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Autore: _valy    02/03/2018    3 recensioni
In cui Alex Danvers, nell’ordine, scarica un’app per incontri, è sul punto di cavarsi gli occhi per qualche commento di troppo su Supergirl, usa l’app nel modo sbagliato e finisce per incontrare qualcuno che già conosceva.
[Alex Danvers/Lena Luthor. Dating-App AU.]
Genere: Comico, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Alex Danvers, Kara Danvers, Lena Luthor
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Note: Ok. Sono passati secoli ma sto ancora lavorando a questa storia – e prima o poi la finirò (yeei).
 

 

 


Giorno Quattro, Venerdì
 


Il giorno seguente, grazie agli strani criteri utilizzati dal DEO per distribuire i turni e fissare gli orari del personale (Alex ricorda ancora il giorno in cui, durante una riunione degli agenti di livello 1 e 2, l’agente Robson ha avuto il coraggio di chiedere delucidazioni sull’argomento. Pam delle Risorse Umane l’ha zittito con uno sguardo che Alex non ha mai visto indirizzato a nessun altro e Robson non ha ricevuto nessun regalo per il Secret Santa organizzato dal DEO e non ha più tirato in ballo la questione) Alex ha l’intera mattina libera. Il che normalmente significherebbe, nell’ordine - spesa, bollette, pulizie, palestra, shopping online se assolutamente indispensabile, ore di straordinario non retribuito nei laboratori del DEO.
 

Ed effettivamente la sua dispensa ha visto giorni migliori. E il suo armadio potrebbe ospitare un nuovo paio di jeans e una nuova camicia - magari una beige, questa volta. E al DEO c’è una sostanza extra-terrestre dall’aspetto e dall’odore disgustoso che aspetta solo il suo microscopio.
 

E - cosa ben più importante ed assolutamente degna di essere sottolineata - questi sono i compiti a cui normalmente dedica la propria mattinata libera perché è una donna adulta ed altamente funzionale, e dedicare il proprio tempo libero a questo genere di attività è ciò che fa una donna a-
 

(Ma chi sta cercando di prendere per il culo.)
 

Ha l’intera mattinata libera, sì - e così dopo una colazione più abbondante del solito Alex inizia col pagare le bollette (ed è disposta ad ammettere che la sua scelta di utilizzare il termine “pagare” è leggermente eccessiva. Piuttosto si limita a controllare che la banca abbia pagato le sue bollette - 7 minuti e 27 secondi, e solo perché il sito della sua banca sembra essere stato progettato per testare la pazienza dei suoi utenti).
 

Ma proprio dopo aver chiuso Firefox, le arriva un messaggio. E poi un altro.
 

Helena - 8.37
 
Certo, viene da chiedersi che cosa se ne fa una persona di un divano come il mio, o di una televisione come la mia, se poi per una ragione o per l’altra finisce per trascorrere sempre almeno 16 ore al giorno in ufficio - sommersa di riunioni al punto da non intravederne la fine nemmeno con un binocolo. In ufficio da poco più di un’ora, ma sono già arrivata al punto di iniziare a credere che non uscirò viva dalla giornata di oggi!
 

Helena - 8.39
 
Questo mio sfogo di prima mattina solo per informarti del fatto che temo che oggi non mi sarà possibile continuare la nostra chiacchierata. Me ne dispiaccio molto, credimi Alexandra, ma sono veramente sommersa dal lavoro. Ho preferito informarti direttamente, piuttosto che semplicemente non risponderti. Mi auguro di poterti risentire presto però...
 

 
Ed Alex giura che era pronta a mettersi le scarpe, prendere la borsa della spesa ed uscire (lo giura! Aveva addirittura stilato la lista di articoli da comprare), ma insomma - quei due messaggi semplicemente richiedono una risposta. E così Alex apre l’app di MeetHer - e risponde.
 

AxD - 8.42
 
Riunioni in ufficio - non ti invidio per niente. In ogni caso, ti ringrazio per essere stata così premurosa nell’informarmi - spero che tu riesca a sopravvivere alla giornata di oggi allora, perché anche a me piacerebbe continuare la nostra chiacchierata. A presto..
 


Non si aspetta altri messaggi da Helena, quindi non ha molto altro da fare sull’applicazione. Ma ormai l’app è aperta, e la curiosità è una brutta malattia a cui a volte nemmeno lei è immune, e forse è arrivata l’ora di leggere quei messaggi di altre utenti che continuano ad arrivarle e portare a zero le notifiche. (Odia vedere i numerini sull’icona delle app. Le fano venire l’ansia – e se c’è una cosa di cui la sua vita può fare tranquillamente a meno è proprio l’ansia.)
 

Così Alex inizia a scrollare lungo la lista di messaggi ricevuti, aprendo e chiudendo messaggio dopo messaggio e ignorando le numerose variazione sugli stessi temi (tema 1 - ciao bella come stai; tema 2 - cerco sesso; tema 3 - riferimento a Supergirl. Non sa quale odia di più.). E dopo una decina di minuti i messaggi sono finiti (grazie a Dio. Il suo disgusto stava raggiungendo livelli mai sperimentati prima), ma con loro è finita anche la sua voglia di uscire e fare la spesa, sostituita da una nuova curiosità. Alex torna nella pagina principale del suo profilo, clicca su “Vicino a te” e aspetta che la pagina si carichi. Dopo pochi secondi lo schermo del suo telefono si riempie di immagini del profilo di tutte le utenti dell’app nelle sue vicinanze. E cavolo - ce ne sono parecchie. (Cosa che saprebbe da tempo, se solo avesse usato l’app in modo corretto già dal primo giorno.)
 

Alex inizia a guardare qualcuno di quei profili, ci clicca sopra per leggere qualche informazione oltre al nome dell’utente, l’età e la sua posizione - ma non c’è nessun profilo che la convinca veramente. C’è Kate, studentessa ventiseienne della National City University - e Audrey, 29 anni e un hobby per le fotografie - e Cecily, 32 anni, appena trasferitasi da Opal City dopo una brutta rottura - ma nonostante ciascuna di loro abbia potenziale sulla carta, Alex non riesce a convincersi e a trovare la forza di scrivere loro nemmeno un “Ciao”, nemmeno un “Ti prego dimmi che almeno tu non hai una strana ossessione per Supergirl”.
 


Dopo un altro po’ di profili la curiosità viene meno, e Alex è sul punto di chiudere l’app e decidersi una volta per tutte ad andare a fare la spesa, quando un pensiero a cui non ha prestato attenzione fino a quel momento prende possesso della sua mente.
 

E oh Dio - come ha fatto a non pensarci prima?
 

Come ha fatto a scriverle tutti quei messaggi, a raccontarle cose di lei, ad interessarsi a lei - senza che le venisse in mente di controllare? Ma come può essere stata così ingenua?
 

Con un’ansia che la dice lunga su quanto poco sia interessata all’esito della sua ricerca, Alex digita “Helena” sulla tabella di ricerca, ed aspetta che l’app le fornisca una risposta e riporti un po’ di silenzio nella sua mente angosciata.
 

La prima cosa che i suoi occhi notano è il numero posto a fianco dell’unico profilo che è apparso. E -
 

“Sì, sì, sì!” Alex quasi urla dalla gioia (e poi si ricompone perché per la miseria - ha ventott’anni, un po’ di contegno).
 

7 km.
 

Solo 7 km tra lei e Helena. Non ci può credere - davvero, parlerebbe di segno del destino e robe simili se solo 1) fare discorsi simili non fosse da sfigati e 2) non avesse il sospetto che quei 7 km che la separano da Helena possano non solo già essere noti ad Helena ma anche aver giocato un ruolo nella decisione di questa di contattarla qualche giorno prima (non vuole presumere che Helena sia stupida come lei nell’utilizzare questa app e non si sia premurata di controllare che, interessi a parte, condividessero almeno lo stesso codice postale).
 

Il suo cervello sta ancora facendo le capriole quando i suoi occhi notano un secondo particolare. Un particolare non esattamente secondario.
 

Perché la fotografia del profilo di Helena è il primo piano di una cascata di capelli corvini, mossi e lunghi al punto da coprire il volto di cui si intravede solo una guancia e parte del mento, poco più. Una mano sta arruffando i capelli - e nonostante non possa vedere altro, Alex si immagina delle labbra rosse, accese, arricciate in un sorriso sornione, e gli occhi verdi appena truccati, ammiccanti.
 

(Non può fare a meno di pensare Wow, cazzo. Come ha fatto una donna così ad interessarsi ad un profilo come il mio?)
 

Clicca per aprire il profilo, per scoprire altro - ma solo una piccola parte di lei è delusa quando scopre che Helena non ha caricato nessuna altra sua fotografia, (non le servono altre immagini per capire che è interessata, in tutta onestà), ma solamente alcune foto di tazze di caffè d’asporto e di interni e ben due foto di alcuni grattacieli della città, entrambe scattate dall’alto, seppure con panorami diversi.
 

Leggendo il resto del profilo, Alex non può fare a meno di sorridere, e di pensare che forse può iniziare a parlare di un segno del destino.
 
 

Helena.

26 anni.

Nata a Metropolis, cresciuta tra l’Irlanda e il Massachusetts, neo-cittadina di National City.
Ingegnere elettronico che si sta reinventando come donna d’affari.
Alla ricerca di qualcosa che si collochi in una posizione intermedia tra l’avventura di una notte e la proposta di matrimonio.
 

[Update 03.06.17 - C’è un motivo se ho creato un profilo su quest’app, e questo motivo non è partecipare ad un ménage à trois. Vi pregherei di smettere di propormene uno.]
[Update 23.07.17 - Ho avuto il piacere di incontrare Supergirl: mi ha assicurata di non avere un profilo su MeetHer. A chiunque mi contatti usando una sua foto e giurandomi di essere lei, vorrei fare presente che possiedo i mezzi e le competenze informatiche per smascherarvi ed umiliarvi pubblicamente. Grazie per l’attenzione.]
 


Altri dettagli forniti da Helena sono disponibili cliccando su sezioni apposite del suo profilo - ed è così che Alex incamera informazione dopo informazione.
 

Come il fatto che Helena si è laureata in ingegneria elettronica al MIT, per poi specializzarsi in ingegneria informatica nella stessa università. (E Alex non è gelosa o nient’altro, ok? Ha studiato alla Stanford, dopotutto - ed è riuscita a laurearsi ed entrare in un dipartimento militare ignoto ai più, e tutto questo prima dei venticinque anni. Quindi il fatto che l’alma mater di Helena sia leggermente più in alto della sua nella lista delle migliori università americane non le crea alcun problema.)
 

Come il fatto che Helena adora il té, e gli infusi, e ogni varietà di caffè. (Alex sospetta che potrebbe anche apprezzare quella disgustosa bevanda che Lena Luthor ha consigliato a sua sorella e che Kara ha lasciato a casa sua dopo averla comprata, kacrucha o kombucha o come cavolo si chiama. Gliene parlerà in uno dei prossimi messaggi.)
 

O come il fatto che - a giudicare da una delle fotografie sul suo profilo, un salotto con al centro un divano color panna, due enormi scaffali ricoperti di libri e il più grande televisore che Alex abbia mai visto appeso alla parete di fronte - Helena è decisamente ben sistemata dal punto di vista finanziario. (Qualunque sia l’attività che le permette di godersi quello stile di vita. Forse è giunta l’ora che Alex riconsideri un cambio di carriera.)
 

O come il fatto che Helena va a correre tutte le mattine - esattamente 45 minuti, con il sole o sotto la neve.
 


È all’incirca a metà della lista “Su di me” (e Dio, Alex non vuole ripensare a quanto ha faticato lei a compilare quella lista, e quante cavolate colossali ha inserito solo per fare numero) quando Alex lo sente. Si ferma, rifiutandosi di leggere altro, rifiutandosi di proseguire e scoprire nuove informazioni che - ora ne è certa - non faranno altro che peggiorare la situazione.
 

Perché è lì, con lei - è stato lì con lei da quando ha ricevuto il messaggio di Helena, ed è solo cresciuto quando ha trovato il suo profilo e ha iniziato a scoprire tutti questi dettagli su una ragazza che non ha mai visto - è stato lì dall’inizio, ma ora lo può sentire. Lo può sentire scorrere nelle sue vene, lo può sentire nelle palpitazioni del suo cuore, nel respiro appena più accelerato, nelle gambe che invece di essere immobili si muovono su e giù, con un ritmo noto solo a loro. Lo può sentire nel movimento dei suoi occhi, che scorrono famelici su ogni parola, lungo ogni frase -  alla ricerca di nuove scoperte che li facciano muovere con una determinazione ancora maggiore - e osservano ogni immagine, incamerando e soppesando ogni particolare, ogni piccolo dettaglio - il colore delle pareti di quel salotto, le insegne e le pubblicità su quei grattacieli, i riflessi delle punte dei capelli.
 

Lo può sentire ora, può percepirlo come se fosse qualcosa di realmente tangibile, qualcosa di più di un semplice sentimento a cui Alex non vuole pensare, a cui non vuole dare un nome (non vuole chiedersi come lo chiamerebbe, se desiderio o aspettativa o interesse o che altro).
 

Lo sente, eccome - ma deve fermarsi, deve uscire da quel profilo e chiudere l’applicazione e riprendere in mano la sua vita e smettere di pensare a quella cosa a cui non vuole dare un nome. Perché Alex non è mai stata brava con i sentimenti - e non le è mai piaciuto etichettare qualcosa prima di averlo studiato a fondo, prima di averlo fatto suo. E perché questo non è il momento - non quando ha la mattinata libera, non quando ha mille altri impegni cui dedicare la sua attenzione, non quando si tratta di una ragazza che ha conosciuto su una maledetta app di incontri e che non ha mai nemmeno incontrato di persona.
 

Ci penserà - lo giura. Si siederà su questo stesso divano, con un bel bicchiere di scotch in mano e qualche serie tv di poco valore come sottofondo, e rifletterà su che cosa significa provare per la prima volta dopo Maggie del sano e genuino interesse per qualcuno. Un giorno di questi lo farà - si prenderà del tempo, e si comporterà come un adulto funzionale e darà un nome a questo strano ammasso di sensazioni che sta iniziando a provare.
 


Ma oggi non è quel giorno - oggi c’è una dispensa da riempire e un nuovo paio di jeans da comprare e una sostanza extra-terrestre disgustosa pronta per essere analizzata e queste sono le cose che fa normalmente quando ha la mattinata libera, dopotutto.
 

E se per una volta dovesse fare tutto questo non perché è un’adulta funzionale (cosa che comunque è, grazie tante), ma perché è alla disperata ricerca di impegnare il proprio cervello in un’attività qualsiasi - una purché sia - così che a questo sia categoricamente impossibile trovare il tempo di pensare a quelle cose a cui si rifiuta di pensare - beh, è pronta a sommergersi di lavoro e al diavolo le conseguenze e il giudizio della gente. (Ché poi, onestamente - quale gente? Alex non ha nessuna intenzione di informare nessuno dei suoi conoscenti della cosa. La sua vita è già abbastanza difficile senza le chiamate inquisitorie di sua madre e gli urletti di gioia - o di scherno - di Kara.)
 

È con questa determinazione che Alex esce dall’app, e afferra la borsa per la spesa.
 


 
Il suo proposito di non pensare dura esattamente fino alle 19.37 (non male – se può dare un giudizio non propriamente disinteressato). Perché per quell’ora ha sfruttato ogni distrazione possibile le capitasse per le mani - dalla spesa alla ricerca in laboratorio agli esperimenti con una nuova arma ideata dall’agente Groves - e dopo un’ora trascorsa in palestra la sua mente inizia a giocarle brutti scherzi.
 

Come presentarle come convincente e degno di essere esplorato il programma di ricerca per cui forse, forse, dopo mesi passati a rimpiangere la fine di una relazione per cui ha dato tutto è giunta l’ora di iniziare ad andare avanti.
 

O come convincerla ad accettare la teoria secondo cui questa Helena potrebbe essere una persona con cui non le dispiacerebbe trascorrere del tempo.
 

O come fornirle prove a favore della tesi per cui la mossa migliore, data a) la sua attuale situazione e b) l’obiettivo che si è preposta (con a=Helena e Alex non in reciproca compagnia e b=Helena e Alex in reciproca compagnia - e Alex è certa che il suo cervello le stia giocando qualche brutto scherzo perché quando mai lei ha deciso che questo fosse l’obiettivo finale??), sia lasciare la palestra, raggiungere gli spogliatoi, prendere il telefono dallo zaino e scrivere un messaggio ad Helena.
 

E le prove inventate dalla sua mente sono veramente convincenti - perché questo è esattamente quello che Alex fa, nonostante manchi un’ora e mezza alla fine del suo turno e meno di dieci ore prima lei si fosse ripromessa di non pensare ad Helena e a quei sentimenti che sicuramente non sta iniziando a provare per lei.
 

AxD - 19.46
 
Forse è giunta l’ora delle confessioni: oggi la curiosità mi ha dichiarato guerra, e ha vinto. Ho cercato il tuo profilo.. E devo dire che sono rimasta colpita da quello che ho trovato..
 


Per sua fortuna (e a che livelli è arrivata, se considera questo una fortuna?) Alex ha appena il tempo di pentirsi di ciò che ha fatto (con una quindicina di Perché? Perché sono stata così stupida? Ma che mi è preso? assolutamente retorici, e una decina di tentativi di annullare l’invio del messaggio chiudendo e riaprendo l’app di MeetHer e un numero imprecisato di Cazzo!) prima che il suo telefono di servizio le notifichi una riunione di emergenza in Sala 2. A quanto pare qualche criminale alieno ha deciso che è l’ora di minacciare la città con una bomba artigianale. Alex non potrebbe essergli più grata.
 
 


(Torna a casa pochi minuti prima di mezzanotte, con i capelli che ancora puzzano di fumo e una porzione di riso alla cantonese appena tiepida in mano. Il suo telefono è scarico, e ha un male piuttosto fastidioso alla gamba sinistra a causa di qualche brutta caduta di troppo ed è in piedi da troppe ore di fila e l’indomani mattina sarà probabilmente un inferno - con tutti i documenti relativi all’attacco e alla cattura dell’alieno da compilare, e la riunione con Lena Luthor alle 9.30 perché ovviamente l’obiettivo finale dell’alieno erano i laboratori della L-Corp e ovviamente Lena Luthor deve essere informata delle loro indagini in corso e interrogata circa i possibili moventi dell’attentatore e a quanto pare lei è l’unica agente in servizio il sabato mattina a cui J’onn ritenga opportuno affidare un simile incontro - e insomma, ha appena le energie per mangiare, attaccare il telefono al caricatore e mettersi a letto.
 

Helena, il ridicolo messaggio che le ha inviato e quella massa informe di cose a cui si rifiuta di pensare rimangono lì, nascosti in silenzio in qualche angolo remoto del suo cervello, almeno per qualche altra ora.)
 
 


 
Giorno Cinque, Sabato
 
 

Helena - 23.45
 
Spero che tu sia stata positivamente colpita da quello che hai trovato sul mio profilo.. Devo ammettere che sono sorpresa - pensavo che lo avessi già cercato.. Io (dato che questo è il giorno delle confessioni) di certo ho già cercato il tuo ;)
 
 

AxD - 7.03
 
Molto positivamente colpita...
 


Helena - 7.05
 
Questa notizia mi rincuora non poco.. E per quanto vale, lo stesso può dirsi di me - in particolare ho apprezzato la parte relativa alla tua competitività e al tuo aver frequentato la Stanford (correggimi se sbaglio, ma ho il vago ricordo di cinque bandi per lo stanziamento di fondi dedicati alla realizzazione di progetti scientifici degli studenti vinti dal MIT proprio contro la Stanford.. E proprio negli anni in cui entrambe stavamo studiando...)
 


AxD - 7.08
 
Non ricordo nulla a proposito.
 

AxD - 7.09
 
Ma proprio nulla. Nein. Rien. Nothing at all.
 


Helena - 7.10
 
Ma che strano.. Non vorrei puntare il dito e parlare di memoria selettiva..
 


AxD - 7.12
 
Non so di che cosa tu stai parlando..
 


Helena - 7.13
 
Credo di aver toccato un nervo scoperto ;)
 


AxD - 7.14
 
Preferirei che tu avessi toccato qualcos’altro
 


Helena - 7.14
 
Alexandra....
 


AxD - 7.15
 
L’ho detto davvero? Ops
 


Helena - 7.16
 
Apprezzo la scarsa resistenza dei tuoi freni inibitori..
 

 
AxD - 7.17
 
Non per vantarmi, ma la mancanza di autocontrollo via sms è una delle mie migliori qualità
 


Helena - 7.18
 
Solo via sms?
 

Helena - 7.18
 
Forse potrebbe essere il caso di testare questo tuo autocontrollo in situazioni che non richiedano la presenza di un telefonino e di un paio di kilometri di distanza tra noi due.. E come ti dicevo qualche giorno fa, ho appena acquistato un divano la cui comodità ancora non ho avuto il piacere di valutare...
 

Helena - 7.19
 
Nel caso non fosse chiaro - per usare un’espressione che Google mi dice essere molto in voga in questo periodo, sto cercando di proporti una serata di “Netflix and chill”...


 
AxD - 7.20
 
Netflix and chill?? Almeno prima pagami da bere donna! ;)
 


Helena - 7.21
 
Mmm.. Quindi se la mia proposta definitiva prevedesse una data (stasera), un drink (o due o tre o quattro) da Quoters e poi “Netflix and chill”, accetteresti?


 
AxD - 7.23
 
Che posso dire, i tuoi gusti in fatto di locali, il tuo charme e la tua naturalezza nell’usare espressioni gergali mi hanno conquistata ;)
 


Helena - 7.24
 
Ti avverto: ho preso questa tua risposta per un sì ;)
 
 
 
 
AxD - 16.56
 
E chi ti dice che effettivamente fosse un sì? :)
 

AxD - 16.58
 
Dopotutto, se analizzi il mio messaggio con attenzione, ho affermato di essere stata conquistata dal tuo charme e dal tuo utilizzo di espressioni così giovanili, ma non ho detto che tutto questo sarebbe stato sufficiente a convincermi ad accettare la tua proposta....
 


Helena - 17.01
 
Oh, quindi il tuo non era un sì? Questo significa forse che per trascorrere una serata al Quoters dovrò ripiegare su una delle altre 79 ragazze che sto sentendo su quest’app?
 


AxD - 17.03
 
79? Addirittura? È un numero così preciso.. Come hai fatto a trovarne così tante senza una foto di Supergirl come foto del profilo? ;)
 


Helena - 17.04
 
É stato estremamente difficile, lo confesso. E tuttavia ho perseverato - e i risultati sono arrivati: 79 donne tra le quali decidere con chi trascorrere la serata
 


AxD - 17.06
 
Apprezzo la tua dedizione alla causa
 


Helena - 17.07
 
La perseveranza è la migliore delle virtù ;)
 


AxD - 17.35
 
E se io dovessi, così, del tutto casualmente, trovarmi al quoters questa sera - in compagnia di quale di queste 79 ragazze ti troverei?


 
Helena - 17.37

Mmm, domanda interessante. Potrebbe essere Rachel (una brunetta tutta sale e pepe), oppure Quinn (una scrittrice appena trasferitasi da New York).. O forse Carol (una donna d’altri tempi, elegantissima, dai gusti squisitamente raffinati), o magari Diana (dovresti conoscerla Alexandra, è una vera dea, un’amazzone).. Scegliere sarà un’ardua impresa
 


AxD - 17.41

E se io dovessi arrivare lì nel locale, proprio mentre tu sei in compagnia di una di loro - di Diana, magari (ha l’aria di essere una persona estremamente interessante, dopotutto. Ed estremamente reale e non inventata traendo spunto da personaggi televisivi, a differenza delle altre - aggiungerei).. Che cosa faresti?
 


Helena - 17.49
 
Che cosa farei se tu dovessi entrare nel locale, mentre io sto sorseggiando whiskey seduta ad uno dei tavolini del Quoters con Diana di fronte a me? Oh, devo ammettere che poni sempre le domande più interessanti..
 

Helena - 17.52
 
Immagino che poserei il bicchiere di whiskey sul tavolo, per prima cosa. Sorriderei a Diana (sono una persona molto educata, per tua informazione), annuirei in modo che lei continui a parlare - e in un primo momento mi limiterei a guardarti.. Ti guarderei mentre entri nel locale, ti guarderei mentre ti siedi al balcone e ordini qualcosa da bere (tequila, magari? O scotch. Non so perché ma mi sai di una ragazza da scotch)..
 


AxD - 17.54

Scotch, decisamente. I miei giorni con la tequila sono finiti..
 


Helena - 18.01

Scotch, ottima scelta.. per continuare, ti osserverei mentre bevi il tuo scotch, mentre inizi a guardarti attorno. È presto, il locale non è ancora molto affollato..
 

AxD - 18.04

Immagino che non passerebbe molto tempo prima che io ti noti
 


Helena - 18.09

Un lasso di tempo sufficiente perché io sia ormai sola al tavolo
 


AxD - 18.11

Sì? E Diana?
 


Helena - 18.13

Prima ho mentito: se tu fossi entrata al Quoters, al diavolo l’educazione - mi sarei immediatamente inventata una scusa, una qualsiasi, per convincere Diana o chi per lei che è assolutamente necessario, categorico addirittura, che io vada a parlare con te..
 


AxD - 18.15

Tu sì che sai come lusingare una donna..
 


Helena - 18.16

Ipoteticamente.. ;)
 


AxD - 18.17

Ovviamente..
 

AxD - 18.18

E sempre ipoteticamente (perché ricorda, non ho detto sì), come procederebbe la situazione?
 


Helena - 18.21

Vorrei poter dire che aspetterei una tua mossa, che ti osserverei, rendendoti manifesto il mio interesse, ma nulla più.. Purtroppo la verità è che sarei già lì al tuo fianco, starei già sorridendo come un’idiota, e ti avrei già probabilmente offerto da bere..
 


AxD - 18.24

Oooh, non ti devi vergognare.. Mi piacciono le donne che sorridono. E lo stesso vale per quelle che mi offrono da bere..
 


Helena - 18.28

Lo dovrò tenere a mente, se mai questa situazione del tutto ipotetica dovesse un giorno sviluppare il potenziale di diventare reale..
 


Helena - 18.29

Ma ritornando a noi.. Allora continuerei a sorridere e a offrirti da bere.. E ti direi che sono molto felice di averti finalmente conosciuta di persona, per quanto banale potrebbe suonare
 


AxD - 18.31

E io ti risponderei che vale lo stesso per me, per quanto banale può sembrare
 


Helena - 18.33

Questo mi farebbe sorridere ancora di più.. Immagino che dopo ti proporrei di sederci al tavolo, di chiacchierare ancora un po’..
 


Helena - 18.34

Al che suppongo tu risponderesti che non sei venuta fino a qui solo per chiacchierare...

 
Helena - 18.34

E io sorriderei, mi morderei le labbra (perché hai ragione: so come lusingare una donna..) e ti indirizzerei verso l’uscita..
 


AxD - 18.37

Questo ipotetico scenario che stai dipingendo diventa sempre più interessante...
 


Helena - 18.39

Sta diventando sempre più interessante anche per me.. Ancora di più quando penso che la mia prossima mossa sarebbe chiamare un taxi, e dare all’autista il mio indirizzo..
 

Helena - 18.40

E quei dieci minuti in taxi.. Ti farei qualche domanda su di te, e intanto mi avvicinerei sempre di più, fino a posarti una mano sulle gambe, fino a sentire il tuo profumo.. Tu continueresti a parlare, a rispondermi e a farmi domande, ma ti avvicineresti a me, poseresti la tua mano sulla mia.. E sorrideresti..
 

Helena - 18.41

Il taxi si fermerebbe, e l’autista ci informerebbe che siamo arrivate a destinazione..
 


AxD - 18.45

Che cosa faresti a quel punto?
 


 

 
Note: L’ultima parte di questo capitolo ha preso una direzione imprevista perché a quanto pare adoro immaginare conversazioni telefoniche tra Alex e Lena, in cui entrambe fingono di essere suadenti e di saper flirtare e in generale di essere in grado di interagire con esponenti del sesso femminile senza trasformarsi in due Gay Sfigate. Che ci posso fare, sono debole. Alla prossima per l'appuntamento!

 
   
 
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