Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Dave1994    10/03/2018    1 recensioni
Un lampo squarciò l'aria e una massa sconfinata oscurò il sole, materializzandosi alle mie spalle. Mi voltai e lo vidi, quel volto insondabile e scarnificato come un teschio scoperto: lo vidi scrutarci, indagatore, quasi soppesando la minaccia. Poi il mondo esplose intorno a me ed una coltre rovente mi respinse con violenza scagliandomi nel vuoto.
Il Titano Colossale era apparso, e con lui l'inizio della fine di ogni cosa.
Genere: Azione, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Conny Springer, Eren Jaeger, Sasha Braus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"La rivincita dell'umanità comincia adesso. "

Queste erano state le mie parole, prima che il mondo esplodesse in una nube infuocata. Registrai appena la mancanza di gravità e senza pensare, come l'allenamento mi aveva insegnato, attivai il mio meccanismo di manovra tridimensionale lanciandone le ancore verso la sommità delle mura. Non ne sentii lo scatto e, se d'istinto pensai ad un malfunzionamento, compresi l'instante successivo che tutto intorno a me si era ridotto al silenzio, improvvisamente, nonostante l'apocalisse infuriasse sopra la mia testa: volute di vapore dense e fitte come il respiro furente di una locomotiva oscuravano il sole e oltre queste il cielo ne era stato ingoiato, sparendo in quell'inferno grigio ed informe. Le orecchie mi ronzavano furiosamente, sconvolte dalla violenza dell'impatto.

Con la coda dell'occhio vidi Connie ancorato come me alle mura. Poco dopo di lui Samuel, probabilmente privo di conoscenza, piombava a tutta velocità verso il suolo.

Stavo per vederlo morire. Feci per avvisare chiunque fosse in ascolto ed un suono disarticolato mi morì in gola, il cuore rimbombante una furiosa cantilena nel petto.

Connie gridò, un urlo muto in quel caos apparso dal nulla. L'immagine di una mostruosità rossa come un muscolo scoperto si impossessò del flusso dei miei pensieri e terrorizzato la respinsi.

- Samuel! - ruggirono senza suono quelle labbra. Poi, scorsi le ancore di Sasha cedere e la ragazza precipitare a sua volta nel vuoto, lanciata a tutta forza verso il corpo del ragazzo in un disperato atto eroico. In un lampo sparò contemporaneamente un'ancora verso di lui e una nuovamente verso le mura: entrambe raggiunsero con successo il loro bersaglio e la tuta del ragazzo, impigliata dalla prima delle due, si tese quasi dolorosamente senza però lacerarsi.

- Samuel, non muoverti! -

Le parole di Sasha ruppero il fischiare delle mie orecchie e fui immensamente grato per questo.

- C'è mancato poco... - feci, poi il mio sguardo cadde più in basso verso la base delle mura. Qualcosa dentro di me morì all'istante.

- Le mura... -

- ...Le ha distrutte. - concluse Connie vicino a me, pallido in volto.

Fui paralizzato dall'orrore. Sarebbe successo di nuovo, i giganti sarebbero entrati come cinque anni prima facendo breccia nel Wall Rose come era stato per il Wall Maria. Vidi mia madre divorata e un'innumerevole schiera di bambini destinata a prendere il mio posto nel futuro, orfani resi tali da un mondo crudele ed ingiusto.

Fuoco.

La faccia prese a scottarmi mentre l'acuta consapevolezza di una verità che conoscevo ormai da tempo si fece largo in me. Loro erano la causa di ogni male, ogni disgrazia del mondo. L'odio per quelle mostruosità incarnate non era mai venuto meno. Avvertii una fiamma ardermi nel petto, una brace che avrei desiderato ardesse ogni cosa, fino a ridurre tutto in cenere.

Li avrei sterminati, ognuno di loro. Mai sarei morto o avrei trovato pace prima dell'adempimento della mia promessa.

Strinsi i denti, posseduto da un'ira senza eguali.

Tutti...dal primo all'ultimo.

- QUARTA SQUADRA DI SUPPORTO AI CANNONI! - proruppi usando tutto il fiato che avevo in gola. Diverse facce si voltarono nella mia direzione e mi fissarono con espressioni sconvolte.

Un sibilo rabbioso, quello di una lama che viene tratta dal fodero con troppa fretta. Con le spade in mano lanciai altre ancore verso la sommità delle mura, là dove il nemico dell'umanità avrebbe subito la nostra rappresaglia.

- Il bersaglio è davanti a noi, ed è il Titano Colossale! Questa è la nostra occasione, non lasciamocela sfuggire! -

L'aria mi sferzò il volto con violenza mentre il dispositivo di manovra tridimensionale mi proiettava a tutta forza verso l'alto: attraversai quella coltre infernale e d'un tratto il cielo riprese il suo posto sopra la mia testa, assieme alla certezza della consistenza del Wall Rose sotto i miei piedi. Mi ersi riabituandomi al suolo sotto di me e lo vidi, quella rivoltante marea di tendini e muscoli in tutta la sua stolida espressione, adornata da quel rovente mare di nebbie. Era immenso e un timore reverenziale mi colse inizialmente come se mi trovassi al cospetto di Dio; poi, quel sentimento lasciò posto ad un odio profondo. Lo avrei fatto a pezzi, avrei ridotto quell'orrore ad un pezzo di carne informe con le mie stesse mani.

- Sono passati cinque anni... - sussurrai a denti stretti e cominciai a correre nella sua direzione, senza quasi la consapevolezza del terreno sotto i miei passi. Nella mia mente volavo nella sua direzione con ali nere di vendetta e registrai subito quella mostruosità colossale agitarsi e muovere un braccio verso i cannoni al mio fianco. Incredulo capii subito cosa aveva intenzione di fare.

Saltai. La sua mano si abbattè sul torrione con un fragore, facendolo a pezzi e scagliando frammenti in ogni direzione in una tempesta di detriti. Attesi che il suo braccio mi passasse oltre, dopodiché scagliai le ancore di sicurezza verso il corpo della creatura sfruttando l'effetto fionda del suo movimento e la spinta del gas propellente per scagliarmi verso l'alto, oltre la sua testa.

Lo aveva fatto apposta. Aveva mirato ai cannoni e distrutto intenzionalmente l'ingresso del Wall Rose. Quel gigante era intelligente.

Shiganshina mi apparve all'orizzonte, coperta parzialmente dal muso della creatura. Vidi i suoi occhi enormi riversarsi nei miei, indagatori, poi una mano colossale fuoriuscì dalle volute di vapore intorno al mostro diretta verso di me, le dita tese per afferrarmi.

Agii senza pensare. Sganciai le ancore e mi avvitai a mezz'aria per schivare quella massa articolata, poi mirai al suo tricipite e detti gas con lo scopo di volteggiare fino a raggiungere la sua spalla: accadde tutto in un attimo e i miei piedi trovarono nuovamente il suolo, stavolta composto dai muscoli del gigante. Mi resi solo conto in quel momento della sua enormità e con noncuranza scattai verso quel volto ripugnante senza pelle, la mandibola esposta e disgustosamente nuda sotto il sole.

Nulla importava. Questa era la mia occasione; solo lui era in grado di distruggere le mura.

- Posso farcela! - ruggii, schivando la scossa di assestamento sotto di me con un balzo. Riancorai il dispositivo di manovra mirando al collo come da regole d'ingaggio, dandomi spinta oltre la sua spalla. Esultai. Era enorme ma lento...

- ...troppo lento! -

Era mio. Sferzai con forza l'aria, le lame d'acciaio in mano, verso la base del collo.

Di nuovo, il mondo esplose intorno a me. Nebbia rovente mi coprii la vista bruciandomi la gola non appena la respirai. Mi sentivo andare a fuoco e percepii il dispositivo di ancoraggio tentennare, incerto.

No. Non avrei permesso a nulla di ostacolarmi. L'ancora era ancora salda.

Detti gas ruggendo, gli occhi in fiamme e i polmoni scossi da colpi di tosse. Non vedevo e non respiravo e ciò nonostante sferrai il colpo, affidandogli tutte le mie speranze e il mio dolore.

Colpii, fendendo l'aria davanti a me. La nebbia si dissolse e l'ultima culla dell'umanità mi apparve davanti in tutta la sua magnificenza, priva di un qualsiasi scorcio su quel gigante sconfinato. Non riuscivo a credere al mio sguardo.

Restai a bocca spalancata, mentre il vuoto mi reclamava a sé. Quasi considerai di lasciarmi cadere e schiantarmi al suolo, svuotato com'ero di ogni emozione.

Il Titano Colossale era scomparso, e con lui il mio spirito vendicativo.

  
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