Grande tempio, un giorno qualsiasi

Il giovane cavaliere del Leone, come di sua abitudine, era solito passare qualche minuto dinnanzi la tomba del fratello.
Lo faceva la mattina presto, prima dell'alba, quando tutti gli altri non lo potevano notare.

Voleva ritagliarsi quei pochi minuti per se stesso, rimanere solo col suo dolore, e sapeva che una volta svegliati tutti gli abitanti del tempio gli sarebbe stato impossibile.

Passava quei momenti da solo, poteva lasciarsi andare, piangere per quel fratello prematuramente scomparso che tutti credevano un traditore.

Guardava quella falsa sepoltura e pensava << perchè proprio tu? >>.

Capitava alle volte che lo urlasse, nella notte ateniese.

Quella mattina non sembrava dissimile da tutte le altre, si alzò, mangiò qualcosa che il suo scudiero gli aveva preparato e uscì molto presto, recandosi, come sempre, verso il luogo che avrebbe dovuto ospitare il corpo di Aiolos .

tutto andò come sempre, finchè ad un certo punto Aiolia non sentì un altro cosmo accanto al suo.

Era solo eppure si sentì come se qualcuno gli congesse le spalle << questo cosmo... Aiolos, è impossibile che sia tu >> disse, in lacrime.

La presenza innalzò ancor di più il cosmo, avrebbe voluto parlare, tranquillizzare quel ragazzino, ma la morte glielo impediva.

L'energia a lui concessa era poca, prima di svanire con le luci del mattino accarezzò il volto di Aiolia, come a volergli asciugare le lacrime.

<< Non andare, ti prego... resta ancora qui >> sussurrò il giovane Leone, prima che quel cosmo svanisse del tutto.

Rimasto solo, e resosi conto che era quasi l'alba si alzò, e ricompostosi si allontanò dalla sepoltura, con la convinzione che ciò che aveva percepito fosse il cosmo dell'amato fratello.