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Autore: Sisya    30/06/2009    12 recensioni
Liberamente ispirata al film Forse un angelo, la mia primissima long fiction su Sakura e Sasuke. Una storia un po’ particolare, abbastanza fuori dagli schemi, ma darò il massimo, lo prometto *O*
Sasuke Uchiha è il ricchissimo erede di un impero finanziario. Sakura Haruno è una ragazza spigliata ma in grosse difficoltà economiche.
Sasuke Uchiha è un dongiovanni incallito con la fama di scapolo del secolo, un irraggiungibile bastardo. Sakura Haruno ha un piccolo angelo di cinque anni di cui deve prendersi cura.
Sasuke Uchiha ha un grosso affare da concludere, e urgente bisogno di una moglie. Sakura Haruno si vedrà fatta una proposta impossibile da rifiutare.
Soltanto tre settimane, poi tutto quanto tornerà come prima … ma se il destino (o l’amore) come al solito decidesse di mettersi in mezzo?
Quante cose possono cambiare, in tre settimane di inaspettata convivenza? *O*
Coppia principale: SasuSaku. Questa non cambia per niente al mondo, mi spiace XD Comunque anche tutte le altre sono abbastanza definite. Saranno: InoShika. NaruHina. Un piccolo accenno di NejiTen.
Recensite in tanti, mi raccomando! *O* Un grosso bacio a tutti.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Shikamaru Nara
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessun contesto
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16. Pisolini, girasoli e gentlemen: Houston, abbiamo un problema!


- Non credo di aver capito molto bene - azzardò Naruto, esitante, fissando su Hinata i suoi occhi cerulei.
La moretta abbassò prudentemente lo sguardo, torcendosi le mani in grembo e cercando mentalmente le parole adatte per spiegarsi.
- Ehm. So che può suonare strano, m-ma è come ti ho d-detto. Devo presentare il mio fidanzato ai miei genitori. È quello che … che loro si aspettano da me -
- Ma … - obbiettò Naruto, grattandosi una guancia perplesso - Hinata, se tu non hai un ragazzo … questo in pratica significa che-
- Che dovrò trovare qualcuno disposto a fingersi tale per una serata - concluse lei in fretta e senza guardarlo.
- Ah - fu l'unico commento sensato del biondino, che deglutì nervosamente - E, non so … hai già pensato a qualcuno? -
- Io sarei disponibile - si intromise Kiba comparendo alle spalle di Hinata e facendola sobbalzare. Naruto aveva già aperto la bocca per insultarlo, ma quello lo precedette, facendo spallucce e aggiungendo con aria sbarazzina: - Ma ho come l'impressione che lei lo voglia chiedere a te - Naruto richiuse la bocca. Hinata si sentì arrostire le guance. Kiba invece sorrise irrispettoso, e si allontanò con un cenno di saluto.
- Ehm. Beh, ti stavo chiedendo … hai già pensato a qualcuno che …? -
- Ha ragione - lo interruppe di nuovo la moretta.
- Cosa? - chiese lui, spaesato.
- Volevo chiederlo a te -
- A me? -
- S-Sì -
Naruto la fissò, come se le fosse spuntata un'altra testa.
- Ehm. P-Posso pensarci un po' su, Hinata? - esalò infine, ridacchiando nervosamente per stemperare la tensione, mentre prendeva a giocherellare col cucchiaino sotto lo sguardo perplesso e leggermente deluso dell'amica, che comunque ebbe la prontezza di far buon viso a cattivo gioco, annuendo con un piccolo sorriso dolce. Naruto deglutì piuttosto rumorosamente, guardando dappertutto tranne che dalla parte di Hinata. - Non c'è problema. Naruto, davvero, n-non volevo m-metterti a disagio - balbettò lei mortificata.
- A disagio? - il biondino si lasciò sfuggire una risatina stridula per nulla naturale - c-cosa ti fa pensare che io sia a disagio? - ripeté.
- N-Niente, mi sono sbagliata - replicò dubbiosa, osservandolo un po' stupita che si alzava frettolosamente e recuperava il giubbotto dalla sedia. Un attimo dopo, borbottato un ''ci vediamo'' nient'affatto rassicurante, si era precipitato fuori dal locale, lasciando da sola al tavolo un'Hinata quantomeno demoralizzata. - Mmmh. L'hai fatto scappare mi sa - commentò Kiba riavvicinandosi prudentemente per sparecchiare.
Hinata sollevò debolmente lo sguardo. - Sì - confermò, con un sospiro - L'ho fatto scappare -


- Su, attacca tu, dai~ -
Shikamaru alzò gli oc
chi al cielo, sbuffando.
- No, attacca tu … no, tu. Prima tu, tesorino -
Con un'altra occhiata insofferente, afferrò una rivista qualsiasi cominciando a sfogliarla.
- Oh, non dire così. Anche tu mi manchi già. Mi richiami presto, allora? Anch'io non vedo l'ora di rivederti, lo sai~ -
Ci mise qualche secondo per accorgersi che stava tentando di leggere un articolo al contrario, e la cosa, se possibile, lo irritò ancora di più.
- Scusatemi - trillò allegramente Ino, chiudendo finalmente la conversazione e infilando il cellulare violetto in borsa - Sapete, era … -
- Lo sappiamo chi era - la interruppe Shikamaru con tono scocciato, senza alzare gli occhi dalla pagina.
- Come, scusa? - si accigliò Ino, voltandosi a guardarlo.
- Niente, niente -
La biondina tornò allora a rivolgersi a Sakura, che teneva la bimba sulle gambe e le disfava con cura le trecce. - Beh, ti stavo dicendo - riattaccò con tono entusiasta - Ieri è stata una serata assolutamente perfetta. Mi ha portata in questo localino gestito dai suoi genitori, e abbiamo mangiato, ballato, e … - Shikamaru fece uno strano verso col naso, costringendo Ino a interrompersi di nuovo.
- Che c'è ancora? - domandò, irritata.
- Si vede che è un pidocchio -
- Che?! -
- Ma dai, per favore. Scommetto che non ti ha neanche offerto la cena -
Ino lo fulminò con lo sguardo. - Che cavolo staresti insinuando, eh? È stato comunque un gentiluomo! Io proprio non ti capisco! Per una volta che trovo un ragazzo carino e disponibile, tu devi metterti a fare lo stronzo! Ma vattene al diavolo, che razza d'amico sei …! - saltò su infuriata, sfilandosi una scarpa col tacco e tirandogliela addosso. Shikamaru alzò appena in tempo lo sguardo per vedersela arrivare in faccia. - Ma sei impazzita?! Potevi accecarmi! Ino! Dove stai andando adesso? In... - si bloccò, osservandola senza parole che usciva dal soggiorno zoppicando impettita - … ma è completamente pazza … - sbuffò tra i denti, alzandosi stancamente dal divano e recuperando la scarpa. L'assurdità della situazione era talmente evidente che gli venne da ridere - Ehi - le gridò dietro - Ino, che fai, aspetta! Rischi di azzopparti così! Ino! - quando anche lui lasciò il salone per raggiungerla, stava ancora ridendo.
- Sbaglio o abbiamo appena assistito a una scenata di gelosia? - mormorò Sakura perplessa.
- Mh. Meglio non indagare, Haruno - concluse saggiamente Sasuke, che passava in quel momento dietro di lei. Si fermò a darle un buffetto scherzoso sulla punta del naso, e lo fece quasi senza pensarci. Il sorriso di Sakura sapeva di burro, marmellata e pane bianco. Il ragazzo pensò che fosse la cosa più buffa e adorabile che avesse mai visto. Chiyo nel frattempo si era accoccolata sul bracciolo della poltrona, un po' di sbieco, e sonnecchiava tranquilla abbracciata al suo pinguino di peluche, il famoso Mr. Pingu.
- Mi è venuta voglia di un gelato - osservò poi il ragazzo, pensieroso - Mi accompagni, Haruno? -
- Un gelato? - balbettò lei, fissandolo disorientata - A quest'ora? Ma abbiamo appena fatto merenda … -
- … disse quella che sapeva sbafarsi tre hamburger alle otto di mattina - disse lui con una smorfia.
- Touché. Ma se non ti conoscessi bene, direi che mi stai proponendo un appuntamento, sai? -
- Se non ti conoscessi bene, direi che stai accettando -


- Niente fragola? - domandò Sasuke sedendosi sulla panchina accanto a lei, sinceramente stupito.
- Assolutamente no. È l'unico gusto che non mi piace! - rise Sakura, portandosi il cucchiaino alla bocca - Anche se a dire il vero, c'è stato un solo periodo della mia vita in cui ne andavo letteralmente pazza. Dovunque andassi, avevo sempre in mano una coppetta extra-large di gelato alla fragola. Credo di averne mangiato quantità industriali … non ridere! Dico sul serio, non sto scherzando - esclamò lei dandogli una leggera gomitata nel fianco, sporgendo il labbro inferiore in un broncio offeso. Sasuke cercò di darsi un contegno, si sforzò davvero, ma immaginarsi una Sakura grossa come una mongolfiera e suscettibile come non mai che sbraitava contro un povero gelataio dandogli dell'incompetente, era semplicemente troppo spassoso per riuscire a trattenersi dallo scoppiare a ridere.
- Quindi, intendi quando eri …? - domandò Sasuke, lasciando cadere la domanda.
- Quando ero in attesa del mio piccolo angelo, esatto - concluse la ragazza con un sorriso.
- Il tuo piccolo angelo mangione, direi - commentò lui, guadagnandosi un'altra gomitata.
- Sta' un po' zitto e pensa al tuo gelato - lo rimbrottò mostrandogli la lingua mentre lui rideva di nuovo.
Quasi non si resero conto che, inconsapevolmente, avevano intrecciato le mani.



- Voi uomini siete tutti dei bastardi. È un fattore genetico, sta dentro al cromosoma y e vi contraddistingue dal primo all’ultimo, e non ce n’è uno, ma dico uno, che si salvi - esordì Ino entrando in negozio come una furia. Shikamaru ruotò gli occhi per aria, sbuffando un divertito: - Oh, buongiorno anche a te, Ino -
- A proposito, io sono ancora arrabbiata con te. Che ci fai qui? - chiese la biondina assottigliando gli occhi chiari, sospettosa.
- Uhm - temporeggiò lui, grattandosi la testa in imbarazzo - Ti ho portato questi … per farmi perdonare -
Ino osservò il mazzo di fiori con occhio critico. - Ah. Sarebbe questo il tuo modo di farti perdonare? -
- Ehm. Sì. Cioè no! S-non lo so, insomma. Che c'è che non va? - esclamò lui, guardando i fiori senza raccapezzarsi.
- C'è che aiuti la concorrenza, ecco cosa! Grazie tante! Li hai scelti tu poi? Guarda che casino. È un pugno in un occhio, non si può vedere! -
- I cioccolatini non te li posso regalare perchè sennò ingrassi, i fiori nemmeno perchè altrimenti favorisco la concorrenza … ma che devo fare, eh? -
- Un diamante avrebbe sortito il suo effetto, se ci tieni a saperlo … - replicò la biondina mostrandogli la lingua scherzosa. Shikamaru ridacchiò sollevato e si sedette sullo sgabello accanto al bancone, mentre Ino intanto, indossato il suo grembiule, si inginocchiava di fronte a un grosso vaso bonsai e potava meticolosamente i rami di troppo. - Se io fossi un fiore, per esempio, Shikamaru, che cosa sarei secondo te? - domandò dopo qualche minuto, guardandolo con aria curiosa e indicandosi con l'indice. Si sedette anche lei e lasciò cadere i guanti sul bancone.
Lui finse di pensarci su molto attentamente, aggrottando la fronte con fare concentrato.
- Beh. Diciamo che nel 90% dei casi saresti una pianta grassa -
Shikamaru si scansò di lato ridendo, giusto in tempo stavolta per evitare di prendersi la bottiglietta dell’acqua in testa. Ino incrociò le braccia al petto, mettendo su un broncio terribilmente risentito. - D’accordo, d’accordo, magari posso trovare qualcosa di più appropriato - fece lui, senza smettere di ridere. Al punto che perfino per l'amica cominciò ad essere molto difficile tenere giù gli angoli della bocca. - Una rosa, vero? - propose lei portandosi una ciocca bionda dietro l’orecchio e alzando il mento con aria altezzosa, mentre dondolava le gambe dallo sgabello. - No, no, per carità - riprese Shikamaru cercando di rimanere serio, poi però sembrò rimanere un attimo assorto, come se ci stesse pensando su davvero - Tu, Ino, saresti un … un girasole, credo - concluse soprappensiero.
La biondina sgranò gli occhi, piacevolmente sorpresa. Era palese che questo complimento fuori programma non se lo aspettava proprio. Shikamaru la guardò, se possibile ancora più sorpreso di lei. Era evidente che lui se lo aspettava ancora meno. E poi, senza preavviso, Ino sembrò come illuminarsi, gli angoli della bocca si sollevarono verso l’alto, mentre sul suo viso si apriva un sorriso a dir poco radioso. Se non fosse stato già seduto, probabilmente Shikamaru avrebbe dovuto farlo, perché d’improvviso non si sentiva più tanto le gambe.
- L'ho lasciato, sai? -
- Chi? - domandò Shikamaru, riscuotendosi.
- Come chi? Il pidocchio -
- Ah - deglutì lui - E perchè? -
- Lui non mi avrebbe mai detto che … - mormorò piano lei.
- Cosa? - chiese lui perplesso, aggrottando la fronte - Cosa doveva dirti? -
- Niente, niente d'importante - fece Ino, tornando a dedicarsi al suo bonsai.


Sentendo suonare il campanello, Hinata si ripulì in fretta le mani nel grembiule e chiuse il getto d'acqua del lavandino.
Quando però aprì la porta, si sarebbe potuta aspettare chiunque, davvero chiunque, ma non si sarebbe proprio mai immaginata di trovarsi davanti un Naruto con le guance arrossate dalla corsa che faticava a parlare. - Hinata … - esalò, piegandosi con le mani sulle ginocchia per riprendere fiato - Per fortuna ti ho trovato! Sono anche tornato alla caffetteria ma tu non c'eri più. Mi sono preoccupato, era sparito pure quel tizio odioso che serviva ai tavoli … ho pensato … ma per fortuna sei qui … - La moretta sorrise debolmente, arrossendo giusto un po'.
- Beh, sono tornata a casa in autobus. E credo che Kiba-kun avesse finito il suo turno - spiegò semplicemente.
Naruto aprì la bocca, poi la richiuse. E l'aprì di nuovo, cercando qualcosa da dire. Qualcosa di intelligente, perlomeno.
- Sono … mortificato - concluse, abbassando la testa - Mi vergogno da morire. Sono stato imperdonabile, a lasciarti lì in quel modo. E non ho neppure pagato! - fece, cominciando a rovistare freneticamente in tasca alla ricerca del portafoglio. - Ma Naruto … lascia stare, non importa, f-figurati … non c'è assolutamente bisogno che- La moretta gli fermò le mani con le sue tentando di calmarlo, e infatti Naruto si bloccò, alzando lo sguardo stupito e rimanendo con le mani sospese tra quelle più piccole e delicate della ragazza.
- Ehm. Hinata -
La voce sconcertata alle loro spalle li fece sobbalzare entrambi e voltare precipitosamente. Una ragazza che sembrava quasi essere la fotocopia della moretta li stava osservando dalla finestra al primo piano, il viso inespressivo. Hinata a quel punto cercò di ritrarre le mani, ma stavolta fu Naruto a stringere la presa, con gentile fermezza, fissandola con uno sguardo che Hinata non riuscì a decifrare. - Chi è il tuo amico? - chiese Hanabi, inarcando un sopracciglio.
- Oh. Ehm. Dunque, Naruto, ti presento Hanabi, la mia sorellina. Hanabi, lui è N-Naruto, un … un … ecco, vedi, lui è … -
Ma inaspettatamente fu il biondino a concludere al suo posto, voltandosi poi a fissare Hinata e aprendosi in un sorrisone.
- Sono il suo ragazzo -


  
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