Sono passati tanti anni da quel maledetto giorno, troppi perché tu li possa contare, eppure ricordi il suo volto come se fosse ieri. La tristezza ed il vuoto che ha lasciato quel maledetto giorno li senti ancora lì, nel petto, nel cuore che ha smesso di battere oramai insieme al suo. Ricordi ogni sensazione di vuoto, di rabbia, di amarezza che ha lasciato dentro di te il suo gesto ed hai vissuto la tua vita rincorrendo quelle sensazioni, perché lasciarle andare avrebbe significato lasciare andare lei.
Ti specchi prima di uscire definitivamente dalla casa che oramai, da moltissimi anni, condividi solo con te stesso. Tua madre è morta, tuo padre è morto, i tuoi amici hanno la tua stessa età. Sono tanti gli anni, te li senti addosso. Li vedi nel tuo volto al di là del tuo riflesso. Le rughe sul tuo viso perennemente serioso hanno lasciato il segno.
Lei ha lasciato il segno.
Sei stanco e malato e sai che prima o poi la morte sopraggiungerebbe a prenderti. È questione di giorni, mesi, magari qualche anno se sei fortunato.
Ma non vuoi esserlo.
Esci di casa strattonando la porta, per quanto ti è possibile, stando attento a non inciampare col bastone a cui ti sorreggi. E sorridi dirigendoti alla volta della tua meta.


 
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« Sei sicuro di volerlo fare? » Ti chiede Zeke, il suo volto segnato dalle tue stesse rughe e forse dalla tua stessa stanchezza.
Lo trovi sulla cima dell’Hancok, insieme a Shauna, come li hai sempre visti. I loro visi sono sorridenti e rassegnati e sai già che non ti impediranno di fare quel che devi.
« Sicuro. Lei mi sta aspettando. » Sorridi solamente, per quanto riesci a fare e vedi i loro sorrisi rassegnati mentre si spostano per farti passare ed aiutarti a salire maldestramente nell’imbracatura.
« Salutala anche da parte nostra. » Ti dice Shauna, il volto segnato dagli anni. Però ricordi bene la sua forza di volontà, non l’ha mai mollata per un attimo.
Li guardi dalla tua posizione un’ultima volta, ma sinceramente non sai cosa dire. Non sei tipo da addii, non lo sei stato con tua madre, o figurarsi con tuo padre. E, amaramente, non sei riuscito a dirlo nemmeno a lei.
« Oh, non fare quella faccia Quattro! » Ridacchia Zeke. « Probabilmente tra non molto ci rivedremo. » Continua a ridacchiare e tu non puoi far altro che annuire con gli occhi lucidi.
« Arrivederci allora. » Dici solamente, mentre senti la loro spinta allontanarti dal tetto e senti il tuo cuore battere all’impazzata come non lo sentivi dall’ultima volta.
Ma questa volta il tuo cuore malato e vecchio sai che non può resistere all’emozione. Lo hai fatto apposta.
Lasci che il vento ti intrighi i capelli, ti aggrappi all’imbracatura e chiudi per un momento gli occhi con un sorriso e ti lasci trasportare.
Lei è lì, la vedi. È in fondo alla corsa che ti sta aspettando, le braccia aperte ed il sorriso che ricordavi. Il suo volto è giovane, i suoi capelli biondi e gli occhi chiari pieni di amore.
È lei, la tua Tris sedicenne, quella che non sei mai riuscito a lasciarti addietro.
Osservi ogni suo lineamento come una scoperta mentre ti avvicini al capolinea della tua vita.
E sorridi, perché finalmente puoi di nuovo averla con te.
Fine
 


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Angolo autrice:
Ok, l’ho fatto veramente!
Salve a tutti, sono nuova nel fandom! Ho finito da tre giorni di leggere Allegiant e non mi sono ancora rassegnata agli eventi successi >.< e forse non me ne rassegnerò mai! Mi sono trovata a leggere gli ultimi capitoli piangendo come una disperata e non mi è mai, MAI, successo di piangere in questo modo per un libro. Per i film tante volte, ma un libro mai. Forse solo alla morte di Dobby in Harry Potter, ma era una lacrima solitaria. Qua no, ho versato tante lacrime fino a prosciugarle. Mi ha lasciato un senso di vuoto bruttissimo! Ma ho capito il perché. In genere leggiamo tanti libri con tante morti, ma spesso sono personaggi di passaggio, che vivono troppo poco per sapere così tanto di loro. Almeno nei vari libri che ho letto io. Invece qua abbiamo letto tre libri sul punto di vista della protagonista. Abbiamo scavato nelle sue paure, nella sua forza, nella sua anima e nella sua vita. Ci ha raccontato la sua storia come fosse stata un’amica, ed ecco cosa ho provato alla fine, la stessa tristezza di quando muore un amico.
Ma non è stata tanto la morte in sé per sé, quanto quello che ne è conseguito. Quattro sulla zip line che sparge le sue ceneri è stato un colpo al cuore, e questa piccola flash fic è nata grazie a quello. La sua prima volta è stata per spargere le ceneri di Tris e per dimostrarle che era coraggioso. La sua ultima volta per tornare da lei. Insomma, ho un po’ immaginato il momento e spero vi sia piaciuta.
Un bacione a tutti!