'era un Hilton, che era una catena di hotel che conosceva bene. La band solitamente dormiva in hotel Hilton quando andava in tour e aveva ancora da qualche parte la loro carta. 
Nella band c'era anche Frank, però.
Oh, no, ancora lui.
Per evitare di pensare a Frank, alle stanze d'hotel e alle infinite possibilità che questo binomio gli poteva concedere si mise a cantare ad alta voce la prima cosa che gli venne in mente, ovvero una filastrocca con cui Bandit gli aveva frantumato le palle fino a fargliela imparare a memoria.
  «Humpity Dumpity sat on a wall ...»  
Le poche persone ancora in giro lo fissarono inquietate e una mamma si affrettò a trascinare il suo pargolo - che poi cosa ci faceva un bambino sveglio a quell'ora - ben lontano da quello che probabilmente per lei era un barbone un po' schizzato.
Per evitare di pensare a quello là Gerard prese il telefono e, sempre canticchiando, avvisò Lynz per messaggio e lei gli rispose con vari insulti alla sua intelligenza e minacce su cosa gli avrebbe fatto se non fosse tornato il giorno dopo. Gerard la ignorò, decisamente uno sciopero del sesso dopo aver visto Frank era la cosa migliore che poteva capitargli. 
Oh no.
Aveva pensato la parola "sesso" e "Frank" nella stessa frase. 
Prima di pensare a cose a cui decisamente non voleva pensare iniziò a prendere a testate un muro finché non si rese conto che la gente lo stava fissando, che il muro era duro, la testa gli faceva male e che cazzo stava facendo. 
Guardando fisso per terra - forse alla ricerca di qualche frammento della sua dignità - e fingendo indifferenza si trascinò fino alla reception dell'Hilton chiedendo una camera. 
Grazie a dio ne avevano una, Gerard non era mai stato così vicino a voler baciare un receptionist quando gli erano state consegnate le sue chiavi e la tessera magnetica per entrare in palestra e spa. Certo, ci erano voluti almeno venti minuti per convincerli che lui era veramente Gerard Way e non un barbone che aveva rubato il portafogli all'ex cantante dei My Chemical Romance, ma erano dettagli. Almeno in quei venti minuti non aveva dovuto prendersi a calci mentalmente per non pensare a Frank. Anzi, a pensarci bene, grazie a loro avrebbe potuto dormire in un letto comodissimo a centinaia di chilometri da Frank.
Che del resto, cosa ci faceva a Los Angeles? Oltre a sconvolgere la vita e le facoltà mentali di Gerard, ovviamente. Forse un concerto? Gerard faceva sempre in modo di essere fuori città se sapeva che Frank sarebbe venuto e con fuori città intendeva perlomeno in un altro continente. E Gerard poteva anche casualmente aver attivato le sue notifiche, giusto per sapere quando sarebbe stato in città e programmare una vacanza in Asia.
Ma ormai, Frank era ben lontano e lui non doveva far altro che godersi una notte di sonno pacifico senza Bandit che si alzava alle quattro per avvistare ufo o stronzate simili o Lynz che si lamentava perché lui stava sveglio fino alle tre per vedere le serie tv insieme al gatto.
Guardò con impazienza i numeri dell'ascensore progredire, mentre cercava di ignorare la fastidiosa musica pop che avevano messo come sottofondo. 
Taylor Swift. 
Ew.
Ma quando le porte si aprirono la canzone sembrò quasi perfetta, perché di fronte alla faccia completamente impreparata e attonita di Gerard si presentò niente meno che Frank, appoggiato al muro, che lo fissava negli occhi. 
Cristo santo. 
Frank. 
Con Taylor Swift che parla di sogni erotici in sottofondo. 
Merda.
Gerard non fece nemmeno in tempo a pensare una bestemmia che il suo corpo agì per lui e iniziò a correre nella direzione opposta a Frank come un pazzo, sperando di non essere inseguito. 
Cosa cazzo ci faceva Frank nel suo hotel? Era forse una specie di trappola? Ma Frank non era così intelligente. Forse. Erano passati quasi cinque anni in fondo. Poteva finalmente aver deciso di far funzionare le sinapsi ed essersi scoperto un genio. O magari aveva poteri paranormali. Oltre a quello di far impazzire Gerard semplicemente esistendo. In ogni caso, la cosa non andava affatto bene. Frank era lì, Frank non si levava e Gerard sapeva benissimo come sarebbe finita. Ma non poteva farsene una ragione e sparire dalla sua vita, miseriaccia. 
Forse per lui provare a parlare con me è come per me immaginarlo nudo, non riesce a smettere.
Se non fosse stato impegnato a correre per salvarsi la vita, Gerard si sarebbe fermato a prendere a testate il muro per il pensiero che aveva appena avuto.
Dopo aver svoltato tre volte, decise di aver corso abbastanza. Nessuna traccia di Frank all'orizzonte, solo i suoi polmoni che collassavano nel corridoio che altrimenti era completamente vuoto e silenzioso. Maledetto Frank, lo aveva quasi ucciso, per lui due corse in un giorno erano decisamente troppo, considerato che la sua solita dose di attività fisica quotidiana era il tragitto divano-frigo e ritorno.
Forse si era immaginato tutto, la stanchezza gli doveva aver giocato un brutto scherzo. Frank non poteva essere lì, era sceso a Los Angeles e non aveva ripreso il treno. Che assurdità, Frank che architettava un piano così complesso non era decisamente il suo stile. Insomma, Frank era più il tipo che diceva le cose senza pensare, quello che agiva di pancia - tra l'altro, aveva una pancia bellissima, giusto così, per essere equi - non si sarebbe certo messo ad architettare una trappola per vederlo. E, insomma, erano passati cinque anni, quasi. Era anche ora di lasciarsi il passato alle spalle.
Gerard aveva continuato a procedere a passo spedito, guardando a terra, così nemmeno si accorse di quando qualcuno gli afferrò un polso e gli strattonò con malagrazia il braccio. 
«Ma che cazzo ...» esclamò e con suo sommo orrore vide davanti a sé nientemeno che Frank, che sembrava decisamente incazzato. 
Ed era anche bellissimo.
No, cazzo, non in senso gay. Nel senso oggettivo. E comunque, non è che fosse molto sano pensare a quanto il tizio che probabilmente lo avrebbe ucciso, data la sua espressione, fosse carino.
«Penso sia ora di parlare, Gerard.»
«Come cazzo hai fatto? Sono scappato!» riuscì soltanto a dire Gerard, un po' perché era sconvolto da cosa stava succedendo un po' perché di fronte a Frank, che gli stava così vicino, gli mancavano le parole. In modo puramente amichevole, s'intende.
«Appunto, lo fai da anni. E per tua informazione, questo edificio è quadrato e costruito attorno a un giardino. Non mi sono mosso, tu sei venuto da me perché sei un coglione che non pensa.» gli notificò Frank. 
E sul fatto che Gerard fosse un coglione aveva proprio ragione.




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Buongiornissimo! Oggi non sapevo cosa fare perché sono stanca anche per esistere e quindi ho pensato di deliziare voi anime mortali con questa roba trash. La sezione dei mychem è più morta della Frerard e della band messe insieme, ma chissà, magari qualcuno che legge c'è ancora e dopo aver letto questo capitolo chiamerà uno psichiatra per internarmi. 
La storia è già edita su wattpad, semi completa perché mi manca una parte da scrivere ma comunque andrà avanti ancora per mooolti capitoli quasi tutti scritti, e se preferite leggerla su wattpad ecco. (per gli inesperti, dovete cliccare su "ecco")
Qui aggiornerò ogni giovedì attorno alla sera tardi perché devo avere una vita purtroppo. Su wattpad avevo aggiunto alcune precisazioni, quindi le metto pure qui:


 

1. Gerard è una testa di minchia, spesso è volgare e parla come uno scaricatore di porto. Tende anche spesso a insultare la gente. Non imitatelo.

2. Questa storia non ha senso, è un delirio della mia mente malata. Non ha messaggi o uno scopo se non quello di dare sfogo al mio disagio. Vorrebbe far ridere ma penso faccia più pena che altro. Ah, e non ci sono scene in cui si codda, mi dispiace per voi se le volevate, ma vi pare che le sappia scrivere?

3. Su wattpad era altro ma qui la copertina manca, quindi preciso che Gerard comunque è antipatico come non so cosa ed è una persona di merda. Ma il punto è che ha senso che lo sia.

4. Anche il titolo ha un senso. Si svelerà col tempo.

5. Qualunque forma di bullismo nei confronti dei my chemical romance e delle loro famiglie è fatta per ridere. Io stessa mi dico da sola che sono una barbona, e me lo dicono anche i barboni per strada che riconoscendomi come una di loro non mi chiedono soldi per pietà.

6. Comunque, mi chiamo Ron e sono un'aspirante barbona, come avrete potuto intuire. Tra dieci anni vivrò di fronte al cancello di casa Way chiedendo l'elemosina. Mi potete trovare su:

Twitter: meowczyslaw
Instagram: ronniemustdie (spam: tapixca)
Facebook: Ronnie T. Hobrien (faccio tantissimi stati e storie disagiate, siete i benvenuti qui) 

 

  
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